[ RECENSIONE ] Malvagio fino all'osso di Tony J. Forder | Nua

MALVAGIO FINO ALL' OSSO di Tony J. Forder
404 pagine | €15.00 cartaceo
NUA Edizioni | Link Affiliato Amazon

Tra i boschi di Peterborough, nella contea del Cambridgeshire, vengono rinvenuti i resti di uno scheletro. L’ispettore James Bliss e l’agente Penny Chandler investigano sul caso e scoprono che la vittima, una giovane donna, è stata spostata dal luogo di sepoltura originale. Un testimone è convinto che una ragazza sia stata investita da un’auto nella lontana estate del 1990, e che la polizia sia intervenuta. Tuttavia, non esiste documentazione relativa all'incidente o alla presunta vittima. Mentre il caso progredisce, un paio di agenti in pensione vengono uccisi. I due avevano legami con dei colleghi che erano in servizio al momento della segnalazione di un incidente stradale. Bliss e Chandler, indagando, scavano più a fondo e cominciano a chiedersi se alcuni ufficiali di alto grado possano essere coinvolti nell'omicidio della giovane donna sepolta nei boschi. Ogni anello della catena subisce pressioni, compreso l’ispettore, che si scontra con i superiori e i media. Quando la sua squadra riceve avvertimenti mirati, Bliss dovrà decidere se mollare il caso o perseguire i responsabili. Abbandonerà, in modo da non danneggiare la propria carriera, oppure lotterà a ogni costo? Ed è possibile che il killer sia molto più vicino di quanto i due immaginino?
Potrei indovinare cosa state pensando - Oddio no, un altro thriller poliziesco - e sarei anche d'accordo con voi se non fosse che Malvagio fino all'osso di Tony J Forder risponde solo in piccolissima parte a questo specifico genere. Indubbiamente troverete uomini in divisa alle prese con un caso da riportare alla luce e con un colpevole da spedire dietro le sbarre, ma questo è solo il preambolo (che mi sento anche di saltare avendo già sicuramente letto la trama) capace di condurre il lettore al centro di una scena in continua evoluzione. E quella sensazione di pungente confusione che percepirete durante la lettura è cosa del tutto naturale, non combattetela perchè ne uscirete sconfitti. 

Un senso familiare di attesa era in agguato nel suo stomaco. 

È esattamente l'attesa quella che accompagna il lettore lungo il tortuoso percorso fatto di silenzi e mezze verità al fianco dell'ispettore Bliss e dell'agente Chandler. Quello che sarebbe potuto essere il più classico dei cold case - un caso rimasto sepolto per anni - viene a trasformarsi in qualcosa di molto più complesso, enigmatico e pericoloso. Un gioco di specchi ed illusioni, di carte voltate e assi nella manica che saranno svelati con la giusta parsimonia, tassello dopo tassello.
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[ RECENSIONE ] La casa delle voci di Donato Carrisi | Longanesi

LA CASA DELLE VOCI di Donato Carrisi
397 pagine | €22.00 cartaceo

Pietro Gerber non è uno psicologo come gli altri. La sua specializzazione è l'ipnosi e i suoi pazienti hanno una cosa in comune: sono bambini. Spesso traumatizzati, segnati da eventi drammatici o in possesso di informazioni importanti sepolte nella loro fragile memoria, di cui polizia e magistrati si servono per le indagini. Pietro è il migliore di tutta Firenze, dove è conosciuto come l'addormentatore di bambini. Ma quando riceve una telefonata dall'altro capo del mondo da parte di una collega australiana che gli raccomanda una paziente, Pietro reagisce con perplessità e diffidenza. Perché Hanna Hall è un'adulta. Hanna è tormentata da un ricordo vivido, ma che potrebbe non essere reale: un omicidio. E per capire se quel frammento di memoria corrisponde alla verità o è un'illusione, ha disperato bisogno di Pietro Gerber. Hanna è un'adulta oggi, ma quel ricordo risale alla sua infanzia. E Pietro dovrà aiutarla a far riemergere la bambina che è ancora dentro di lei. Una bambina dai molti nomi, tenuta sempre lontana dagli estranei e che, con la sua famiglia, viveva felice in un luogo incantato: la «casa delle voci».
Donato mi hai fregata, di nuovo. È trascorso quasi un anno dalla sua ultima lettura e mi ritrovo nuovamente qui ad osservare una pagina bianca con in testa quell'immancabile frase finale capace di gettare dubbi che lasciare certezze. Ma noi questa cosa piace troppo, ammettiamolo.

Se scorrendo le prime righe di La casa delle voci vi aspettate di trovare una storia di sangue e omicidi freschi da svelare, rimarrete delusi. Nulla di tutto questo è presente nella storia narrata da Carrisi perchè nulla di tutto questo è effettivamente necessario per stuzzicare la mente del suo lettore, per spingere ancora oltre l'asticella di pura follia umana a cui ci ha sempre piacevolmente deliziati.

Pietro Gerber è conosciuto come l'addormentatore di bambini, uno psicologo che utilizza l'ipnosi per addentrarsi nella mente e nei ricordi dei suoi piccoli pazienti. Quando alla sua porta si presenta una donna adulta - Hanna Hall - arrivata da oltre oceano con un passato doloroso da riportare alla luce la sua prima reazione è di sorpresa e diffidenza.

Riuscirà a riportare a galla quella bambina? Quali ombre si celano dietro quegli occhi di ghiaccio?
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[ RECENSIONE ] L'anno in cui imparai a leggere di Marco Marsullo | Einaudi

 L'ANNO IN CUI IMPARAI A LEGGERE  di Marco Marsullo
200 pagine | €18.00 caraceo

Niccolò ha venticinque anni ed è innamorato perso di Simona. Così quando lei, bella e inquieta, parte mollandogli suo figlio Lorenzo, lui decide di prendersene cura, sebbene quel moccioso di quattro anni non lo abbia mai accettato e di notte lo sbattesse puntualmente fuori dal letto. Niccolò non ha mai fatto il padre, e non sa come gestire capricci, routine, amichetti che giocano a fingersi d’improvviso morti e primi batticuori. In più, a complicare le cose, ci si mette anche il padre naturale. Riccioli scompigliati e chitarra in spalla, è arrivato dall'Argentina per incontrare il piccolo, e si è installato in casa senza alcuna intenzione di andarsene. Innamorati della stessa donna, lui e Niccolò si detestano, e il bambino non riconosce un ruolo a nessuno dei due. Eppure, giorno dopo giorno, tra litigi e partite a pallone, pigiama party e impreviste abitudini, questi tre “ragazzi” abbandonati imparano a sorreggersi insieme contro il mondo.
Come fai a piangere per un libro? Scommetto che alcuni di voi (almeno una volta) si sono sentiti rivolgere questa fatidica domanda, magari con un tono marcatamente sarcastico e quel sorrisetto fastidioso di chi sa di essere normale al cospetto di un alieno travestito da essere umano. Ben felice di essere l'alieno, mi pare ovvio. E per nostra fortuna (del mondo extraterrestre) esistono scrittori come Marco Marsullo che riescono a trafiggere in poco più di duecento pagine ogni parvenza di difesa, che sembrano conoscerci da sempre e sanno entrare in contatto con la parte più nascosta, quella che batte all'unisono, che si emoziona, che piange (e che singhiozza pure).
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[ RECENSIONE ] Kill Creek di Scott Thomas | Rizzoli

KILL CREEK di Scott Thomas
501 pagine | €19.00 cartaceo

In fondo ad una strada sterrata sorge la casa delle sorelle Finch. Per molti anni è rimasta vuota, abbandonata, soffocata dalle erbacce. Adesso la porta sta per essere riaperta. Ma qualcosa, o qualcuno, aspetta nel profondo delle sue ombre, e non vede l’ora di incontrare i suoi nuovi ospiti. Quando Sam McGarver, autore di best seller horror, viene invitato a trascorrere la notte di Halloween in una delle case infestate dai fantasmi più famosa del mondo, accetta con riluttanza. Se non altro, non sarà solo: con lui ci saranno altri tre acclamati maestri del macabro, scrittori che come lui hanno contribuito a tracciare la mappa moderna di quel genere letterario. Ma quella che inizia come una trovata pubblicitaria si trasformerà in una vera e propria lotta per la sopravvivenza. L’entità che hanno risvegliato li segue, li tormenta, li minaccia, fino a farli diventare parte della sanguinosa eredità di Kill Creek.
Se vi è capitato di fare un salto sul profilo instagram avrete certamente notato nella biografia (in quella parte dedicata ai generi letterari preferiti) la presenza della parola horror e - facendo due calcoli - le mie letture si possono effettivamente contare sulle dita di mezza mano. Ecco perchè - spinta da recensioni entusiastiche tra un misto di terrore ed espresse incapacità di addormentarsi - mi sono lasciata vincere dalla curiosità di scoprire il nuovo romanzo di Scott Thomas, Kill Creek, appunto.

Ebbene, non ci siamo. Ancora una volta (mio malgrado) mi trovo ad essere una vocina insistente fuori dal coro. Partiamo da un assunto semplice, diretto e lineare: Kill Creek non è un horror, parliamoci chiaro. O meglio, penso che la sua appartenenza o meno al genere menzionato sia direttamente proporzionale al background letterario del suo lettore. Avendo letto alcuni King del calibro di Shining o It ed avendo amato un classico come L'esorcista, credo fermamente che questo romanzo si trovi decisamente ad un gradino inferiore per caratteristiche ed intensità. Così come è accaduto troppo spesso in campo cinematografico, leggendo Kill Creek ho visto crollare le mie iniziali aspettative una dopo l'altra con uno schianto sonoro che non lasciava presagire nulla di buono.
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