[ RECENSIONE ] La bambina nel buio di Antonella Boralevi

LA BAMBINA NEL BUIO di Antonella Boralevi
594 pagine | €20.00 cartaceo
Baldini&Castoldi | Link Affiliato Amazon

1985. In una splendida villa della campagna veneta, Paolo e Manuela festeggiano i loro venti anni di matrimonio. Hanno una bambina dolcissima di undici anni, Moreschina. Tutta la buona società di Venezia è accorsa alla loro festa. Camerieri in guanti bianchi, champagne nei calici di cristallo, danze, flirt, pettegolezzi, allegria. Eppure, dentro la gioia, vibra una nota di inquietudine. Un’ansia che cresce a ogni pagina. La festa finirà con una tragedia indicibile. 32 anni dopo, una inglesina di trent’anni, Emma Thorpe, sbarca a Venezia. Si porta dietro un segreto. E finisce in un Palazzo sul Canal Grande, che nasconde più segreti di lei. Il proprietario è il Conte Bonaccorso Briani. Un uomo durissimo, solitario e misterioso. Il destino mette sulla strada di Emma un seducente commissario siciliano, incallito sciupafemmine. Indagano insieme in una Venezia affascinante e insolita, avvolta dalla nebbia, frustata dalla pioggia di novembre. In un crescendo di tensione e colpi di scena, il mistero di tanti anni prima trova finalmente soluzione. È il mistero del buio che tutti ci abita.
La bambina nel buio di Antonella Boralevi penetra in modo convincente e particolarmente intenso nei meandri più oscuri ed invalicabili della mente umana. Quei luoghi a cui accedere sembra essere quasi impossibile e da cui - per personale sopravvivenza - preferiamo stare lontani, se non fossimo lettori dotati di un'assidua ed irrefrenabile curiosità. Ebbene, in questo romanzo troverete quegli elementi che danno piena ragione ad un genere non facile, ma affascinante in modo inevitabile.
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[ RECENSIONE ] Il respiro delle anime di Gigi Paoli | Giunti


IL RESPIRO DELLE ANIME di Gigi Paoli
416 pagine | €15.00 cartaceo

E' una torrida mattinata di luglio, le scuole sono ormai chiuse e sulle strade semi deserte di Firenze e dintorni è calato un silenzio irreale, ma Carlo Alberto Marchi, tenace cronista e instancabile padre-single, continua inesorabilmente a svegliarsi alle sette e dieci. Non resta che mettersi in viaggio verso ''Gotham City'', l'avveniristico Palazzo di Giustizia nella periferia della città - nonché uno dei dieci edifici più brutti del mondo secondo svariate classifiche - e andare a caccia di notizie sull'allarmante ondata di morti per overdose che negli ultimi mesi ha colpito la città. Un'inchiesta con cui il direttore del ''Nuovo Giornale'' sta marcando stretti il reporter e il suo collega, ''l'Artista'', che con la loro tendenza all'insubordinazione non godono certo delle sue simpatie. Ma a scombinare l'agenda di Marchi arriva una notizia che gli fa subito drizzare le antenne: nella notte, a pochi passi da Gotham, un ciclista è stato ucciso da un'auto pirata scomparsa nel nulla. Un banale incidente? Solo all'apparenza. Perché se si aggiunge che la vittima era il dirigente americano di una nota azienda farmaceutica, e che solo pochi giorni prima era rimasto coinvolto in una retata in un ambiguo locale del centro, il caso si fa piuttosto interessante. Molte e intricate sono le piste che si aprono davanti alle forze dell'ordine e a chiunque abbia voglia di vederci chiaro: una lugubre villa dalle finestre murate, un misterioso iPhone placcato d'oro, un barbone che forse dice la verità, un pericoloso boss della malavita. Marchi si troverà alle prese con l'inchiesta più complessa, torbida e inquietante della sua carriera.
A distanza di qualche mese con Il Respiro delle Anime di Gigi Paoli ritrovo il giornalista di nera Carlo Alberto Marchi ancora incomprensibilmente single, alle prese con le prime richieste adolescenziali di una figlia che cresce troppo in fretta e tra le mani un nuovo caso che sembra nascondere molto più di quanto si potrebbe in apparenza pensare. 

Il nostro incontro non può che iniziare tra i corridoi di Gotham City dove l'intraprendente e un po' spossato Marchi si presenta nella sua più perfetta versione di cacciatore di notizie su un'allarmante ondata di morte per overdose che sta mettendo in ginocchio la società fiorentina. Se a questo aggiungiamo, poi, un omicidio stradale avvenuto proprio a pochi metri da quel luogo che sembra nascondere molto più di quello che i fatti preliminari siano in grado di affermare, ecco che il secondo capitolo della serie si tinge di un colore vivo e chiaramente irresistibile.
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[ PREMIO BANCARELLA '18 ] Nostalgia del sangue di Dario Correnti

NOSTALGIA DEL SANGUE di Dario Correnti
544 pagine | €19.00 cartaceo

Certe mostruosità possono maturare solo in posti così: una provincia del nord Italia, dove soltanto pochi metri separano un gregge di pecore da un centro commerciale con sala slot e fitness, dove la gente abita in villette a schiera con giardino, tavernetta e vetrina con i ninnoli in cristallo, dove riservatezza è il nome che si dà a un'omertà che non ha niente da invidiare a quella dei paesi dove comanda la mafia. Gli stessi luoghi che più di cento anni fa, infestati dalla miseria, dalla denutrizione e dalla pellagra, videro gli spaventosi delitti di Vincenzo Verzani. A raccontare ai lettori le sue imprese e a tentare in prima persona di dargli la caccia, Marco Besana, un giornalista di nera alle soglie del prepensionamento, disilluso, etico e amaro come molte classiche figure della narrativa d'azione, e una giovane stagista, la ventiseienne Ilaria Piatti, detta "Piattola". Goffa, malvestita, senza neppure un corteggiatore, priva di protezioni, traumatizzata da un dolore che l'ha segnata nell'infanzia e non potrà abbandonarla mai, eppure intelligentissima, intuitiva, veramente dotata per un mestiere in cui molti vanno avanti con tutt'altri mezzi.
Quello che stringo ancora adesso tra le mani è un thriller che oserei definire accattivante nella sua incontrovertibile atipicità. La nostalgia del sangue di Dario Correnti racchiude nelle sue pagine molti punti di sfuggevole incertezza che si confluiscono in un opprimente buio in grado di catturare l'attenzione del lettore, anche del più navigato del genere in questione. Una storia inquieta - ma a mio personalissimo avviso non inquietante - che riesce a mescolare storia e finzione in un concerto di voci, paure e sentimenti tali da rendere una narrazione coinvolgente, puntuale ed enigmatica.  

Io devo continuare a girare per quei posti tranquilli e infernali.
E sai perché? Perché è il mio mondo.
E anche se ormai lo conosco fin troppo bene, non smetterà mai di sorprendermi.
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[ RECENSIONE ] La scrittrice del mistero di Alice Basso | Garzanti

LA SCRITTRICE DEL MISTERO di Alice Basso
320 pagine | €17.90 cartaceo

Per Vani Sarca fare la ghostwriter è il lavoro ideale perché così può sfruttare al meglio il suo dono di capire al volo le persone, di anticipare i loro pensieri, di ricreare il loro stile di scrittura. Una capacità intuitiva innata che fa molto comodo all’editore per cui Vani lavora. Persino un commissario di polizia si è accorto delle sue doti e ha chiesto la sua collaborazione. E non uno qualsiasi, bensì Romeo Berganza, la copia vivente di Philip Marlowe: fascino da vendere, impermeabile beige e sigaretta sempre in bocca. Sono mesi ormai che Vani e Berganza investigano a braccetto. Ma tra un’indagine e l’altra qualcosa di più profondo sembra unirli: altrimenti Vani non saprebbe come spiegare i crampi allo stomaco che sente ogni volta che sono insieme. Eppure la vita di una ghostwriter non ha nulla a che fare con un romanzo rosa, l’happy ending va conquistato, agognato, sospirato. E il nuovo caso su cui Vani si trova a lavorare è molto più personale di altri: qualcuno minaccia di morte Riccardo, il suo ex fidanzato.
Ho iniziato a leggere La scrittrice del mistero di Alice Basso un secondo netto dopo aver riposto sul comodino - tra copiose lacrime singhiozzanti già raccontate nella mia ultima recensione - il nuovo romanzo di Susanna Casciani e, chiaramente in preda ad un episodio lampante di schizofrenia letteraria, mi sono ritrovata a ridere, ma a ridere di gusto. Insomma, quel genere di risata che ti riempie la gola ed arriva fino al cuore: per fortuna che esisti tu, Vani Sarca.

Questa volta ripartiamo esattamente da dove ci eravamo lasciati e non ve lo posso dire. Questo romanzo è un autentico campo minato di spoiler, ve l'assicuro. E non esiste qualcosa di più complesso per quanti sono chiamati a parlarvi di un libro se di questo, in realtà, si possa effettivamente dire molto poco. Quindi, circumnavigando la questione, ci troviamo davanti ad una Vani Sarca ironica e sarcastica, ma sorprendentemente felice. Alle prese, in effetti, con costanti crampi particolarmente fastidiosi, ma che lasciano scoperti cuore e nervi, creando un livello di immedesimazione pressochè totale. Come è ovvio, d'altronde, che anche in questo quarto capitolo non mancheranno le difficoltà, l'inacidito zampino di un beffardo destino e qualche inevitabile rottura di palle! 

Piacere alla gente non è esattamente il mio forte. 
D'altra parte, nemmeno il forte della gente sembra essere piacere a me.

Questioni che, nello specifico, possono essere ricondotte a per nulla velate minacce recapitate a qualcuno che, non troppo in fondo, se lo è effettivamente meritato - della serie la fortuna è cieca, ma il karma ci vede benissimo - e una nuova sfida editoriale che costringe Vani alle prese con un'improbabile quanto scontato, viscido ed incomprensibilmente letto scrittore di thriller. E qui, Vani, hai avuto proprio tutta - e sottolineo tutta - la mia comprensione. 

Ci troviamo davanti ad un romanzo che è esaltante conferma di un talento narrativo capace di coinvolgere ed appassionare, creando una tale dipendenza da risultare pressoché irresistibile. E, se aveste ancora qualche dubbio, sappiate che Alice Basso nel panorama italiano non ha eguali. Vani Sarca è tutto quello che ho sempre cercato in un personaggio femminile - e gran parte di ciò che sono e una piccola parte di quello che ho sempre voluto essere. Dotata di un sarcasmo pungente e tendente al vetriolo e capace di sfoderare la battuta giusta al momento propizio, la signorina Sarca racchiude sotto una scorza in apparenza dura ed impenetrabile un fascino irresistibile ed una fragilità che sa sorprendere, senza forzature. È anticonvenzionale, schietta e un po' scurrile a volte, ma, in fondo, è risaputo che dietro ad ogni signorina si nasconde un perfetto scaricatore di porto.

Alice Basso dimostra di saper giocare con le molte sfaccettature narrative che si affacciano impertinenti durante la lettura, miscelando elementi diversi che, una volta scivolati sotto la sua penna, si trasformano in un quadro affascinante, divertente e francamente irresistibile. Ci sono schizzi di un giallo intenso come è il mistero che Vani è chiamata a risolvere insieme all'aitante Commissario Berganza. Ci sono piccole sfumature di rosa che si scontrano - a volte in modi imprevedibili - con il nero antrace della nostra imperturbabile protagonista. Ci sono, infine, curiose tonalità che sanno di conferma e di rassicurante quotidianità in grado di rappresentare una storia corale pungente ed ammaliante, capace di stuzzicare l'attenzione del suo lettore senza mai mollare la presa, nemmeno per un istante. 
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[ RECENSIONE ] Sempre d'amore si tratta di Susanna Casciani

SEMPRE D'AMORE SI TRATTA di Susanna Casciani
163 pagine | €16.00 cartaceo

Bisogna prendersi cura dei doni come se fossero piccoli fiori selvatici: sbocciano senza il nostro aiuto, ma dobbiamo fare attenzione a non calpestarli, a non maltrattarli. E la piccola Livia di doni ne ha eccome. Come si fa a non accorgersene? Lei è una che quando si muove assomiglia a una nuvola trascinata dal vento, capace di rendere più colorato tutto quello che tocca. È timidissima, parla poco, però sorride a tutti. E poi ama scrivere, perché farlo la fa sentire diversa, nel senso di speciale, come se nelle sue vene al posto del sangue scorressero le parole. È un cuore puro il suo, e fragile, e per questo avrebbe bisogno di essere accudito e protetto. Però si sa, le stelle, le stesse alle quali Livia bambina si rivolge sommessamente tutte le sere, seduta sul terrazzo di casa, molto spesso si fanno gli affari loro e non sempre hanno voglia di guardare giù, di ascoltarci. Infatti, a un certo punto, nella vita di Livia accade qualcosa che le inceppa il cuore. Coll'aggravarsi della depressione della madre, tutto per lei diventa faticoso, difficile.
Susanna Casciani ci racconta una storia più comune di quanto potremmo mai immaginare. Una realtà silenziosa in grado di uccidere molto più delle armi più letali, più di ogni qualsivoglia malattia fisica. La depressione che affligge la nostra società come un ostile nemico subdolo, quieto e - in troppi casi - vincente racchiude sfaccettature che non siamo nemmeno in grado di afferrare, di comprendere, di condividere. E, in questo romanzo, la Casciani si accosta con una sensibilità ineccepibile in grado di emozionare, di scalfire ogni più invalicabile superficie, rappresentando l'amore nella sua faccia più dolorosa, più potente, più incrollabile. 

Se c'è una cosa che ho imparato è che per scuotere un cuore che ha sofferto 
ci vuole il doppio dell'amore che ha perso.
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