LA GEMELLA SILENZIOSA di S.K. Tremayne
307 pagine | €10.90 cartaceo
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Sarah piace il silenzio assoluto della sera che avvolge l'isola di Skye. Le piace muoversi piano nella penombra e accarezzare delicatamente i biondi capelli della sua bambina di sette anni, Kirstie, che si è appena addormentata. Mentre osserva le sue manine che stringono il cuscino, Sarah ripensa a quando quelle mani si stringevano a quelle, identiche, della sorella gemella Lydia. Niente le distingueva: stesse lentiggini, stessi occhi azzurro ghiaccio, stesso sorriso giocoso. Ma, un anno prima, Lydia è morta improvvisamente e ha lasciato un vuoto così grande che ha costretto Sarah e la sua famiglia a fuggire da tutto e da tutti su quell'isola spersa nel mare di Scozia. Lì, tra scogliere impervie e cieli immensi, Sarah sente che lei, la bambina e suo marito Angus potranno forse ritrovare la serenità. Eppure, mentre si avvicina l'inverno, Kirstie è sempre più strana. Diventa silenziosa, riflessiva, improvvisamente interessata a cose che prima non amava. Cos'è successo davvero il giorno in cui una delle gemelle è morta?
Da figlia unica sono sempre rimasta affascinata dal rapporto quasi simbiotico che lega due fratelli e dalla loro automatica complicità che, in moltissime occasioni, soprattutto durante la mia infanzia, mi ha fatto sentire a disagio ed inevitabilmente esclusa. Una simbiosi che diventa praticamente assoluta e che è facilmente percepibile fin dal primissimo approccio con la sua trama: fredda, dolorosa, diretta e glaciale. Lydia e Kirstie sono l'una l'esatto riflesso dell'altra. Non esiste alcuna differenza fisica che possa distinguerle se non alcune minime peculiarità caratteriali che diventano oggetto di un gioco infantile.
Un vero e proprio scambio d'identità che condurrebbe ogni genitore al limite della pazzia e dell'inevitabile imbarazzo. Un gioco che, ben presto, si trasformerà in una auto-distruttiva e cruda realtà, conseguenza di un tragico scherzo del destino e della morte prematura di una delle adorate figlie dei coniugi Moorcroft.
Mamma, perché continui a chiamarmi Kirstie? Io sono Lydia. Kirstie è morta, non io.