[ RECENSIONE ] Il bambino ombra di Carl-Johan Vallgren | Marsilio

IL BAMBINO OMBRA di Carl-Johan Vallgren
336 pagine | €12.50 cartaceo

In una calda giornata estiva, un bambino di sette anni scompare miteriosamente in un'affollata stazione della metropolitana di Stoccolma. Una donna sconosciuta dal sorriso gentile lo prende per  mano e sale con lui le scale che portano al treno, ma quando il padre raggiunge il binario, della donna e di suo figlio non c'è più traccia. Molti anni più tardi, ormai adulto, anche il fratello di quel bambino, Joel Klingberg, sembra essersi improvvisamente dissolto nel nulla. In cerca di aiuto che la polizia non le vuole dare, la moglie decide di rivolgersi a Danny Katz, un vecchio amico di Joel dei tempi del servizio militare. Danny - quarantaquattro anni, ex interprete al ministero degli Esteri, ex traduttore e programmatore di software alla Difesa, ed ex tossicodipendente - è una sorta di nerd delle lingue e dell'informatica che gestisce una modesta agenzia di traduzione.
La lettura de Il Bambino Ombra è stato il mio primo approccio con il genere thriller scandinavo che, in questi ultimi anni, ha riscontrato sia appunti positivi che negativi dal pubblico e dagli addetti al settore. Un approccio che, per quanto mi riguarda e a conti fatti, ha superato ben oltre le mie più rosee aspettative. Il thriller è da anni uno dei miei generi preferiti e, soprattutto nell’ultimo periodo, mi sono imbattuta in romanzi che di thriller presentavano esclusivamente la dicitura eccessiva in copertina, rivelandosi poi un’autentica delusione sotto ogni minimo punto di vista.

Il Bambino Ombra
ha ridato il giusto significato ad un genere complesso nei suoi imprescindibili elementi che si presta fin troppo facilmente ad essere sottovalutato ed affrontato con incauta leggerezza dal suo stesso autore. Ovviamente, questo non è il caso di Carl-Johan Vallgren che, in questo primo capitolo della serie, riesce immediatamente a focalizzare ed attirare l’attenzione del suo lettore, portandolo senza troppi giri di parole al centro esatto della scena e conducendolo, poi, attraverso percorsi impervi e pericolosi che non lasciano mai la presa sulla mente del suo destinatario. 
La storia si dipana sotto gli occhi del lettore in tutta la sua complessità, senza mai spingersi oltre quel silente confine che potrebbe sfociare nel pericoloso perimetro dell’incomprensibilità. Si parte da lontano e da un misterioso e mai risolto rapimento di un bambino ad opera di una donna sconosciuta. Un tragico evento che spinge la famiglia Klingberg a percorrere un baratro senza fine che, anni dopo, porterà prima i genitori al suicidio per poi rivelarsi, anno dopo anno, attraverso strane ed inspiegabili coincidenze che sembrano legare le sventure della famiglia alla scomparsa di quel bambino venuto da lontano.  
Credo che il titolo di questo romanzo sia a dir poco emblematico: non conosciamo Kristoffer, ne apprendiamo solo pochi e distinti tratti fisici, ma è come se la sua presenza si estenda, pagina dopo pagina, durante l’intera narrazione, abbracciando ogni vicenda e sussurrando ad ogni personaggio, silenzioso ed impercettibile, esattamente come un ombra!

E' come se si fosse lasciato dietro la sua ombra, aveva detto. 
Prova a immaginarlo, Katz: il corpo non c'è più, ma l'ombra è rimasta.

Tornando al presente, la famiglia Klingberg si ritrova, ancora una volta, coinvolta in una misteriosa sparizione: Joel – fratello minore del bambino rapito – oramai adulto, scompare improvvisamente, lasciandosi dietro una strana e formale lettera con cui spiega la sua volontà di prendere le distanze sia dalla famiglia che dal suo lavoro. Proprio per questo motivo, le autorità non prendono in considerazione le parole della moglie Angela che spingono verso un’ipotesi di rapimento, accantonando l’avvenimento come un semplice allontanamento volontario. Questa presa di posizione lascia la donna nella più cieca disperazione e, non sapendo a chi altro rivolgersi, contatta Danny Katz – vecchio amico e compagno di studi di Joel – nonché l’unica persona di cui il marito si sia mai fidato!

Tutto improvvisamente si ribalta e ogni più piccolo indizio lo inchioda come unico responsabile. La sua vita, ben presto, si trasforma in un’autentica lotta contro il tempo – e i numerosi imprevisti che inevitabilmente si presentano – per dimostrare la sua assoluta innocenza e completa estraneità ad ogni fatto. Eppure, non è facile. Davanti si ritrova un muro difficile da valicare fatto di vecchi rancori, misteriose scomparse, arcaiche superstizioni, lontani incontri e passate memorie di cui aveva perso ogni ricordo. In una vicenda parallela alle indagini di Katz assistiamo all’entrata in gioco di un nuovo personaggio che si scoprirà indissolubilmente legato al protagonista maschile attraverso un passato oscuro e tormentato, costellato di dipendenze, rabbia e rancori mai veramente sopiti che, ancora oggi, si riflettono chiaramente nel suo carattere incostante e nel rapporto con la sua nuova vita. Eva lavora in polizia, madre di due bambini e moglie di un matrimonio oramai naufragato da tempo. Una donna che nasconde dietro la sua maschera di incerta indistruttibilità un passato doloroso e sconosciuto a molti, facilitato dall’aver cambiato cognome e dall’aver lasciato quel mondo ben lontano.

Da questo momento in poi le due linee di narrazione inevitabilmente si intrecciano creando un quadro sempre più affascinante e complesso dove il punto di forza risiede proprio nella psicologia di questi due personaggi che l’autore non pone mai per scontato. Affascinante come sono gli elementi esoterici, magici e di pura superstizione che vengono inseriti nei punti giusti, pagina dopo pagina, pizzicando le corde più sensibili di ogni lettore: quelle dell’ imprescindibile curiosità che lo spinge ad indagare sempre più a fondo, spingersi oltre il limite e trovare risposte in una nebbia indomabile di domande e vane supposizioni. E in questo Vallgren si dimostra un maestro nel saper giocare con la mente del lettore. Un trama sapientemente intessuta di colpevoli, di moventi e di indizi che si affacciano, pagina dopo pagina, durante l’ intera narrazione rende questo thriller razionale, ben costruito, logico ed irresistibile. L’empatia che si crea con i suoi personaggi – anche quelli minori o a malapena accennati – è rafforzata da un ritmo crescente ed avvolgente, permesso da uno stile linguistico quasi fulmineo e frenetico che spinge il lettore ad una lettura vorace ed irrefrenabile per liberare ogni zona d’ombra e dare risposta ad ogni domanda che , ancora, pulsa incessante nella sua mente.

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