LA VITA SEGRETA E LA STRANA MORTE DELLA SIGNORINA MILNE di Andrew Nicoll
351 pagine | €17.50 cartaceo
1912. Broughty Ferry. Il romanzo ci trasporta immediatamente in un piccolo sobborgo della città di Dundee, in Scozia. In un'epoca dove la moderna tecnologia sembra più una fantasiosa utopia che una prossima realtà e dove, tra le ambientazioni incontaminate dalla contemporanea civiltà, a fare da padrona sembra proprio essere quella piena consapevolezza di totale appartenenza al luogo e alle sue condizioni, viene ritrovato il corpo senza vita della Signorina Milne, vittima di un brutale assassinio quanto inspiegabile assassinio. Ma chi è la Signorina Milne? Questo è il quesito che il lettore continuerà a porsi per tutta la durata della narrazione. Di lei sappiamo solo quanto fosse stimata ed apprezzata dai suoi concittadini ed, in egual modo, vista con estrema diffidenza per le sue particolari stramberie e disdicevoli atteggiamenti che ben non si accostavano ad una donna di tale di spessore sociale e di un età non più propriamente sbarazzina. Fin dalle prime pagine di questo romanzo, assistiamo alle numerose contraddizioni investigative che abbracceranno gran parte della sua narrazione, figlie di un'epoca retrograda e diffidente verso il prossimo ed in particolare verso ogni ipotetico forestiero. Ed è proprio grazie alle indagini scaturite dal ritrovamento del corpo della malcapitata che inizieremo a conoscere i singoli protagonisti di questa quanto mai emblematica vicenda.
Il capo di polizia Sempill è il comandante del nucleo investigativo di Broughty Ferry che, malgrado le sue iniziali intenzioni, si ritrova al centro dell'interesse mediatico e non dell'omicidio della Signorina Milne, sentendosi personalmente chiamato a combattere una guerra in prima linea; una guerra che deve necessariamente vincere, qualunque siano i mezzi da adottare, qualunque sia il prezzo da pagare e, soprattutto, qualunque sia il colpevole da consegnare alla giustizia. E' un uomo che si lascia eccessivamente trasportare dagli eventi e che non rappresenta affatto quella personalità forte e di polso che ci si aspetterebbe in determinate circostanze e in particolari ruoli; debolezze e presunzioni che lo condurranno a commettere grossolani errori e a voler trasformare indizi sommari in quelle prove a lungo bramate, ma di evidente dubbia veridicità. L'ispettore Trench viene chiamato ad affiancare la polizia locale nel districarsi dai numerosi sospetti e indizi che verranno rilevati sulla scena del crimine, ma che non sembrano sufficienti ad indirizzare gli inquirenti verso una facile ed immediata soluzione.
Trench si presenta come una sorta di alter-ego di Sempill. Come la voce di quella coscienza che sembra proprio non venir mai ascoltata, nè tanto meno messa in discussione. Sempre pronto a rimettere le parole in fila, a ricostruire frasi ed avvenimenti e, in certi casi, a riportare il capo di polizia con i piedi ancorati a terra. Un compito tutt'altro che facile ed un compito che porterà lo stesso Trench a mettere in dubbio la sua pregressa professionalità ed i casi risolti in passato con estrema facilità e forse con quella stessa superficialità che sembra prendere il sopravvento nel suo egocentrico collega. Il Sergente Frazer è la voce narrante del romanzo. Uno zelante e sempre attento grillo parlante che permetterà al lettore di venire a stretto contatto con ogni personalità, ogni avvenimento ed ogni più piccola sfaccettatura che conquisterà il suo naturale spazio nell'intricato filo logico della narrazione.
Attraverso la penna fresca e diretta di Andrew Nicoll ci sembrerà quasi di percorrere, passo dopo passo, ogni singolo avvenimento del complicato progredire investigativo dei nostri protagonisti. Riusciremo con il tempo ad immedesimarci in ogni loro singolo aspetto, tentando infine di comprenderne anche i naturali difetti e i controversi atteggiamenti che troveranno il loro naturale epilogo con il presentarsi della parola fine. Affascinanti sono indubbiamente anche le ambientazioni che circondano la vicenda. Sempre grazie all'autenticità del talento di questo autore, ci sembrerà quasi di respirare quella pungente brezza scozzese e di percorrere quelle strade un po' spartane rese tali dalla mancata contaminazione del continente.
Quello che è mancato,invece, è quel necessario guizzo adrenalinico che sono riuscita a percepire in parte solo durante la lettura frenetica e vorace dell'epilogo narrativo. Un epilogo che lascia indubbiamente esterrefatti, senza fiato. Una conclusione che rende giustizia ad un romanzo che merita di essere letto.
Ringrazio la casa editrice per la copia cartacea del romanzo