Per Vani Sarca fare la ghostwriter è il lavoro ideale perché così può sfruttare al meglio il suo dono di capire al volo le persone, di anticipare i loro pensieri, di ricreare il loro stile di scrittura. Una capacità intuitiva innata che fa molto comodo all’editore per cui Vani lavora. Persino un commissario di polizia si è accorto delle sue doti e ha chiesto la sua collaborazione. E non uno qualsiasi, bensì Romeo Berganza, la copia vivente di Philip Marlowe: fascino da vendere, impermeabile beige e sigaretta sempre in bocca. Sono mesi ormai che Vani e Berganza investigano a braccetto. Ma tra un’indagine e l’altra qualcosa di più profondo sembra unirli: altrimenti Vani non saprebbe come spiegare i crampi allo stomaco che sente ogni volta che sono insieme. Eppure la vita di una ghostwriter non ha nulla a che fare con un romanzo rosa, l’happy ending va conquistato, agognato, sospirato. E il nuovo caso su cui Vani si trova a lavorare è molto più personale di altri: qualcuno minaccia di morte Riccardo, il suo ex fidanzato.
Ho iniziato a leggere La scrittrice del mistero di Alice Basso un secondo netto dopo aver riposto sul comodino - tra copiose lacrime singhiozzanti già raccontate nella mia ultima recensione - il nuovo romanzo di Susanna Casciani e, chiaramente in preda ad un episodio lampante di schizofrenia letteraria, mi sono ritrovata a ridere, ma a ridere di gusto. Insomma, quel genere di risata che ti riempie la gola ed arriva fino al cuore: per fortuna che esisti tu, Vani Sarca.
Questa volta ripartiamo esattamente da dove ci eravamo lasciati e non ve lo posso dire. Questo romanzo è un autentico campo minato di spoiler, ve l'assicuro. E non esiste qualcosa di più complesso per quanti sono chiamati a parlarvi di un libro se di questo, in realtà, si possa effettivamente dire molto poco. Quindi, circumnavigando la questione, ci troviamo davanti ad una Vani Sarca ironica e sarcastica, ma sorprendentemente felice. Alle prese, in effetti, con costanti crampi particolarmente fastidiosi, ma che lasciano scoperti cuore e nervi, creando un livello di immedesimazione pressochè totale. Come è ovvio, d'altronde, che anche in questo quarto capitolo non mancheranno le difficoltà, l'inacidito zampino di un beffardo destino e qualche inevitabile rottura di palle!
Piacere alla gente non è esattamente il mio forte.
D'altra parte, nemmeno il forte della gente sembra essere piacere a me.
Questioni che, nello specifico, possono essere ricondotte a per nulla velate minacce recapitate a qualcuno che, non troppo in fondo, se lo è effettivamente meritato - della serie la fortuna è cieca, ma il karma ci vede benissimo - e una nuova sfida editoriale che costringe Vani alle prese con un'improbabile quanto scontato, viscido ed incomprensibilmente letto scrittore di thriller. E qui, Vani, hai avuto proprio tutta - e sottolineo tutta - la mia comprensione.
Ci troviamo davanti ad un romanzo che è esaltante conferma di un talento narrativo capace di coinvolgere ed appassionare, creando una tale dipendenza da risultare pressoché irresistibile. E, se aveste ancora qualche dubbio, sappiate che Alice Basso nel panorama italiano non ha eguali. Vani Sarca è tutto quello che ho sempre cercato in un personaggio femminile - e gran parte di ciò che sono e una piccola parte di quello che ho sempre voluto essere. Dotata di un sarcasmo pungente e tendente al vetriolo e capace di sfoderare la battuta giusta al momento propizio, la signorina Sarca racchiude sotto una scorza in apparenza dura ed impenetrabile un fascino irresistibile ed una fragilità che sa sorprendere, senza forzature. È anticonvenzionale, schietta e un po' scurrile a volte, ma, in fondo, è risaputo che dietro ad ogni signorina si nasconde un perfetto scaricatore di porto.
Alice Basso dimostra di saper giocare con le molte sfaccettature narrative che si affacciano impertinenti durante la lettura, miscelando elementi diversi che, una volta scivolati sotto la sua penna, si trasformano in un quadro affascinante, divertente e francamente irresistibile. Ci sono schizzi di un giallo intenso come è il mistero che Vani è chiamata a risolvere insieme all'aitante Commissario Berganza. Ci sono piccole sfumature di rosa che si scontrano - a volte in modi imprevedibili - con il nero antrace della nostra imperturbabile protagonista. Ci sono, infine, curiose tonalità che sanno di conferma e di rassicurante quotidianità in grado di rappresentare una storia corale pungente ed ammaliante, capace di stuzzicare l'attenzione del suo lettore senza mai mollare la presa, nemmeno per un istante.