I FIGLI DI HURIN di J.R.R. Tolkien
340 pagine | €12.35 cartaceo
Bompiani | Link Affiliato Amazon
Hurin è un cavaliere, fraterno amico del suo re; è sposato con Morwen e ne ha avuto un primo figlio, Turin. Quanto Turin è ancora bambino, Hurin deve partire per combattere contro il perfido signore del male Morgoth, che prima lo cattura e poi lo tortura per farsi dire dove si sono rifugiate le truppe superstiti. Poichè Hurin resiste, il signore del male lo minaccia: se non confesserà, a pagare sarà la sua famiglia. Per fortuna, nel frattempo, la saggia Morwen decide di allontanare Turin e lo manda da un re amico, Thingol. Turin cresce e a diciassette anni si sente pronto per diventare anche lui cavaliere e andare alla ricerca di suo padre. Unendosi ad una banda, Turin si mette in viaggio e fra scorribande, assalti a tradimento e avventure di ogni genere, riesce a sfuggire agli uomini di Morgoth che lo inseguono di regno in regno. Dopo essersi rifugiato presso un altro re, Turin arriva allo scontro finale.
Girando per il web - qualche ora fa - mi sono imbattuta in una frase che racchiude perfettamente la la mia attuale difficoltà: Tolkien non si recensisce! Come non essere d'accordo? E' difficile descrivere a parole un'opera che è per sua stessa definizione complessa ed articolata; pensate un po' quanto sia ostico, impervio ed assolutamente complicato recensirla?
I Figli di Hurin è un'opera postuma costruita interamente sugli appunti e note sparse lasciate da Tolkien. Un romanzo ambientato in un'epoca fantastica molto lontana da quella di Frodo e dell''unico anello. Quello che viene raccontato sono le gesta di un giovane uomo (Turin figlio di Hurin) costretto a vivere lontano dalla sua famiglia, cresciuto dagli elfi e che - forse per tale ragione - non si è mai sentito parte di quel loro mondo e della loro peculiare cultura. I vari personaggi che si succedono nella lettura sono trattati con rispetto e dovizia di particolari e anche i più marginali sono presentati al lettore con attenzione e cura, senza lasciare nulla al caso o di non detto, come se ogni esistenza fosse basilare ed essenziale al proseguo della storia. Ritroviamo la magia del mondo elfico. Così profondo e misterioso, unico ed emblematico. Riviviamo anche la debolezza degli uomini con le loro paure e le loro incertezze, con i loro difetti e le loro iniquità, con i loro errori e la persistente bramosia di conquiste.
E' un romanzo che non manca di sconvolgere e di meravigliare al tempo stesso, soprattutto per chi conosce la storia di Tolkien, il suo credo e le sue convinzioni. Pur nella sua complessità stilistica, Tolkien riesce perfettamente a catturare il suo lettore, senza perdere di vista il traguardo finale, senza mai allontanarsi dal quel ritmo narrativo che accompagna il visitatore fin dalle primissime pagine.
l'ho letto anch'io qualche anno fa anche se non è proprio il mio genere, ma è diventato uno dei miei romanzi preferiti (nonostante il finale traumatico)! *^*
RispondiEliminaLetto e anche il Silmarillion, tutti i libri di Tolkien meritano di essere letti!
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