tag:blogger.com,1999:blog-81215756914868779742024-03-19T19:33:14.563+01:00Leggere In SilenzioLeggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.comBlogger350125tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-48808453012122115112024-03-16T21:31:00.000+01:002024-03-16T21:31:24.005+01:00 [ RECENSIONE ] VERTIGINE di Franck Thilliez | Fazi Editore<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSjmg2efLxqalMLfAPbY0V3JHrOAIvOOOwBZoo7hlYGVW8-QmtKWHNF1DAAhTkwh0w8hu6MVKA6k3PyXcraQGdVbhxlQpCetNL63KVaYzVJx6KlRSxKY_xdL6EdkMOwnNDEE7aE7LhV8ch47L8kn334hyzQDsDpI0pJhDDE5kXoJ9M4dylb8PlgNUa/s2240/RECS%20BLOG%20(1).png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSjmg2efLxqalMLfAPbY0V3JHrOAIvOOOwBZoo7hlYGVW8-QmtKWHNF1DAAhTkwh0w8hu6MVKA6k3PyXcraQGdVbhxlQpCetNL63KVaYzVJx6KlRSxKY_xdL6EdkMOwnNDEE7aE7LhV8ch47L8kn334hyzQDsDpI0pJhDDE5kXoJ9M4dylb8PlgNUa/s16000/RECS%20BLOG%20(1).png" /></a></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b>VERTIGINE </b>di Franck Thilliez </span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">312 pagine | €18.05 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Fazi Editore | <b><a href="https://amzn.to/3StXWRj" target="_blank">Link Affiliato Amazon</a></b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><span style="font-family: Alegreya Sans;">Jonathan Touvier, ex alpinista cinquantenne, si risveglia intontito e non sa dove si trova. Attorno a lui soltanto buio, umidità, freddo. È finito in fondo a una grotta e non ha idea di come sia successo. Non è solo. Insieme a lui ci sono il suo fedele cane Pokhara e due sconosciuti: Farid, giovane di origini maghrebine, e Michel, uomo di mezza età che lavora in un macello. Jonathan è incatenato al polso, Farid alla caviglia; Michel è libero, ma la sua testa è coperta da una spaventosa maschera di ferro, che esploderà se si allontana dagli altri due. Sulla schiena hanno tre biglietti con altrettante domande: «Chi sarà il ladro?», «Chi sarà il bugiardo?», «Chi sarà l’omicida?». Qualcuno sta giocando con loro, e ha tessuto con cura una ragnatela inestricabile per intrappolarli. Chi è? E perché l’ha fatto? Ben presto, però, la domanda più urgente diventerà un’altra: fino a che punto si può arrivare per non soccombere in una situazione così estrema? Se la natura può rivelarsi un’assassina spietata, l’uomo può trasformarsi in un predatore senza scrupoli: tra menzogne e mezze verità, scatta una disperata lotta per la sopravvivenza, da affrontare con ogni mezzo e strategia possibile.</span><div style="text-align: center;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><br /></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="468" height="67" src="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" width="400" /></a></div><br /></span></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";">Non vi nascondo che la mia decisione di leggere questo libro è stata fortemente influenzata dal nome presente in copertina. Eppure un piccolo dettaglio mi è sfuggito, ancora una volta. La prima edizione di Vertigine risale al 2011, la bellezza di 13 anni fa. Quindi, precedente al Manoscritto, esattamente come era precedente un altro romanzo (Il Sogno, ndr.) letto (ahimè) con le stesse identiche e vibranti sensazioni all'oscuro della sua effettiva pubblicazione e lasciato pagine e pagine dopo con una delusione così forte da aver quasi pensato di abbandonare Thilliez per sempre.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";">Quindi, superate le doverose premesse, permettetemi di usare questi spazi per un servizio totalmente egoriferito: </span><b style="background-color: #fcff01; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: center;">NOTA BENE → NON LEGGERE PIU' LIBRI SCRITTI PRIMA DEL MANOSCRITTO, CR(IS)ETINA!<span><a name='more'></a></span><span></span></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.ibs.it/images/9791259674623_0_536_0_75.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="798" data-original-width="536" height="400" src="https://www.ibs.it/images/9791259674623_0_536_0_75.jpg" width="269" /></a></div>Okay, non siamo di fronte al male assoluto, ma nemmeno a qualcosa di vagamento vicino al capolavoro del Manoscritto. Possiamo dire che, in una o due parole, Thilliez c'è, ma si vede poco. Non è una lettura indimenticabile o uno dei suoi romanzi più riusciti. Si fa leggere volentieri, si percepisce a tratti quel senso di cupezza e morbosità umana e bla bla bla, ma no - dispiace dirlo una seconda volta - ma non è sufficiente. E' una storia sottotono con poco entusiasmo. Non aiuta a spingere il ritmo narrativo la location. Per rendervi l'idea, potrebbe essere avvicinata a quelle pellicole cinematografiche ambientate in una sola, unica, ripetitiva stanza al punto da chiederti cosa mai possa esserci di così sorprendete tra quelle quattro mura. Ecco, Vertigine si svolge per due terzi nella stessa limitata, claustrofobica, ripetuta ambientazione. Al buio, circondata dal nulla visivo e sonoro, ad esclusione di una tenda, di un tunnel inaccessibile, di un pozzo situato nella parte più in fondo e di ghiaccio, tanto, ma tanto ghiaccio. Qui, si trovato prigionieri tre sconosciuti (almeno a primo impatto) con tre storie così lontane una dall'altra che sembrerebbero essere quasi inconciliabili. Uno di questi è Jonathan Touvier, ex alpinista con una storia pesante alle spalle, il secondo è un giovane ragazzo di origine arabe non particolarmente incline alla condivisione e il terzo un uomo la cui identità sembra essere il primo mistero che il lettore è chiamato a risolvere. </span><span style="font-family: "Alegreya Sans";">Cosa li accomuna? Perchè si trovano lì? Ma, soprattutto, chi c'è dietro quel gioco perverso di sopravvivenza e prigionia?</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";">A conti fatti, quello che più mi è mancato in questo romanzo è il profondo senso di inquietudine a cui Thilliez nella sua trilogia mi aveva così ben abituata. Non ho percepito la piacevole sensazione di essere presa in giro. Non ho trovato quel gioco naturale tra lettore ed autore che si apre si conclude in ogni suo romanzo. Non c'è quella morbosa e testarda voglia di anticipare le sue mossa ed essere messa sistematicamente al tappeto, ogni volta. Tutto questo - o forse giusto qualcosa nelle ultime pagine - sono riuscita a scovare in Vertigine ed è stato un vero peccato. Perchè sì, la storia risulta essere intrigante e sa racchiudere qualcosa di forte che ti lega a doppio filo con la narrazione. I personaggi sanno legarsi in modo imprevedibile e si intravede il giusto spazio ad una emotività che non mi sarei aspettata.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";">Ho sentito la nostalgia per l'aspetto psicologico della storia, trovando - al suo posto - un ritmo che non ingrana veramente la marcia giusta, lasciando dietro di sè un romanzo piatto e non piacevolmente troppo prevedibile. Una domanda, allora, a questo punto, mi sorge spontanea: cosa è accaduto nella vita di Franck Thilliez prima di partorire quella folle, perfetta, macabra idea del Manoscritto? </span></div><p></p>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-78225393864052419442024-02-05T08:30:00.001+01:002024-02-05T08:30:00.124+01:00[ RECENSIONE ] Sono tornato per te di Lorenzo Marone | Einaudi<p style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEij9m32GEvYwLOOWtCZkXKoeaz3fTM6sxKtZ4K8_zNf6yFvg6LFjeGFfPmFIYbkPKVyvi1lZtr4dEeTPT5jigTYNmLpttiF84MosgAxvEsNrSyGFu5PGupUfvdpix0w97YgBOT1OFbLqvoeQF6ukYylF07rVEbjtg8n7Vh1hP9o5tMbKU-5e6Dvm-lA/s2240/RECS%20BLOG%20(1).png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEij9m32GEvYwLOOWtCZkXKoeaz3fTM6sxKtZ4K8_zNf6yFvg6LFjeGFfPmFIYbkPKVyvi1lZtr4dEeTPT5jigTYNmLpttiF84MosgAxvEsNrSyGFu5PGupUfvdpix0w97YgBOT1OFbLqvoeQF6ukYylF07rVEbjtg8n7Vh1hP9o5tMbKU-5e6Dvm-lA/s16000/RECS%20BLOG%20(1).png" /></a></p><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b>SONO TORNATO PER TE </b>di Lorenzo Marone</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">272 pagine | €18.00 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Einaudi | <b><a href="https://amzn.to/3tIgOmY" target="_blank">Link Affiliato Amazon</a></b></span></div><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Un amore che attraversa la guerra e rimane intatto nonostante gli orrori che lo mettono alla prova. L’epopea di un ragazzo che difende la propria vita facendo a pugni per tornare dalla donna che lo aspetta. Cono Trezza e Serenella Pinto sono due giovani del Sud, cresciuti nella zona del Vallo di Diano, tra Campania e Basilicata. Si sono conosciuti che erano adolescenti, aspettano solo il momento di sposarsi. Ma sono gli anni Trenta del secolo scorso, e a mettersi tra loro ci sono i fascisti. Soprattutto Romano, il figlio del podestà. Stufo di subirne l’arroganza, Cono si ribella, compiendo un gesto che la sua famiglia pagherà a caro prezzo. Poi la partenza per il servizio militare, e dopo l’8 settembre 1943 la deportazione in Germania. A tenerlo in vita, saranno la speranza di rivedere Serenella, l’aiuto di un compagno di prigionia dal cuore grande e la sua abilità nel tirare di boxe. C’era uno sport che veniva praticato nei campi di concentramento, il pugilato. Piaceva al Führer, piaceva alle guardie naziste che scommettevano sugli incontri, piaceva ai kapò che obbligavano i prigionieri a combattere di notte su ring improvvisati. “Sono tornato per te” racconta la storia di chi è sprofondato in quell’inferno e ne è uscito aggrappandosi a un ricordo. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="468" height="67" src="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" width="400" /></a></div><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Non avrei potuto iniziare il nuovo anno e ritornare a scrivere con una lettura migliore di questa. </span><span style="font-family: "Alegreya Sans";">Sono tornato da te non è soltanto una storia d'amore - che comunque occupa in punta di piedi la prima parte del romanzo - ma racchiude nelle sue pagine ogni senso umano. Si passa dall'udire rumori diventati oramai rari, all'assaporare gusti genuini e veraci, dall'annusare profumi più diversi allo sfiorare piccole cose, profondi sentimenti, lacrime trattenute che troveranno presto la strada per uscire fuori. <b>E' la storia di Cono Trezza e la sua Serenella.<span></span></b></span></p><a name='more'></a><span style="font-family: "Alegreya Sans";"> E' il racconto di un giovane uomo - come tanti ce ne sono stati in questa parte del mondo - chiamato a sopravvivere all'inferno del genocidio nazista, prigioniero in un campo di concentramento. A dargli la forza di andare avanti, di non mollare mai nemmeno di un solo passo, di superare il dolore più cieco, la fame e l'abbrutimento inevitabile sarà non solo il ricordo costante della sua casa oramai lontana, ma il pugilato e Cono Trezza a pugni non si è mai tirato indietro.</span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><br /></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.ibs.it/images/9788806260668_0_536_0_75.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="511" height="400" src="https://www.ibs.it/images/9788806260668_0_536_0_75.jpg" width="256" /></a></div><span style="font-family: Alegreya Sans;"><div style="text-align: justify;">Sono tornato per te è quel genere di romanzo che amo definire corale. Non tanto per il modo in cui viene raccontato, ma per la qualità dei personaggi - piccoli e grandi - che si affacciano lungo la narrazione. Sono personaggi capaci di lasciare una bella impronta dietro di sè che, in misura maggiore o minore, è perfettamente in grado di coinvolgere e colpire ogni singolo lettore. <b>Primo fra tutti, senza dubbio, Cono Trezza.</b> E' un carattere ben definito, reale e lineare reso interessante da un evidente contrasto capace di dare quella spinta in più che suscita spontaneo attaccamento ed empatia. E' gentile e leale, di animo buono, ma allo stesso tempo è impulsivo, testardo, ingovernabile, insofferente ad ogni minimo accenno di ingiustizia. <b>Sua croce e pesante delizia che segnerà in modo concreto ogni attimo della sua vita.</b> E in lui - soprattutto nella seconda parte - si vive quell'inevitabile senso di impotenza che attanaglia nel profondo ognuno di noi di fronte ad immagini, parole, memorie di una pagine di storia contemporanea che mai si dovrebbe dimenticare. E' la stessa rabbia incontrollabile che scaturisce dai suoi muscoli, si nasconde dietro ogni montante, prende vita in quei pugni che, sopra quel ring improvvisato, si trasformano in insano divertimento per alcuni e sopravvivenza per molti altri.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Lorenzo Marone con Sono tornato per te <b>si pone verso i suoi lettori in modo delicato</b>, quasi in punta di piedi, riuscendo anche nelle parti più dolorose, crude e strazianti a <b>non essere mai sopra le righe</b>. Affronta atrocità che mai dovremmo smettere di leggere, comprendere e condividere con un forte senso di pudore e rispetto. <b>Non spettacolarizza il male nella sua forma più umana, ma preferisce dare voce a chi la parola</b> - allora come oggi in molte parti del mondo - <b>venne tolta, messa a tacere, cancellata per sempre.</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Si potrebbe parlare di questo romanzo come il cerchio (im)perfetto della vita. Si apre e si chiude raccontando l'amore, lasciando traccia lungo questo impervio cammino di pezzi importanti, di emozioni forti, di immagini che fanno tremare l'anima e piegare il cuore. <b>Ci si commuove, è inevitabile.</b> Per alcuni potrebbe sembrare una reazione quasi scontata, inevitabile, ma in verità Marone non sfrutta quel tasto in modo superficiale, ma si percepisce il suo desiderio di raccontare la vita in ogni sua più piccola sfaccettatura insieme ad un sentimento di personale rivalsa. Cono Trezza non perde mai la voglia di lottare, nel campo come sopra il ring e lo fa con la consapevolezza che qualcosa - e qualcuno - lo stia aspettando in quella terra natia che sembra così lontana. Ancora una volta, Lorenzo Marone ci regala una storia perfetta, capace di unire la testimonianza storica ad un'emozione semplice e rara, provando come sia una delle voci narrative più valide del nostro panorama letterario. E, quindi, esattamente, cosa state aspettando?</div></span><p></p>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-22501154303833856172023-09-28T10:30:00.005+02:002023-09-30T14:01:49.641+02:00[ RECENSIONE ] Labirinti di Franck Thilliez | Fazi Editore<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZzAQxb33sFQhn-0OHi1mKBLHdeXFOrCFKrOkvYkNuufBBN1pW_qE4fD9_YxcWba3IFRX7fQHq3NkqEkaqqk2ANTlyPlleBQ4DItmf8qyGJ-dBrUEwoSoAPUgyytzFSfEfoQqLB7hxEqqZUmEiBV9RKfQLAYL8MHcswEFYI_u0W2_nvIJI38ygYIQ3/s2240/RECS%20BLOG.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZzAQxb33sFQhn-0OHi1mKBLHdeXFOrCFKrOkvYkNuufBBN1pW_qE4fD9_YxcWba3IFRX7fQHq3NkqEkaqqk2ANTlyPlleBQ4DItmf8qyGJ-dBrUEwoSoAPUgyytzFSfEfoQqLB7hxEqqZUmEiBV9RKfQLAYL8MHcswEFYI_u0W2_nvIJI38ygYIQ3/s16000/RECS%20BLOG.png" /></a></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b>LABIRINTI </b>di Franck Thilliez</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">334 pagine | €19,00 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Fazi Editore |<b> <a href="https://amzn.to/48orOWb" target="_blank">Link Affiliato Amazon</a></b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><span style="font-family: Alegreya Sans;"><div style="text-align: justify;">Una giovane poliziotta, Camille Nijinski, si trova nello studio del dottor Fibonacci, uno psichiatra che si accinge a raccontarle una storia incredibile di cui è l’unico depositario. Si tratta della testimonianza raccolta da una paziente, la quale è stata trovata priva di sensi e di memoria in un bosco accanto al cadavere di un uomo. Camille, incaricata di seguire le indagini, ha bisogno di capire di più riguardo a questa improvvisa perdita di memoria, ma lo psichiatra ha molto altro da rivelarle. Prima di dimenticare tutto, la sua paziente ha condiviso con lui i fatti del suo passato: una storia lunga e complessa, senza dubbio la più straordinaria che Camille ascolterà in tutta la sua carriera. Le protagoniste sono cinque. Tutte donne. La giornalista, la psichiatra, la rapita, la scrittrice… E la quinta? La quinta donna è il filo del labirinto, è colei che fornirà le risposte a tutte le domande e, forse, anche una via d’uscita.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="468" height="67" src="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";">Se qualcuno vi ha detto che questo è un romanzo a sè e che può essere affrontato anche senza i suoi precedenti - </span><b style="font-family: "Alegreya Sans";"><a href="https://www.leggereinsilenzio.com/2019/09/recensione-il-manoscritto-franck-thilliez-fazi-editore.html" target="_blank">Il manoscritto</a></b><span style="font-family: "Alegreya Sans";"> e </span><b style="font-family: "Alegreya Sans";"><a href="https://www.leggereinsilenzio.com/2021/11/recensione-cera-due-volte-franck-thilliez.html" target="_blank">C'era due volte</a></b><span style="font-family: "Alegreya Sans";"> - ebbene queste persone o vi hanno mentito o </span><span style="background-color: white; font-family: "Alegreya Sans";">semplicemente non hanno letto Labirinti di Franck Thilliez.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="background-color: white;"><span><a name='more'></a></span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Ultimo libro di una trilogia thriller unica nel suo genere con un alto tasso psicologico che si ripropone, anche questa volta, in modo puntuale, atteso, ma totalmente nuovo. Cosa fa Thilliez, quindi? Coglie dettagli dei precedenti capitoli e li stravolge nella loro essenza, rivelandoci una verità che era sempre stata sotto i nostri occhi, ma che (forse) allora non eravamo in grado di vedere. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.ibs.it/images/9791259672995_0_536_0_75.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="798" data-original-width="536" height="400" src="https://www.ibs.it/images/9791259672995_0_536_0_75.jpg" width="269" /></a></div>Protagoniste di questo romanzo sono quattro donne. La quinta, infatti, come la stessa trama ci tiene ad anticipare, ci verrà rivelata solo negli istanti finali, uscendo esausti da quell' inafferrabile labirinto fatto di continui giochi di specchi, curve inaspettate e strade apparentemente senza uscita. E noi saremo increduli, stravolti, senza fiato, soddisfatti senza ombra di dubbio (ma questo sta a voi farmelo sapere). <b>Vera, Lysine, Sofia e Julie</b> non potrebbero essere donne più diverse nell'aspetto, in ogni loro approccio, nel carattere e, soprattutto, in quelle storie personali che ci sembreranno a prima vista totalmente disconnesse, lontane, quasi inconciliabili. <b style="background-color: white;">Allora perchè Thilliez si sofferma in ogni loro dettaglio? Perchè farcele conoscere?</b> Ma come, non lo avete ancora capito? Con Franck Thilliez nulla può essere dato per scontato, esattamente perchè dietro la nostra verità se ne nasconde sempre un'altra (la sua), nettamente migliore della prima.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";">Labirinti presenta un ritmo serrato che non lascia spazio a pause, ti spinge in modo inevitabile al capitolo successivo, e a quello dopo ancora, in una corsa a due difficile da arrestare. <b>Anche perchè il caro Franck gioca sporco, sporchissimo.</b> Alternando le storie protagoniste, infatti, il lettore si ritrova alla fine della pagina con una curiosità a mille, eccitato, fremente nello scoprire la prossima mossa e - sbadabaaaam - il mai una gioia è praticamente servito. <b>Mettere giù quel libro, anche solo per poche ore, è stato davvero difficile, dovete credermi.</b> Ma parliamo delle descrizioni. </span><span style="font-family: "Alegreya Sans";">Thilliez si conferma ammaliante e scostante allo stesso modo, esponendo dettagli che per molti potrebbero essere quasi al limite dell'umanamente sopportabile, ma che - per la sottoscritta e per molti altri spero - risultano essere geniali, affascinanti, irresistibili propri di quella oscurità umana che sono in grado di rappresentare senza troppi giri di parole.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: PT Sans Narrow;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: PT Sans Narrow;"><b style="background-color: #fce5cd;">Sono i volti del male, la negazione dell'umano e, in fondo,</b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: PT Sans Narrow;"><b style="background-color: #fce5cd;">ci rassicurano perché pensiamo di non essere come loro.</b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: PT Sans Narrow;"><b style="background-color: #fce5cd;">Abbiamo bisogno di vedere quei volti, di stare a guardare le azioni più vergognose,</b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="background-color: #fce5cd; font-family: PT Sans Narrow;"><span><b>per evitare di dover affrontare cosa succede </b></span><b>in casa nostra.</b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="background-color: #fce5cd; font-family: PT Sans Narrow;"><b>Siamo tutti i mostri di qualcuno</b>.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";">Thilliez, infatti, anche se avvolto da una innegabile complessità narrativa come se ne trovano davvero pochi nel panorama letterario internazionale, accosta uno stile lineare, diretto, capace di raccontare la storia nuda e cruda, senza avere bisogno di particolari effetti speciali o inutili intermediari. Permette in questo modo al lettore di sentirsi parte integrante di ogni scena (anche della più raccapricciante) lasciandolo libero di immaginare ogni movimento, percepire ogni rumore, assaporare ogni istante che lo separa da quella rivelazione destinata a cambiare ogni cosa (e a produrre ben più di qualche sana parolaccia).</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">E' stupefacente considerare come Thilliez abbia avuto tutto questo nelle sue mani fin dalla primissima parola. Sono tre romanzi che ci potrebbero sembrare - in modo totalmente errato - indipendenti, ma che, in realtà, si incastrano alla perfezione, tassello dopo tassello. </span><span style="font-family: "Alegreya Sans";">E guai a voi se vi perdete questo spettacolo!</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Sapete la cosa più incredibile? </span><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><span style="background-color: white;">Vi sto scrivendo queste parole a distanza di quasi due mesi dalla lettura di Labirinti</span> e ogni singola frase è scaturita in modo naturale con una facilità che proprio non mi aspettavo, come se avessi voltato quell'ultima pagina non più di ventiquattro ore fa. Eccole davanti ai miei occhi trasformarsi in immagini incredibilmente nitide, diventare, poi, una scacchiera di pezzi confusi, riuscendo, alla fine, a prendere il loro posto senza il minimo sforzo. Quella verità che è sempre stata accanto a noi fin dall'inizio, ma che ancora - forse troppo acerbi o non ancora pronti all'inevitabile quanto sorprendente rivelazione - non eravamo in grado di afferrare, comprendere. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Ora, sì, posso dirvi quanto splendido e affascinante sia stato questo viaggio. E lo faccio con il fiato corto, gli occhi meravigliati e quella piacevole sensazione di essere stata presa in gira non una, non due, ma ben tre volte. Ci vediamo nel prossimo labirinto, Franck!</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: right;"><span style="font-family: Satisfy; font-size: x-large;">Cristina B.</span></div>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-27298937325229096032023-05-07T18:10:00.003+02:002023-09-30T14:02:24.447+02:00[ RECENSIONE ] Lasciami andare, madre di Helga Schneider | Adelphi<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMeA9KRy_EnzDfF56s2pCYdAlE7mkPaVUV-JuAHlvOdA_9LM-VHtS1wQimmGxDsMvzaJuMlwxOitaCTJB_Pm82b6NuClk2MbamVrc0C1cadyXhXK1apnxU7ch3645lcvgW7-3Lt_S5V9FuONzb_gX6KtvBwuEh6hol8DxGMjBIafc0-qikcZLzTQ/s2240/RECS%20BLOG%20(3).png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMeA9KRy_EnzDfF56s2pCYdAlE7mkPaVUV-JuAHlvOdA_9LM-VHtS1wQimmGxDsMvzaJuMlwxOitaCTJB_Pm82b6NuClk2MbamVrc0C1cadyXhXK1apnxU7ch3645lcvgW7-3Lt_S5V9FuONzb_gX6KtvBwuEh6hol8DxGMjBIafc0-qikcZLzTQ/s16000/RECS%20BLOG%20(3).png" /></a></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b>LASCIAMI ANDARE, MADRE </b>di Helga Schneider</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">132 pagine | €10,00 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Adelphi | <b><a href="https://amzn.to/3EPgZit" target="_blank">Link Affiliato Amazon</a></b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b><br /></b></span></div><span style="font-family: Alegreya Sans;">In una stanza d’albergo di Vienna, alle sei di un piovoso mattino dell’ottobre del 1998, Helga Schneider ricorda quella madre che nel 1941 ha abbandonato due bambini per seguire la sua vocazione e adempiere la sua missione: lavorare come guardiana nei campi – di concentramento, prima, e di sterminio, poi – del Führer. Che cosa spinge Helga, oggi, a incontrare questa vecchia estranea che è sua madre? La curiosità? La speranza che si sia pentita? O qualcosa di più oscuro e inquietante?</span><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="468" height="67" src="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="text-align: justify;">Lasciami andare, madre è un libro piccolo che si riesce a leggere in una manciata di ore, ma che è in grado in quelle centotrentadue pagine di lacerare davvero l'anima attraverso il racconto di un incontro rimandato per oltre venti anni. Quello di una figlia e di una madre che mai è stata tale. Quello di Helga Schneider e una ex SS nazista. Fino a che punto si può perdonare la donna che ti ha donato la vita?</span></div></span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b style="background-color: #f4cccc;">E' come se ci lacerasse un velo. Ora la nostra storia è tutta qui.</b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b style="background-color: #f4cccc;">La storia mancante di una madre e di una figlia. <span><a name='more'></a></span></b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b style="background-color: #f4cccc;"><br /></b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><span><div class="separator" style="background-color: white; clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.adelphi.it/spool/cover__id2390_w240_t1397730928.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="374" data-original-width="240" height="374" src="https://www.adelphi.it/spool/cover__id2390_w240_t1397730928.jpg" width="240" /></a></div><span style="background-color: white;">Nel mio più recente passato di lettrice storica mi sono imbattuta in molti romanzi, saggi, biografie legate al periodo nazista e ai campi di sterminio nello specifico, ma mai - mai vi giuro - avrei potuto affrontare questa lettura con quella stessa consapevolezza che spesso mi accompagnava quei libri accomunati da quel contesto tutt'altro che semplice da affrontare. </span><span style="background-color: white;"><b>No, non ero pronta e - a mente fredda - credo proprio che mai lo sarei stata</b>.</span></span><span style="background-color: white;"> In parte immaginavo cosa avrei potuto trovare tra queste righe, eppure alla fine di ogni pagina riuscivo a sentire il mio cuore farsi sempre più piccolo accompagnato da un disgusto inevitabile per le parole usate da quella madre che non si è mai posta domande né prima, né durante, né dopo. E dall'altra parte Helga, una bambina abbandonata allora e diventata ora una donna circondata da dubbi, paure, delusioni. <b>Lasciami andare, madre è un libro forte, immediato, secco e brutale sotto certi aspetti.</b> Sono parole capaci di stridere l'anima che ti fanno pensare, che ti spingono quasi a chiederti come sia possibile raccontare fatti così disumani con una semplicità altrettanto disarmante, quasi a voler rendere lo sterminio qualcosa di normale, inevitabile. La madre di Helga - resa senza filtri nei modi e nelle parole da una senilità evidente - risponde alle domande incalzanti della figlia in modo stizzito, quasi scocciato, trasformandosi a tratti in una bambina viziata che non concede nulla senza qualcosa in cambio. Ed è proprio l'affetto della figlia abbandonata quello che pretende.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><span style="background-color: white;"><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><span style="background-color: white;">Sembra assurdo a conti fatti, ma in questo tira e molla si forma una testimonianza colma di dettagli resa da chi sapeva benissimo di poter decidere tra la vita e la morte, tra la compassione e la sofferenza gratuita, ingiustificabile, spinta da un diletto quasi impossibile da immaginare. Eppure non riesce a sorprendere fino in fondo. Non sorprende perché sono pensieri che si possono sentire ancora oggi, anche solo come una eco a cui rifiutiamo di dare credito, magari con altri toni o verso altri colpevoli, ma rimane sullo sfondo quell'insensato e comune senso di superiorità che lascia indietro il prossimo, chi è considerato diverso, chi viene non compreso o semplicemente l'ultimo, quello di cui nessuno si preoccupa, che non ci riguarda.</span></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><span><b style="background-color: #f4cccc;"><br /></b></span></span></div><div style="text-align: center;"><span style="background-color: #f4cccc; font-family: "Alegreya Sans";"><b>Non ti odio madre, solo non ti amo. Forse è la frase che più racchiude il senso intimo di questo libro. </b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><span style="background-color: white;"><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><span style="background-color: white;">E' stato un pugno allo stomaco costante, di quelli che lasciano senza fiato. Durante la lettura ho percepito una sensazione che non mi aspettavo di provare, una tensione nervosa mista a rabbia e ad un' incapacità di comprendere pressoché continua. Mi sono trovata divisa a metà, in modo netto, tra il dolore universale di un passato che non deve essere mai dimenticato e quello privato di una figlia abbandonata, lasciata sola da chi in realtà avrebbe dovuto proteggerla. Lasciami andare, madre è un libro che non posso che consigliarvi perché di libri così ne esistono (purtroppo) pochi!</span></span></div>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-37357542295087281202023-03-03T10:00:00.007+01:002023-09-30T14:03:04.651+02:00[ RECENSIONE ] La libreria dei gatti neri di Piergiorgio Pulixi | Marsilio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaAGEbr4yc5kqBeaqpsRoz_q1EWQI9U3QYj-JpC76KOZkfd5XwbtX9LtpftmosMxnq7JKnPfMOSSxqd-874auY1tNZ75Iez8na8EfirmlOX3Oh2i1WyGvBgeuEXGuAK32EQTOUqW5hfR12oZ4-RoG6XHq9Woqac3jEI-Mi-BPjo4x-XZ4eXcjlaA/s2240/Untitled%20Project.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaAGEbr4yc5kqBeaqpsRoz_q1EWQI9U3QYj-JpC76KOZkfd5XwbtX9LtpftmosMxnq7JKnPfMOSSxqd-874auY1tNZ75Iez8na8EfirmlOX3Oh2i1WyGvBgeuEXGuAK32EQTOUqW5hfR12oZ4-RoG6XHq9Woqac3jEI-Mi-BPjo4x-XZ4eXcjlaA/s16000/Untitled%20Project.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b>LA LIBRERIA DEI GATTI NERI </b>di Piergiorgio Pulixi</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">304 pagine | €15.00 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Marsilio | <b><a href="https://amzn.to/3k64tVb" target="_blank">Link Affiliato Amazon</a></b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><span style="font-family: Alegreya Sans;"><div style="text-align: justify;">Grande appassionato di gialli, Marzio Montecristo ha aperto da qualche anno nel centro di Cagliari una piccola libreria specializzata in romanzi polizieschi. Il nome della libreria, Les Chats Noirs, è un omaggio ai due gatti neri che un giorno si sono presentati in negozio e non se ne sono più andati, da lui soprannominati Miss Marple e Poirot. Nonostante il brutto carattere del proprietario, la libreria è molto frequentata, ed è Patricia, la giovane collaboratrice di Montecristo, di origini eritree, a salvare i clienti dalle sfuriate del titolare. La libreria ha anche un gruppo di lettura, gli investigatori del martedì, un manipolo di super esperti di gialli che si riuniscono dopo la chiusura per discettare del romanzo della settimana. È una banda mal assembrata ma molto unita, di cui Marzio è diventato l’anima, suo malgrado. Un anno prima il gruppo si è dimostrato capace di aiutare una vecchia amica di Montecristo a risolvere un vero caso da tutti considerato senza speranza. Ora la sovrintendente Angela Dimase torna a chiedere la loro collaborazione per un’indagine che le sta togliendo il sonno: «l’assassino delle clessidre». Riusciranno gli improbabili investigatori del martedì a sbrogliare anche questo caso?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="468" height="67" src="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">L'ennesimo romanzo che parla di libri e di un libraio che magicamente risolve crimini? Sì, beh, Marzio Montecristo effettivamente è un libraio che non se la cava affatto male parlando di gialli, misteri e omicidi irrisolti, ma in questo romanzo c'è molto di più e questo di più per me ha fatto la differenza.</div></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">La libreria dei gatti neri mi ha sorpresa, non ve lo nascondo. All'inizio non sapevo se lasciarmi tentare dal nuovo arrivo della casa editrice o condannarlo ad un'attesa infinita appollaiato sulla cima di quella pila della vergogna oramai quasi senza speranza. Ma poi, mi sono detta: amante di thriller, appassionata di true crime, lettrice incallita e gattara fedele, come può non piacermi? <span style="background-color: white;">Infatti non mi è piaciuto, l'ho adorato!</span><span><a name='more'></a></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.marsilioeditori.it/media/libri/2971164.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="516" data-original-width="340" height="400" src="https://www.marsilioeditori.it/media/libri/2971164.jpg" width="264" /></a></div>La storia di per sé può sembrare semplice e in linea con quella di molti altri romanzi: un serial killer spietato e senza scrupoli, un corpo di polizia allo sbaraglio, un gruppo di lettori nerd chiamati a prendere in mano la situazione e assicurare il pericoloso criminale alla giustizia. Poi c'è Piergiorgio Pulixi che, unendo uno stile diretto e spontaneo a citazioni puntuali e personaggi molto caratterizzati, regala un romanzo che scorre veloce sotto i nostri occhi senza perdere mai la presa, colpisce nei momenti giusti e lascia dietro di sé una emozione intima che mai mi sarei aspettata di trovare. <b>Questa è una storia che crea dipendenza da cui staccarsi è davvero difficile.</b> Azioni e conseguenze, passato e presente, reazioni a catena e colpi di scena che si legano perfettamente senza lasciare nulla indietro, nulla di intentato o - peggio ancora - di non detto. Cosa ho apprezzato in modo particolare? <span style="background-color: white;">L'attenzione al movente, senza dubbio.</span> Troppe volte viene dato quasi per scontato ed eccoli lì, il nostro autore di turno che butta fuori il colpevole senza dargli il giusto merito, senza raccontare la sua storia, lasciando quella fondamentale motivazione sul vago, senza alcun appiglio, come se non fosse importante. Ed è qui l'errore più grande: non è importante, è fondamentale.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Ebbene, con Pulixi il movente diventa - almeno per quanto mi riguarda - la parte che più mi ha colpita, coinvolta, affondata, affascinata e sì, emozionata. Non totalmente inaspettato, ma sorprendente al punto giusto perché come nelle storie migliori Piergiorgio lascia le sue briciole durante il percorso. E' un Hansel del giallo capace di coinvolgere e far divertire, comprendere e ironizzare. La libreria dei gatti neri è stata una bellissima scoperta, inaspettata. Un titolo adattabile ad ogni lettore che vuole lasciarsi stuzzicare da una storia che si divora nello spazio di pochissime ore.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Ah, amici di Netflix, fossi un voi, ci farei un pensierino!</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">E io mi candido come comparsa per coccolare Poirot e Miss Marple. Che dite, si può fare?</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: right;"><span style="font-family: Satisfy;"><b>Ringrazio la casa editrice per la copia cartacea del romanzo</b></span></div>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-2121977604837824792023-02-09T08:41:00.002+01:002023-09-30T13:58:38.754+02:00PER NON DIMENTICARE : Sonderkommando Auschwitz di Shlomo Venezia | Rizzoli<div style="text-align: center;"> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcrEcwlHW02GRvyJrJchv3IrJU-4CKk9dgeAkrOP4riYTqu12OmUaiECHISb1MRFdvZntAmArt_eplFPomXwmmFrpNGNlTIw0Oa01ZqMn8Dr00eA4cDAUishFXd58KIMg5P3D47iLyVjj4lVR6f3ry4lKwRjGL4fh_5XIY4X4OU_I9GR213D1BFA/s2240/RECS%20BLOG%20(1).png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcrEcwlHW02GRvyJrJchv3IrJU-4CKk9dgeAkrOP4riYTqu12OmUaiECHISb1MRFdvZntAmArt_eplFPomXwmmFrpNGNlTIw0Oa01ZqMn8Dr00eA4cDAUishFXd58KIMg5P3D47iLyVjj4lVR6f3ry4lKwRjGL4fh_5XIY4X4OU_I9GR213D1BFA/s16000/RECS%20BLOG%20(1).png" /></a></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b>SONDERKOMMANDO AUSCHWITZ </b>di Shlomo Venezia</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">235 pagine | €12,00 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Rizzoli | <b><a href="https://amzn.to/3JoQOm9" target="_blank">Link Affiliato Amazon</a></b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><span><div style="font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;">Shlomo Venezia, ebreo di Salonicco, di nazionalità italiana; è uno dei pochi sopravvissuti del Sonderkommando di Auschwitz-Birkenau, una squadra speciale selezionata tra i deportati con l'incarico di far funzionare la spietata macchina di sterminio nazista. Gli uomini del Sonderkommando accompagnavano i gruppi di prigionieri alle camere a gas, li aiutavano a svestirsi, tagliavano i capelli ai cadaveri, estraevano i denti d'oro, recuperavano oggetti e indumenti negli spogliatoi, ma soprattutto si occupavano di trasportare nei forni i corpi delle vittime. Un lavoro organizzato metodicamente all'interno di un orrore che non conosce eccezioni...<span><a name='more'></a></span></div><br /><div style="font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.ibs.it/images/9788817028639_0_536_0_75.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="521" height="400" src="https://www.ibs.it/images/9788817028639_0_536_0_75.jpg" width="261" /></a></div>Quella di Shlomo Venezia è una testimonianza rara, una di quelle che più di ogni altra - secondo il pensiero disumano del regime nazista - non sarebbe mai dovuta uscire oltre i cancelli di Auschwitz-Birkenau. S<b>onderkommando Auschwitz prende spunto da una lunga intervista rilasciata da Shlomo.</b> Lui, come accaduto a molti altri sopravvissuti ai campi di sterminio, negli anni immediatamente successivi alla liberazione si chiuse dietro un prolungato silenzio che fu spezzato nel 1992 quando attorno a sé percepì echi familiari, segni inconfondibili di un orrore umano che, forse, ancora, molti faticavano a riconoscere o ancora peggio ad accettare. In questo libro, Shlomo Venezia parte proprio dalle origini quando Salonicco, la sua città di origine, fu prima invasa dai fascisti e dai nazisti, poi. Quando le conseguenze più impensabili che seguirono all'emanazione delle leggi razziali iniziarono a farsi sentire anche in Grecia, spezzando il popolo ebreo come mai prima di allora. </div><div style="font-family: "Alegreya Sans"; text-align: center;"><br /></div><div style="font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><b>Ma cosa era il Sonderkommando?</b> Un commando speciale che ad Auschwitz - ma anche in altri campi di concentramento in forma minore - stava ad indicare un numero non ben precisato di prigionieri ebrei <b>con lo specifico compito di portare avanti la macchina di sterminio nazista</b>. Avevano scelta? No, non ne avevano. Qualcuno non resse e preferì togliersi la vita, altri continuarono giorno dopo giorno perchè quella (per quanto sia difficile comprendere) era la loro unica possibilità di vivere, sopravvivere in un inferno che vedevano compiersi davanti ai loro occhi, senza sosta, senza eccezioni. <b>Shlomo Venezia era uno di loro</b>. In questo libro, testimonia la verità delle camere a gas e dei crematori, descrivendo in modo diretto e dettagliato quali fossero i suoi compiti: accompagnare i prigionieri allo spogliatoio, svestirli ed evitare qualunque tipo di reazione, condurli alla camera a gas, tagliare i capelli alle donne ed estrarre i denti d'oro dai cadaveri, trasportare i corpi delle vittime fino ai forni crematori. </div><div style="font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><b style="background-color: #ffe599;"><span style="font-family: PT Sans Narrow;">La loro morte era stata tutto tranne che una morte dolce. Era una morte immonda, sporca.</span></b></div><div style="text-align: center;"><b style="background-color: #ffe599;"><span style="font-family: PT Sans Narrow;">Una morte forzata, difficile e differente per ognuno di loro.</span></b></div><div style="font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><br /></div><div style="font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;">Non credo possa esistere una parola per descrivere esattamente quello che quegli occhi hanno visto, gli odori percepiti, la reazioni di ogni corpo dinanzi ad una morte violenta e tutt'altro che repentina. <b>Le scene riportate fanno male.</b> Messe nere su bianco senza troppi giri di parole come un ricordo così vivido da cui è impossibile fuggire. Ho pianto, tante volte. <b>Ho sentito nel petto un doloro sordo che non so come spiegare.</b> Anche ora mi trovo con gli occhi lucidi, a scrollare la testa, incapace di comprendere come l'essere umano sia riuscito ad essere così spietato, senza anima. Non soltanto per la violenza estrema priva di alcuna giustificazione, ma anche per il divertimento provato nel togliere la vita ad un innocente, la derisione, l'evidente codardia, un sadismo spietato che non prevedeva alcuna eccezione, nemmeno di fronte ad un neonato strappato miracolosamente alla morte e messo a tacere in quanto colpevole di essere nato ebreo, di essere parte di una razza inferiore che doveva essere eliminata.</div><div style="font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><br /></div><div style="font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;">Quella che state leggendo non è una recensione, ma pensieri che hanno affollato la mia mente durante la lettura e che continuano a farlo anche ora e ogni volta che il termine razza, razzismo, antisemitismo, negazionismo viene pronunciato ad alta voce senza nemmeno un briciolo di vergogna. Ecco perché non smetterò mai di parlarne, di consigliare questo genere di lettura, di spronare anche uno solo di voi ad ascoltare queste testimonianze preziose che presto, purtroppo, non ci saranno più. E allora, come detto recentemente da Sami Modiano, siamo noi a dover continuare a testimoniare, a parlare di quanto accaduto, a non essere messi a tacere da quanti vorrebbero cambiare la storia, edulcorarla, renderla più leggera.</div><div style="font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><div style="text-align: center;"><b style="background-color: #ffe599;"><span style="font-family: PT Sans Narrow;">Tutto mi riporta al campo. Qualunque cosa faccia, qualunque cosa veda,</span></b></div><div style="text-align: center;"><span style="background-color: #ffe599; font-family: PT Sans Narrow;"><b>il mio spirito torna sempre </b><b>nello stesso posto. E' come se il "lavoro" che ho dovuto fare laggiù</b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="background-color: #ffe599; font-family: PT Sans Narrow;"><b>non sia mai uscito dalla mia testa... </b><b>Non si esce mai, per davvero, dal Crematorio.</b></span></div></div><div style="font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><br /></div><div style="font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;">No, lo sterminio nazista non deve essere dimenticato, così come non deve essere passato nel silenzio il regime in Iran e la sua innegabile violenza, la guerra in Ucraina e quelle di mille altre luoghi lontani in questa terra, ogni genere di dittatura camuffata in vuota democrazia, ogni parola che possa legittimare anche la più piccola azione di discriminazione verso il prossimo. Tutto questo serve per non dimenticare quello che la storia è chiamata a fare: insegnare affinché ciò che ha cancellato il senso di umanità dal nostro passato non vada a distruggere anche il nostro futuro. </div></span>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-44852150024720829892022-12-02T08:00:00.004+01:002023-09-30T14:03:27.877+02:00[ RECENSIONE ] Caterina Howard. La regina scandalosa di Alison Weir<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_B77pqJixfRT0goFivpElE07N7YipkZ7cXjZfZQ7JhAkmjVjqpBTLbeYpuEhKYS9q-SDwpSsf4smOcjgRke75OuqnU4qMcR4z4bgZiwbpbEE7Qh2F0diqACEml-fMrT4ajZaIiX8pJl7R0LGntyqXFGQ8GdAzf04lxReV04bTHGTzVmZogdsRPQ/s2240/RECS%20BLOG.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_B77pqJixfRT0goFivpElE07N7YipkZ7cXjZfZQ7JhAkmjVjqpBTLbeYpuEhKYS9q-SDwpSsf4smOcjgRke75OuqnU4qMcR4z4bgZiwbpbEE7Qh2F0diqACEml-fMrT4ajZaIiX8pJl7R0LGntyqXFGQ8GdAzf04lxReV04bTHGTzVmZogdsRPQ/s16000/RECS%20BLOG.png" /></a></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b>CATERINA HOWARD. LA REGINA SCANDALOSA </b>di Alison Weir</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">512 pagine | €16.15 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Neri Pozza | <b><a href="https://amzn.to/3UXeIYK" target="_blank">Link Affiliato Amazon</a></b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";">Nipote del potente Duca di Norfolk, nonché cugina di Anna Bolena, la giovane Caterina Howard, nonostante l’alto lignaggio della sua famiglia, cresce in condizioni di semipovertà. Dopo la morte della madre, e a seguito dei numerosi debiti contratti dal padre, la bambina viene mandata a Lambeth, ospite della duchessa vedova di Norfolk. È consuetudine, per i bambini nobili, essere allevati presso famiglie importanti, e Caterina ha ormai l’età giusta per acquisire le abilità, la grazia e l’eleganza che le saranno utili per contrarre un buon matrimonio, o addirittura per ottenere un posto a corte. Ma a Norfolk House, nonostante la sorveglianza di Madre Emmet, la notte i corridoi si riempiono di sussurri e risate soffocate. Nella residenza sono ospitate e educate altre giovani di origine aristocratica che, al calare delle tenebre, si dilettano in banchetti clandestini e incontri segreti, sotto gli occhi curiosi della piccola Caterina. Anni dopo, divenuta una giovane donna di grande fascino, Caterina verrà introdotta a corte come damigella d’onore di Anna di Kleve, la nuova moglie del re. Ma, sotto la scaltra guida del Duca di Norfolk, diventerà presto una pedina fondamentale per le alleanze politiche dell’Inghilterra. Il suo compito, però, è tutt’altro che semplice: dovrà persuadere sua maestà a trovare un pretesto per divorziare dalla consorte, farsi incoronare regina e donare al re un erede, per garantire la successione.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="468" height="68" src="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Anche la lettura di questo nuovo capitolo dedicato alla penultima moglie di Enrico VIII non mi sorprende - o meglio - la scrittura di Alison Weir come nelle occasioni precedenti si è rivelata essere, non che avessi dubbi a proposito, una vittoria annunciata. E' affascinante, enigmatica, intensa al punto giusto. Appassiona e sa spingersi verso una naturale curiosità restituendo al lettore una figura che senza dubbio coinvolge, in parte lascia perplessi, ma che riesce a porre un ulteriore tassello sulla vita amorosa decisamente movimentata di uno dei più imponenti sovrani europei. <b>Ma chi era davvero la regina scandalosa?<span><a name='more'></a></span></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://s3.eu-central-1.amazonaws.com/cms-fornace/public/photos/5d971c948f45d240a60bfd62/libri/crops/caterina-howard.jpg?r=1191322564" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="518" height="400" src="https://s3.eu-central-1.amazonaws.com/cms-fornace/public/photos/5d971c948f45d240a60bfd62/libri/crops/caterina-howard.jpg?r=1191322564" width="259" /></a></div>Seppur di nobili natali, Caterina Howard visse la sua infanzia in una situazione di precaria povertà. Alla morte della madre e con un padre incapace di provvedere al suo futuro viene inviata a Lambeth, ospite della duchessa vedova di Norfolk. Lì avrebbe dovuto affinare le sue doti di raffinatezza, classe ed eleganza, dilettandosi nella scrittura, nella danza e nella lettura ponendo così le basi per un suo prossimo inserimento a corte. Cosa apprese? Qualcosa apprese, certamente. Tra i corridoi di una dimora avvolta nel silenzio di lunghe notti maliziose, accompagnati da sussurri e rumori a stento soffocati ed inequivocabili, i suoi occhi di bambina innocente hanno dapprima osservato, poi compreso e, infine, trasformato in pratica quello che, fino ad allora, era rimasto nascosto dietro un'inarrestabile fantasia. Una passione evidente per le gioie carnali che Caterina non si sforzava nemmeno di nascondere. Non un problema, in realtà, se non fosse per un piccolissimo particolare che, entro breve, avrebbe messo tutto in discussione: proprio lui, il Re d'Inghilterra, Enrico VIII. Il piano ordito dal Duca di Norfolk e dalla principessa vedova era in sè molto semplice. Caterina sarebbe entrata a corte come dama di compagnia di Anna di Kleve e con i suoi modi cortesi, con quel tira e molla che lo scontato sovrano tanto amava, avrebbe sedotto prima l'uomo e poi conquistato il re e con lui, mi sembra ovvio, la corona.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Piccolo passo indietro, giusto per rendere più chiara la situazione. Enrico VIII era oramai un uomo dolorante, non particolarmente in forma, ma dotato di un senso estetico e femminile intransigente: la sua regina doveva essere giovane e bellissima, ma, soprattutto, casta e pura. Avete capito il problema, vero? Chiaramente nulla del passato di Caterina fu mai menzionato all'ignaro sovrano che venne, in men che non si dica, totalmente accecato dal fascino irresistibile della Howard ai cui piedi cadde rovinosamente e senza alcun ripensamento. E lei, secondo voi, fu almeno furba nel placare i bollenti spiriti o almeno attendere la dipartita del suo datato consorte? Chiaramente no, e così come lei non brillò di intelligenza, molte degli occhi che avevano assistito tra le mura di Lambeth si fecero avanti e parlarono, oh se parlarono.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Fu regina per pochi mesi, condannata alla giovane età di appena 21 anni allo stesso destino che sorprese (solo pochi anni prima) sua cugina, Anna Bolena. Eppure, ed è questo a lasciare perplessi, Caterina avrebbe potuto evitare la forca almeno in un paio di occasioni. E' proprio vero, chi non conosce la storia tende a ripetere gli stessi errori. Che, in questo caso, era pure recente, eh Caterì? Considerazioni personali non richieste a parte, Alison Weir ribadisce anche in questo nuovo capitolo la sua naturale capacità di raccontare la storia e di renderla irresistibile, dando voce anche ai non protagonisti, descrivendo avvenimenti e ambientazioni nei minimi dettagli rendendoli così più vicini a noi, vividi, quasi tangibili e senza mai risultare pesante o ripetitiva. E, ancora una volta, si riesce a percepire la presenza imponente di Enrico VIII pur non essendo il protagonista di questa parte della storia. Il sovrano di Inghilterra non prenderà mai davvero la parola, eppure è quasi inevitabile percepirne la ritrosia dinanzi ad una condanna che non riesce ad accettare, come a voler allungare i tempi di un giudizio inevitabile, definitivo. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Sì, devo ammetterlo, soprattutto in questo romanzo, avrei proprio voluto sentire quella sua voce maschile che, in altre occasioni, invece, avrei ben volentieri messo a tacere. Ma chissà, magari, Alison Weir riuscirà a soddisfare questa mia curiosità, prima o poi. </span></div>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-35019959504780007982022-09-22T09:00:00.003+02:002023-09-30T14:05:11.285+02:00[ RECENSIONE ] Perchè hai paura? di Jérôme Loubry | SEM<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH-tkQ1ip6tCPc-swd3TCNhHkNkf_vI6gpTB-eYMXgY_y956eVR6Iws7R3wfdEj9os5ekQxkrdLiCAGYdL0U_sqgAKAMvn98WSIb4EV-NXAaTkGTNPWmw50_8K83wNin9Ml-IQ2YkrarwV7s0BXy_cMS1WRjT04wVv6Z3UnlWvBk-1XEumCiFlyQ/s2240/RECS%20BLOG.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH-tkQ1ip6tCPc-swd3TCNhHkNkf_vI6gpTB-eYMXgY_y956eVR6Iws7R3wfdEj9os5ekQxkrdLiCAGYdL0U_sqgAKAMvn98WSIb4EV-NXAaTkGTNPWmw50_8K83wNin9Ml-IQ2YkrarwV7s0BXy_cMS1WRjT04wVv6Z3UnlWvBk-1XEumCiFlyQ/s16000/RECS%20BLOG.png" /></a></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b>PERCHE' HAI PAURA? </b>di Jérôme Loubry</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">345 pagine | €19.00 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">SEM | <b><a href="https://amzn.to/3BwrGW8" target="_blank">Link Affiliato Amazon</a></b></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><span><div style="font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;">1986, Normandia. Sandrine Vaudrier, una giovane giornalista, apprende che la nonna materna Suzie, che non ha mai conosciuto, è morta e le ha lasciato in eredità tutti i suoi averi. Deve quindi svuotare la sua casa, dove viveva da sola, su un’isoletta poco distante dalla costa atlantica. Quando arriva sull’isola, grigia e fredda, Sandrine scopre che è abitata soltanto da quattro anziani organizzati quasi in un’autarchia. Tutti descrivono sua nonna come una persona cordiale e affascinante. Tuttavia, l’atmosfera è strana in quel luogo... In poche ore Sandrine si rende conto che gli abitanti nascondono un segreto. Qualcosa o qualcuno li terrorizza. Ma allora perché nessuno di loro lascia mai l’isola? Cosa è successo ai bambini della colonia nata dopo la guerra e chiusa nel 1949? Chi era veramente sua nonna? Sandrine verrà ritrovata pochi giorni dopo mentre vaga su una spiaggia con i vestiti coperti di sangue non suo...</div><div style="text-align: justify;"><br /><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: center;"><a href="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="468" height="67" src="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;">Cosa ho letto? Cosa diamine ho letto? Forse vi sembrerà strano, ma questo romanzo mi ha lasciato essenzialmente senza parole. Non me lo aspettavo, questo è il punto. Sì, okay, avevo letto qualche opinione entusiasta, ma con thriller pieni di recensioni meravigliose ultimamente non è che sia andata proprio benissimo. Così, un po' titubante e un po' (tanto) speranzosa ho iniziato a leggere le prime venti pagine, e poi altre venti, e altre venti ancora. Signori e signore della giuria, ci siamo, lo abbiamo scovato. Non è stato facile, ci sono stati intoppi, qualche delusione, ma lo abbiamo trovato: un thriller psicologico che più psicologico di così non era francamente possibile. Mi sono innamorata, è ufficiale.</div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><span style="background-color: #ffe599;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b style="background-color: #ffe599;"><span style="font-family: PT Sans Narrow;">Vi avverto è inutile che cerchiate notizie [...] o che scaviate nella memoria per tentare di ricordare qualcosa.</span></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b style="background-color: #ffe599;"><span style="font-family: PT Sans Narrow;">Non c'è traccia da nessuna parte. E al termine della lezione capirete perché.</span><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><a name='more'></a></span></b></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.ibs.it/images/9788893903417_0_536_0_75.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="745" data-original-width="500" height="400" src="https://www.ibs.it/images/9788893903417_0_536_0_75.jpg" width="268" /></a></div>A pensarci bene, è stato più un colpo di fulmine. Sapevo di avere tra le mani il libro giusto solo leggendo la prima pagina, quell'incipit meraviglioso che ha aperto le porte ad un mondo complesso, a mille specchi sovrapposti, ad un viaggio nella mente umana ingannatore, imprevedibile, affascinante oltre ogni misura. Anche solo tentare di racchiudere in poche parole la trama di questo romanzo credo sia atto di incredibile coraggio e non credo - in tutta onestà - di volervi togliere il piacere della scoperta. Okay, lo ammetto, ci sono fondamentali colpi di scena disseminati un po' ovunque. Ogni pagina potrebbe essere rivelazione della successiva, quindi, perché rischiare? Per farvi capitolare e spingervi a scegliere proprio questo libro (certo non di recente uscita) provo a mettere sul piatto due parole: confusione e brivido. Sì, perché molto avventori del genere, forse, si sono dimenticati che il primissimo requisito del thriller sta proprio in questo. Quella sensazione che rimane lì a fior di pelle, che viene ripetutamente stuzzicata, che è capace di cambiare, evolversi, giocare con il lettore senza diventare scontata.</div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: center;"><b style="background-color: #ffe599;"><br /></b></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: center;"><b style="background-color: #ffe599;">La gente si ripara dietro la parola pazzia quando non può o non vuole considerare</b></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: center;"><b style="background-color: #ffe599;">una realtà fuori dall'ordinario. Non fare questo errore!</b></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;">Qui, in particolare, è la confusione ad assumere un ruolo cruciale insieme ad un aspetto prettamente psicologico molto fine e ricercato. Una confusione che abbraccia l'intera narrazione dove i due piani temporali che in modo quasi naturale si sovrappongono, in realtà, riescono a nascondere una verità che mai ci saremmo potuti aspettare. È incredibile, poi, come Jérôme Loubry sia riuscito ad unire in modo perfetto ogni tessera del puzzle senza lasciare nulla di non detto o intentato. Nulla che sia anche solo lontanamente azzardato o poco credibile. Anzi, tutto risulta essere anche troppo reale.</div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;">Si parla di ricordi dolorosi, di pezzi di storia oramai dimenticati, di violenze subite e di come ogni essere umano sia in grado di proteggersi in un qualche modo. Crearsi il proprio rifugio nel punto più lontano e sicuro della mente, qualcosa di incredibilmente perfetto, realistico capace di confondere chiunque si trovi al tuo cospetto. Verità o finzione? Vittima o carnefice? Cosa c'è di vero nella storia raccontata da Sandrine, nei suoi occhi perduti chissà dove, in quelle vesti lacerate, nel sangue secco sulle dita delle sue mani? Beh, io lo so, ovviamente, ora sta a voi scoprirlo.</div></div></span>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-51584102566869245882022-09-06T08:30:00.005+02:002023-09-30T14:06:02.213+02:00[ RECENSIONE ] Anna di Kleve - La regina dei segreti di Alison Weir<div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUS207PujoSP2Ld-Svx4cjYhTJjlZMTc_PNd351IC3WUm47EB-r0LpBV45T47QckGdA3doK0v2ngE2Afw8uzmqBhx7izvBfptDXAIWCujAFJX4OcWlc2Z0jhUBzOJq9_Z68tF_tnHh3o_TcE4PI3UW_GidwDkvbcjGNAgaRz-1qOXvMLAteptkEQ/s2240/RECS%20BLOG%20(3).png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUS207PujoSP2Ld-Svx4cjYhTJjlZMTc_PNd351IC3WUm47EB-r0LpBV45T47QckGdA3doK0v2ngE2Afw8uzmqBhx7izvBfptDXAIWCujAFJX4OcWlc2Z0jhUBzOJq9_Z68tF_tnHh3o_TcE4PI3UW_GidwDkvbcjGNAgaRz-1qOXvMLAteptkEQ/s16000/RECS%20BLOG%20(3).png" /></a></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b>ANNA DI KLEVE - LA REGINA DEI SEGRETI </b>di Alison Weir</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">532 pagine | €19.00 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Neri Pozza | <b><a href="https://amzn.to/3Rfc52I" target="_blank">Link Affiliato Amazon</a></b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Kleve, 1530. Come ogni estate il Duca Giovanni III ha condotto la sua consorte e i loro figli alla Schwanenburg, la maestosa fortezza che sorge in cima a una ripida altura di roccia dalla quale domina le acque impetuose del Reno e la città di Kleve. Quel giorno si uniranno a loro per una breve visita lo zio Otho von Wylich, signore di Gennep, sua moglie Elisabeth e Otho, il figlio bastardo. Non appena il giovane Otho von Wylich scende dal cocchio, alla quattordicenne Anna quasi si ferma il cuore: con i capelli castani ondulati, gli zigomi alti e gli occhi allegri, Otho esercita un’attrazione irresistibile sulla cugina, sebbene dall’età di undici anni Anna sia ufficialmente fidanzata con Francesco, futuro Duca di Lorena. Ma l’amore non è forse una sorta di follia che spinge ad agire senza senno, come Anna ha appreso ascoltando i pettegolezzi di dame e domestiche? Anni dopo, Anna è una giovane donna con l’animo gravato da un doloroso segreto. Dopo la morte del padre, suo fratello Guglielmo ha assunto il ruolo di duca, dichiarando che, fino alle nozze, le sorelle condurranno un’esistenza ritirata. Ma dalla rottura del fidanzamento con Francesco, avvenuta quattro anni prima, per Anna non sembrano esserci prospettive di matrimonio all’orizzonte: ha ventitré anni, ormai, e nessun altro principe ha chiesto la sua mano. Un giorno, però, a farsi avanti è un pretendente che non può essere rifiutato: re Enrico VIII, il sovrano d’Inghilterra al centro dei pettegolezzi di tutte le corti del mondo cristiano.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span><span style="font-family: Alegreya Sans;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="468" height="67" src="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">A fare la parte del leone - e a salvare le sorti - in questo quarto romanzo della serie dedicata alle mogli di Enrico VIII è senza ombra di dubbio la scrittura meravigliosa, coinvolgente ed accurata di Alison Weir. <b>Il resto, ahimè, si perde completamente.</b> A partire da quella che avrebbe dovuto essere l'assoluta, incontrastata e nuova protagonista femminile, Anna di Kleve. Di lei ricordo due cose su cui per conformazione femminista difficilmente potrei soprassedere: un'ingenuità costante che - a lungo andare - risulta essere impresa ardua da giustificare e un carattere accomodante e remissivo al punto da dare quasi noia. Non la prima ad esserlo, in effetti. Ma con Caterina ho cercato - con molto sforzo - di comprendere la sua motivazione spinta da quell'amore così profondo ed incondizionato (per nulla meritato) per il giovane, fugace e farfallino Enrico. Ma qui cosa abbiamo? Affetto, rispetto, un qualche piacevole movimento tra le regali lenzuola? Spoiler alert: il vuoto totale. Niente, nada, lo zero assoluto.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span><a name='more'></a></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.ibs.it/images/9788865598368_0_536_0_75.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="517" height="400" src="https://www.ibs.it/images/9788865598368_0_536_0_75.jpg" width="259" /></a></div>La storia di Anna è qualcosa di abbastanza semplice, in realtà. Promessa bambina al futuro Duca di Lorena, anni dopo verrà data in sposa ad Enrico VIII, re d'Inghilterra. Nel mezzo un semplice ritratto che spingerà il re a scegliere quella giovane di buone premesse e con all'orizzonte non trascurabili alleanze politiche in un'Europa inquieta e sempre sull'orlo di una guerra. Ma, va detto, il ritratto di allora non era poi diverso dai filtri di Instagram di oggi: sistema un po' qua, taglia un po' di là, fai vedere quel bel sorriso, oh dio, nascondi quel doppio mento e il gioco è fatto. Non sappiamo se il problema fosse una mancanza di attrazione tra i novelli sposi o se Enrico avesse compreso quale segreto la giovane celasse da tempo sotto gli ingombranti vestiti di corte, quello che vediamo, invece, è il ripetersi di uno schema fin troppo familiare: <b>non mi vai bene, trovo l'inghippo, tanti cari saluti e bye bye</b>. Diciamo che, almeno la cara Caterina diede filo da torcere al capriccioso Re d'Inghilterra, ma non la placida, sorridente, melliflua e assecondante Anna. No, lei no. Rimane lì, in Inghilterra, assume il ruolo di amatissima sorella del re e si lascia travolgere da mille e più decisioni che la riguardano, ma evidentemente poco le interessano. Aggiungeteci una buona rendita e quattro o cinque possedimenti qua e là e avrete il quadro completo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Sì, forse sono anche troppo severa. Immagino non sia stato facile essere rifiutata da un uomo di mezza età, non particolarmente aitante, con una gotta cronica e un odore difficile da ignorare in quelle poche occasioni di fugace intimità, ma per il resto - credetemi - non sono riuscita a trovare alcun appiglio. Empatia non pervenuta, la storia di Anna in terra inglese mi è scivolata sotto gli occhi senza lasciarmi nulla se non quel poco trascurabile senso di noia e perenne fastidio. Un rash cutaneo particolarmente insistente, potremmo anche vederla in questo modo. <b>Cosa avrei sperato di leggere? Okay, sembra strano pure a me dirlo, ma davvero avrei voluto più Enrico.</b> La sua presenza in questo contesto avrebbe avuto un senso, una necessità, una parvenza di completezza che spero non si ripeterà in futuro. Perchè se nei precedenti romanzi questo desiderio non si è mai palesato, soprattutto grazie ad una presenza femminile bella piena di spessore, qui non sono davvero riuscita nemmeno lontanamente a comprendere Anna di Kleve. Per carità, può essere anche una mia personale mancanza, ma niente, non ci siamo proprio.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">D'altro canto, il che giustifica un tre pieno e meritato, la scrittura di Alison Weir si conferma in tutta la sua naturale bellezza riuscendo, in questo caso, a mettere a tacere le mie lagnanze e a farmi trascorrere piacevoli ore di lettura storica come sono abituata oramai da mesi. Diciamo che, a conti fatti, in questo romanzo la Weir ha fatto un lavoro immenso dando voce e quel minimo di interesse ad un personaggio storico femminile di cui, tirando le fila del discorso e di una recensione quantomai irrefrenabile, avrei fatto anche volentieri a meno.</div></span></div>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-61329433645458604082022-08-30T15:11:00.004+02:002023-09-30T14:10:10.063+02:00[ RECENSIONE ] La Gazza di Elizabeth Day | Neri Pozza<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2t3SN_ka3LWNgExR3jFTVcHpJUGTFSyY48oP2ULakT6G9tUz6nLYJrm2bSvEMwk9m6oTiAv7rcoT3GEsaaBlUiKPZysJ5T7wEy0ZRwV_M7QlEEkTzAUXLFiEOvlpXKR_uCGvTa-UT5mQb25PuPi2vm-8RLunocmCXb7ujPYZJ2jHZoi6kbUDIQg/s2240/RECS%20BLOG%20(1).png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2t3SN_ka3LWNgExR3jFTVcHpJUGTFSyY48oP2ULakT6G9tUz6nLYJrm2bSvEMwk9m6oTiAv7rcoT3GEsaaBlUiKPZysJ5T7wEy0ZRwV_M7QlEEkTzAUXLFiEOvlpXKR_uCGvTa-UT5mQb25PuPi2vm-8RLunocmCXb7ujPYZJ2jHZoi6kbUDIQg/s16000/RECS%20BLOG%20(1).png" /></a></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b>LA GAZZA </b>di Elizabeth Day</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">400 pagine | €18.05 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Neri Pozza | <b><a href="https://amzn.to/3vHwvbU" target="_blank">Link Affiliato Amazon</a></b></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">La porta grigia, i mattoni del colore delle nocciole tostate, la strada alberata e silenziosa per Londra, il quartiere ben frequentato: una casa perfetta per Marisa, illustratrice di libri per ragazzi, il rimedio a tutto ciò che nella sua vita chiede di essere riparato. Come lo è Jake, naturalmente, confortante come una pietra calda sul palmo della mano. Certo, quando la signora dell’agenzia immobiliare ha aperto la vetrata sul giardino, un uccello è volato dentro. Una gazza bianca e nera, che ha sbattuto contro le pareti prima di sfrecciare fuori, mandando in frantumi un vaso. Per Marisa, però, quell’apparizione improvvisa ha prodotto soltanto una lieve punta di disagio. Nessun segno infausto può offuscare il suo sogno di vivere con Jake e formare con lui una famiglia...</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span><span style="font-family: Alegreya Sans;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="468" height="67" src="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Non mi capita spesso di scrivere la recensione di un libro a distanza di un discreto numero di giorni, eppure eccomi qua, in questa camera d’albergo (finalmente in vacanza) con un’inconfondibile aria di mare (che ha ridato un insperato vigore alla mia tiroide malconcia) a prendermi i miei spazi e quel meraviglioso tempo libero che, negli ultimi mesi, mi era sfuggito di mano. Purtroppo, il caso vuole, che si tratti di una vigorosa, inaspettata, inapellabile delusione. Di questo libro avevo aspettative discretamente alte. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ne parlavano così bene, come non averne? Thriller ricco di adrenalina e suspense, impossibile staccarsi dalle sue pagine, una morsa psicologica perfetta che vi porterà mano nella mano fino all’ultima pagina. <span style="background-color: white;"><span>Ho trovato tutta questa meraviglia? Chiaramente no.</span> Anzi, vi dirò di più,</span> <span style="background-color: white;"><b>La gazza di Elizabeth Day non è un thriller</b> e, a ben pensarci, <b>La gazza là dentro è l’unica che si salva!</b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span><a name='more'></a></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">I personaggi non pervenuti. Anzi, si fanno notare solo per gli aspetti negativi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Non c’è alcun sprazzo di empatia, nessuna possibilità di connessione. Il colpo (unico) di scena l’avevo intuito almeno una trentina di pagine prima, piccolo elemento che non gioca proprio a favore della decantata suspense citata persino in copertina. L’autrice ha reso tutto troppo poco plausibile nei modi e (soprattutto) nei tempi da poter anche solo cercare di mettere quella classica pulce nell’orecchio.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Troppo strano, troppo tirato, deve esserci qualcosa sotto, mi ripeteva la mia solita insistente vocina. E cavolo se ci ha visto lungo. Elizabeth day, va detto, sceglie di impostare la narrazione in un modo anche intelligente: un <span style="background-color: white;"><span>classico racconto a specchio</span> </span>dove due realtà contrapposte e chiaramente inconciliabili risultano essere a prima impatto comprensibili, solide, quasi plausibili così da scatenare nel lettore quel senso di stordimento e confusione che a noi piace così tanto. Avrebbe, appunto. Purtroppo si inizia bene, ma si procede malissimo. Nessuna mossa risulta conciliabile ad una realtà anche solo vagamente plausibile. E’ tutto troppo veloce, troppo incredibile, troppo, punto. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Il finale poi è di un perbenismo assoluto. Il tutto si risolve nel tempo che impiegherei io a lanciarmi al buffet dei dolci. <span style="background-color: white;">Non è credibile, comprensibile o anche solo possibile da qualsiasi angolazione, giustificazione, interpretazione si volesse mai guardare.</span> Non è tutto da buttare, questo va detto. La gazza è una lettura piacevole se lo si affronta senza alcuna particolare aspettativa, intrattiene in modo sufficiente e si lascia leggere con estrema facilità. Lo stile è colloquiale, diretto e scorrevole, nulla da obiettare, ma dal mio ritorno al thriller mi aspettavo qualcosa di molto, molto diverso. Peccato, ci riproveremo.</div></span></div>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-60148211314841172332022-08-01T08:00:00.021+02:002023-09-30T14:17:28.063+02:00[ RECENSIONE ] Jane Seymour - La Regina più Amata di Alison Weir<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTlMdQlIz1qNpUnkzEOMkWi--q9rU7-Q5eZu-WOWXL1NC2gEaBifTXKYAxsK_5PNifcSTiMdZIaUbTnLShMZ8LchF-A5XT7pDnPeNrgz1UKSheJkO-EWbR3eR1vZn5aSL1VXnnM10QgfiOxr07IAt1Prw4WoKrv5SFZk_e571yRO7A8g6tu00LvQ/s2240/RECS%20BLOG%20(2).png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTlMdQlIz1qNpUnkzEOMkWi--q9rU7-Q5eZu-WOWXL1NC2gEaBifTXKYAxsK_5PNifcSTiMdZIaUbTnLShMZ8LchF-A5XT7pDnPeNrgz1UKSheJkO-EWbR3eR1vZn5aSL1VXnnM10QgfiOxr07IAt1Prw4WoKrv5SFZk_e571yRO7A8g6tu00LvQ/s16000/RECS%20BLOG%20(2).png" /></a></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b>Jane Seymour - La regina più amata </b>di Alison Weir</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">541 pagine | €19,00 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Neri Pozza | <b><a href="https://amzn.to/3zceqnr" target="_blank">Link Affiliato Amazon</a></b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b><br /></b></span></div><span style="font-family: Alegreya Sans;"><div style="text-align: justify;">Cresciuta a Wulfhall, una suntuosa tenuta immersa nella campagna del Wiltshire, la giovaneJane Seymour coltiva una sola aspirazione: quella di prendere i voti e ritirarsi nella quiete di un monastero. Giunta ai diciotto anni, tuttavia, Jane cede alle pressioni della sua ambiziosa famiglia e, grazie all’intercessione di un lontano cugino, Sir Francis Bryan,viene mandata a corte come damigella della regina Caterina d’Aragona, la sovrana nota per la sua grande bontà. Le giovani donne al servizio della regina sono nel posto giusto per trovare un buon marito, ma Jane, con la sua pelle diafana, gli zigomi poco pronunciati e il naso troppo grosso si sente invisibile agli occhi degli uomini di corte. Di certo lo è davanti are Enrico, il cui sguardo sembra non riesca a staccarsi da un’altra damigella, la maliziosaAnna Bolena. Non passerà molto tempo prima che scoppi lo scandalo: re Enrico ripudia Caterina per sposare Anna, provocando una drammatica scissione con la Chiesa. Jane diventa dama di compagnia della nuova regina, ed è in quelle vesti che, per la prima volta, il sovrano la nota: se Anna è brillante ma spesso aggressiva, Jane è, al contrario, dolce e pacata. Un balsamo per l’animo ferito dell’inquieto Enrico. Sollecitata a ricambiare l’affetto del re e guadagnarne il favore per la sua famiglia, Jane verrà, suo malgrado, coinvolta in un pericoloso gioco politico e trascinata al centro dei drammatici eventi che segneranno la Riforma e decreteranno la caduta di Anna Bolena.</div><div style="text-align: justify;"><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="468" height="67" src="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Il rischio di ripetermi nelle prossime righe che - spero - andrete a leggere è veramente alto, ci tengo a precisarlo. Come avrete già capito dalle precedenti recensioni sulla serie delle moglie di Enrico VIII, non sono una habitué del genere storico pur essendo appassionata di storia e - in particolare - proprio di quella inglese<b>. </b>Ho tentato negli anni, ma mi sono sempre scontrata con trattati mascherati in romanzi senza alcuna anima, senza passione, senza quel quid che, sì, avrebbe potuto fare la differenza. <b>Alison Weir è essenzialmente tutto quello che allora mi era mancato. </b>Oltre allo studio puntiglioso e alla ricerca metodica per muoversi abilmente tra leggende e verità, quello che mi ha sempre colpita è il modo in cui lei sembra quasi giocare con la storia al punto da sembrare sempre cosa nuova, malleabile, diversa e che, quindi, stuzzica la curiosità, si rende affascinante, comunicativa e - perché no - irresistibile.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span><a name='more'></a></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.ibs.it/images/9788865597057_0_536_0_75.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="521" height="400" src="https://www.ibs.it/images/9788865597057_0_536_0_75.jpg" width="261" /></a></div>In realtà di Jane Seymour sappiamo ben poco e la sua vita sembra essere avvolta quasi nel mistero, un enigma per molti studiosi anche a distanza di secoli. Una figura storica di rilievo senza dubbio, ma che non ha lasciato dietro di sé scritti, lettere, diari o prove tangibili in grado in un qualche modo di svelare la sua vera personalità. Ingenua o prevaricatrice? Innamorata o spinta dal potere come altre prima di lei? Difficile dirlo, ma una cosa la sappiamo: <b>Jane Seymour è stata la regina più amata se non dal popolo inglese, certamente da Enrico VIII.</b> Che sia stata quasi un balsamo dopo il burrascoso passaggio di Anna Bolena? Probabile. Delle poche cose che sono arrivate sino a noi sulla giovane Seymour, infatti, notiamo un carattere modesto, tranquillo, fedele, non prevaricatore. Non possiede certo la maestosità di Caterina e nemmeno l'audace sicurezza della Bolena, eppure Jane riesce a scalfire la più dura corazza regalando una figura femminile ancora diversa, probabilmente a mio gusto sin troppo mansueta e docile, ma coerente con la sua epoca e con quella figura sempre più ingombrante - da ogni punto di vista - ossessionata e incerta del Re d'Inghilterra.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>A proposito, Enrico VIII?</b> Bene, devo ammettere che considerato i due precedenti non propriamente encomiabili, di fianco a Jane sembra quasi fare una bella figura. A tratti sembra quasi normale, ecco. In realtà, appare più fragile e senza difese, provato dai tanti anni trascorsi e dai pochi che gli restano davanti. Ancora sofferente per quel figlio maschio che non vuole arrivare, ossessionato da quel pensiero che Jane riesce a mitigare a modo suo con una dolcezza a volte spiazzante insieme ad una sicurezza del tutto nuova, più consapevole e matura. <b>È una figura femminile che cresce letteralmente sotto i nostri occhi</b> e che ci permette di aprire altre piccole finestre sulla storia già letta e che risulta sorprendentemente nuova, raccontata sotto una luce diversa, inedita. Prima gli anni al servizio di Caterina, poi quelli alla corte di Anna Bolena. E, infine, come parte di uno schema già conosciuto, la scelta del Re.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b style="background-color: #fce5cd;">Boud to obey and serve - Destinata ad obbedire e servire</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Alison Weir anche in questa occasione riesce nel suo solito intento di rendere la storia conosciuta qualcosa di stuzzicante, affascinante, mai ripetitiva. <b>E il rischio c'era, lo vedete anche voi.</b> E nella mia parziale ignoranza di cui sono consapevole e di cui faccio ora una mea culpa, non conoscevo proprio la figura di Jane Seymour se non di nome e in modo molto, molto indiretto. Sapete, le solite serie tv e i soliti film che di concreto - almeno da un punto di vista storico - hanno ben poco. <b>Ecco, mi è piaciuta.</b> Forse non mi ha coinvolto come le sue precedenti e i nostri caratteri si sarebbero facilmente scontrati, ma in quella sua normalità sono riuscita a trovare proprio quella sfumatura mancante: pacata e capace di far sentire la sua voce, determinata ma mai sopra le righe, fondamentale - a posteriori - per le sorti imminenti del trono inglese. Il finale, poi, ve lo anticipo, come posso dire, non sarà propriamente rosa e fiori. Soprattutto per quell'olfatto che esce fuori dalle pagine in un modo molto, decisamente troppo, reale. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Credetemi, è innegabile. Lo stile della Weir sa colpire e coinvolgere ogni senso, provare per credere!</div></div></span>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-33606210081294940142022-07-11T08:30:00.003+02:002023-09-30T14:18:11.799+02:00[ RECENSIONE ] Il cielo non ha catene di Ruta Sepetys | Garzanti<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5J9gJrVJnOQ-wTHyDIqa8lkJU-czNVCn_enXzcJaeq2LOZBRMpr5MTLFm_vBj3ZG_QK7Nmh46bWtIpGbdscse48-hhzxkIDoC5fBWIOCTkdgY4frCMfd8rTELE5oousfdojO6zw21Du3f3BzKpZnc1hqabTTzRcjm2rzMzNUQ59NdDZX1tLT3_Q/s2240/RECS%20BLOG%20(1).png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5J9gJrVJnOQ-wTHyDIqa8lkJU-czNVCn_enXzcJaeq2LOZBRMpr5MTLFm_vBj3ZG_QK7Nmh46bWtIpGbdscse48-hhzxkIDoC5fBWIOCTkdgY4frCMfd8rTELE5oousfdojO6zw21Du3f3BzKpZnc1hqabTTzRcjm2rzMzNUQ59NdDZX1tLT3_Q/s16000/RECS%20BLOG%20(1).png" /></a></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b>IL CIELO NON HA CATENE </b>di Ruta Sepetys</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">283 pagine | €18.60 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><span style="text-align: justify;">Garzanti | </span><b style="text-align: justify;"><a href="https://amzn.to/3AqfJBl" target="_blank">Link Affiliato Amazon</a></b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Occhi grigi e capelli spettinati, Cristian ha diciassette anni, ascolta musica rock e legge poesia. È stato suo nonno a insegnargli il valore delle parole e a incoraggiarlo a seguire le proprie passioni. Anche quando è difficile. Anche quando è proibito. Perché Cristian vive nella Bucarest del 1989. Sono tempi duri per chi, come lui, sogna la libertà. Per chi crede in un avvenire diverso, ma è costretto in un paese apparentemente senza fu - turo. Per questo Cristian denuncia nel suo diario i soprusi del regime di Ceaușescu cui assiste ogni giorno. Ma quando la polizia segreta lo convoca e minaccia la sua famiglia, il ragazzo è costretto ad andare contro ogni sua convinzione e accetta di diventare una spia. Purtroppo, è ben consapevole di che cosa significhi ostacolare pubblicamente un dittatore. Sa di essere circondato da persone pronte a tutto per entrare nelle grazie del governo. Non può fidarsi di nessuno, nemmeno dell’intelligente Liliana, che, sotto una lunga frangia, nasconde occhi grandi e dolci. Soltanto lui può salvare le persone cha ama. Ma a modo suo, cercando di seguire gli insegnamenti del nonno e senza perdere la propria integrità. Perché l’inverno sta volgendo al termine e per le strade di Bucarest si sussurrano parole di libertà. E Cristian non può che rispondere all’appello. Anche se significa mettere a repentaglio la propria vita.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span><span style="font-family: Alegreya Sans;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="468" height="67" src="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Normalmente non mi piace iniziare una recensione partendo dalla fine. E non sarebbe nemmeno giusto, sapete? Scrivere ' dovete assolutamente leggerlo' è un po' come gettare l'esca e lasciarla lì in attesa della preda perfetta. Okay, forse il paragone non suona così bene, però, dai, siamo lettori forti, di quelli anche cortesemente puntigliosi, che non si accontentano facilmente e, quindi, abbiamo bisogno di qualcosa in più, quel quid che ci faccia scegliere proprio quel libro in mezzo a tanti, ma davvero tanti altri. E se, nel caso specifico, quel libro fosse proprio l'ultimo romanzo di Ruta Sepetys non sarebbe una coincidenza pazzesca?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span><a name='more'></a></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.ibs.it/images/9788811004417_0_536_0_75.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="530" height="400" src="https://www.ibs.it/images/9788811004417_0_536_0_75.jpg" width="265" /></a></div>Non posso certo ammettere il contrario, non conoscevo la storia rumena, almeno non sotto determinati dettagli. <b>Il cielo non ha catene racconta in modo diretto, schietto e senza troppi giri di parole la vita quotidiana di un popolo intero fondata su paure incontrollabili e continui sospetti</b>, dove nessuno sembra essere davvero al sicuro. Ogni aspetto della vita è controllato, messo sotto un'arbitraria lente di ingrandimento, quella spietata del regime di Nicolae Ceausescu mascherata da una facciata democratica capace di nascondere nei suoi confini una realtà molto diversa da quella mostrata agli occhi esterni. Non esistono diritti o libertà, ogni giorno è costellato di divieti sempre più stringenti, asfissianti e dolorosi. I<b>n questa realtà conosciamo Cristian.</b> Appena diciassettenne viene obbligato dalla Securitate - la polizia del regime - a diventare informatore, sostanzialmente a tradire non solo se stesso, ma anche le persone a cui vuole bene. Ma il suo coraggio supera la paura e attraverso le parole raccolte segretamente in un piccolo quaderno nascosto nello sgabuzzino diventato il suo unico rifugio <b>conosciamo, affrontiamo e forse cerchiamo anche di comprendere proprio quella parte di storia che non ci è mai stata raccontata</b>. È una lettura forte che, a tratti, fa anche male e che incredibilmente ci riporta ai giorni nostri. A quello che stiamo vivendo da mesi, osservando una guerra che non riusciamo a comprendere fino in fondo. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;">Si parla di regimi, di genocidi, di soppressione, di calpestare anche il più banale dei diritti umani. Si racconta della dittatura nella sua chiave più moderna. Quella che al di fuori dei confini nazionali non viene mai palesata perchè il suo leader è sorridente, si mette in posa, stringe la mano, si lascia immortalare in situazioni leggere, naturali, assolutamente normali che nulla potrebbero mai far pensare al vero male che spesso si nasconde dietro una mano tesa o un sorriso messo in prima fila davanti ai mass media. Andando più a fondo, spostando quella cortina di ignoranza di cui siamo consapevoli, si potrebbe facilmente scorgere il marcio e l'oscurità più impensabile fatto di dolore, di repressione e sofferenza senza alcuna distinzione tra uomini, donne, ragazzi e bambini. </div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;">Non sono il tipo da young-adult. E molte volte un personaggio così giovane si è rivelato essere un deterrente davvero ostico, un punto debole difficile da non prendere in considerazione. Qui, invece, è accaduto esattamente il contrario. <b>Cristian è la voce inascoltata di uno che unita a tante altre si trasforma in un urlo che non può essere più evitato. </b>Un ragazzo coraggioso, ribelle, ma anche sfrontato e senza particolari filtri. Cerca la verità, non si accontenta di quello che la propaganda racconta. Ascolta quei sussurri che arrivano illegali dall'esterno e comprende che qualcosa sta accadendo, che qualcosa di inaspettato è in movimento e che tutto può essere cambiato. Un inno alla libertà, di speranza, di legalità, di diritti umani che non possono essere calpestati. Un romanzo che racconta e affronta la storia di un passato recente, ma che non si discosta poi molto dalla realtà di oggi.</div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: right;"><span style="font-family: Satisfy;">Ringrazio la casa editrice per la copia cartacea del romanzo</span></div></span></div>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-87905625240349105232022-06-24T08:00:00.007+02:002023-09-30T14:19:49.711+02:00[ RECENSIONE ] The Help di Kathryn Stockett | Mondadori<div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCFfsldwDwg6xQZofjC_ual8wv0DJ6WUotinhRhtGW_Vu46CuC09yGI9oCxS5KhR4srSzl2UW2RC2XWUdVl_1_WXKa4Peyo2H5pJb8M0svho7j10B2Y3M6MagLGTXaGNeXTUodsVoxELwxpPmVGdJh3dbIekAoePHN1uULlyCggiAGmUmFClcdKw/s2240/Project%204.jpg"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCFfsldwDwg6xQZofjC_ual8wv0DJ6WUotinhRhtGW_Vu46CuC09yGI9oCxS5KhR4srSzl2UW2RC2XWUdVl_1_WXKa4Peyo2H5pJb8M0svho7j10B2Y3M6MagLGTXaGNeXTUodsVoxELwxpPmVGdJh3dbIekAoePHN1uULlyCggiAGmUmFClcdKw/s16000/Project%204.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b>THE HELP </b>di Kathryne Stockett</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">524 pagine | €18.00 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Mondadori | <b><a href="https://amzn.to/3rBxxaD" target="_blank">Link Affiliato Amazon</a></b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">È l'estate del 1962 quando Eugenia "Skeeter" Phelan torna a vivere in famiglia a Jackson, in Mississippi, dopo aver frequentato l'università lontano da casa. Skeeter è molto diversa dalle sue amiche di un tempo, già sposate e perfettamente inserite in un modello di vita borghese, e sogna in segreto di diventare scrittrice. Aibileen è una domestica di colore. Saggia e materna, ha allevato amorevolmente uno dopo l'altro diciassette bambini bianchi, facendo le veci delle loro madri spesso assenti. Ma il destino è stato crudele con lei, portandole via il suo unico figlio. Minny è la sua migliore amica. Bassa, grassa, con un marito violento e una piccola tribù di figli, è con ogni probabilità la donna più sfacciata e insolente di tutto il Mississippi. Cuoca straordinaria, non sa però tenere a freno la lingua e viene licenziata di continuo. Sono gli anni in cui Bob Dylan inizia a testimoniare con le sue canzoni la protesta nascente, e il colore della pelle è ancora un ostacolo insormontabile. Nonostante ciò, Skeeter, Aibileen e Minny si ritrovano a lavorare segretamente a un progetto comune che le esporrà a gravi rischi.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span><span><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: center;"><a href="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="468" height="67" src="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;">Ho aspettato davvero troppo per leggere The Help, ora ne sono consapevole. Non so nemmeno dirvi l'esatto motivo, eppure già dopo i primi capitoli era chiaro come avessi tra le mie mani una storia preziosa, un vero e proprio romanzo di formazione, di quelli che andrebbero letti da chiunque, specialmente oggi. Ogni volta che mi capita di approcciarmi al tema del razzismo sia in ambito letterario che in quello più variopinto del mondo cinematografica sorge spontanea la stessa, identica domanda: <b>come può questa gente scorgere del giusto nella propria immagine riflessa allo specchio e non farsi semplicemente schifo?</b> Minny avrebbe la risposta giusta, ne sono certa, ma per scoprirla fino in fondo vi toccherà leggere The Help.</div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><span><a name='more'></a></span></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/71AytpJCgIL.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="516" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/71AytpJCgIL.jpg" width="258" /></a></div>La realtà sociale negli anni sessanta di buona parte del sud degli Stati Uniti d'America è caratterizzata da una scia sempre più insistente di segregazione, discriminazione e razzismo. A Jackson, Mississipi, la realtà è ancora più intollerabile. Se ne rende immediatamente conto Miss Skeeter osservando le amiche di un tempo - oramai sposate e con prole al seguito - aride e viziate, egoiste e prive anche della più piccola traccia di compassione. In lei si smuove qualcosa che non riesce a tenere a freno. È la voglia di raccontare insieme al desiderio di dare voce a chi mai è stato ascoltato, a quelle donne che non hanno mai avuto la possibilità di ribellarsi, urlare un no, fare sentire il proprio dolore. Ecco che, proprio attraverso le parole di Minny e Aibeleen, Miss Skeeter trasformerà quel pericoloso desiderio in una realtà capace di fare rumore, di far cadere tante paure e rivelare verità inconfessabili dietro le quattro mura della più classica famiglia bianca di una piccola cittadina americana come tante altre.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b style="background-color: #fce5cd;"><span style="font-family: PT Sans Narrow;">Ho voglia di gridare così forte che la piccolina riesca a sentirmi che sporco non è un colore,</span></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b style="background-color: #fce5cd;"><span style="font-family: PT Sans Narrow;">che le malattie non sono la parte nera della città.</span></b></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;">È un romanzo difficile da affrontare. <b>C'è rabbia, tanta</b>. A tratti è necessario quasi fermarsi, le mani tremano, si fa fatica anche solo a pronunciare ad alta voce quelle parole scritte, soprattutto perché quelle frasi si sentono nella vita di ogni giorno. E nella vita si può ignorare, fare finta di non aver sentito, in fondo è facile voltarsi dall'altra parte. Ma le parole scritte no, loro ti osservano, sono lì proprio sotto i tuoi occhi, ignorarle è pressoché impossibile. Eppure Kathryn Stockett gioca in modo astuto unendo una tematica così importante - che purtroppo sarà sempre attuale indipendentemente dal momento in cui questo romanzo verrà letto e consigliato - come è il razzismo con una sferzante ironia, una sana risata che esce fuori in più di qualche occasione e personaggi femminili che non potrete che amare. <b>Minny, ho amato Minny alla follia</b>. E quando arriverete a quel preciso passo di quel preciso capitolo, credetemi, capirete anche il perché.</div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;">È una lettura che lascia al lettore il tempo per pensare, porsi delle domande inevitabili e rendersi conto della pochezza umana di quanti ancora oggi appoggiano determinati argomenti. <b>Esiste il razzismo nel nostro paese?</b> Certo, è sotto gli occhi di tutti noi. E lo è nei modi più subdoli, insensati, senza giustificazione. <b>Perché davvero esiste qualcuno in grado di spiegare il razzismo?</b> Io non ne sono in grado. Non riesco a comprendere cosa possa spingere un uomo a reputarsi superiore rispetto ad un altro per il semplice, fortuito colore della pelle. Dannazione, stiamo parlando di melanina, per l'amor del cielo. </div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;">Ecco, lo sapevo, la recensione mi sta sfuggendo completamente di mano. Quindi, in conclusione, leggere The Help è un regalo che dovreste farvi e fare anche alle persone a cui più volete bene. </div></span></div>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-42401925246018384262022-05-31T08:00:00.002+02:002023-09-30T14:20:53.565+02:00[ RECENSIONE ] Le madri non dormono mai di Lorenzo Marone | Einaudi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcR6dtPfIVvoG5fH1dEnRSVJ4BUudnq6faU7kJeT0ZVXixRh7poFVmfawJ3ltLSkx9rrwa-9d_WpSUZVQB7m0vyK4bm7auemzkKp48gh49zwd570VXU--kvMco22pPPcsucVUnzhmh5MsmMOgBcBh9C1WWSMQ5-62TCPHwgrTRp3-_GlizrnKhJQ/s2240/RECS%20BLOG%20(1).png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcR6dtPfIVvoG5fH1dEnRSVJ4BUudnq6faU7kJeT0ZVXixRh7poFVmfawJ3ltLSkx9rrwa-9d_WpSUZVQB7m0vyK4bm7auemzkKp48gh49zwd570VXU--kvMco22pPPcsucVUnzhmh5MsmMOgBcBh9C1WWSMQ5-62TCPHwgrTRp3-_GlizrnKhJQ/s16000/RECS%20BLOG%20(1).png" /></a></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b>LE MADRI NON DORMONO MAI </b>di Lorenzo Marone</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">352 pagine | €18.50 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Einaudi | <b><a href="https://amzn.to/3afetpG" target="_blank">Link Affiliato Amazon</a></b></span></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Un bambino, sua madre. Due vite fragili tra altre vite fragili: donne e uomini che passano sulla terra troppo leggeri per lasciare traccia. Intorno, a contenerle, un luogo che non dovrebbe esistere, eppure per qualcuno è perfino meglio di casa. Lorenzo Marone scrive uno struggente romanzo corale, un cantico degli ultimi che si interroga, e ci interroga, su cosa significhi davvero essere liberi o prigionieri. Diego ha nove anni ed è un animale senza artigli, troppo buono per il quartiere di Napoli in cui è cresciuto. I suoi coetanei lo hanno sempre preso in giro perché ha i piedi piatti, gli occhiali, la pancia. Ma adesso la cosa non ha più importanza. Sua madre, Miriam, è stata arrestata e mandata assieme a lui in un Icam, un istituto a custodia attenuata per detenute madri. Lì, in modo imprevedibile, il ragazzino acquista sicurezza in sé stesso. Si fa degli amici; trova una sorella nella dolce Melina, che trascorre il tempo riportando su un quaderno le «parole belle»; guardie e volontari gli vogliono bene; migliora addirittura il proprio aspetto. Anche l’indomabile Miriam si accorge con commozione dei cambiamenti del figlio e, trascinata dal suo entusiasmo, si apre a lui e all’umanità sconfitta che la circonda. Diego, però, non ha l’età per rimanere a lungo nell’Icam, deve tornare fuori. E nel quartiere essere più forte, più pronto, potrebbe non bastare.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span><span style="font-family: Alegreya Sans;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="468" height="67" src="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";">Il pugno finale mi ha colpita in pieno petto senza che nemmeno me ne rendessi davvero conto. Non ce ne è stato il tempo. È arrivato alla fine di una frase che a prima lettura non aveva nulla di diverso, un qualcosa di particolare che potesse anche solo far presagire quell'epilogo. Un pugno che ha fatto male e che ha continuato a farlo pure nei giorni successivi. Anche ora che vi sto scrivendo ripenso a quegli attimi e riesco a percepire - chiudendo gli occhi anche solo per un brevissimo istante - la sensazione di vuoto che mi ha pervaso allora, inaspettato, imprevedibile, ingiusto. Ed è proprio il ripensarci, il sentire ancora forte quelle emozioni, il ritornare a quelle pagine seppure immersa già in una nuova lettura che dovrebbe farvi capire quanto </span><b>Le madri non dormono mai sia un romanzo pieno, completo, vissuto.</b><span style="font-family: "Alegreya Sans";"> Di quelli che lasciano il segno, che non passano inosservati, che ti smuovono qualcosa che non si può descrivere facilmente a parole. </span></div></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><br /></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: PT Sans Narrow;"><b style="background-color: #ffe599;">Donne mute, anzi, mutilate, corpi vuoti, anime silenti e rabbiose, che per poco amore ricevuto</b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: PT Sans Narrow;"><b style="background-color: #ffe599;">si erano fatte aride, erano indifferenti a ciò che conta [...] quasi esistenza loro e dei figli</b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: PT Sans Narrow;"><b style="background-color: #ffe599;">fosse una delle tante cose sulle quali non si ha potere.</b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";">È bello, certo, ma non solo quello. È una lettura necessaria che commuove e fa arrabbiare, racconta la vita più scomoda, quella di cui parlare sembra facile, ma che, invece, nasconde più sfumature di quanto si potrebbe mai immaginare. Ecco, di libri così ne esistono purtroppo pochi e sarebbe davvero un peccato lasciarli indietro, non credete? Questa è la fine, quindi, ora partiamo dal principio.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><span><a name='more'></a></span></span></div><div style="text-align: justify;"><div style="text-align: justify;"><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://www.libraccio.it/images/9788806253806_0_500_0_75.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="782" data-original-width="500" height="400" src="https://www.libraccio.it/images/9788806253806_0_500_0_75.jpg" width="256" /></a></div></div><span style="font-family: Alegreya Sans;">È l'aprile 2021 quando Lorenzo Marone entra nell'Icam - istituto a custodia attenuata per detenute madri - di Lauro in provincia di Avellino e quella visita sarà l'inizio del suo nuovo romanzo, Le madri non dormono mai. Qui vivono donne condannate ad una pena detentiva insieme ai propri figli quando fuori nessun'altra soluzione alternativa è resa possibile. Non un carcere ordinario, bensì un tentativo giudiziario (creato nel 2006) per cercare di dare una parvenza di normalità alle piccole creature innocenti, qualcosa che possa somigliare al concetto di casa, di familiarità, di fiducia. Un concetto che, a ben vedere, mai davvero hanno conosciuto. E tra queste pagine incontreremo Miriam e Diego, ad esempio. Un bambino emotivo, buono e fragile che il mondo di fuori ha messo sempre alla prova, bullizzato e preso in giro per il suo peso non si è mai sentito accettato, al suo posto, sempre inadeguato ad ogni circostanza. E lì, proprio tra quelle mura che la madre tenta di combattere con tutte le sue forze, riesce a trovare la famiglia che non ha mai avuto, a ritrovare l'amore di Miriam che aveva sempre e solo sfiorato, ora si sente incredibilmente al sicuro, proprio lì, in un luogo che nessun bambino dovrebbe conoscere, prigioniero senza alcuna colpa.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">E Lorenzo Marone ci racconta proprio di quei bambini e delle loro necessità, del legame indissolubile che si crea, dell'iniziale diffidenza che si trasforma in un profondo affetto capace di superare ogni barriera, abbattere ogni distanza. Non c'è nessun colore di pelle o nazionalità, sono bambini, d'altronde, per loro quella differenza non esiste. E poi ci sono le mamme, sì, proprio quelle madri che non dormono mai e che tra quelle mura riscoprono una maternità mai affrontata prima d'ora. Una verità che fa male perché in quel silenzio forzato, in quella quotidianità che si ripete devono fare i conti con il loro passato, con i loro errori, con quelle mancanze e quelle paure che continuano a ripresentarsi ancora e ancora. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: PT Sans Narrow;"><b style="background-color: #ffe599;">Tieni la libertà, dottore', e non è poca cosa.</b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: PT Sans Narrow;"><b style="background-color: #ffe599;">Già, hai ragione, tengo la libertà, ma per molti la libertà è la facoltà di scegliere le proprie schiavitù.</b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Sono donne diverse nei modi e nei colori, ma accomunate da una sofferenza intima evidente. Sono anime straziate, mutilate, prese a calci. Miriam, Amina, Dragana, Anna sono solo alcuni dei loro nomi. Vite segnate da un marchio che non se ne andrà più. Quanto è semplice riempirsi la bocca di frasi fatte o luoghi comuni quando si parla di carcere, condanne e detenzioni. Ma qui, in questo libro, non c'è nulla di facile, nulla di scontato, anzi. È una storia che apre gli occhi su una verità sociale che preferiamo non vedere o che semplicemente scegliamo di ignorare. Certo, la giustizia esiste e deve essere fatta valere, ma dietro un'azione violenta piuttosto che una decisione avventata si può nascondere una realtà ben più complessa di quanto si potrebbero mai credere: quella di un amore malato o di un sentimento cieco per quell'uomo che - a parti invertite - molto probabilmente si sarebbe voltato dall'altra parte. E ancora quello di una violenza continua, animale, perpetrata, inascoltata che - spinta fino al suo punto massimo - sfocia in qualcosa da cui, poi, tornare indietro è praticamente impossibile.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">È un romanzo che si evolve sopra un sottile filo emotivo che non si spezza mai e accompagna il lettore, passo dopo passo, verso quel finale di cui vi parlavo ad inizio recensione. Ti entra nel cuore e te lo sconquassa pure. Sono i suoi personaggi - piccoli e grandi - a rendere questo libro qualcosa di più forte di una normale storia di narrativa, c'è vita in queste pagine, si percepisce in modo chiaro e netto. Nessuno di loro viene lasciato indietro, Lorenzo Marone ha il dono di saper usare le parole giuste con i dovuti silenzi e le pause necessarie dando dignità, rispetto e speranza proprio là dove - per molti - sembra oramai perduta.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: right;"><span style="font-family: Satisfy;">Ringrazio la casa editrice per la copia cartacea del romanzo</span></div>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-69165053965833269682022-05-25T08:01:00.003+02:002023-09-30T14:22:43.157+02:00[ RECENSIONE ] Anna Bolena L'ossessione del re di Alison Weir<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_fnWH5AwXMItS4M6FH3YCW7CX6J3LobaVaBwLtLEVNT8qKjjOpTnD5OLi1mFMyCtnCHcRw_63IApngjIIL7vY362hHMLZ4dQiAB28wdYm--7VX22aYdFRcqvAZUSs8XgK_iYT58BTOZmjaKCmzIMfoXZM_6cL3TiHSZk2oBfnyoAhI3NO0_bB7g/s2240/Project%202.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_fnWH5AwXMItS4M6FH3YCW7CX6J3LobaVaBwLtLEVNT8qKjjOpTnD5OLi1mFMyCtnCHcRw_63IApngjIIL7vY362hHMLZ4dQiAB28wdYm--7VX22aYdFRcqvAZUSs8XgK_iYT58BTOZmjaKCmzIMfoXZM_6cL3TiHSZk2oBfnyoAhI3NO0_bB7g/s16000/Project%202.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b>ANNA BOLENA L'OSSESSIONE DEL RE </b>di Alison Weir</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">574 pagine | €19.00 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Neri Pozza | <b><a href="https://amzn.to/3ljca7g" target="_blank">Link Affiliato Amazon</a></b></span></div><div><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Anna nasce nel 1501 nel castello di famiglia di Hever, nella verde campagna del Kent, e qui trascorre l’infanzia con la sorella Mary – che diventerà l’amante di Enrico VIII e gli darà un figlio – e il diletto fratello George. A Hever la fanciulla riceve l’educazione convenzionale per una gentildonna del suo ceto. Cresciuta, Anna diventa la dama di compagnia di Caterina, la moglie del re, la «buona» regina. Ma quando, nella primavera del 1526, il cardinale Wolsey la presenta al sovrano, Enrico è fulminato dalla sua bellezza insolita, dallo sguardo fiero e malizioso. Da quel momento è un susseguirsi di avvenimenti che cambieranno la storia d’Inghilterra: Enrico è ossessionato da quella giovane donna, ma lei rifiuta le sue avances. Il re scalpita, non dorme più. Gli è chiaro: se la vuole, dovrà sposarla. Ma prima dovrà liberarsi della moglie, ricorrere a Roma, ottenere un annullamento. Nel giugno 1533, Anne è incoronata regina. Ma il suo regno avrà vita breve, giacché Enrico impiegherà meno di tre anni a stufarsi di lei e a cercare un modo per sbarazzarsi della sua ingombrante presenza.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span><span style="font-family: Alegreya Sans;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="468" height="67" src="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Conosciamo davvero la figura storica di Anna Bolena? Rispondo io, probabilmente no. Senza dubbio la sua parte femminile ha sempre destato un'evidente curiosità - quasi ostinata da certi punti di vista - che si è, poi, trasformata in pettegolezzo e negli inevitabili sentito dire che sono diventati, purtroppo, parte integrante della sua storia. Di lei ci hanno parlato i libri di storia e ancora romanzi e saggi non sempre troppo autorevoli, per non parlare della moltitudine di pellicole cinematografiche e televisive che si sono letteralmente sfamate di quella parte così sfacciatamente sensuale di Anna Bolena preferendola ad una reale coerenza storica oggettivamente più banale e meno accattivante. <b>Perchè Anna è stata molto più di quello che ci è stato raccontato e anche molto meno di quello che ci hanno voluto far credere.</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b><span><a name='more'></a></span></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b><br /></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.libraccio.it/images/9788865596333_0_500_0_75.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="494" height="400" src="https://www.libraccio.it/images/9788865596333_0_500_0_75.jpg" width="247" /></a></div>Quello che Alison Weir ci propone in questo secondo romanzo della serie dedicata alle sei mogli di Enrico VIII è un ritratto storicamente fedele, preciso e molto dettagliato, anche particolarmente critico di Anna Bolena. <b>Parlare di lei come una donna di facili costumi sarebbe facile, ma - soprattutto - assolutamente fuorviante.</b> In realtà, conosciamo una ragazza moderna, intraprendente e ben lontana dai soliti schemi imposti dall'epoca e dai palazzi più alla moda. Una giovane affascinata da pensieri progressisti che ben poche altre donne (anche più mature) avevano il coraggio di immaginare, figuriamoci di pronunciare ad alta voce. Una ragazza curiosa e frizzante che divenne presto una donna consapevole del suo incredibile fascino eppure sempre fedele ad una moralità salda e irrinunciabile. E anche davanti all'ossessione folle dell'uomo più potente d'Inghilterra Anna non arretrerà di un passo, sfruttando la scontata debolezza maschile di Enrico a suo completo piacimento. Un'ascesa insperata quella della nuova regina inglese che segnerà anche l'inizio di una parabola discendente senza freni capace di portarla tra le braccia di un destino già scritto, inevitabile.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ancora una volta, Alison Weir ci regala un romanzo che scorre sotto i nostri occhi con una facilità disarmante, in grado di parlare non soltanto attraverso le sue parole, ma anche con immagini chiare, nitide, quasi tangibili sotto molti aspetti. Sembra quasi di essere lì, alla corte inglese, al centro esatto di un quadro evocativo fatto di intrighi, tradimenti, silenzi e sotterfugi. <b>E anche qui, avrete modo di appurarlo, la figura di Enrico è quanto mai pessima. </b>Un uomo piccolo, guidato esclusivamente dai propri blandi e volubili interessi, poco più di un bambino viziato che stufo del giocattolo nuovo se ne disfa senza dire una parola, in modo meschino e subdolo, voltandogli le spalle e lasciando ad altri il lavoro sporco.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Alison Weir racconta Anna Bolena senza particolari filtri. Non un personaggio facile da affrontare, senza dubbio ben lontano dal consenso popolare, eppure una donna che è stata capace di segnare le sorti della storia inglese. Una femmina (passatemi questo termine, ma sa rendere l'idea) che è stata capace di tenere un pugno l'uomo più potente d'Inghilterra e con lui una nazione intera. <b>E in questo quadro completo mi sono trovata ad essere coinvolta totalmente in ogni sua parte. Soprattutto in quella finale.</b> Proprio lì dove Anna Bolena è solo un pallido riflesso di quello che è stata: consumata dalla frustrazione, da quel mancato affetto che sperava di ottenere, messa costantemente a paragone con Caterina, prima, e Maria, poi. Incapace di reagire, si trova ad essere letteralmente divorata da un odio feroce che mai avrebbe pensato di provare e di cui si pentirà con ogni fibra del suo corpo solo in quegli ultimi strazianti attimi finali.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ed è proprio questa parte, quella conclusiva, ad avermi lasciato addosso un peso nel cuore difficile da descrivere. Esattamente là dove viene riversato il dolore più profondo di Anna, ora sola e abbandonata ad un destino senza appello scavato nella menzogna più meschina. <b>Una condanna che pesa come un macigno</b> firmata proprio da coloro che avrebbero dovuto proteggerla e amarla, almeno per il più banale senso di gratitudine. E, invece, <b>Anna viene infangata nel peggiore dei modi</b>, distruggendo in un attimo quella stessa sacra reputazione lei aveva difeso così strenuamente per una vita intera, privata di ogni conforto, una fornicatrice senza macchia e una traditrice senza alcuna colpa. <b>È straziante accompagnarla in quelle ultime pagine</b>, talmente intime da riuscire a sentire il suo pianto strozzato misto ad una paura quasi animale, incontrollabile ma che Anna abbraccia con un coraggio incredibile, a testa alta. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Sì, questo romanzo mi ha sorpresa e conquistata in ogni sua parte perchè a sorprendermi - in primo luogo - è stata proprio Anna Bolena. Ero partita con una mia personalissima idea formata su basi chiaramente falsate (diffidare sempre o quasi dalle serie televisive storiche) e ne sono uscita con un personaggio controverso e complesso, fragile e folle, intenso e moderno. Una figura femminile che merita di essere riconosciuta e riabilitata da chi legge e da chi la storia continua a scriverla. </div></span></div>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-12083551728819602802022-05-06T08:00:00.006+02:002023-09-30T14:23:41.877+02:00[ RECENSIONE ] La mamma si è addormentata di Romy Hausmann<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhK36__Fh3zL1Y-9V9eIvD3URCradjfM-2gEZ3Ki4FVorY_gAlTvv3svuZJR26wotTleo2Yryh5lgf6qLCWXAn6uzSK-45J0YkqoTuC6FHVuamECQpai4Z_D1sVQD7iEKe8VEEhSty2B8okeysu0DboxSGnCVaMTbaj7gCxgpivBSlFig0K5ZeDA/s2240/RECS%20BLOG%20(1).png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhK36__Fh3zL1Y-9V9eIvD3URCradjfM-2gEZ3Ki4FVorY_gAlTvv3svuZJR26wotTleo2Yryh5lgf6qLCWXAn6uzSK-45J0YkqoTuC6FHVuamECQpai4Z_D1sVQD7iEKe8VEEhSty2B8okeysu0DboxSGnCVaMTbaj7gCxgpivBSlFig0K5ZeDA/s16000/RECS%20BLOG%20(1).png" /></span></a></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b>LA MAMMA SI È ADDORMENTATA </b>di Romy Hausmann</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">350 pagine | €16.90 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Giunti | <b><a href="https://amzn.to/3F3zqPH" target="_blank">Link Affiliato Amazon</a></b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Era solo una ragazzina di quindici anni quando è stata condannata per un crimine atroce, di cui si è sempre dichiarata innocente. Adesso Nadja è una donna adulta e ha ormai scontato la sua pena. Non chiede altro che una vita normale, e quel lavoro anonimo come assistente in uno studio di avvocati sembra l'unico modo per tenere a bada gli incubi e il panico che la assale all'improvviso. Un'esistenza grigia e ripetitiva che però la fa sentire protetta. Ma un giorno, inaspettatamente, la morte rientra di nuovo nella sua vita. Laura, la moglie del suo capo, l'unica persona che le abbia mai dimostrato amicizia, ha commesso un tragico errore, un errore che è finito nel sangue. Adesso potrebbe perdere tutto: suo marito, sua figlia, le sue sicurezze. Nadja sa bene che cosa significhi. Ma sa anche che aiutarla la renderebbe sua complice. Mentre si dirige nei boschi dello Spreewald con un carico inquietante nel bagagliaio della macchina, non può certo immaginare che quel luogo popolato di oscure leggende diventerà teatro di una caccia spietata. Qualcuno sta cercando di trascinarla in un gioco perverso e Nadja capirà ben presto che il suo passato sanguinoso potrebbe fare di lei la vittima perfetta. O l'assassina perfetta.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span><span style="font-family: Alegreya Sans;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="468" height="67" src="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";">Ho iniziato questo romanzo due volte a distanza di qualche mese e - considerato la mia predilezione per il thriller - già questo doveva dirmi qualcosa. Ci ho riprovato credendo ad una qualche strana congiunzione astrale negativa, ma il risultato - purtroppo - si è rivelato essere ben lontano dalle mie aspettative. Eccolo qui, il più classico degli scenari, dopo aver amato il primo romanzo di Romy Hausmann - </span><b><a href="https://www.leggereinsilenzio.com/2021/02/recensione-la-mia-prediletta-romy-hausmann.html" target="_blank">La mia prediletta</a> </b><span style="font-family: "Alegreya Sans";">- in questo non sono riuscita a trovare lo stesso pathos, la medesima adrenalina, quell'approccio mentale che mi aveva conquistata fin dalle prima pagine.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><span><a name='more'></a></span></span></div></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://dbtitoli.giunti.it/api/media/image/getImage?cm=50276A&type=P" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="523" height="400" src="https://dbtitoli.giunti.it/api/media/image/getImage?cm=50276A&type=P" width="262" /></a></div>Con La mamma si è addormentata, infatti, sembra quasi che la scrittrice voglia <b>rendere la storia complessa di proposito</b> come a voler spingere in modo forzato su un acceleratore ideale che non trova mai la presa. La narrazione si alterna sotto vari punti di vista, tra passato e presente, con inserimento di vari personaggi (alcuni aggiunti quasi a casaccio) <b>forse sperando in tal modo di dare una forma coinvolgente</b> (affascinante mi pare un tantino eccessivo) ad un quadro generale di per sé confuso, a tratti precipitoso e ben poco realistico. <b>Speranza vana, è giusto precisarlo. </b>La trama di per sé poteva risultare anche promettente, ma quello che è mancato è decisamente troppo per dare merito ad una scrittura che sì scorre piacevolmente, ma che - a conti fatti - <b>lascia ben poco in mano al suo lettore</b>. I personaggi d'altronde non sono credibili, men che meno le loro scelte. Al netto di Nadja il cui il passato viene parzialmente rivelato e le sue ragioni possono, a voler essere volutamente generosi, anche trovare giustificazione, altri creano dinamiche al limite del surreale. Compiono scelte poco probabili e si muovono in modo troppo freddo e schematico senza l'emotività che ci si potrebbe aspettare da dei non addetti al settore criminale.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><b><br /></b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><b>Cosa si salva, quindi? </b>Senza dubbio la scrittura della Hausmann viene in soccorso riproponendo molti degli elementi positivi riscontrati nella precedente lettura. Lo stile, invece, viene in parte macchiato da quelle mancanze narrative che non possono non saltare all'occhio. <b>Perché, credetemi, non rendersi conto della sostanziale differenza tra i due romanzi di Romy Hausmann è praticamente impossibile.</b> Che poi, badate bene, la trama non sarebbe affatto male, il fulcro evolutivo è anche interessante, le pedine ci sarebbero tutte, peccato che vengano mosse in modo assolutamente incoerente e - forse ancora peggio - non credibile. Sì, certo, è un romanzo, ma quello che da sempre mi affascina in questo genere è la possibilità del reale, di come quello che viene raccontato possa effettivamente accadere attraverso personaggi con cui è anche facile immedesimarsi e che non sono certo delle banali caricature. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";">E poi, gli intrecci creati sembrano eccessivi, non sono naturali, non sembrano nemmeno effettivamente pensati, come ad essere messi lì apposta per creare confusione, ma senza lasciare addosso al lettore quella meravigliosa sensazione di pura e semplice soddisfazione che la sottoscritta si aspetta ogni volta lasciata indietro quell'ultima fatidica pagina. Ed è qui che casca l'asino, signori lettori e signore lettrici. <b>Perché c'è una cosa che proprio non riesco a perdonare: la banalità del perbenismo ostentato insieme alla versione più noiosa politamente corretto.</b> Ecco, non posso chiaramente entrare nel dettaglio, ma posso assicurarvi che, senza dubbio, mi meritavo qualcosa di meglio.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";">A cuore aperto e per concludere una recensione di accurata delusione, non so dirvi che fine abbia fatto, ma questa non è certamente quella Romy Hausmann conosciuta (e dalla sottoscritta apertamente consigliata) con La mia prediletta. Che quello sia stato un caso solitario? Non saprei dirlo, ma se siete avvezzi al genere in questione o anche solo vi piace bazzicare da quelle parti, andate oltre, sorpassate l'ostacolo, risparmiate i vostri soldi. Per i miei, ahimè, oramai è troppo tardi.</span></div>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-21899292693472683922022-04-29T08:00:00.007+02:002023-09-30T14:24:17.806+02:00[ RECENSIONE ] Tutte le volte che mi sono innamorato di Marco Marsullo | Feltrinelli<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9QnEKUK2M_yf_eP6AVBikkb1kF9jMb4B1AQ6y-8JVRscQnt8Xi0XSW__t2qMXPpgLpqTOSH6jvyuoSaSoBV_AVSLe9HVqIs0pD8I6BzcXBQmUuSqo6m925jYS3lAiSHsKwr8LAZnwbznBj5u3v7JQKWvvxVc-STbfTzMdZiwoIJ-aUmNZP1ToCw/s2240/RECS%20BLOG.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9QnEKUK2M_yf_eP6AVBikkb1kF9jMb4B1AQ6y-8JVRscQnt8Xi0XSW__t2qMXPpgLpqTOSH6jvyuoSaSoBV_AVSLe9HVqIs0pD8I6BzcXBQmUuSqo6m925jYS3lAiSHsKwr8LAZnwbznBj5u3v7JQKWvvxVc-STbfTzMdZiwoIJ-aUmNZP1ToCw/s16000/RECS%20BLOG.png" /></a></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b>TUTTE LE VOLTE CHE MI SONO INNAMORATO </b>di Marco Marsullo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">245 pagine | €18.00 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Feltrinelli | <b><a href="https://amzn.to/3OyQzVM" target="_blank">Link Affiliato Amazon</a></b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Chi l'ha detto che, dopo i trent'anni, gli uomini non hanno paura di restare single? E che l'orologio biologico esiste solo per le donne? Cesare, maestro elementare napoletano, ha le idee confuse sull'amore. Tanto romantico quanto cervellotico, si nasconde dietro teorie improbabili e comici segni del destino, ma in realtà soffre per un passato di storie sbagliate, incontri surreali, colpi di fulmine e bruschi risvegli, mentre i suoi amici sembrano aver capito tutto prima di lui. A trentacinque anni, Cesare è rimasto l'ultimo single del gruppo e non sa più cosa farsene della sua libertà. Vive con il gatto Thiago, gira per la città sulla sua Vespa, ha un discreto successo con le ragazze, eppure sempre più spesso la notte torna a casa da solo, con un peso sul cuore. Quando il suo amico Sandro, prossimo alle nozze, gli consegna l'invito con un + 1 che campeggia beffardo accanto al suo nome, Cesare decide di raccogliere la sfida: ha sei mesi per arrivare al ricevimento con una fidanzata. Ma come trovare finalmente la persona giusta?</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="468" height="67" src="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;">Quanti libri sull'amore avete letto in questi anni o anche solo incrociato sullo scaffale di una libreria? Bene, quanti di questi erano scritti da un uomo? Pochi, immagino. Ed ora viene il bello: quanti di questi pochi parlavano di amore al maschile? Su, non fate quelle facce, sappiate che anche gli uomini si innamorano, prendono batoste, vengono lasciati, incontrano casi umani e hanno la fottuta paura di rimanere soli. Chiedetelo a Marco Marsullo (intendo per il romanzo, non nello specifico!).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><span><a name='more'></a></span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.ibs.it/images/9788807034923_0_536_0_75.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="510" height="400" src="https://www.ibs.it/images/9788807034923_0_536_0_75.jpg" width="255" /></a></div>Tutte le volte che mi sono innamorato è un romanzo dolceamaro, ve lo anticipo. </b>Marsullo condisce con un'ironia spietata, pungente ed irresistibile una verità che troppo spesso non si ha il coraggio di affrontare. Immaginate: gruppo di amici da sempre, tutti o sposati o in procinto di farlo o con prole al seguito, e poi ci siete voi, trentacinque anni suonati e unico single rimasto nella compagnia. Ed eccolo lì, Sandro, l'ultimo pronto ad iscriversi al circolo degli ammogliati con la tanto temuta partecipazione in mano. Leggete il vostro nome, sorridete, <b>e poi quel sorriso si schianta addosso a due caratteri che sembrano più vicini ad una sentenza definitiva senza appello: +1</b>. Il ghigno beffardo di lui non vi scalfisce, raccogliete quella sfida che nessuno in realtà vi ha mai lanciato: tra sei mesi avrete una fidanzata, cascasse il mondo. <b>Cesare è il protagonista di questo romanzo che è specchio della sua vita sentimentale</b>, a tratti confusa, a tratti movimentata, a tratti ancora sul 'ma chi me lo ha fatto fare'. E con lui vivremo pezzi del suo passato recente e del suo presente sempre più affollato in quel suo rincorrere l'amore dalle mille facce e con le sue centinaia di paranoie al seguito e - anche solo per un caso di pura statistica - qualche strana, ma proprio strana la incontri per forza.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Di fatti, eccola lì, la ragazza che a letto sembra dilaniata dalle lame (di cui ti sei dimenticato, ma il tuo migliore amico no, è lì a ricordartelo) o quella femminista incallita dove ogni tuo gesto può scatenare la fine del mondo. L'altra che ti parla dell'ex (uomo irresistibile e particolarmente stronzo) al primo appuntamento o ancora lei con i suoi termini incomprensibili come ghosting e zombieng dove non sai se stai effettivamente conoscendo una donna o uno dei ghostbusters. <b>S</b></span><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><b>i ride, si ride in una maniera incontrollata, sguaiata, di quelle che fanno rumore.</b> E quanto ci piace il suono della risata, quella che non si trattiene, che quasi ti strozzi, che devi posare il libro almeno per un secondo perché sei arrivata alle lacrime. E se da una parte ridi e ti fa pure bene, dall'altra pensi, guardi quella frase, te la rileggi pure un paio di volte e pensi 'dannazione, ma quella potrei essere io'. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Se esiste un identikit perfetto del lettore ideale per questo romanzo, credetemi, io ho una combo esplosiva in mano. Una lettura che per me è stata un po' guardarsi allo specchio e rendersi conto di tante piccole cose, alcune divertenti, altre incredibilmente malinconiche. Una storia che parla agli over 30 di un oggi così complicato da gestire, che <b>lascia addosso una bella speranza da portare oltre l'ultima pagina</b> in tutto quel dannato spaesamento che proviamo, a volte, osservando il mondo attorno. Come tutto si muove all'unisono, mentre tu ti senti quella nota stonata che esce fuori da uno spartito perfetto. <b>Ma di una cosa in particolare ho avuto conferma: l'amore è davvero una grande botta di culo!</b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Ed eccolo il dolceamaro che ti piomba tra capo e collo, che ti insegna qualcosa, ti fa pensare. Marco Marsullo è stato la mia Silvia e quando lo leggerete (perché lo farete, ne sono certa) capirete anche perché. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: right;"><span style="font-family: Satisfy;">Ringrazio la casa editrice per la copia cartacea del romanzo in anteprima</span></div></div>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-91029085226185003722022-04-25T08:00:00.003+02:002023-09-30T14:25:19.866+02:00[ RECENSIONE ] Le lettere di Esther di Cécile Pivot | Rizzoli<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglUfO1hJ6VQSR77QmhayOG_La7_90HMuByxMnbOgVlBpyOa5No7P4nUAG6pkGpjMwXQo4DmhoFFYieUl3_doWA4wfMVg-kCZBL7md1XUJqTTnRl24XEAAzUq30dA0FayW4AbSCx9c2P1-GxmTyQdlQ_6BE4KyNhrWtiYk9qfQZrlLScuwr70vUWg/s2240/RECS%20BLOG.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglUfO1hJ6VQSR77QmhayOG_La7_90HMuByxMnbOgVlBpyOa5No7P4nUAG6pkGpjMwXQo4DmhoFFYieUl3_doWA4wfMVg-kCZBL7md1XUJqTTnRl24XEAAzUq30dA0FayW4AbSCx9c2P1-GxmTyQdlQ_6BE4KyNhrWtiYk9qfQZrlLScuwr70vUWg/s16000/RECS%20BLOG.png" /></a></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b>LE LETTERE DI ESTHER </b> di Cécile Pivot</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">288 pagine | €18.00 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Rizzoli | <b><a href="https://amzn.to/36G6qRc" target="_blank">Link Affiliato Amazon</a></b></span></div><p></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">“Da che cosa ti difendi?” è la prima, spiazzante domanda di Esther per i cinque sconosciuti che, rispondendo al suo annuncio, hanno scelto di mettersi in gioco. Attraverso piccoli quadri della loro vita quotidiana e l’intenso scambio epistolare si delineerà poco per volta il ritratto di una classe eterogenea e sorprendente: Samuel, il più giovane, che non riesce a piangere per la morte del fratello; Jeanne, ex insegnante di pianoforte, vedova, che si difende dalla solitudine accudendo animali maltrattati; Jean, un uomo d’affari disilluso che vive per il lavoro e ha perso contatto con le gioie più autentiche; Nicolas e Juliette, una coppia in crisi sulla quale il passato getta ombre soffocanti. Esponendo dubbi e debolezze all’ascolto e alle domande, la scrittura sarà, per loro, lo strumento per rivelarsi l’uno all’altro con sincerità.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span><span style="font-family: Alegreya Sans;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="468" height="67" src="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";">Anche se lontana anni luce da quella comfort zone a cui troppo spesso ci attacchiamo, </span><b>Le lettere di Esther si è rivelata essere una lettura terapeutica </b><span style="font-family: "Alegreya Sans";">in una maniera così particolare ed inaspettata che ha quasi dell'incredibile. </span><b>Il romanzo epistolare è, quindi, nelle mie corde?</b><span style="font-family: "Alegreya Sans";"> Anche in questo esatto momento non saprei dirvelo, davvero. Non ho esperienza del genere in questione e - a dirla proprio tutta - il mio unico caso di lettura epistolare risale ai tempi della scuola superiore con qualcosa che non ha proprio nulla a che fare con il romanzo di Cécile Pivot. Avete presente Storia di una capinera ? Ecco, ci siamo capiti.</span></div></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><span><a name='more'></a></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.ibs.it/images/9788817158749_0_536_0_75.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="524" height="400" src="https://www.ibs.it/images/9788817158749_0_536_0_75.jpg" width="262" /></a></div><b>Quindi, direte voi, perché questo salto nel buio? </b>Prima cosa, mi è stato consigliato da chi mi conosce fin troppo bene e io prendo sul serio i consigli di lettura molto calorosi. Poi, almeno in questo ambito, amo rischiare, mi butto facilmente, accetto il rischio e qualche volta mi va pure bene. Come in questo caso, d'altronde. Spinta da una necessità personale e da quella forte nostalgia che ci coglie sempre un po' impreparati, Esther - libraia di Lille - decide di inaugurare un laboratorio di scrittura epistolare con un annuncio molto particolare che richiama la curiosità di cinque sconosciuti, anche se per ragioni profondamente diverse. Dopo essersi incontrati una sola volta dal vivo in un piccolo bar parigino, <b>Jean, Nicolas e Juliette, Samuel e Jeanne inizieranno a scriversi lettere</b>, a raccontarsi, a mettere a nudo la loro quotidianità, le loro mancanze, i loro sogni infranti, le loro speranze. Pagina dopo pagina - o sarebbe meglio dire lettera dopo lettera - emergeranno le differenze nel porsi e nello scrivere, la paura di rivelarsi insieme al desiderio di confidarsi a qualcuno che non ti conosce, non sa nulla del tuo passato, non ti fissa negli occhi, non ti giudica, ma ti ascolta e ti legge, semplicemente. <b>Non è, forse, più facile raccontarsi ad uno sconosciuto attraverso un foglio di carta bianco e la tua penna preferita in mano?</b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Quella che affronterete è una lettura lenta che si nutre della forza delle parole che i suoi protagonisti decidono di condividere. Alcune saranno forti, quasi disturbanti. Altre saranno certamente più leggere, quasi frivole per certi versi. Ma la bellezza di questo romanzo epistolare corale <b>è la sorprendente capacità di ritrovarsi almeno in una delle vite raccontate</b>. Il modo in cui ognuno di loro si approccia al suo vissuto risulta essere talmente onesto, puro, senza maschere o filtri di alcun genere da poterlo fare proprio. Che tu abbia vissuto o meno quella medesima esperienza <b>rimani colpito dall'intensità di frasi che scaturiscono dalla parte più privata, nascosta, difesa</b>. Quella che non vorremmo rivelare - o forse non siamo in grado di farlo - anche a chi ci sta accanto, a quanti ci amano, nonostante tutto. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: PT Sans Narrow;"><b style="background-color: #fce5cd;">Agli occhi degli altri, una donna che non desidera procreare è incompleta,</b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: PT Sans Narrow;"><b style="background-color: #fce5cd;">o per forza vittima di un trauma e/o una nevrosi. </b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">E attraverso un mezzo di comunicazione oramai dimenticato verranno affrontate con delicatezza e rispetto tematiche importanti come la depressione e la perdita, la paura di non farcela e il desiderio di cambiare, la solitudine non riconosciuta e la voglia di essere visti davvero, almeno una volta nella vita. A noi che siamo abituati ad un mondo che corre troppe veloce e non si ferma mai, all'immediatezza di una mail o di un messaggio su WA, ecco, questo romanzo ci riporta anni e anni indietro, momenti che - a ben pensarci - le nuove generazioni non hanno nemmeno mai vissuto. Chiudere quel messaggio in una busta bianca con francobollo e indirizzo scritto a mano, attendere poi la risposta con crescente trepidazione, controllare la cassetta della posta ogni giorno e maledire poste italiane per la loro profetizzata lentezza. E poi - dopo giorni di attesa che sembrano quasi un'eternità - intravedere quella scrittura così familiare, strappare la busta e scorrere con gli occhi le prime righe, correre in camera, sbattere la porta e leggere, leggere ancora.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Ecco, in questo romanzo c'è tutto questo e, forse, anche qualcosa di più. <b>Ogni sensazione, ogni emozione, ogni reazione spontanea esce letteralmente fuori dalla pagina</b>. A tratti vi sembrerà quasi di sentire le loro voci farsi più alte nei momenti di incomprensione o di umana intolleranza per poi diventare più leggere e soavi quando comprensione ed empatia si prenderanno, infine, la scena principale. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Se siete nostalgici di quel vecchio amico di penna o siete troppo giovani per averne avuto uno (beati voi), la vostra prossima lettura è servita. E non ringraziatemi. O forse sì.</span></div>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-34250458915520145582022-04-21T09:17:00.008+02:002023-09-30T14:25:57.273+02:00[ RECENSIONE ] Ti cercherò ovunque tu sia di Ronald H. Balson | Garzanti<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5727Aon7S3M2OayaB3ryrfik2GHK7joh3gOc4yn-hbFKE0l9V7TdtaOkhmb5_35jvPvob7rgyvx9BbsYXlkFmRpYCeFP5sogPiASsiTNmDtdn55FOuD9Bfp65DQtwrm1I304dlpfb01g84kT8T-FGZTtbNdsa2ec6NwZF6zCROA4l1y_r_y9ytA/s2240/RECS%20BLOG.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5727Aon7S3M2OayaB3ryrfik2GHK7joh3gOc4yn-hbFKE0l9V7TdtaOkhmb5_35jvPvob7rgyvx9BbsYXlkFmRpYCeFP5sogPiASsiTNmDtdn55FOuD9Bfp65DQtwrm1I304dlpfb01g84kT8T-FGZTtbNdsa2ec6NwZF6zCROA4l1y_r_y9ytA/s16000/RECS%20BLOG.png" /></a></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b>TI CERCHERO' OVUNQUE TU SIA </b>di Ronald H. Balson</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">388 pagine | €19.60 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Garzanti | <b><a href="https://amzn.to/3xzV10j" target="_blank">Link Affiliato Amazon</a></b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span><span style="font-family: Alegreya Sans;">Polonia, 1939. Da quando a Lublino sono attraccate le navi con la svastica, nulla è più come prima. Lo sa bene Eli che, insieme alla moglie Esther e al figlio, è stato costretto ad abbandonare la sua casa e a cucire sul cappotto la stella di David. Portare quel simbolo sul petto è una condanna, ma Eli è determinato a fare di tutto per proteggere la sua famiglia. Persino a collaborare con Max, un imprenditore nazista che gli promette la salvezza in cambio del suo lavoro. Ormai sono passati molti anni dalla guerra. Eli e suo figlio sono sfuggiti alla morte scappando negli Stati Uniti, ma non hanno dimenticato il sorriso di Esther, portata via per sempre proprio dall'uomo che aveva giurato di tenerli al sicuro. Eli non può e non vuole dimenticare quel sorriso. È la ragione che gli permette di lottare ogni giorno. Perché tutto l'orrore che ha vissuto non è riuscito a intaccare il suo senso di giustizia, e ora è arrivato il momento di dare la caccia a Max.</span><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: center;"> </div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: center;"><a href="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="468" height="67" src="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;">Ho scoperto Ronald H. Balson qualche anno fa e fu amore a prima lettura. Prima con Volevo solo averti accanto e poi con Ogni cosa è per te ho riscontrato una forza emotiva non propriamente comune insieme ad una coerenza storica sempre credibile e mai banale, scontata o ripetitiva. Ecco perché non potevo proprio lasciarmi sfuggire la lettura del suo nuovo romanzo uscito lo scorso 17 marzo, Ti cercherò ovunque tu sia.</div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b style="background-color: #fce5cd;"><span style="font-family: PT Sans Narrow;">Te l'ho detto Eli. Prima ci marchieranno per separarci dalla società,</span></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b style="background-color: #fce5cd;"><span style="font-family: PT Sans Narrow;">poi ci sequestreranno e poi ci elimineranno.</span><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><a name='more'></a></span></b></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.ibs.it/images/9788811000112_0_536_0_75.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="529" height="400" src="https://www.ibs.it/images/9788811000112_0_536_0_75.jpg" width="265" /></a></div>Questa storia si estende attraverso più decenni dagli anni '30 dell'invasione nazista e la metà degli anni '40 della liberazione dei primi campi di concentramento fino ai più recenti anni sessanta in terra americana con risvolti che potrebbero apparire distaccati, quasi estranei alla narrazione, ma in grado di svelare evoluzioni interessanti accompagnati da piccoli colpi di scena. <b>Eli è il protagonista di questa storia, anzi no.</b> Vera protagonista è una promessa fatta agli inizi di una guerra ancora imprevedibile guardando negli occhi spaventati e privi di speranza l'amore di una vita intera, ora perduta e non ancora ritrovata. <b>Non un romanzo d'amore in senso stretto, ma una testimonianza di speranza, forza e tenacia.</b> Un buon romanzo storico che risulta coerente con l'epoca narrata (l'invasione nazista di Lublino, il campo di concentramento di Buckenwald, la vita dei prigionieri liberati nell'immediato dopoguerra) pur prendendosi qualche licenza poetica che - in ogni caso - non fa perdere contatto con la narrazione capace di scorrere veloce, senza particolari difficoltà, in modo chiaro e non artefatto. Balson non vuole sconvolgere il lettore, ma portarlo al centro di una storia intensa, credibile, realistica. <b>Eppure, questo fa un po' male dirlo, qualcosa è mancato.</b></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><b><br /></b></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;">Le lacrime, ad esempio. Sì, lo so, non è un fattore imprescindibile di solito. <b>Eppure con Balson è sempre stato un appuntamento fisso.</b> Lacrime che erano, poi, naturale evoluzione di una forza emotiva inaspettata e sorprendente, capace di toccare le corde giuste, di stringerle e poi rilasciarle al momento più opportuno. In questo romanzo, non sono riuscita a percepire quella forza. Soprattutto nel salto temporale tra il 1946 e il 1965 dove netto è il passaggio di ruolo, personaggi ed ambientazioni <b>mi è mancato quel guizzo emotivo</b> che solitamente spinge oltre il limite. Qui a malapena sono riuscita ad afferrarne qualche sporadica ombra.</div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;">Al netto di questo qualcosa che mi sarei aspettata di trovare - abituata ad un certo approccio dello scrittore nei confronti della storia e dei suoi personaggi - <b>Ti cercherò ovunque tu sia rimane una bella lettura </b>che mi sento di consigliare, in ogni caso. Questo perchè Balson sa il fatto suo, ha uno stile inconfondibile, culla il lettore e sa accompagnarlo per mano, pagina dopo pagina. Non ai livelli dei precedenti, questo devo dirlo, ma un buon tassello per conoscere uno scrittore poco chiacchierato (a mio avviso in modo incomprensibile), ma che merita di essere letto e condiviso. </div></span></div>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-70266076169313722102022-04-06T08:00:00.002+02:002023-09-30T14:26:48.880+02:00[ RECENSIONE ] Hamburger e miracoli sulle rive di Shell Beach di Fannie Flagg | Rizzoli<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYM33XYBButckK4zFps71UJYlE1m1qsTGVMVBmAtHGuuV3tlH1W7FoSrtITDLomdgVez4UI4fi6t9DIaWUNCXdyOKDAz1joDwml-YR50-5JCdVL5iX4IhoCsi2x4sZuobjxp8fTGMx0aVPXnrtVJctQrf71A8TBQKmcDYw_lKglU9_Hk0I7g4Taw/s2240/RECS%20BLOG.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYM33XYBButckK4zFps71UJYlE1m1qsTGVMVBmAtHGuuV3tlH1W7FoSrtITDLomdgVez4UI4fi6t9DIaWUNCXdyOKDAz1joDwml-YR50-5JCdVL5iX4IhoCsi2x4sZuobjxp8fTGMx0aVPXnrtVJctQrf71A8TBQKmcDYw_lKglU9_Hk0I7g4Taw/s16000/RECS%20BLOG.png" /></a></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"> <b>HAMBURGER E MIRACOLI SULLE RIVE DI SHELL BEACH </b>di Fannie Flagg</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">333 pagine | €12.00 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Rizzoli | <b><a href="https://amzn.to/37gvaj8" target="_blank">Link Affiliato Amazon</a></b></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";">Primavera 1952. Shell Beach è un posto come un altro, dove crescere. Certo, è la più sperduta cittadina del Mississippi, e forse trasferirsi laggiù per fare soldi facili con un chiosco sulla spiaggia non è stata un'idea brillante. Ma gli sballati progetti del padre di Daisy Fay Harper non lo sono quasi mai. Daisy Fay, invece, ha progetti più solidi per il futuro: diventare Miss America. E in attesa che il sogno si realizzi scrive sul suo diario tutto quello che le accade. Come dover entrare nel club delle debuttanti di Mrs Dot, assistere al divorzio dei genitori dopo il sospetto incendio del chiosco, aiutare il padre a vivere dei più strampalati espedienti – incluso far passare la figlia per morta e poi risuscitarla grazie alle miracolose doti di un ciarlatano – e non smettere mai di cercare ostinatamente la propria strada.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="468" height="67" src="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Sapete cosa mi piace di più di Fannie Flagg? Ogni suo romanzo ha una propria identità, forte e specifica. Pur portando in scena argomenti sociali anche molto simili, riesce a donare ad ognuno di loro un'impronta ben delineata così da renderlo diverso, peculiare, ben assestato. Qui, ad esempio, <b>tra hamburger e (strani) miracoli</b> ci troviamo davanti ad <b>uno stile più personale dei precedenti incontrati</b> presentato sotto la forma di un diario e la voce narrante di una bambina, Daisy Fay Harper.</div></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><br /></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: PT Sans Narrow;"><b style="background-color: #f4cccc;">Il pensione del giorno della signora Dot è stato:</b></span></div><div style="text-align: center;"><span><b style="background-color: #f4cccc;"><span style="font-family: PT Sans Narrow;">"Se la gente ti parla alle spalle, significa che stai due passi avanti!"</span><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><a name='more'></a></span></b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.ibs.it/images/9788817031868_0_536_0_75.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="767" data-original-width="500" height="400" src="https://www.ibs.it/images/9788817031868_0_536_0_75.jpg" width="261" /></a></div>Quella di Hamburger e miracoli è stata fin dalle prime pagine una lettura in continuo assestamento non essendo molto abituata e non particolarmente predisposta ai diari personali. Malgrado queste basi che preannunciavano possibili cadute lungo il percorso, <b>sono riuscita a trovare ben presto la giusta sintonia con la sua piccola protagonista caparbia ed ostinata</b> messa alla prova da un mondo adulto decisamente più infantile. Cresciuta in una famiglia disfunzionale, si trova a crescere nella piccolissima Shelly Beach con un padre alcolizzato e privo anche del minimo sindacale senso di responsabilità. Eppure quel padre impossibile ha qualcosa che non te lo fa realmente detestare essendo quasi surreale in molte delle sue ingegnose soluzioni. <b>Eccolo il miracolo Flagg:</b> <b>riuscire a donare anche al personaggio più detestabile quel pizzico di luce, quel barlume di tenue speranza che continua a brillare nonostante tutto.</b> Daisy Fay in queste pagine racconta la semplice quotidianità di un mondo che si ostina ad osservare con occhi puri ed ottimistici. Anche nelle situazioni più al limite, sa trovare qualcosa di bello e positivo in ogni dubbia decisione, dietro ogni sguardo, attraverso ogni persona che incrocia più o meno felicemente lungo il suo cammino. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><b><br /></b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><b>È una bambina ingenua che si trasforma in una ragazza testarda che poi diventa una giovane donna piena di sogni, di sorprese e di piccoli successi che fatica a comprendere fino in fondo.</b> Quello che conosce, invece, è il calore delle persone che hanno sempre creduto in lei. In quella gente che è diventata la sua famiglia allargata, che le è sempre stata accanto - anche sbagliando il più delle volte - e che mai le ha voltato le spalle. Anche in quelle persone che l'hanno amata, difesa, protetta senza mai farlo notare.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">E non manca l'ironia. Quella frizzante e pungente che sa far sorridere e pensare allo stesso tempo. Punto di forza e marchio imprescindibile di una scrittrice che non smette mai di sorprendere. Ci sono aneddoti divertenti che si alternano a sfaccettature più profonde, a volte dolorose, altre capaci di far riflettere su quelle stesse tematiche sociali ancora oggi fin troppo attuali. Sì, probabilmente non siamo allo stesso livello di Pomodori verdi fritti o di Torta al caramello (i miei titoli del cuore). ma Daisy Fay Harper sa perfettamente come lasciare il segno tra pagine che scorrono velocemente e che sanno raccontare una naturale incoscienza che non posso che invidiare, soprattutto oggi.</span></div>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-13923993189349452332022-03-30T09:04:00.004+02:002023-09-30T14:27:59.280+02:00[ RECENSIONE ] Caterina D'Aragona di Alison Weir | Neri Pozza<p style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggvUGRFY726_aNEiw5zaW5kSNgvhA46XWkTFuqTqYNpnciXm59j5qjKdcr37bU7W12Qa-5YcfhHe5ASauFnQ1JDeevFbcz0h0K4kT2mrQjl9VOhajtvcadHUBtsHIwHH3BKen8QY_NGPtEbwQXFipA-PHalBBKcXyEvQdGtK0P4mMcWxH4qcJKQQ/s2048/Recensione%20Blog%20(3).png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1152" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggvUGRFY726_aNEiw5zaW5kSNgvhA46XWkTFuqTqYNpnciXm59j5qjKdcr37bU7W12Qa-5YcfhHe5ASauFnQ1JDeevFbcz0h0K4kT2mrQjl9VOhajtvcadHUBtsHIwHH3BKen8QY_NGPtEbwQXFipA-PHalBBKcXyEvQdGtK0P4mMcWxH4qcJKQQ/s16000/Recensione%20Blog%20(3).png" /></a></p><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b>CATERINA D'ARAGONA </b>di Alison Weir</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">654 pagine | €19.00 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"> Neri Pozza | <b><a href="https://amzn.to/351SpMV" target="_blank">Link Affiliato Amazon</a></b></span></div><div style="text-align: center;"><br /></div><p></p><div style="text-align: justify;"><span><span style="font-family: Alegreya Sans;">Inghilterra, 1501. In piedi sul ponte della nave, con le ciocche di capelli rosso e oro che le sferzano il viso, Caterina d'Aragona scruta con trepidazione la costa inglese, domandandosi cosa le riserverà il futuro. Promessa sposa dell'erede al trono, il Principe Arturo, Caterina sa che sarà suo dovere dimenticare la Spagna e adeguarsi agli usi e costumi del nuovo regno, di cui un giorno sarà regina. Giunta a Londra, tuttavia, la giovane fatica a mascherare lo sgomento quando si trova davanti il futuro marito. Ben diverso da Arturo è il fratello minore, il Principe Enrico, di stazza robusta e innegabile fascino, capace di suscitare in Caterina un inspiegabile turbamento, quel turbamento che sempre si prova dinnanzi a coloro che ci sono destinati. Otto anni dopo sarà infatti Enrico, salito al trono come Enrico VIII, a sposare Caterina, e con lei regnerà per sedici anni, prima che l'arrivo a corte della seducente e intrigante Anna Bolena muti le sorti del regno, segnando per sempre il futuro di Caterina. Imprigionata da Enrico nel castello di Kimbolton, ripudiata e spogliata di ogni privilegio, Caterina non rinuncerà mai a farsi chiamare Regina, mentre intorno a lei andrà raccogliendosi un notevole ancorché violentemente represso consenso popolare.</span><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: center;"><a href="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="468" height="67" src="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;">Essere coerente senza diventare un libro di storia. Affascinare il lettore senza creare dinamiche forzate e poco credibili. Sì, senza dubbio scrivere un romanzo storico non è affatto facile, ma per Alison Weir sembra essere così naturale, quasi una seconda pelle. Ne ho avuto il primo accenno con L'innocente e oggi - dopo le 640 pagine di Caterina D'Aragona - ne ho l'assoluta certezza.</div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Times New Roman"; text-align: center;"><b style="background-color: #f4cccc;"><span style="font-family: PT Sans Narrow;">Cate, ne abbiamo già parlato. </span></b></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Times New Roman"; text-align: center;"><b style="background-color: #f4cccc;"><span style="font-family: PT Sans Narrow;">Non ci facciamo governare da regine in Inghilterra.</span></b></div></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><span><a name='more'></a></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.ibs.it/images/9788865595671_0_536_0_75.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="510" height="400" src="https://www.ibs.it/images/9788865595671_0_536_0_75.jpg" width="255" /></a></div>Non conoscere le sorti delle mogli di Enrico VIII (e della sua crescente follia) sarebbe quasi impossibile. Oltre alle consuete pagine di storia, negli anni sono stati scritti saggi più o meno autorevoli accompagnati da romanzi più o meno contaminati fino a numerose pellicole cinematografiche che hanno tentato di realizzare un quadro complessivo che fosse credibile e coerente, ma al tempo stesso pungente ed affascinante. Se in molti non sono riusciti in questo intento, <b>Alison Weir</b>, d'altro canto, <b>ha saputo coglierne ogni più piccola sfumatura</b>: da quella femminile, fiduciosa, ostinata e coraggiosa di Caterina D'Aragona a quella affascinante ed amata, poi deludente, infine irriconoscibile di Enrico. Attraverso i suoi occhi e le sue parole, infatti, vivremo quasi 35 anni di amore e complotti, di ingiustizie e recriminazioni, di follie ed ossessioni che segneranno la storia britannica per sempre. <b>È uno stile fluido e scorrevole capace di lasciare il segno al momento opportuno.</b> Non una pagina è scritta più del dovuto, non esistono parole inserite al solo scopo di allungare il brodo. Tutto quello che Alison Weir vuol raccontare trova il suo posto, ogni dettaglio conferisce quel colore in più ad una tavolozza ricca di movimento, simbolismo, autenticità.</div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><b><br /></b></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><b>E non solo per la figura di Caterina che è chiaramente la padrona della scena.</b> Ma anche per quella di un uomo che conosce la follia, ma che per ragione del suo stesso nome non può essere messo a tacere, anzi. Verrà spronato nel suo piano, verrà aiutato da quanti potranno veder realizzato un proprio interesse, verrà istigato a portare avanti qualcosa che - presto o tardi - gli si ritorcerà contro. E che la storia mi sia testimone. <b>Non posso negarlo, c'è stato un momento in cui con lei ho fatto davvero fatica. </b> Enrico la metterà da parte senza troppe cerimonie arrivando a rinnegare quello stesso legame d'amore tanto agognato in gioventù. Lui l'aveva rincorsa, lui l'aveva desiderata fin dal loro primo incontro eppure ora - donna ferita e priva di difese - la umilia nel modo peggiore, la allontana dal posto che è suo di diritto spingendola verso un esito inevitabile di sofferenza, dolore e solitudine. <b>Eppure, lei non lo abbandona nemmeno per un istante, lo difende, lo protegge.</b> Crede che possa ritrovare fede e coscienza. Prega per la sua vita e la sua anima in modo incessante, fino all'ultimo respiro.</div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Alegreya Sans"; text-align: justify;">Che Enrico VIII sia stato un autentico stronzo, ecco, non servo io a dirvelo. <span style="font-family: Alegreya Sans;">Quello che posso dire, invece, è la passione che scorre tra queste pagine e che sa coinvolgere il lettore in modo autentico, evidente, cristallino. </span><b><span style="font-family: Alegreya Sans;">La parte finale è senza dubbio la mia preferita.</span></b><span style="font-family: Alegreya Sans;"> Lì dove risiede l'attenzione psicologica più cruda e dolorosa, <b>Caterina viene messa letteralmente a nudo dimostrando un coraggio che ben pochi uomini avrebbero avuto.</b> Testarda e fedele fino all'ultimo non si è mai tirata indietro, non è fuggita, non ha reagito d'istinto e mai, nemmeno per un istante, ha abbassato il capo dinanzi a quel destino scritto, inevitabile.</span></div></span><div class="separator" style="clear: both;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";">La bellezza di Alison Weir sta tutto qui: riuscire ad affascinare anche il lettore meno abituato al genere - ed io ne sono una chiara testimonianza - portandolo a divorare più di 600 pagine in pochi giorni. L'aspetto che più mi stupisce - ancora una volta - è come <b>Alison Weir riesca a stuzzicare la curiosità pur trattando qualcosa di conosciuto</b>. Sa rendere la storia intrigante ed affascinante al punto giusto calibrando in modo preciso ogni elemento a sua disposizione. </span><span style="font-family: "Alegreya Sans";">Ve lo posso garantire e - faccio anche di più - lo metto nero su bianco: non c'è traccia di pesantezza, anzi, si è proprio spinti a voler iniziare subito il libro successivo e io, credo proprio, che lo farò molto, ma molto presto. </span></div></div>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-17304794438810593072022-03-16T08:42:00.006+01:002023-09-30T14:29:01.136+02:00[ RECENSIONE ] Diritto di sangue di Gigi Paoli | Giunti Editore<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiZOEcoVte33rCb17WYfGxfmtJGRp_FtsK4Tr_8z3kdirMemde5M6UrZbOttxswNJJS9Ljc0ZO2rXBhw7o-Eli_nTpND0pkteIavJfDEl47O63O-Q3xg8Iy28FCPbQ3_6V8ALr_auE6F-9lj30fehgFlgKiNA3vUe_Dlhl0Me_CkR1pEPDWI7vQkQ=s2240" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiZOEcoVte33rCb17WYfGxfmtJGRp_FtsK4Tr_8z3kdirMemde5M6UrZbOttxswNJJS9Ljc0ZO2rXBhw7o-Eli_nTpND0pkteIavJfDEl47O63O-Q3xg8Iy28FCPbQ3_6V8ALr_auE6F-9lj30fehgFlgKiNA3vUe_Dlhl0Me_CkR1pEPDWI7vQkQ=s16000" /></a></div></span><b style="font-family: "Alegreya Sans";">DIRITTO DI SANGUE </b><span style="font-family: "Alegreya Sans";">di Gigi Paoli</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"> 312 pagine | €16.90 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Giunti Editore | <a href="https://amzn.to/36evMFj" target="_blank"><b>Link Affiliato Amazon</b></a></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Dopo mesi di coma e buio totale, Carlo Alberto Marchi è finalmente uscito dall’ospedale, ma la sua rocambolesca caduta dalla passerella di “Gotham”, il Palazzo di Giustizia di Firenze, ha lasciato pesanti conseguenze fuori e dentro di lui: è dipendente dagli antidolorifici, si muove con una stampella ed è tormentato da un fischio continuo nelle orecchie che gli toglie perfino il sonno. Costretto a stare lontano dal lavoro al giornale, si consola con l’affetto della figlia Donata e l’inatteso ritorno dell’ex fidanzata Olga. Ma non è facile starsene a casa mentre la sua cronaca giudiziaria è stata affidata a una rampante collega, che, come se non bastasse, ha fama di essere piuttosto in gamba. Eppure, proprio nel momento più impensato, la vita lo chiama ancora a rapporto: il capocronista del Nuovo gli chiede ufficiosamente di sfruttare i suoi contatti per indagare su un omicidio che ha sconvolto Firenze. Nel meraviglioso parco delle Cascine, il polmone verde che di notte racchiude i lati oscuri della città, viene trovato ucciso Giorgio Mati, il gestore del leggendario furgone che distribuisce birra e panini ai viandanti notturni. E ciò che rivelano le prime indagini ha dell’incredibile: il tranquillo paninaro nascondeva un passato cruento, che a poco a poco si incastra come un puzzle con gli anni più bui di Firenze.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span><span style="font-family: Alegreya Sans;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="468" height="67" src="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ricordo perfettamente il dove e il come, ma soprattutto il rumore che ha accompagnato l'ultima pagina del quarto capitolo delle cronache di Gotham. Camera da letto, lancio del libro contro il muro, una serie impronunciabile di parole che non posso qui replicare. Ma eccoci (finalmente) tornati a Firenze alle prese con un giornalista di cronaca giudiziaria in malattia un po' malconcio e decisamente annoiato, costretto lontano dal suo habitat naturale e sottoposto alle cure di un fisioterapista mascherato da torturatore della santa inquisizione. Un macello, direte voi. Non ancora, quello arriva a pagina ventidue.</div></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><span><a name='more'></a></span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://dbtitoli.giunti.it/api/media/image/getImage?cm=50252A&type=P" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: right;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="522" height="400" src="https://dbtitoli.giunti.it/api/media/image/getImage?cm=50252A&type=P" width="261" /></a></div>Il corpo di Giorgio Mati - famoso paninaro delle Cascine - viene ritrovato senza vita in quella che sembra proprio essere un'esecuzione. Saranno le indagini preliminari a consegnare una verità insospettabile capace di far riaffiorare vecchie pagine della nostra storia contemporanea fatte di sangue, rivendicazioni, attentati. <b>E a quell'omicidio ne farà seguito un altro, e un altro ancora come tessere scombinate di un puzzle complesso che dovrà essere ricostruito pagina dopo pagina.</b> Tutto sembra essere legato dalla medesima matrice: una vendetta? Un regolamento di conti? Quale mano si nasconde dietro gli omicidi? </span><span style="font-family: "Alegreya Sans";">Brancolando in un buio ancora più pesto della notte fiorentina, Carlo Alberto Marchi viene richiamato sul campo per raccontare la storia, trovare il tassello mancante, battere sul tempo la sempre più spietata concorrenza. Ma non è solo quello. <b>Quella storia non è come le altre. C'è lui, il suo vissuto, il suo nome.</b> C'è un passato doloroso che non è mai stato dimenticato, un evento violento che ha stravolto una vita intera insieme a quella verità che non è mai venuta a galla. Un diritto di sangue che ha tutta l'intenzione di far valere. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Cosa spinge davanti ad una serie un'allergica cronica alla letteratura seriale? <b style="background-color: #ffe599;">Gigi Paoli potrebbe essere la risposta più semplice ed immediata.</b> Dapprima la parte più emotiva. Gigi Paoli descrive Firenze in modo sublime mettendo sul piatto i pro e i contro di una città affascinante e contraddittoria con le sue luci e e le sue ombre a fare da contrappeso. <b>Sembra di essere lì, in quelle vie solitarie, a camminare a passo svelto sotto gli alberi delle Cascine, a perdersi in viuzze poco conosciute.</b> Poi c'è la parte più dinamica. Sapete, molti autori tentano la via del giallo/thriller/noir senza comprendere la cosa più importante: la coerenza. Gigi Paoli è stato per 15 anni responsabile della cronaca giudiziaria e la sua esperienza diretta si vive sulla pelle. Nulla viene lasciato al caso, ogni più piccolo risvolto evolutivo o anche la più leggera sfumatura <b>viene osservata, trattata, curata in vista del quadro d'insieme della storia.</b> Ogni tassello è già pensato al suo posto, sa esattamente dove andare, sta solo al lettore carpire tutti gli elementi, giocare con l'autore e tentare l'impossibile: anticipare la mossa finale. Ci sono riuscita? Ma figuriamoci. <b>La bellezza dei romanzi di Paoli sta tutta qui: la sorpresa delle ultime 10 pagine.</b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">E a quelle pagine sei ancorato dalla prima all'ultima parola. <b>Ma in questo quinto capitolo c'è qualcosa in più e quel qualcosa in più è proprio Carlo Alberto Marchi.</b> Un'attenzione chirurgica non solo al caso da risolvere, ma anche al padre che è (e Donata è un bel crostino da affrontare in piena fase ormonale), al figlio che è stato e all'uomo che sarà. Passato, presente e futuro capaci di creare un legame ancora più forte, quasi a doppio filo con il suo lettore che si emoziona, che sorride e si diverte (segnatevi pagina 63, ho riso fino alle lacrime), che comprende e si informa. <span><span style="background-color: white;">E io continuo a dirvelo in ogni chiusura oramai da cinque romanzi: fate la cosa giusta, leggetelo. Poi, ringraziatemi.</span><span style="background-color: #ffe599;"> </span></span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: right;"><span style="font-family: Satisfy;">Ringrazio la casa editrice per la copia cartacea del romanzo</span></div></div>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-88556052528471029882022-03-11T09:55:00.004+01:002023-09-30T14:29:46.443+02:00[ RECENSIONE ] La sua verità di Alice Feeney | Casa Editrice Nord<p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiXgmsvq2nClkCsbKqwXwlNnk-x15gKQctPcTQ-cq1mJJDqGw0rEBwGmLcgXnwqAMD1eTqxIzP-34cOXFr-LXxjJ0nkPCcf8XXbgSCJbDZBwjIY-Uk3ZJ54HFwWLwzSq0-Qk20weM8HohV2-H-iplgwbzHTuxGlgJSV06v8EffWaSYXvklW35Mx0w=s2240" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiXgmsvq2nClkCsbKqwXwlNnk-x15gKQctPcTQ-cq1mJJDqGw0rEBwGmLcgXnwqAMD1eTqxIzP-34cOXFr-LXxjJ0nkPCcf8XXbgSCJbDZBwjIY-Uk3ZJ54HFwWLwzSq0-Qk20weM8HohV2-H-iplgwbzHTuxGlgJSV06v8EffWaSYXvklW35Mx0w=s16000" /></a><br /></p><div style="text-align: center;"><b style="font-family: "Alegreya Sans";">LA SUA VERITA' </b><span style="font-family: "Alegreya Sans";">di Alice Feeney</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";">372 pagine | €19.00 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";">Casa Editrice Nord | </span><b style="font-family: "Alegreya Sans";"><a href="https://amzn.to/3J2Dd0H" target="_blank">Link Affiliato Amazon</a></b></div><p></p><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Il cadavere di una donna ritrovato in un bosco, con molteplici ferite d'arma da taglio e un braccialetto dell'amicizia legato attorno alla lingua. È la classica notizia di cronaca nera destinata a monopolizzare l'attenzione del pubblico, e l'esperta giornalista Anna Andrews dovrebbe essere entusiasta di seguire quel caso. Invece preferirebbe essere ovunque, piuttosto che lì. E adesso, in quel bosco, c'è la ragione per cui ha dovuto abbandonare tutto, la causa di tutte le sue sofferenze, un ricordo del suo passato che avrebbe preferito tenere sepolto. Se i pensieri potessero uccidere, dovrebbero arrestarla subito. Quando arriva sul luogo del delitto, il detective Jack Harper è convinto di sapere già cosa si troverà davanti. Invece gli basta lanciare un'occhiata alla vittima per rendersi conto che questo omicidio è diverso da qualsiasi altro su cui gli sia mai capitato d'indagare. Perché lui, quella donna, la conosceva bene. Jack è probabilmente l'ultima persona ad averla vista viva. Se i suoi colleghi lo scoprissero, lui diventerebbe l'indiziato numero uno. Ogni storia ha almeno due versioni. La versione di lui e la versione di lei.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="468" height="67" src="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Questa storia - come tutte le storie - ha due versioni. Quella di lei e quella di lui. <b>Quella di Anna e quella di Jack.</b> Il cadavere di una donna viene ritrovata nel bosco di Blackdown, un paesino straordinariamente tranquillo ad un paio di ore dalla metropoli londinese e sul posto accorrono proprio loro: una giornalista d'inchiesta - ex conduttrice televisiva della BBC - e il detective incaricato delle indagini.</div></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><b>La sua verità si apre al lettore come molti altri thriller con un omicidio da risolvere</b>, nulla di originale direte voi. Ebbene, in realtà tutti sembrano nascondere qualcosa, un dubbio o un senso di colpevolezza per quel dettaglio che viene sempre sottinteso e mai rivelato davvero. A cui si aggiunge un passato difficile da raccontare, poi flashback che possono anche dare fastidio per le immagini evocate e ancora quelle verità lontane, quasi sepolte, lasciate lì in attesa dell'inevitabile.<span><a name='more'></a></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.ibs.it/images/9788842933168_0_536_0_75.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="528" height="400" src="https://www.ibs.it/images/9788842933168_0_536_0_75.jpg" width="264" /></a></div>Alice Feeney è una delle poche firme thriller di cui non riesco a fare a meno. Il colpo di fulmine scattò con <a href="https://www.leggereinsilenzio.com/2017/09/recensione-ogni-piccola-bugia-di-alice.html" target="_blank">Ogni Piccola Bugia</a> - primo romanzo pubblicato in Italia - e vista la rarità della situazione ho sempre preteso qualcosa in più degli altri, mi attacco anche al più piccolo particolare, divento puntigliosa oltre misura e sì, anche un po' antipatica. <b>Con La sua verità non è andata diversamente, ovvio.</b> Siamo davanti ad un thriller che chiama ad una lettura vorace, famelica, veloce dove la pausa non è contemplata e ogni sprazzo di tempo libero lo passerete con quel libro tra le mani. <b>Il motivo?</b> <b>Sicuramente l'approccio stilistico adottato dalla Feeney.</b> Oltre ad una scrittura a mio avviso ideale per il genere trattato - i<i>stintiva, diretta, mai eccessivamente costruita, credibile ma non scontata</i> - questa volta la scrittrice ha giocato d'astuzia andando ad alternare i capitoli di una media di 5/6 pagine tra la versione di lei e quella di lui, concludendo ogni capitolo con un punto che, in realtà, nasconde una domanda e spingendo, in tal modo, il lettore a voler leggere anche quello successivo, e quello ancora, e ancora, e ancora. Così che in appena due giorni avrete oramai voltato l'ultima pagina. <b>Questa volta Alice Feeney lascia tutto il mano al suo lettore.</b> Non esiste un narratore esterno che potrebbe in qualche modo quasi spingerci verso una interpretazione a danno di un'altra. No, i capitoli sono tutti in prima persona. Sono proprio Anna e Jack a parlare, a riportare fatti e avvenimenti più o meno lontani, attraverso la loro voce assistiamo all'evolversi di una vicenda tutt'altro che chiara e cristallina. Sta a noi capire da che parte stare. Sta a te scegliere il colpevole.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b>Quindi, cosa non mi ha convinto questa volta?</b> A parte una scrittura molto lineare senza particolari virtuosismi che non sempre sarebbe un male in realtà, quello che a mente fredda mi ha lasciata un po' con l'amaro in bocca è stato proprio il finale. <b>Okay, a caldo mi ha sorpresa, devo ammetterlo.</b> Non mi aspettavo in toto quella evoluzione (anche se l'avevo in parte anticipata), ma a mente fredda devo dirvi che ho trovato quelle ultime pagine un po' stiracchiate, artificiose in parte, meno credibili di quanto avrei voluto e senza quella shock pieno, completo, a bocca aperta che mi aveva sempre colto nei libri precedenti.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Lo ripeto. È un romanzo godibilissimo, una lettura piacevole, un thriller che stuzzica la curiosità del lettore in modo automatico, naturale. Fa il suo lavoro, senza dubbio, ma non lo fa fino in fondo. Lo sapete, ve l'ho detto in apertura, nei thriller sono diventata molto, ma molto esigente. E questo è il risultato.</span></div>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-36796715260100536972022-02-28T08:00:00.037+01:002023-09-30T14:30:56.543+02:00[ RECENSIONE ] Lizzie di Shirley Jackson | Adelphi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg6AKNmHBHJXQc-0FDW8iZq3MDW6pxZEeSrvgbB4vINYDMZiPr2OWbD0ioTL1nvzI4SCuSG1LhEnaZkjvPdcSTeCjFophPAixg5vs6CYWSdXkrJhzueyDwB4jj76goz1DqnpANPFzOq1TSkWuIDJmDMh2ThzprhzJB0YlzwBXcaq09aHbZeBBmFkw=s2240" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg6AKNmHBHJXQc-0FDW8iZq3MDW6pxZEeSrvgbB4vINYDMZiPr2OWbD0ioTL1nvzI4SCuSG1LhEnaZkjvPdcSTeCjFophPAixg5vs6CYWSdXkrJhzueyDwB4jj76goz1DqnpANPFzOq1TSkWuIDJmDMh2ThzprhzJB0YlzwBXcaq09aHbZeBBmFkw=s16000" /></a></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b>LIZZIE </b>di Shirley Jackson</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">316 pagine | €12.00 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Adelphi | <b><a href="https://amzn.to/3sbQ6zI" target="_blank">Link Affiliato Amazon</a></b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span></div><p></p><span style="font-family: Alegreya Sans;"><div style="text-align: justify;">La protagonista, Elizabeth Richmond, ventitré anni, i tratti insieme eleganti e anonimi di una «vera gentildonna» della provincia americana, non sembra avere altri progetti che quello di aspettare «la propria dipartita stando il meno male possibile». Sotto un'ingannevole tranquillità, infatti, si agita in lei un disagio allarmante che si traduce in ricorrenti emicranie, vertigini e strane amnesie. Un disagio a lungo senza nome, finché un medico geniale e ostinato, il dottor Wright, dopo aver sottoposto la giovane a lunghe sedute ipnotiche, rivelerà la presenza di tre personalità sovrapposte e conflittuali. È solo l'inizio di un inabissamento che assomiglierà, più che a un percorso clinico coronato da un successo terapeutico, a una discesa amorale e spietata nelle battaglie angosciose di un Io diviso, apparentemente impossibile da ricomporre: tanto che il dottor Wright sentirà scosse le fondamenta non solo della sua dottrina, ma della sua stessa visione del rapporto tra l'identità e la realtà.</div><div style="text-align: justify;"><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="468" height="67" src="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Lizzie non era una lettura programmata, va detto. Forse più una seconda occasione. Quel 'dai, riproviamoci!' così tipico di un segno zodiacale testardo e permaloso come pochi a questo mondo (scorpione, ndr) che non accetta facilmente una sconfitta men che meno una reazione tiepida, soprattutto se (come in questo caso) tutti - ma proprio tutti, autore preferito compreso - sembrano aver amato alla follia Shirley Jackson.</div></div><div style="text-align: justify;"><b><br /></b></div><div style="text-align: justify;">Ehi, magari mi sono sbagliata io,<i> </i>mi sono detta mettendo le mani avanti con un pizzico di speranza e invece no. Io e la cara Shirley proprio non riusciamo a prenderci.<b> </b>Eppure le basi per qualcosa di molto buono c'erano tutte. E anche la tematica, mannaggia, mi ha sempre conquistato con una facilità così disarmante da essere quasi un rigore a porta vuota. Ma cosa è andato storto con la Jackson, allora?</div><div style="text-align: justify;">Citando la grande Mina potrei dire solo una cosa: parole, parole, parole.</div><div style="text-align: justify;"><span><a name='more'></a></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.ibs.it/images/9788845933189_0_536_0_75.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="511" height="400" src="https://www.ibs.it/images/9788845933189_0_536_0_75.jpg" width="256" /></a></div>Un romanzo che supera le 300 pagine con appena 6 capitoli di una media di 50/60 pagine l'uno. Giusto qualche numero per farvi capire la mia difficoltà: <span style="background-color: #ffe599;"><b>mi sono sentita letteralmente fagocitata da parole su parole e parole, molte volte ripetizioni, altre senza alcun fine evidente</b>.</span> La storia in sè era prometteva bene fin dalle prime battute, là dove si strizzava l'occhiolino ad un indagine della mente umana, questa volta al femminile. Lizzie è una ragazza un po' scialba, solitaria, senza particolari interessi o prospettive. Una persona di quelle a cui non faresti mai caso a meno di trovartela tra i piedi. È un pomeriggio di lavoro come molti altri quando Lizzie inizia a soffrire di pesanti e ricorrenti emicranie, forti mal di schiena e amnesie parziali che iniziano a preoccupare soprattutto l'onnipresente zia Morgen. Così viene affidata alle cure del dottor Wright, psicoterapeuta preparato e meticoloso, la cui diagnosi arriva presto e senza particolari fraintendimenti: <b style="background-color: #ffe599;">disturbo della personalità multipla o, nel suo caso, frammentata</b>. Dentro quel corpo così anonimo, infatti, convivono più entità che prenderanno possesso con tempistiche e modi diversi capaci di rivelare una realtà più oscura da affrontare di quanto si poteva immaginare. C'è la dolce e amabile Beth, ma anche la dispotica e autoritaria Betsy. Tutte spingono per uscire in superficie e guadagnare finalmente la loro unicità. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Purtroppo - ed è qui che hanno inizio le dolenti note -il risvolto psicologico della storia che mi avrebbe affascinata fin dal suo iniziale approccio <span style="background-color: #ffe599;"><b>è stato via via annullato da uno stile logorroico e pesante</b>, <b>capace di cancellare pagina dopo pagina ogni barlume di fascino e curiosità.</b></span> Quella luce che solitamente mi accompagna durante questo genere di lettura si è spenta inesorabilmente - aiutata da una parte centrale quasi insopportabile - sopraggiungendo un senso di noia e prevedibilità che - se non per un senso generale di dovere anche nei vostri confronti - mi avrebbe spinto a saltare con un bel scatto atletico (okay, si fa per dire) almeno un centinaio di pagine o di abbandonare Lizzie al suo inevitabile destino. Così sono andata avanti ( anche a causa di quella odiosa testardaggine che mi porto appresso di cui accennavo all'inizio) e a parte qualche risvolto interessante e un finale che sembra riprendersi decisamente troppo tardi non sono riuscita a trovare quello che speravo se non piccole, friabilissime briciole.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Quindi, no, mi sembra evidente, io e Shirley non riusciamo a trovarci, sintonia non pervenuta anche questa volta. E siamo a due. Ecco, credo che possa bastare, che dite?</div></span>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8121575691486877974.post-27200870916798445422022-02-18T08:00:00.003+01:002023-09-30T14:31:47.344+02:00[ RECENSIONE ] La bambina sputafuoco di Giulia Binando Melis<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjvWUPwNAKq82ALk6WOfiy2deF9az7LR1mK2XkQHRaq64nR_RHJaOLkzDqY1e3Q8v-lcaYYh421_diOWIIXBhpmjJOC5tWYm6Durq89NW67wyUjYdFfUmhMC9G5zdFTrR2qmLTs00wPDSNi7w6-nrxBY6eoPWZf3L4UA81UNzGKVUE3kg6X8YPOvg=s2240" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjvWUPwNAKq82ALk6WOfiy2deF9az7LR1mK2XkQHRaq64nR_RHJaOLkzDqY1e3Q8v-lcaYYh421_diOWIIXBhpmjJOC5tWYm6Durq89NW67wyUjYdFfUmhMC9G5zdFTrR2qmLTs00wPDSNi7w6-nrxBY6eoPWZf3L4UA81UNzGKVUE3kg6X8YPOvg=s16000" /></a><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b>LA BAMBINA SPUTAFUOCO </b>di Giulia Binando Melis </span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">336 pagine | €16.80 cartaceo</span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Garzanti | <b><a href="https://amzn.to/3gVyth2" target="_blank">Link Affiliato Amazon</a></b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><b><br /></b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;">Io mi chiamo Mina e mi piacciono molte cose: denti di leone, tonno in scatola, libri, ricotta, lucciole e soprattutto i draghi, e le fiamme che escono dalla loro bocca. I draghi nessuno li uccide, sono fortissimi e per questo io mi sento una di loro, infatti la prima volta che ho visto Lorenzo non mi sono neanche spaventata. Lui era infuriato, urlava forte e mi ha lanciato un'occhiataccia. Ma io lo so che era solo molto arrabbiato, come me. Stare qui non ci piace per niente e questo è stato un ottimo motivo per diventare amici. Insieme facciamo sul serio. Siamo davvero due brutti ceffi e di fronte a noi se la danno tutti a gambe, perfino la paura. Il nostro mondo ha le regole che abbiamo deciso: ci sono mostri dentro i laghi, gnomi che aspettano il diploma di magia, gocce d'acqua che diventano animali fantastici e licantropi che esistono davvero. Chi non ci crede noi non lo ascoltiamo perché nonostante quello che dicono gli adulti, questa non è immaginazione. Questa è la realtà. Quella migliore per mettere a punto il nostro piano segreto. Un piano di fuga coi fiocchi. Perché io e Lorenzo dobbiamo scappare. Andarcene via dall'ospedale dentro cui viviamo ormai da troppo tempo e raggiungere il mondo fuori. Perché quando rivedremo il cielo, ogni cosa cambierà. Perché quando siamo insieme non ci batte nessuno.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Alegreya Sans;"><br /></span><span style="font-family: Alegreya Sans;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="468" height="67" src="https://fontmeme.com/permalink/230220/3f7ad5875c8fe38a75d55983a4bf6ffd.png" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Quello che colpisce immediatamente di questo romanzo è la sua delicatezza. Un approccio che forse non ti aspetti considerato il tema centrale affrontato: quello della malattia, delle lunghe degenze in ospedale, di diagnosi che mai avresti voluto ascoltare, di nomi difficili anche solo da pronunciare e che ti si attaccano sulla pelle fin dentro alle ossa e ancora più in profondità.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span><a name='more'></a></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.ibs.it/images/9788811002093_0_536_0_75.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="786" data-original-width="536" height="400" src="https://www.ibs.it/images/9788811002093_0_536_0_75.jpg" width="273" /></a></div>Giulia Binando Melis in questo libro d'esordio mette una parte importante del suo passato, dando voce a quella bambina che ancora fa parte della sua vita. Inizialmente mi sono avvicinata alla storia di Mina come un'adulta, ragionando in un modo così lontano da questa fantasiosa narratrice e <b>mi sono trovata in difficoltà</b>. Non solo per la narrazione in prima persona e la voce narrante così giovane, ma soprattutto a causa di una scelta stilistica frutto di un approccio a cui non sono francamente abituata. <b> I discorsi diretti non presentano punteggiature, si susseguono in modo naturale e spontaneo alla parte narrativa</b> creando quasi un fiume in piena di parole che possono travolgerti, da un lato, ma <b>anche confonderti con il medesimo impatto</b>. Questo è effettivamente accaduto nella prima parte del romanzo, sbagliando completamente punto di vista. Solo quando ho compreso di dover lasciare entrare il mio io fanciullesco in questa lettura, infatti, sono riuscita a trovare quella sintonia che mi era mancata con la sua protagonista insieme alle sue inafferrabili fantasie, ai suoi colori fatti di mille e più sfumature, alle sue paure diverse da quelle del mondo adulto, ma non per questo meno importanti. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><b>La bambina sputafuoco è la storia di un'amicizia comune, ma straordinaria. </b>Mina e Lorenzo si incrociano per la prima volta nei corridoi dell'ospedale, lui decisamente burbero e impertinente, lei scioccata ma incuriosita. Il destino comune che li lega a quelle quattro mura, a piantane e flebo, a medicine sempre diverse, a chemioterapie che lasciano ben poche forze addosso fa il resto. Sono insieme in quella battaglia, fianco a fianco, <b>perchè in due si immagina meglio e quelle fragili urla così sovrapposte possono scacciare anche la più ostinata delle paure</b>. E con le loro voci conosciamo meglio personaggi come il signore del tonno o il temuto dottor Tozzi, ma anche la realtà delle famiglie di questi piccoli eroi. E ognuno ha il suo mondo accanto, ognuno porta con sè una reazione diversa, quasi opposta in alcuni casi, dinanzi ad una tragedia che non si può nemmeno immaginare e che affrontare sembra quasi impossibile a qualsiasi età. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><i><br /></i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";">Riprendendo per un attimo possesso delle mie facoltà da adulta e per un aspetto forse prettamente più anagrafico, non posso che sentirmi vicina alle madri e ai padri che si alternano in quei corridoi e in quelle asettiche camere di ospedale. Ed è palpabile - anche attraverso una visione da bambina - quel senso di impotenza e di amore sconfinato insieme a silenzi assordanti e a paure che sanno togliere il respiro, ma che in nessun modo possono prendere il sopravvento. Se per buona parte del romanzo la lettura è andata avanti senza particolari scossoni, è stato proprio il suo finale a consegnarmi la mazzata definitiva. <b>Quell'ultima manciata di pagine mi ha letteralmente stretto il cuore.</b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";">Non che non mi aspettassi quelle parole, anzi. </span><span style="font-family: "Alegreya Sans";">Sapevo che sarebbero arrivate ed ero anche pronta ad accoglierle, memore di pagine lette e fotogrammi passati su pellicole più o meno recenti. </span><span style="font-family: "Alegreya Sans";">A stupirmi, ancora una volta, è stata proprio l'immaginazione. Perché insieme alle parole sono arrivate le immagini, vivide, reali, in carne ed ossa. Leggevo e allo stesso tempo riuscivo a vedere quanto stava accadendo, <b>potevo figurarmi ogni espressione, ogni respiro, anche il più piccolo rumore.</b> Da un sorriso appena accennato ai pugni sbattuti sul vetro, dal fruscio di un camice al cigolio delle molle di un letto. <b>E quelle immagini sovrapposte a parole strozzate hanno creato qualcosa di autentico e bellissimo.</b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Alegreya Sans";"><br /></span></div><div style="text-align: right;"><span style="font-family: Satisfy;"><b>Ringrazio la casa editrice per la copia cartacea del romanzo</b></span></div>Leggere in Silenziohttp://www.blogger.com/profile/13865456696624379495noreply@blogger.com0