[ REVIEW PARTY ] Non si uccide per amore di Rosa Teruzzi | Sonzogno

NON SI UCCIDE PER AMORE di Rosa Teruzzi
240 pagine | €14.00 cartaceo

Un biglietto, ormai ingiallito, trovato in una vecchia camicia a quadri nel fondo di un armadio, riporta la memoria di Libera, la fioraia del Giambellino, all'episodio più doloroso della sua vita. Quella camicia è del marito, ucciso vent'anni prima senza che mai sia stato trovato il colpevole, e quel biglietto sembra scritto da una donna. Ma tanto tempo è passato: perché riaprire antiche ferite? Libera ha sempre cercato di dimenticare, piano piano ha messo su un'attività che funziona, se la cava abbastanza bene, altri uomini la sfiorano e la corteggiano. Eppure, quel buco nero della sua esistenza continua a visitare le sue notti insonni, tanto più che alcuni particolari, nell'archiviazione del caso, la convincono sempre meno.
Non si uccide per amore segna l'atteso ritorno del trio di detective più scatenato del panorama letterario italiano e terzo capitolo di una serie capace di unire investigazione e spiccata ironia in modo puntuale, critico e coinvolgente come, d'altronde, è l'inconfondibile penna di Rosa Teruzzi.

Un nuovo caso, infatti, si affaccia in modo ostinato alla porta del casello dove La Fioraia del Giambellino si trova alle prese con il difficile compito di far combaciare l'apparente normalità con un dolore intimo e profondo. Domande, teorie e malcelati sospetti spingono, infatti, Libera a prendere in mano il suo presente alla ricerca di lontane risposte che dovranno inevitabilmente vedere la luce. Cosa è accaduto veramente a Saverio in quel maledetto parcheggio?
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[ RECENSIONE ] Ogni giorno ha il suo male di Antonio Fusco | Giunti

OGNI GIORNO HA IL SUO MALE di Antonio Fusco
237 pagine | €6.90 cartaceo

La sonnacchiosa provincia toscana di Valdenza è improvvisamente scossa dall’omicidio di una donna che viene ritrovata in casa, in una posizione innaturale e con una fascetta stringi cavo attorno al collo. Si pensa subito al movente passionale, ma all’occhio esperto di Casabona, il commissario incaricato del caso, qualcosa fin da subito non quadra: troppi elementi diversi sulla scena del crimine, troppi particolari contrastanti. Schivo, ma con una forte carica umana, reso cinico da troppi anni di mestiere alle spalle, Casabona capisce ben presto che l’omicidio è solo l’inizio di un vortice di morte: un gioco molto pericoloso in cui le regole sono quelle stringenti e folli di un serial killer. E Casabona non può che accettare la sfida. «Chiediti perché e troverai il movente e se troverai il movente sarai vicino all’assassino»: seguendo questa frase come un mantra e con l’aiuto dell’affascinante collega Cristina Belisario, Casabona cercherà di venirne a capo e per farlo sarà obbligato anche a una profonda riflessione sull’impotenza dell’essere umano rispetto alle conseguenze delle proprie azioni.
Non è facile trovare nel genere in questione una lettura che sia al contempo efficace e coerente, ma anche seducente e comunicativa. Ogni giorno ha il suo male ci accompagna al centro esatto di una scena cruda e dolorosa dove i dettagli non ci sono affatto risparmiati e che, fin dal suo prologo, colpisce il lettore in modo diretto, sfrontato e razionale. In questi ultimi anni, in modo particolare, mi è capitato di incrociare lo sguardo con molti commissari letterari, protagonisti di vicende più o meno verosimili e portatori di un personaggio troppe volte enfatizzato, come fosse una sorta di caricatura chiamata a farsi piacere, ad ogni costo. Nulla di questo troverete in Tommaso Casabona. È essenzialmente la normalità il più autentico punto di forza del protagonista creato da Antonio Fusco che, prendendo spunto da un'esperienza diretta e sul campo, rispecchia di luci ed ombre, di virtù e difetti umani e professionali tali da rendere il personaggio quasi tangibile, reale, sorprendentemente vicino.

La storia si evolve in modo spigliato ed uniforme, portando in scena piccoli dettagli e personaggi molto caratteristici in grado di stuzzicare la curiosità del lettore e spingere verso un'attenzione crescente che non lascia mai la presa. Lo stile adottato da Fusco risulta essere coerente con il genere intrapreso e fedele a certi dettami che non possono - e non devono - essere altrimenti traditi. Il suo è un linguaggio diretto, compulsivo, ammaliante e privo di maschere che, proprio grazie ad accenti ben calibrati e sfumature accattivanti, permette a noi lettori di prendere in mano le redini, trovarsi al centro esatto della vicenda e accompagnare con i nostri stessi occhi l'evolversi di una trama avvincente e mai scontata.
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[ RECENSIONE ] Scrivere È Un Mestiere Pericoloso di Alice Basso | Garzanti

SCRIVERE È UN MESTIERE PERICOLOSO di Alice Basso
327 pagine | €13.94 cartaceo

Un gesto, una parola, un’espressione del viso. A Vani bastano piccoli particolari per capire una persona, per comprenderne il modo di pensare. Una dote speciale di cui farebbe volentieri a meno. Eppure, questa innata empatia è essenziale per il suo lavoro: Vani è una ghostwriter di una famosa casa editrice. Questa volta deve creare un ricettario dalle memorie di un’anziana cuoca. Un’impresa più ardua del solito, quasi impossibile, perché Vani non sa un accidente di cucina, non ha mai preso in mano una padella e non ha la più pallida idea di cosa significhino termini come scalogno o topinambur. C’è una sola persona che può aiutarla: il commissario Berganza, una vecchia conoscenza con la passione per la cucina. Per fortuna una rivelazione inaspettata reclama la sua attenzione: la cuoca di cui sta raccogliendo le memorie confessa un delitto. Un delitto avvenuto anni prima in una delle famiglie più in vista di Torino. Berganza abbandona i fornelli per indagare e ha bisogno di Vani.
Quindi, cosa ero io prima di Vani Sarca? Mi sono fatta più volte questa domanda durante la lettura di Scrivere è un mestiere pericoloso, piacevolmente incastrata in un secondo capitolo intrigante e spensierato, capace di giocare in modo puntuale e seducente con la nostra naturale curiosità, accresciuta da una pungente sfumatura ironica che non solo si conferma, ma si raddoppia in età e sferzante simpatia.

Io guardo Irma come se San Pietro fosse inciampato su un grumo di nuvola 
e avesse accidentalmente fatto cadere dal cielo sulla mia strada l'unica cosa capace 
di rendere interessante questo lavoro di merda. Me stessa, con quasi cinquant'anni 
in più e il permesso di dire tutto quello che penso. 

Nelle ultime battute di L'imprevedibile piano di una scrittrice senza nome avevamo lasciato Vani ad assaporare il gusto di una schiacciante e ricostituente vittoria su due fronti, editoriale e sentimentale. Vittoria - dicevo - che, a breve distanza, si trova a dover affrontare tutte le sue immancabili quanto odiose conseguenze, frutto di un'accurata ed infida ripicca creata ad arte da un pomposo editore colpito nell'orgoglio - e nel portafoglio. Infatti, la nostra ghostwriter allergica alla cucina e amante della più pura solitudine, è chiamata a dare vita ad un perfetto ricettario dotato di tutti i crismi, veicolo delle memorie dell'anziana cuoca di una delle famiglie più rinomate ed invidiate di Torino. Ed è proprio qui che entra in scena Irma, donna eccentrica e pungente con una lingua diretta ed affilata che lascia il segno anche nel cuore recalcitrante e un po' spinoso di Vani Sarca. Un impegno editoriale in apparenza noioso e desolante che, in poco tempo, si trasforma in un nuovo caso investigativo che porterà Vani al centro di una scena del crimine fatta di merletti, lontani conflitti familiari, complicati manicaretti e confessioni inaspettate da condividere con un commissario Berganza sempre più affascinante. 

Non voglio anticiparvi nulla della trama perchè credo che dobbiate scoprire ogni singolo tassello da soli, pagina dopo pagina. Posso, invece, assicurarvi che in Scrivere è un mestiere pericoloso troverete non solo quegli elementi che vi hanno fatto innamorare in modo definitivo del primo capitolo, ma anche nuovi accenti e sorprendenti sfumature in grado di rendere questo secondo incontro ancora più intrigante e misterioso. Non è semplicemente un giallo quello che ci troveremo a sfogliare freneticamente tra le nostre mani, ma una storia frizzante, completa e seducente capace di virare con la medesima intensità e coerenza tra le diverse note di spiccata ironia e fervente incertezza.
8

[ TEMPO DI LIBRI ] Le avventure di una book blogger in paradiso!


Il mio Tempo di Libri è stato veramente un tempo bellissimo :)
Ecco, forse è meglio soprassedere sulla questione meramente metereologica, per soffermarci sui cambiamenti che hanno travolto una seconda edizione che mi è piaciuta, che mi ha convinta e che porterò con me per tanti, meravigliosi motivi. Quest'anno ci troviamo al centro di Milano - e per fortuna - a Fiera Milano City, a due passi da San Siro e Casa Milan ( una piccola pecca che non poteva certo sfuggire al mio cuore bianconero! ), ospitante tre piani di stand, libri, presentazioni ed incontri in cinque giornate opportunatamente divise per tematiche. A fronte di un programma meno ricco rispetto a quello dello scorso anno, è stato possibile partecipare a tutti gli incontri previsti senza dover fare rinunce a causa di accavallamenti o file interminabili.
8

[ RECENSIONE ] La fioraia del Giambellino di Rosa Teruzzi

LA FIORAIA DEL GIAMBELLINO di Rosa Teruzzi
167 pagine | €14.00 cartaceo | Sonzogno

Avvicinandosi il tanto atteso giorno delle nozze, Manuela, ragazza milanese romantica e un po’ all’antica, sogna di realizzare il suo desiderio più grande: essere accompagnata all’altare dal padre. Il problema è che lei quel genitore non l’ha mai conosciuto e non sa chi sia. È un segreto che sua madre ha gelosamente custodito, e che per nulla al mondo accetterebbe di rivelare. Stanca delle continue liti in famiglia per ottenere la confessione cui tanto tiene, a Manuela non resta che cercare aiuto altrove. Così bussa alla porta del vecchio casello ferroviario, dove abitano tre donne assai originali, sulle quali ha letto qualcosa in una pagina di cronaca nera: la poliziotta Vittoria, tosta e non proprio un modello di simpatia, sua madre Libera, fioraia con il pallino dell’investigazione, e la nonna Iole, eccentrica insegnante di yoga, femminista e post hippie. Sono tre donne diversissime, spesso litigiose, con il talento di mettersi nei guai ficcando il naso nelle faccende altrui. Saranno proprio loro, dopo le iniziali esitazioni, ad andare alla ricerca del misterioso padre. Le tracce, come in una caccia al tesoro di crescente suspense, le condurranno in giro per Milano e nei paesini della Brianza, a rivangare l’oscuro passato della madre di Manuela, custodito nei ricordi e nelle omertà di chi l’ha conosciuta da giovane.
Quant'è bello tornare al Casello! Sembra quasi di varcare la porta di casa dopo un lungo viaggio, assaporare odori ed aromi inconfondibili, percepire suoni ed afferrare colori ancora vividi nei nostri ricordi. E poi, ovviamente, ci sono loro: Vittoria, Libera e Iole. Tre generazioni di donne che racchiudono sfumature e sfaccettature femminili irresistibilmente reali e, quindi, capaci di creare un'immediata empatia con il lettore che si rinnova, pagina dopo pagina. Per chi batte il mio cuore? Iole, ovviamente. Uno spirito libero, eccentrico e sognatore. Una donna che sa dove colpire e lo fa senza il minimo pudore, imbarazzo o ripensamenti. Lei è così, unica e frizzante. Pericolosa ed instancabile. Ma è Libera il fulcro di questo secondo appuntamento con il mistero, con i soliti silenzi prolungati, con il desiderio di una figlia e con un immancabile caso che condurrà madre e figlia alla ricerca di un nome che sembra introvabile.
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[ RECENSIONE ] La quinta Sally di Daniel Keyes | Casa Editrice Nord

LA QUINTA SALLY di Daniel Keyes
358 pagine | €16.90 cartaceo
Casa Editrice Nord | Link Affiliato Amazon

Sally Porter apre gli occhi in un letto d’ospedale. Non ha nessun ricordo della sera precedente né di come sia finita lì. Di una cosa però è certa: non è possibile che abbia tentato il suicidio, come le hanno riferito i medici, e neppure che abbia quasi ucciso i due uomini che l’hanno salvata per poi cercare di violentarla. Eppure i medici non mentono, ed è così che Sally scopre di soffrire di un grave disturbo dissociativo dell’identità. Infatti era Nola, l’artista che possiede uno studio al Greenwich Village, che voleva morire, ed è stata Jinx, la violenta assassina, a difendersi dagli aggressori. Tuttavia in Sally albergano altre due personalità, che prendono di volta in volta il sopravvento e la spingono a comportarsi in maniera bizzarra: Derry, la cameriera gentile e affabile con tutti, e Bella, la seduttrice. Sconvolta da quella rivelazione, Sally chiede aiuto al dottor Roger Ash, un esperto di personalità multipla. Per il dottor Ash, l’unica soluzione è fondere le diverse personalità per dare vita alla «quinta Sally», una Sally finalmente unita e completa. Si tratta di un procedimento complesso e doloroso, in cui Sally dovrà rivivere i traumi che hanno causato la scissione e accettarli come parte integrante del suo passato. Ma non sarà facile nemmeno per Roger Ash, perché le ombre nascoste nel labirinto della psiche di quella donna così tormentata ed enigmatica lo costringeranno ad affrontare anche i suoi demoni.
Quando mi è capitato sotto gli occhi questo piccolo stralcio tratto dall'ultimo romanzo di Daniel Keyes - La quinta Sally originalmente pubblicato nel 1980 - portato in Italia dalla Casa Editrice Nord lo scorso ventidue febbraio, sapevo già che non avrei resistito un minuto oltre. Il magnetismo dinamico e assennato che Keyes trasmette, infatti, mi ha conquistato oramai qualche anno fa durante la vorace e quasi ossessiva lettura di Una stanza piena di gente. Un talento narrativo e linguistico che si accompagna in modo intelligente e mai pedantesco ad uno studio di settore incisivo e puntuale.
6

[ RECENSIONE ] L'Ultimo di noi di Adélaïde De Clermont-Tonnere

L'ULTIMO DI NOI di Adèlaïde De Clermont-Tonnerre
383 pagine | €18.90 cartaceo

Dresda, 1945. Sotto un diluvio di bombe, una ragazza muore dando alla luce un figlio. Nell'affidarlo alla carità di estranei, consegna loro anche il nome del neonato, come una promessa di futuro. New York, 1969. Nella Manhattan di Andy Warhol e Jimi Hendrix, un giovane imprenditore rampante è pronto a tutto pur di conquistarsi un posto nel mondo e nel cuore dell'unica donna che è riuscita a farlo innamorare. Lui, Werner, orfano di genitori ignoti, è convinto di poter scrivere la propria vita da zero. Lei, Rebecca, figlia di uno degli uomini più facoltosi d'America, è uno spirito libero. Una rivelazione inattesa strappa a Werner quel futuro che credeva di avere già in pugno. C'è qualcosa, nelle sue origini oscure, che rischia di separarlo da Rebecca.
Considerando che amo arrivare direttamente al punto e non mi piace troppo girarci attorno, posso dirve senza particolari preamboli che L'ultimo di noi è quel genere di romanzo capace di racchiudere uno spettro incantevole di emozioni, immagini e suoni. Mi sono ritrovata tra le mani una lettura che non mi aspettavo di intraprendere, ma quando un'amica che ti conosce oramai fin troppo bene ti assicura che non potrà deluderti, come puoi farne a meno? E così ho iniziato a scorrere le sue pagine, ritrovandomi in compagnia di un protagonista eclettico ed affascinante, centro propulsore di una storia curiosamente atipica che sembra correre a due velocità
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