LA BAMBINA E IL NAZISTA di Franco Forte e Scilla Bonfiglioli
306 pagine | 19.00€ cartaceo
Mondadori | Link Affiliato Amazon
Germania, 1943. Hans Heigel, ufficiale di complemento delle SS nella piccola cittadina di Osnabrück, non comprende né condivide l'aggressività con cui il suo Paese si è rialzato dalla Prima guerra mondiale; eppure, il timore di ritorsioni sulla propria famiglia e la vita nel piccolo centro, lontana dagli orrori del fronte e dei campi di concentramento, l'hanno convinto a tenere per sé i suoi pensieri, sospingendolo verso una silenziosa convivenza anche con le politiche più aberranti del Reich. Più importante è occuparsi della moglie Ingrid e, soprattutto, dell'amatissima figlia Hanne. Fino a che punto un essere umano può, però, mettere da parte i propri valori per un grigio quieto vivere? Hans lo scopre quando la più terribile delle tragedie che possono capitare a un padre si abbatte su di lui, e contemporaneamente scopre di essere stato destinato al campo di sterminio di Sobibór. Chiudere gli occhi di fronte ai peccati terribili di cui la Germania si sta macchiando diventa d'un tratto impossibile, soprattutto quando tra i prigionieri destinati alle camere a gas incontra Leah, una bambina ebrea che somiglia come una goccia d'acqua a sua figlia Hanne. Fino a che punto un essere umano può spingersi pur di proteggere chi gli sta a cuore? Giorno dopo giorno, Hans si ritrova a escogitare sempre nuovi stratagemmi pur di strappare una prigioniera a un destino già segnato, ingannando i suoi commilitoni, prendendo decisioni terribili, destinate a perseguitarlo per sempre, rischiando la sua stessa vita.
Non posso nascondervi la mia difficoltà in questo momento. Succede ogni anno, in effetti. Pur trovandomi molto spesso davanti a romanzi di fantasia, quello che viene narrato si basa sempre su fatti storici incontrovertibili ed innegabili per loro stessa natura. Il dolore inimmaginabile di quanto descritto e l'aberrazione umana che traspare da ogni singola parola ti colpisce in pieno, lasciandoti senza fiato e con una sensazione di rabbia, frustrazione ed impotenza senza soluzione. Così, ancora oggi, si rischia che l'indifferenza come allora porti violenza, odio e discriminazione verso chi di nulla era colpevole se non di essere nato dalla parte sbagliata del mondo.
La memoria è necessaria perché le cose che si dimenticano possono ritornare!