[ RECENSIONE ] Perchè hai paura? di Jérôme Loubry | SEM

PERCHE' HAI PAURA? di Jérôme Loubry
345 pagine | €19.00 cartaceo

1986, Normandia. Sandrine Vaudrier, una giovane giornalista, apprende che la nonna materna Suzie, che non ha mai conosciuto, è morta e le ha lasciato in eredità tutti i suoi averi. Deve quindi svuotare la sua casa, dove viveva da sola, su un’isoletta poco distante dalla costa atlantica. Quando arriva sull’isola, grigia e fredda, Sandrine scopre che è abitata soltanto da quattro anziani organizzati quasi in un’autarchia. Tutti descrivono sua nonna come una persona cordiale e affascinante. Tuttavia, l’atmosfera è strana in quel luogo... In poche ore Sandrine si rende conto che gli abitanti nascondono un segreto. Qualcosa o qualcuno li terrorizza. Ma allora perché nessuno di loro lascia mai l’isola? Cosa è successo ai bambini della colonia nata dopo la guerra e chiusa nel 1949? Chi era veramente sua nonna? Sandrine verrà ritrovata pochi giorni dopo mentre vaga su una spiaggia con i vestiti coperti di sangue non suo...


Cosa ho letto? Cosa diamine ho letto? Forse vi sembrerà strano, ma questo romanzo mi ha lasciato essenzialmente senza parole. Non me lo aspettavo, questo è il punto. Sì, okay, avevo letto qualche opinione entusiasta, ma con thriller pieni di recensioni meravigliose ultimamente non è che sia andata proprio benissimo. Così, un po' titubante e un po' (tanto) speranzosa ho iniziato a leggere le prime venti pagine, e poi altre venti, e altre venti ancora. Signori e signore della giuria, ci siamo, lo abbiamo scovato. Non è stato facile, ci sono stati intoppi, qualche delusione, ma lo abbiamo trovato: un thriller psicologico che più psicologico di così non era francamente possibile. Mi sono innamorata, è ufficiale.

Vi avverto è inutile che cerchiate notizie [...] o che scaviate nella memoria per tentare di ricordare qualcosa.
Non c'è traccia da nessuna parte. E al termine della lezione capirete perché.
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[ RECENSIONE ] Anna di Kleve - La regina dei segreti di Alison Weir


ANNA DI KLEVE - LA REGINA DEI SEGRETI di Alison Weir
532 pagine | €19.00 cartaceo

Kleve, 1530. Come ogni estate il Duca Giovanni III ha condotto la sua consorte e i loro figli alla Schwanenburg, la maestosa fortezza che sorge in cima a una ripida altura di roccia dalla quale domina le acque impetuose del Reno e la città di Kleve. Quel giorno si uniranno a loro per una breve visita lo zio Otho von Wylich, signore di Gennep, sua moglie Elisabeth e Otho, il figlio bastardo. Non appena il giovane Otho von Wylich scende dal cocchio, alla quattordicenne Anna quasi si ferma il cuore: con i capelli castani ondulati, gli zigomi alti e gli occhi allegri, Otho esercita un’attrazione irresistibile sulla cugina, sebbene dall’età di undici anni Anna sia ufficialmente fidanzata con Francesco, futuro Duca di Lorena. Ma l’amore non è forse una sorta di follia che spinge ad agire senza senno, come Anna ha appreso ascoltando i pettegolezzi di dame e domestiche? Anni dopo, Anna è una giovane donna con l’animo gravato da un doloroso segreto. Dopo la morte del padre, suo fratello Guglielmo ha assunto il ruolo di duca, dichiarando che, fino alle nozze, le sorelle condurranno un’esistenza ritirata. Ma dalla rottura del fidanzamento con Francesco, avvenuta quattro anni prima, per Anna non sembrano esserci prospettive di matrimonio all’orizzonte: ha ventitré anni, ormai, e nessun altro principe ha chiesto la sua mano. Un giorno, però, a farsi avanti è un pretendente che non può essere rifiutato: re Enrico VIII, il sovrano d’Inghilterra al centro dei pettegolezzi di tutte le corti del mondo cristiano.


A fare la parte del leone - e a salvare le sorti - in questo quarto romanzo della serie dedicata alle mogli di Enrico VIII è senza ombra di dubbio la scrittura meravigliosa, coinvolgente ed accurata di Alison Weir. Il resto, ahimè, si perde completamente. A partire da quella che avrebbe dovuto essere l'assoluta, incontrastata e nuova protagonista femminile, Anna di Kleve. Di lei ricordo due cose su cui per conformazione femminista difficilmente potrei soprassedere: un'ingenuità costante che - a lungo andare - risulta essere impresa ardua da giustificare e un carattere accomodante e remissivo al punto da dare quasi noia. Non la prima ad esserlo, in effetti. Ma con Caterina ho cercato - con molto sforzo - di comprendere la sua motivazione spinta da quell'amore così profondo ed incondizionato (per nulla meritato) per il giovane, fugace e farfallino Enrico. Ma qui cosa abbiamo? Affetto, rispetto, un qualche piacevole movimento tra le regali lenzuola? Spoiler alert: il vuoto totale. Niente, nada, lo zero assoluto.
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