[ RECENSIONE ] Caterina Howard. La regina scandalosa di Alison Weir

CATERINA HOWARD. LA REGINA SCANDALOSA di Alison Weir
512 pagine | €16.15 cartaceo

Nipote del potente Duca di Norfolk, nonché cugina di Anna Bolena, la giovane Caterina Howard, nonostante l’alto lignaggio della sua famiglia, cresce in condizioni di semipovertà. Dopo la morte della madre, e a seguito dei numerosi debiti contratti dal padre, la bambina viene mandata a Lambeth, ospite della duchessa vedova di Norfolk. È consuetudine, per i bambini nobili, essere allevati presso famiglie importanti, e Caterina ha ormai l’età giusta per acquisire le abilità, la grazia e l’eleganza che le saranno utili per contrarre un buon matrimonio, o addirittura per ottenere un posto a corte. Ma a Norfolk House, nonostante la sorveglianza di Madre Emmet, la notte i corridoi si riempiono di sussurri e risate soffocate. Nella residenza sono ospitate e educate altre giovani di origine aristocratica che, al calare delle tenebre, si dilettano in banchetti clandestini e incontri segreti, sotto gli occhi curiosi della piccola Caterina. Anni dopo, divenuta una giovane donna di grande fascino, Caterina verrà introdotta a corte come damigella d’onore di Anna di Kleve, la nuova moglie del re. Ma, sotto la scaltra guida del Duca di Norfolk, diventerà presto una pedina fondamentale per le alleanze politiche dell’Inghilterra. Il suo compito, però, è tutt’altro che semplice: dovrà persuadere sua maestà a trovare un pretesto per divorziare dalla consorte, farsi incoronare regina e donare al re un erede, per garantire la successione.


Anche la lettura di questo nuovo capitolo dedicato alla penultima moglie di Enrico VIII non mi sorprende - o meglio - la scrittura di Alison Weir come nelle occasioni precedenti si è rivelata essere, non che avessi dubbi a proposito, una vittoria annunciata. E' affascinante, enigmatica, intensa al punto giusto. Appassiona e sa spingersi verso una naturale curiosità restituendo al lettore una figura che senza dubbio coinvolge, in parte lascia perplessi, ma che riesce a porre un ulteriore tassello sulla vita amorosa decisamente movimentata di uno dei più imponenti sovrani europei. Ma chi era davvero la regina scandalosa?
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[ RECENSIONE ] Perchè hai paura? di Jérôme Loubry | SEM

PERCHE' HAI PAURA? di Jérôme Loubry
345 pagine | €19.00 cartaceo

1986, Normandia. Sandrine Vaudrier, una giovane giornalista, apprende che la nonna materna Suzie, che non ha mai conosciuto, è morta e le ha lasciato in eredità tutti i suoi averi. Deve quindi svuotare la sua casa, dove viveva da sola, su un’isoletta poco distante dalla costa atlantica. Quando arriva sull’isola, grigia e fredda, Sandrine scopre che è abitata soltanto da quattro anziani organizzati quasi in un’autarchia. Tutti descrivono sua nonna come una persona cordiale e affascinante. Tuttavia, l’atmosfera è strana in quel luogo... In poche ore Sandrine si rende conto che gli abitanti nascondono un segreto. Qualcosa o qualcuno li terrorizza. Ma allora perché nessuno di loro lascia mai l’isola? Cosa è successo ai bambini della colonia nata dopo la guerra e chiusa nel 1949? Chi era veramente sua nonna? Sandrine verrà ritrovata pochi giorni dopo mentre vaga su una spiaggia con i vestiti coperti di sangue non suo...


Cosa ho letto? Cosa diamine ho letto? Forse vi sembrerà strano, ma questo romanzo mi ha lasciato essenzialmente senza parole. Non me lo aspettavo, questo è il punto. Sì, okay, avevo letto qualche opinione entusiasta, ma con thriller pieni di recensioni meravigliose ultimamente non è che sia andata proprio benissimo. Così, un po' titubante e un po' (tanto) speranzosa ho iniziato a leggere le prime venti pagine, e poi altre venti, e altre venti ancora. Signori e signore della giuria, ci siamo, lo abbiamo scovato. Non è stato facile, ci sono stati intoppi, qualche delusione, ma lo abbiamo trovato: un thriller psicologico che più psicologico di così non era francamente possibile. Mi sono innamorata, è ufficiale.

Vi avverto è inutile che cerchiate notizie [...] o che scaviate nella memoria per tentare di ricordare qualcosa.
Non c'è traccia da nessuna parte. E al termine della lezione capirete perché.
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[ RECENSIONE ] Anna di Kleve - La regina dei segreti di Alison Weir


ANNA DI KLEVE - LA REGINA DEI SEGRETI di Alison Weir
532 pagine | €19.00 cartaceo

Kleve, 1530. Come ogni estate il Duca Giovanni III ha condotto la sua consorte e i loro figli alla Schwanenburg, la maestosa fortezza che sorge in cima a una ripida altura di roccia dalla quale domina le acque impetuose del Reno e la città di Kleve. Quel giorno si uniranno a loro per una breve visita lo zio Otho von Wylich, signore di Gennep, sua moglie Elisabeth e Otho, il figlio bastardo. Non appena il giovane Otho von Wylich scende dal cocchio, alla quattordicenne Anna quasi si ferma il cuore: con i capelli castani ondulati, gli zigomi alti e gli occhi allegri, Otho esercita un’attrazione irresistibile sulla cugina, sebbene dall’età di undici anni Anna sia ufficialmente fidanzata con Francesco, futuro Duca di Lorena. Ma l’amore non è forse una sorta di follia che spinge ad agire senza senno, come Anna ha appreso ascoltando i pettegolezzi di dame e domestiche? Anni dopo, Anna è una giovane donna con l’animo gravato da un doloroso segreto. Dopo la morte del padre, suo fratello Guglielmo ha assunto il ruolo di duca, dichiarando che, fino alle nozze, le sorelle condurranno un’esistenza ritirata. Ma dalla rottura del fidanzamento con Francesco, avvenuta quattro anni prima, per Anna non sembrano esserci prospettive di matrimonio all’orizzonte: ha ventitré anni, ormai, e nessun altro principe ha chiesto la sua mano. Un giorno, però, a farsi avanti è un pretendente che non può essere rifiutato: re Enrico VIII, il sovrano d’Inghilterra al centro dei pettegolezzi di tutte le corti del mondo cristiano.


A fare la parte del leone - e a salvare le sorti - in questo quarto romanzo della serie dedicata alle mogli di Enrico VIII è senza ombra di dubbio la scrittura meravigliosa, coinvolgente ed accurata di Alison Weir. Il resto, ahimè, si perde completamente. A partire da quella che avrebbe dovuto essere l'assoluta, incontrastata e nuova protagonista femminile, Anna di Kleve. Di lei ricordo due cose su cui per conformazione femminista difficilmente potrei soprassedere: un'ingenuità costante che - a lungo andare - risulta essere impresa ardua da giustificare e un carattere accomodante e remissivo al punto da dare quasi noia. Non la prima ad esserlo, in effetti. Ma con Caterina ho cercato - con molto sforzo - di comprendere la sua motivazione spinta da quell'amore così profondo ed incondizionato (per nulla meritato) per il giovane, fugace e farfallino Enrico. Ma qui cosa abbiamo? Affetto, rispetto, un qualche piacevole movimento tra le regali lenzuola? Spoiler alert: il vuoto totale. Niente, nada, lo zero assoluto.
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[ RECENSIONE ] La Gazza di Elizabeth Day | Neri Pozza

LA GAZZA di Elizabeth Day
400 pagine | €18.05 cartaceo

La porta grigia, i mattoni del colore delle nocciole tostate, la strada alberata e silenziosa per Londra, il quartiere ben frequentato: una casa perfetta per Marisa, illustratrice di libri per ragazzi, il rimedio a tutto ciò che nella sua vita chiede di essere riparato. Come lo è Jake, naturalmente, confortante come una pietra calda sul palmo della mano. Certo, quando la signora dell’agenzia immobiliare ha aperto la vetrata sul giardino, un uccello è volato dentro. Una gazza bianca e nera, che ha sbattuto contro le pareti prima di sfrecciare fuori, mandando in frantumi un vaso. Per Marisa, però, quell’apparizione improvvisa ha prodotto soltanto una lieve punta di disagio. Nessun segno infausto può offuscare il suo sogno di vivere con Jake e formare con lui una famiglia...


Non mi capita spesso di scrivere la recensione di un libro a distanza di un discreto numero di giorni, eppure eccomi qua, in questa camera d’albergo (finalmente in vacanza) con un’inconfondibile aria di mare (che ha ridato un insperato vigore alla mia tiroide malconcia) a prendermi i miei spazi e quel meraviglioso tempo libero che, negli ultimi mesi, mi era sfuggito di mano. Purtroppo, il caso vuole, che si tratti di una vigorosa, inaspettata, inapellabile delusione. Di questo libro avevo aspettative discretamente alte. 

Ne parlavano così bene, come non averne? Thriller ricco di adrenalina e suspense, impossibile staccarsi dalle sue pagine, una morsa psicologica perfetta che vi porterà mano nella mano fino all’ultima pagina. Ho trovato tutta questa meraviglia? Chiaramente no. Anzi, vi dirò di più, La gazza di Elizabeth Day non è un thriller e, a ben pensarci, La gazza là dentro è l’unica che si salva!
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[ RECENSIONE ] Jane Seymour - La Regina più Amata di Alison Weir

Jane Seymour -  La regina più amata di Alison Weir
541 pagine | €19,00 cartaceo

Cresciuta a Wulfhall, una suntuosa tenuta immersa nella campagna del Wiltshire, la giovaneJane Seymour coltiva una sola aspirazione: quella di prendere i voti e ritirarsi nella quiete di un monastero. Giunta ai diciotto anni, tuttavia, Jane cede alle pressioni della sua ambiziosa famiglia e, grazie all’intercessione di un lontano cugino, Sir Francis Bryan,viene mandata a corte come damigella della regina Caterina d’Aragona, la sovrana nota per la sua grande bontà. Le giovani donne al servizio della regina sono nel posto giusto per trovare un buon marito, ma Jane, con la sua pelle diafana, gli zigomi poco pronunciati e il naso troppo grosso si sente invisibile agli occhi degli uomini di corte. Di certo lo è davanti are Enrico, il cui sguardo sembra non riesca a staccarsi da un’altra damigella, la maliziosaAnna Bolena. Non passerà molto tempo prima che scoppi lo scandalo: re Enrico ripudia Caterina per sposare Anna, provocando una drammatica scissione con la Chiesa. Jane diventa dama di compagnia della nuova regina, ed è in quelle vesti che, per la prima volta, il sovrano la nota: se Anna è brillante ma spesso aggressiva, Jane è, al contrario, dolce e pacata. Un balsamo per l’animo ferito dell’inquieto Enrico. Sollecitata a ricambiare l’affetto del re e guadagnarne il favore per la sua famiglia, Jane verrà, suo malgrado, coinvolta in un pericoloso gioco politico e trascinata al centro dei drammatici eventi che segneranno la Riforma e decreteranno la caduta di Anna Bolena.


Il rischio di ripetermi nelle prossime righe che - spero - andrete a leggere è veramente alto, ci tengo a precisarlo. Come avrete già capito dalle precedenti recensioni sulla serie delle moglie di Enrico VIII, non sono una habitué del genere storico pur essendo appassionata di storia e - in particolare - proprio di quella inglese. Ho tentato negli anni, ma mi sono sempre scontrata con trattati mascherati in romanzi senza alcuna anima, senza passione, senza quel quid che, sì, avrebbe potuto fare la differenza. Alison Weir è essenzialmente tutto quello che allora mi era mancato. Oltre allo studio puntiglioso e alla ricerca metodica per muoversi abilmente tra leggende e verità, quello che mi ha sempre colpita è il modo in cui lei sembra quasi giocare con la storia al punto da sembrare sempre cosa nuova, malleabile, diversa e che, quindi, stuzzica la curiosità, si rende affascinante, comunicativa e - perché no - irresistibile.
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[ RECENSIONE ] Il cielo non ha catene di Ruta Sepetys | Garzanti

IL CIELO NON HA CATENE di Ruta Sepetys
283 pagine | €18.60 cartaceo

Occhi grigi e capelli spettinati, Cristian ha diciassette anni, ascolta musica rock e legge poesia. È stato suo nonno a insegnargli il valore delle parole e a incoraggiarlo a seguire le proprie passioni. Anche quando è difficile. Anche quando è proibito. Perché Cristian vive nella Bucarest del 1989. Sono tempi duri per chi, come lui, sogna la libertà. Per chi crede in un avvenire diverso, ma è costretto in un paese apparentemente senza fu - turo. Per questo Cristian denuncia nel suo diario i soprusi del regime di Ceaușescu cui assiste ogni giorno. Ma quando la polizia segreta lo convoca e minaccia la sua famiglia, il ragazzo è costretto ad andare contro ogni sua convinzione e accetta di diventare una spia. Purtroppo, è ben consapevole di che cosa significhi ostacolare pubblicamente un dittatore. Sa di essere circondato da persone pronte a tutto per entrare nelle grazie del governo. Non può fidarsi di nessuno, nemmeno dell’intelligente Liliana, che, sotto una lunga frangia, nasconde occhi grandi e dolci. Soltanto lui può salvare le persone cha ama. Ma a modo suo, cercando di seguire gli insegnamenti del nonno e senza perdere la propria integrità. Perché l’inverno sta volgendo al termine e per le strade di Bucarest si sussurrano parole di libertà. E Cristian non può che rispondere all’appello. Anche se significa mettere a repentaglio la propria vita.


Normalmente non mi piace iniziare una recensione partendo dalla fine. E non sarebbe nemmeno giusto, sapete? Scrivere ' dovete assolutamente leggerlo' è un po' come gettare l'esca e lasciarla lì in attesa della preda perfetta. Okay, forse il paragone non suona così bene, però, dai, siamo lettori forti, di quelli anche cortesemente puntigliosi, che non si accontentano facilmente e, quindi, abbiamo bisogno di qualcosa in più, quel quid che ci faccia scegliere proprio quel libro in mezzo a tanti, ma davvero tanti altri. E se, nel caso specifico, quel libro fosse proprio l'ultimo romanzo di Ruta Sepetys non sarebbe una coincidenza pazzesca?
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[ RECENSIONE ] The Help di Kathryn Stockett | Mondadori

THE HELP  di Kathryne Stockett
524 pagine | €18.00 cartaceo

È l'estate del 1962 quando Eugenia "Skeeter" Phelan torna a vivere in famiglia a Jackson, in Mississippi, dopo aver frequentato l'università lontano da casa. Skeeter è molto diversa dalle sue amiche di un tempo, già sposate e perfettamente inserite in un modello di vita borghese, e sogna in segreto di diventare scrittrice. Aibileen è una domestica di colore. Saggia e materna, ha allevato amorevolmente uno dopo l'altro diciassette bambini bianchi, facendo le veci delle loro madri spesso assenti. Ma il destino è stato crudele con lei, portandole via il suo unico figlio. Minny è la sua migliore amica. Bassa, grassa, con un marito violento e una piccola tribù di figli, è con ogni probabilità la donna più sfacciata e insolente di tutto il Mississippi. Cuoca straordinaria, non sa però tenere a freno la lingua e viene licenziata di continuo. Sono gli anni in cui Bob Dylan inizia a testimoniare con le sue canzoni la protesta nascente, e il colore della pelle è ancora un ostacolo insormontabile. Nonostante ciò, Skeeter, Aibileen e Minny si ritrovano a lavorare segretamente a un progetto comune che le esporrà a gravi rischi.


Ho aspettato davvero troppo per leggere The Help, ora ne sono consapevole. Non so nemmeno dirvi l'esatto motivo, eppure già dopo i primi capitoli era chiaro come avessi tra le mie mani una storia preziosa, un vero e proprio romanzo di formazione, di quelli che andrebbero letti da chiunque, specialmente oggi. Ogni volta che mi capita di approcciarmi al tema del razzismo sia in ambito letterario che in quello più variopinto del mondo cinematografica sorge spontanea la stessa, identica domanda: come può questa gente scorgere del giusto nella propria immagine riflessa allo specchio e non farsi semplicemente schifo? Minny avrebbe la risposta giusta, ne sono certa, ma per scoprirla fino in fondo vi toccherà leggere The Help.
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[ RECENSIONE ] Le madri non dormono mai di Lorenzo Marone | Einaudi

LE MADRI NON DORMONO MAI di Lorenzo Marone
352 pagine | €18.50 cartaceo

Un bambino, sua madre. Due vite fragili tra altre vite fragili: donne e uomini che passano sulla terra troppo leggeri per lasciare traccia. Intorno, a contenerle, un luogo che non dovrebbe esistere, eppure per qualcuno è perfino meglio di casa. Lorenzo Marone scrive uno struggente romanzo corale, un cantico degli ultimi che si interroga, e ci interroga, su cosa significhi davvero essere liberi o prigionieri. Diego ha nove anni ed è un animale senza artigli, troppo buono per il quartiere di Napoli in cui è cresciuto. I suoi coetanei lo hanno sempre preso in giro perché ha i piedi piatti, gli occhiali, la pancia. Ma adesso la cosa non ha più importanza. Sua madre, Miriam, è stata arrestata e mandata assieme a lui in un Icam, un istituto a custodia attenuata per detenute madri. Lì, in modo imprevedibile, il ragazzino acquista sicurezza in sé stesso. Si fa degli amici; trova una sorella nella dolce Melina, che trascorre il tempo riportando su un quaderno le «parole belle»; guardie e volontari gli vogliono bene; migliora addirittura il proprio aspetto. Anche l’indomabile Miriam si accorge con commozione dei cambiamenti del figlio e, trascinata dal suo entusiasmo, si apre a lui e all’umanità sconfitta che la circonda. Diego, però, non ha l’età per rimanere a lungo nell’Icam, deve tornare fuori. E nel quartiere essere più forte, più pronto, potrebbe non bastare.


Il pugno finale mi ha colpita in pieno petto senza che nemmeno me ne rendessi davvero conto. Non ce ne è stato il tempo. È arrivato alla fine di una frase che a prima lettura non aveva nulla di diverso, un qualcosa di particolare che potesse anche solo far presagire quell'epilogo. Un pugno che ha fatto male e che ha continuato a farlo pure nei giorni successivi. Anche ora che vi sto scrivendo ripenso a quegli attimi e riesco a percepire - chiudendo gli occhi anche solo per un brevissimo istante - la sensazione di vuoto che mi ha pervaso allora, inaspettato, imprevedibile, ingiusto. Ed è proprio il ripensarci, il sentire ancora forte quelle emozioni, il ritornare a quelle pagine seppure immersa già in una nuova lettura che dovrebbe farvi capire quanto Le madri non dormono mai sia un romanzo pieno, completo, vissuto. Di quelli che lasciano il segno, che non passano inosservati, che ti smuovono qualcosa che non si può descrivere facilmente a parole. 

Donne mute, anzi, mutilate, corpi vuoti, anime silenti e rabbiose, che per poco amore ricevuto
si erano fatte aride, erano indifferenti a ciò che conta [...] quasi esistenza loro e dei figli
fosse una delle tante cose sulle quali non si ha potere.

È bello, certo, ma non solo quello. È una lettura necessaria che commuove e fa arrabbiare, racconta la vita più scomoda, quella di cui parlare sembra facile, ma che, invece, nasconde più sfumature di quanto si potrebbe mai immaginare. Ecco, di libri così ne esistono purtroppo pochi e sarebbe davvero un peccato lasciarli indietro, non credete? Questa è la fine, quindi, ora partiamo dal principio.
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[ RECENSIONE ] Anna Bolena L'ossessione del re di Alison Weir

ANNA BOLENA L'OSSESSIONE DEL RE di Alison Weir
574 pagine | €19.00 cartaceo

Anna nasce nel 1501 nel castello di famiglia di Hever, nella verde campagna del Kent, e qui trascorre l’infanzia con la sorella Mary – che diventerà l’amante di Enrico VIII e gli darà un figlio – e il diletto fratello George. A Hever la fanciulla riceve l’educazione convenzionale per una gentildonna del suo ceto. Cresciuta, Anna diventa la dama di compagnia di Caterina, la moglie del re, la «buona» regina. Ma quando, nella primavera del 1526, il cardinale Wolsey la presenta al sovrano, Enrico è fulminato dalla sua bellezza insolita, dallo sguardo fiero e malizioso. Da quel momento è un susseguirsi di avvenimenti che cambieranno la storia d’Inghilterra: Enrico è ossessionato da quella giovane donna, ma lei rifiuta le sue avances. Il re scalpita, non dorme più. Gli è chiaro: se la vuole, dovrà sposarla. Ma prima dovrà liberarsi della moglie, ricorrere a Roma, ottenere un annullamento. Nel giugno 1533, Anne è incoronata regina. Ma il suo regno avrà vita breve, giacché Enrico impiegherà meno di tre anni a stufarsi di lei e a cercare un modo per sbarazzarsi della sua ingombrante presenza.


Conosciamo davvero la figura storica di Anna Bolena? Rispondo io, probabilmente no. Senza dubbio la sua parte femminile ha sempre destato un'evidente curiosità - quasi ostinata da certi punti di vista - che si è, poi, trasformata in pettegolezzo e negli inevitabili sentito dire che sono diventati, purtroppo, parte integrante della sua storia. Di lei ci hanno parlato i libri di storia e ancora romanzi e saggi non sempre troppo autorevoli, per non parlare della moltitudine di pellicole cinematografiche e televisive che si sono letteralmente sfamate di quella parte così sfacciatamente sensuale di Anna Bolena preferendola ad una reale coerenza storica oggettivamente più banale e meno accattivante. Perchè Anna è stata molto più di quello che ci è stato raccontato e anche molto meno di quello che ci hanno voluto far credere.
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[ RECENSIONE ] La mamma si è addormentata di Romy Hausmann

LA MAMMA SI È ADDORMENTATA di Romy Hausmann
350 pagine | €16.90 cartaceo

Era solo una ragazzina di quindici anni quando è stata condannata per un crimine atroce, di cui si è sempre dichiarata innocente. Adesso Nadja è una donna adulta e ha ormai scontato la sua pena. Non chiede altro che una vita normale, e quel lavoro anonimo come assistente in uno studio di avvocati sembra l'unico modo per tenere a bada gli incubi e il panico che la assale all'improvviso. Un'esistenza grigia e ripetitiva che però la fa sentire protetta. Ma un giorno, inaspettatamente, la morte rientra di nuovo nella sua vita. Laura, la moglie del suo capo, l'unica persona che le abbia mai dimostrato amicizia, ha commesso un tragico errore, un errore che è finito nel sangue. Adesso potrebbe perdere tutto: suo marito, sua figlia, le sue sicurezze. Nadja sa bene che cosa significhi. Ma sa anche che aiutarla la renderebbe sua complice. Mentre si dirige nei boschi dello Spreewald con un carico inquietante nel bagagliaio della macchina, non può certo immaginare che quel luogo popolato di oscure leggende diventerà teatro di una caccia spietata. Qualcuno sta cercando di trascinarla in un gioco perverso e Nadja capirà ben presto che il suo passato sanguinoso potrebbe fare di lei la vittima perfetta. O l'assassina perfetta.


Ho iniziato questo romanzo due volte a distanza di qualche mese e - considerato la mia predilezione per il thriller - già questo doveva dirmi qualcosa. Ci ho riprovato credendo ad una qualche strana congiunzione astrale negativa, ma il risultato - purtroppo - si è rivelato essere ben lontano dalle mie aspettative. Eccolo qui, il più classico degli scenari, dopo aver amato il primo romanzo di Romy Hausmann - La mia prediletta - in questo non sono riuscita a trovare lo stesso pathos, la medesima adrenalina, quell'approccio mentale che mi aveva conquistata fin dalle prima pagine.
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[ RECENSIONE ] Tutte le volte che mi sono innamorato di Marco Marsullo | Feltrinelli

TUTTE LE VOLTE CHE MI SONO INNAMORATO di Marco Marsullo
245 pagine | €18.00 cartaceo
Feltrinelli | Link Affiliato Amazon

Chi l'ha detto che, dopo i trent'anni, gli uomini non hanno paura di restare single? E che l'orologio biologico esiste solo per le donne? Cesare, maestro elementare napoletano, ha le idee confuse sull'amore. Tanto romantico quanto cervellotico, si nasconde dietro teorie improbabili e comici segni del destino, ma in realtà soffre per un passato di storie sbagliate, incontri surreali, colpi di fulmine e bruschi risvegli, mentre i suoi amici sembrano aver capito tutto prima di lui. A trentacinque anni, Cesare è rimasto l'ultimo single del gruppo e non sa più cosa farsene della sua libertà. Vive con il gatto Thiago, gira per la città sulla sua Vespa, ha un discreto successo con le ragazze, eppure sempre più spesso la notte torna a casa da solo, con un peso sul cuore. Quando il suo amico Sandro, prossimo alle nozze, gli consegna l'invito con un + 1 che campeggia beffardo accanto al suo nome, Cesare decide di raccogliere la sfida: ha sei mesi per arrivare al ricevimento con una fidanzata. Ma come trovare finalmente la persona giusta?


Quanti libri sull'amore avete letto in questi anni o anche solo incrociato sullo scaffale di una libreria? Bene, quanti di questi erano scritti da un uomo? Pochi, immagino. Ed ora viene il bello: quanti di questi pochi parlavano di amore al maschile?  Su, non fate quelle facce, sappiate che anche gli uomini si innamorano, prendono batoste, vengono lasciati, incontrano casi umani e hanno la fottuta paura di rimanere soli. Chiedetelo a Marco Marsullo (intendo per il romanzo, non nello specifico!).
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[ RECENSIONE ] Le lettere di Esther di Cécile Pivot | Rizzoli

LE LETTERE DI ESTHER  di Cécile Pivot
288 pagine | €18.00 cartaceo


“Da che cosa ti difendi?” è la prima, spiazzante domanda di Esther per i cinque sconosciuti che, rispondendo al suo annuncio, hanno scelto di mettersi in gioco. Attraverso piccoli quadri della loro vita quotidiana e l’intenso scambio epistolare si delineerà poco per volta il ritratto di una classe eterogenea e sorprendente: Samuel, il più giovane, che non riesce a piangere per la morte del fratello; Jeanne, ex insegnante di pianoforte, vedova, che si difende dalla solitudine accudendo animali maltrattati; Jean, un uomo d’affari disilluso che vive per il lavoro e ha perso contatto con le gioie più autentiche; Nicolas e Juliette, una coppia in crisi sulla quale il passato getta ombre soffocanti. Esponendo dubbi e debolezze all’ascolto e alle domande, la scrittura sarà, per loro, lo strumento per rivelarsi l’uno all’altro con sincerità.


Anche se lontana anni luce da quella comfort zone a cui troppo spesso ci attacchiamo, Le lettere di Esther si è rivelata essere una lettura terapeutica in una maniera così particolare ed inaspettata che ha quasi dell'incredibile. Il romanzo epistolare è, quindi, nelle mie corde? Anche in questo esatto momento non saprei dirvelo, davvero. Non ho esperienza del genere in questione e - a dirla proprio tutta - il mio unico caso di lettura epistolare risale ai tempi della scuola superiore con qualcosa che non ha proprio nulla a che fare con il romanzo di Cécile Pivot. Avete presente Storia di una capinera ? Ecco, ci siamo capiti.
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[ RECENSIONE ] Ti cercherò ovunque tu sia di Ronald H. Balson | Garzanti

TI CERCHERO' OVUNQUE TU SIA di Ronald H. Balson
388 pagine | €19.60 cartaceo

Polonia, 1939. Da quando a Lublino sono attraccate le navi con la svastica, nulla è più come prima. Lo sa bene Eli che, insieme alla moglie Esther e al figlio, è stato costretto ad abbandonare la sua casa e a cucire sul cappotto la stella di David. Portare quel simbolo sul petto è una condanna, ma Eli è determinato a fare di tutto per proteggere la sua famiglia. Persino a collaborare con Max, un imprenditore nazista che gli promette la salvezza in cambio del suo lavoro. Ormai sono passati molti anni dalla guerra. Eli e suo figlio sono sfuggiti alla morte scappando negli Stati Uniti, ma non hanno dimenticato il sorriso di Esther, portata via per sempre proprio dall'uomo che aveva giurato di tenerli al sicuro. Eli non può e non vuole dimenticare quel sorriso. È la ragione che gli permette di lottare ogni giorno. Perché tutto l'orrore che ha vissuto non è riuscito a intaccare il suo senso di giustizia, e ora è arrivato il momento di dare la caccia a Max.
 

Ho scoperto Ronald H. Balson qualche anno fa e fu amore a prima lettura. Prima con Volevo solo averti accanto e poi con Ogni cosa è per te ho riscontrato una forza emotiva non propriamente comune insieme ad una coerenza storica sempre credibile e mai banale, scontata o ripetitiva. Ecco perché non potevo proprio lasciarmi sfuggire la lettura del suo nuovo romanzo uscito lo scorso 17 marzo, Ti cercherò ovunque tu sia.

Te l'ho detto Eli. Prima ci marchieranno per separarci dalla società,
poi ci sequestreranno e poi ci elimineranno.
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[ RECENSIONE ] Hamburger e miracoli sulle rive di Shell Beach di Fannie Flagg | Rizzoli

 HAMBURGER E MIRACOLI SULLE RIVE DI SHELL BEACH di Fannie Flagg
333 pagine | €12.00 cartaceo

Primavera 1952. Shell Beach è un posto come un altro, dove crescere. Certo, è la più sperduta cittadina del Mississippi, e forse trasferirsi laggiù per fare soldi facili con un chiosco sulla spiaggia non è stata un'idea brillante. Ma gli sballati progetti del padre di Daisy Fay Harper non lo sono quasi mai. Daisy Fay, invece, ha progetti più solidi per il futuro: diventare Miss America. E in attesa che il sogno si realizzi scrive sul suo diario tutto quello che le accade. Come dover entrare nel club delle debuttanti di Mrs Dot, assistere al divorzio dei genitori dopo il sospetto incendio del chiosco, aiutare il padre a vivere dei più strampalati espedienti – incluso far passare la figlia per morta e poi risuscitarla grazie alle miracolose doti di un ciarlatano – e non smettere mai di cercare ostinatamente la propria strada.


Sapete cosa mi piace di più di Fannie Flagg?  Ogni suo romanzo ha una propria identità, forte e specifica. Pur portando in scena argomenti sociali anche molto simili, riesce a donare ad ognuno di loro un'impronta ben delineata così da renderlo diverso, peculiare, ben assestato. Qui, ad esempio, tra hamburger e (strani) miracoli ci troviamo davanti ad uno stile più personale dei precedenti incontrati presentato sotto la forma di un diario e la voce narrante di una bambina, Daisy Fay Harper.

Il pensione del giorno della signora Dot è stato:
"Se la gente ti parla alle spalle, significa che stai due passi avanti!"
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[ RECENSIONE ] Caterina D'Aragona di Alison Weir | Neri Pozza

CATERINA D'ARAGONA di Alison Weir
654 pagine | €19.00 cartaceo
 Neri Pozza | Link Affiliato Amazon

Inghilterra, 1501. In piedi sul ponte della nave, con le ciocche di capelli rosso e oro che le sferzano il viso, Caterina d'Aragona scruta con trepidazione la costa inglese, domandandosi cosa le riserverà il futuro. Promessa sposa dell'erede al trono, il Principe Arturo, Caterina sa che sarà suo dovere dimenticare la Spagna e adeguarsi agli usi e costumi del nuovo regno, di cui un giorno sarà regina. Giunta a Londra, tuttavia, la giovane fatica a mascherare lo sgomento quando si trova davanti il futuro marito. Ben diverso da Arturo è il fratello minore, il Principe Enrico, di stazza robusta e innegabile fascino, capace di suscitare in Caterina un inspiegabile turbamento, quel turbamento che sempre si prova dinnanzi a coloro che ci sono destinati. Otto anni dopo sarà infatti Enrico, salito al trono come Enrico VIII, a sposare Caterina, e con lei regnerà per sedici anni, prima che l'arrivo a corte della seducente e intrigante Anna Bolena muti le sorti del regno, segnando per sempre il futuro di Caterina. Imprigionata da Enrico nel castello di Kimbolton, ripudiata e spogliata di ogni privilegio, Caterina non rinuncerà mai a farsi chiamare Regina, mentre intorno a lei andrà raccogliendosi un notevole ancorché violentemente represso consenso popolare.


Essere coerente senza diventare un libro di storia. Affascinare il lettore senza creare dinamiche forzate e poco credibili. Sì, senza dubbio scrivere un romanzo storico non è affatto facile, ma per Alison Weir sembra essere così naturale, quasi una seconda pelle. Ne ho avuto il primo accenno con L'innocente e oggi - dopo le 640 pagine di Caterina D'Aragona - ne ho l'assoluta certezza.

Cate, ne abbiamo già parlato. 
Non ci facciamo governare da regine in Inghilterra.
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[ RECENSIONE ] Diritto di sangue di Gigi Paoli | Giunti Editore

DIRITTO DI SANGUE di Gigi Paoli
 312 pagine | €16.90 cartaceo
Giunti Editore | Link Affiliato Amazon

Dopo mesi di coma e buio totale, Carlo Alberto Marchi è finalmente uscito dall’ospedale, ma la sua rocambolesca caduta dalla passerella di “Gotham”, il Palazzo di Giustizia di Firenze, ha lasciato pesanti conseguenze fuori e dentro di lui: è dipendente dagli antidolorifici, si muove con una stampella ed è tormentato da un fischio continuo nelle orecchie che gli toglie perfino il sonno. Costretto a stare lontano dal lavoro al giornale, si consola con l’affetto della figlia Donata e l’inatteso ritorno dell’ex fidanzata Olga. Ma non è facile starsene a casa mentre la sua cronaca giudiziaria è stata affidata a una rampante collega, che, come se non bastasse, ha fama di essere piuttosto in gamba. Eppure, proprio nel momento più impensato, la vita lo chiama ancora a rapporto: il capocronista del Nuovo gli chiede ufficiosamente di sfruttare i suoi contatti per indagare su un omicidio che ha sconvolto Firenze. Nel meraviglioso parco delle Cascine, il polmone verde che di notte racchiude i lati oscuri della città, viene trovato ucciso Giorgio Mati, il gestore del leggendario furgone che distribuisce birra e panini ai viandanti notturni. E ciò che rivelano le prime indagini ha dell’incredibile: il tranquillo paninaro nascondeva un passato cruento, che a poco a poco si incastra come un puzzle con gli anni più bui di Firenze.


Ricordo perfettamente  il dove e il come, ma soprattutto il rumore che ha accompagnato l'ultima pagina del quarto capitolo delle cronache di Gotham. Camera da letto, lancio del libro contro il muro, una serie impronunciabile di parole che non posso qui replicare.  Ma eccoci (finalmente) tornati a Firenze alle prese con un giornalista di cronaca giudiziaria in malattia un po' malconcio e decisamente annoiato, costretto lontano dal suo habitat naturale e sottoposto alle cure di un fisioterapista mascherato da torturatore della santa inquisizione. Un macello, direte voi. Non ancora, quello arriva a pagina ventidue.
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[ RECENSIONE ] La sua verità di Alice Feeney | Casa Editrice Nord


LA SUA VERITA' di Alice Feeney
372 pagine | €19.00 cartaceo
Casa Editrice Nord | Link Affiliato Amazon


Il cadavere di una donna ritrovato in un bosco, con molteplici ferite d'arma da taglio e un braccialetto dell'amicizia legato attorno alla lingua. È la classica notizia di cronaca nera destinata a monopolizzare l'attenzione del pubblico, e l'esperta giornalista Anna Andrews dovrebbe essere entusiasta di seguire quel caso. Invece preferirebbe essere ovunque, piuttosto che lì. E adesso, in quel bosco, c'è la ragione per cui ha dovuto abbandonare tutto, la causa di tutte le sue sofferenze, un ricordo del suo passato che avrebbe preferito tenere sepolto. Se i pensieri potessero uccidere, dovrebbero arrestarla subito. Quando arriva sul luogo del delitto, il detective Jack Harper è convinto di sapere già cosa si troverà davanti. Invece gli basta lanciare un'occhiata alla vittima per rendersi conto che questo omicidio è diverso da qualsiasi altro su cui gli sia mai capitato d'indagare. Perché lui, quella donna, la conosceva bene. Jack è probabilmente l'ultima persona ad averla vista viva. Se i suoi colleghi lo scoprissero, lui diventerebbe l'indiziato numero uno. Ogni storia ha almeno due versioni. La versione di lui e la versione di lei.


Questa storia - come tutte le storie - ha due versioni. Quella di lei e quella di lui. Quella di Anna e quella di Jack. Il cadavere di una donna viene ritrovata nel bosco di Blackdown, un paesino straordinariamente tranquillo ad un paio di ore dalla metropoli londinese e sul posto accorrono proprio loro: una giornalista d'inchiesta - ex conduttrice televisiva della BBC - e il detective incaricato delle indagini.

La sua verità si apre al lettore come molti altri thriller con un omicidio da risolvere, nulla di originale direte voi. Ebbene, in realtà tutti sembrano nascondere qualcosa, un dubbio o un senso di colpevolezza per quel dettaglio che viene sempre sottinteso e mai rivelato davvero. A cui si aggiunge un passato difficile da raccontare, poi flashback che possono anche dare fastidio per le immagini evocate e ancora quelle verità lontane, quasi sepolte, lasciate lì in attesa dell'inevitabile.
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[ RECENSIONE ] Lizzie di Shirley Jackson | Adelphi

LIZZIE di Shirley Jackson
316 pagine | €12.00 cartaceo

La protagonista, Elizabeth Richmond, ventitré anni, i tratti insieme eleganti e a­nonimi di una «vera gentildonna» della provincia americana, non sembra avere altri progetti che quello di aspettare «la propria dipartita stando il meno male possibile». Sotto un'ingannevole tranquillità, infatti, si agita in lei un disagio allarmante che si traduce in ricorrenti emicranie, vertigini e strane amnesie. Un disagio a lungo senza nome, finché un medico geniale e ostinato, il dottor Wright, dopo aver sottoposto la giovane a lunghe sedute ipnotiche, rivelerà la presenza di tre personali­­tà sovrapposte e conflittuali. È solo l'inizio di un inabissamento che assomiglierà, più che a un percorso clinico coronato da un successo terapeutico, a una discesa amorale e spietata nelle battaglie angosciose di un Io diviso, apparentemente impossibile da ricomporre: tanto che il dottor Wright sentirà scosse le fondamenta non solo della sua dottrina, ma della sua stessa visione del rapporto tra l'identità e la realtà.


Lizzie non era una lettura programmata, va detto. Forse più una seconda occasione. Quel 'dai, riproviamoci!' così tipico di un segno zodiacale testardo e permaloso come pochi a questo mondo (scorpione, ndr) che non accetta facilmente una sconfitta men che meno una reazione tiepida, soprattutto se (come in questo caso) tutti - ma proprio tutti, autore preferito compreso - sembrano aver amato alla follia Shirley Jackson.

Ehi, magari mi sono sbagliata io, mi sono detta mettendo le mani avanti con un pizzico di speranza e invece no. Io e la cara Shirley proprio non riusciamo a prenderci. Eppure le basi per qualcosa di molto buono c'erano tutte. E anche la tematica, mannaggia, mi ha sempre conquistato con una facilità così disarmante da essere quasi un rigore a porta vuota. Ma cosa è andato storto con la Jackson, allora?
Citando la grande Mina potrei dire solo una cosa: parole, parole, parole.
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[ RECENSIONE ] La bambina sputafuoco di Giulia Binando Melis

LA BAMBINA SPUTAFUOCO di Giulia Binando Melis 
336 pagine | €16.80 cartaceo

Io mi chiamo Mina e mi piacciono molte cose: denti di leone, tonno in scatola, libri, ricotta, lucciole e soprattutto i draghi, e le fiamme che escono dalla loro bocca. I draghi nessuno li uccide, sono fortissimi e per questo io mi sento una di loro, infatti la prima volta che ho visto Lorenzo non mi sono neanche spaventata. Lui era infuriato, urlava forte e mi ha lanciato un'occhiataccia. Ma io lo so che era solo molto arrabbiato, come me. Stare qui non ci piace per niente e questo è stato un ottimo motivo per diventare amici. Insieme facciamo sul serio. Siamo davvero due brutti ceffi e di fronte a noi se la danno tutti a gambe, perfino la paura. Il nostro mondo ha le regole che abbiamo deciso: ci sono mostri dentro i laghi, gnomi che aspettano il diploma di magia, gocce d'acqua che diventano animali fantastici e licantropi che esistono davvero. Chi non ci crede noi non lo ascoltiamo perché nonostante quello che dicono gli adulti, questa non è immaginazione. Questa è la realtà. Quella migliore per mettere a punto il nostro piano segreto. Un piano di fuga coi fiocchi. Perché io e Lorenzo dobbiamo scappare. Andarcene via dall'ospedale dentro cui viviamo ormai da troppo tempo e raggiungere il mondo fuori. Perché quando rivedremo il cielo, ogni cosa cambierà. Perché quando siamo insieme non ci batte nessuno.


Quello che colpisce immediatamente di questo romanzo è la sua delicatezza. Un approccio che forse non ti aspetti considerato il tema centrale affrontato: quello della malattia, delle lunghe degenze in ospedale, di diagnosi che mai avresti voluto ascoltare, di nomi difficili anche solo da pronunciare e che ti si attaccano sulla pelle fin dentro alle ossa e ancora più in profondità.
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UNA TESTIMONIANZA PREZIOSA - Il ragazzo che disegnò Auschwitz di Thomas Geve | Einaudi

IL RAGAZZO CHE DISEGNO' AUSCHWITZ di Thomas Geve
312 pagine | €24.00 cartaceo ed. illustrata

Thomas Geve è poco piú di un bambino quando viene deportato ad Auschwitz, separato dalla madre e precipitato nell’orrore. Alla liberazione, nell’aprile del 1945, raccoglie le poche forze residue per fissare su carta quel che ha vissuto. Trasformando il retro dei formulari delle SS in disegni di struggente esattezza, seguiti, poco dopo, da una memoria scritta non meno vivida, Thomas risponde al male assoluto con le uniche armi di cui dispone un ragazzino: la curiosità, la speranza e qualche matita colorata. A distanza di oltre 75 anni, quel racconto per immagini si fonde per la prima volta all’originario racconto in parole.


Non credo possa esistere nulla di vagamente paragonabile alla testimonianza di Thomas Geve. Non ci sono anni di silenzi tra i fatti e la loro stesura, non esistono parti razionalizzate tra il presente e quello che, invece, è stato perchè semplicemente non ce ne è stato il tempo. Thomas Geve ha sentito immediatamente la responsabilità di testimoniare quanto aveva vissuto, quanto i suoi occhi avevano catturato in quei lunghi 22 mesi di agonia, orrore, paura e sopravvivenza. E così nell'immediatezza della liberazione del campo di Buchenwald (dopo Auschwitz e Gross-Rosen) Thomas ha preso dei cartoncini con stampato lo stemma nazista insieme ad un paio di matite colorate e ha iniziato a disegnare. Disegni semplici, stilizzati, fanciulleschi eppure incredibilmente reali, dettagliati, capaci di far trasparire la verità attraverso quei colori in grado di spingere avanti un messaggio chiaro, forte, indelebile.
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[ RECENSIONE ] Se solo il mio cuore fosse pietra di Titti Marrone

SE SOLO IL MIO CUORE FOSSE PIETRA di Titti Marrone
240 pagine | €17.50 cartaceo
Feltrinelli | Link Affiliato Amazon


Nel 1945 la grande villa di campagna di sir Benjamin Drage diventa una residenza per i piccoli reduci dai campi di sterminio, venticinque bambini tra i quattro e i quindici anni accolti e accuditi grazie all'iniziativa e alla determinazione di Anna Freud, figlia del grande Sigmund, e di Alice Goldberger, sua collaboratrice. Ciascun bambino ha una storia diversa, terribile e speciale, ciascuno viene da un proprio personale inferno. Alice e la sua équipe lottano per restituire loro un'infanzia, dando vita per oltre un decennio a un centro dove le più recenti acquisizioni della psicologia infantile, della pedagogia e dell'arte vengono messe al servizio delle necessità dei bambini provenienti da lager, orfanotrofi e conventi o dai nascondigli dove i genitori li hanno lasciati durante la guerra, nell'estremo tentativo di salvar loro la vita.


Se solo il mio cuore fosse pietra - citazione da La strada di Cormac McCarthy - è anche il pensiero ricomparso più volte durante la lettura, quasi a voler schermare il dolore che si forma ed esce fuori da queste pagine attraverso la genuinità, la purezza, la totale mancanza di filtri dei 25 bambini di Lingfield di cui Titti Marrone vuole raccontare storia, passato, traumi e speranze.  Ma cosa è accaduto dopo la liberazione di Auschwitz e la fine della seconda guerra mondiale? Quale futuro per i bambini sopravvissuti alle camere a gas e agli abominevoli esperimenti di Mengele? 
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[ RECENSIONE ] Oliva Denaro di Viola Ardone | Einaudi

OLIVA DENARO di Viola Ardone
312 pagine | €18.00 cartaceo


È il 1960, Oliva Denaro ha quindici anni, abita in un paesino della Sicilia e fin da piccola sa che «la femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia». Le piace studiare e imparare parole difficili, correre «a scattafiato», copiare di nascosto su un quaderno i volti delle stelle del cinema, cercare le lumache con il padre, tirare pietre con la fionda a chi schernisce il suo amico Saro. Non le piace invece l'idea di avere «il marchese», perché da quel momento in poi queste cose non potrà più farle, e dovrà difendersi dai maschi per arrivare intatta al matrimonio. Quando il tacito sistema di oppressione femminile in cui vive la costringe ad accettare un abuso, Oliva si ribella e oppone il proprio diritto di scelta, pagando il prezzo di quel no.


Era il 5 settembre 1981 quando l'Italia diede il suo addio al matrimonio riparatore e al delitto d'onore, retaggio del codice Rocco di stampo fascista. Appena 41 anni fa il grido di molte donne è stato (parzialmente) ascoltato per la prima volta: donne stanche di subire scelte imposte da altri espressione vivente di una società maschilista e patriarcale, donne che hanno segnato con coraggio il loro diritto a dire no. Tra queste - forse ancora più in disparte di molte altre - c'era anche Oliva Denaro.
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[ RECENSIONE ] Un litro di lacrime di Aya Kitō | Rizzoli

UN LITRO DI LACRIME di Aya Kitō

190 pagine | €8.00 cartaceo

Rizzoli | Link Affiliato Amazon


Nel vasto mondo asiatico, il diario di Kito Aya ha conosciuto un successo inarrestabile: pubblicato sul finire degli anni Ottanta in Giappone, ha venduto oltre un milione di copie. Una platea affollata per il racconto in prima persona di una ragazzina quindicenne che ha ispirato e incantato un intero continente. Aya racconta dieci anni della propria vita, racconta l'adolescenza e l'inizio dell'età adulta, una vita come tante, ma senza prospettiva, un'esistenza minata dalla malattia, ecco la differenza. Ed è racchiusa qui la potenza di queste pagine: nella ribellione, nell'ironia, nella fragilità che si trasforma in forza, che fanno di Aya un simbolo, una figura di culto. Perché, al di là della sua particolare condizione, è riuscita a gridare con voce limpida cosa vuol dire diventare grandi, e a contare quante lacrime servono per affrontare le sconfitte.


Un litro di lacrime per me è stata una delusione. Mi sento davvero in difficoltà, dovete credermi. Sembra quasi ingiusto o eticamente sbagliato parlare in questi termini di una storia vera e di una ragazza che ha perso la sua battaglia contro una malattia terribile, dolorosa e dilaniante come la atassia spino cerebellare. Per questo motivo ho dovuto mettere una barriera e separare bene le due cose: da un lato la parte umana che rispetto con tutta me stessa e dell'altra quella letteraria che con me non ha funzionato, non come mi sarei immaginata. A dire il vero, fin dalle prime pagine mi sono sentita destabilizzata.

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[ RECENSIONE ] Loro di Roberto Cotroneo | Neri Pozza

LORO di Roberto Cotroneo
192 pagine | €16.15 cartaceo


Può il memoriale di una giovane donna sconvolgere a tal punto, da turbare persino coloro che si avventurano abitualmente nei recessi più oscuri della mente? È quanto accade in queste pagine, nelle quali Margherita B. narra dei fatti accaduti nel 2018, quando prende servizio, stando alle sue parole, come istitutrice presso una famiglia aristocratica, gli Ordelaffi, in una magnifica villa progettata da un celebre architetto alle porte di Roma: la casa di vetro. Il compito che le viene affidato è prendersi cura delle gemelline Lucrezia e Lavinia. Tutto sembra meraviglioso quell’estate. Ogni cosa è scelta con gusto, con garbo, con dedizione. Le gemelle, identiche, sono una meraviglia di educazione e di talento. Ma pochi giorni dopo l’arrivo di Margherita cominciano a rivelarsi presenze terrificanti. Sono loro, dicono le bambine, gli antichi ospiti della casa, tornati per riportare in luce l’orrore.



Ho finito questo romanzo esattamente due ore e mezzo fa. Non mi capita spesso, solitamente lascio i miei pensieri vagare liberi ed indisturbati per qualche giorno, eppure questa volta ho sentito proprio la necessità di mettermi davanti alla tastiera con la pagina bianca che inizia a riempirsi senza alcun sforzo, le mani sembrano andare avanti da sole, inarrestabili, quasi spinte da qualcosa di invisibile, soprannaturale, forse? Okay, mi sembra chiaro: devo assolutamente parlarvi di Loro di Roberto Cotroneo.
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[ RECENSIONE ] La casa senza ricordi di Donato Carrisi | Longanesi

La casa senza ricordi di Donato Carrisi
400 pagine | €22.00 cartaceo

Un bambino senza memoria viene ritrovato in un bosco della Valle dell’Inferno, quando tutti ormai avevano perso le speranze. Nico ha dodici anni e sembra stare bene: qualcuno l’ha nutrito, l’ha vestito, si è preso cura di lui. Ma è impossibile capire chi sia stato, perché Nico non parla. La sua coscienza è una casa buia e in apparenza inviolabile. L’unico in grado di risvegliarlo è l’addormentatore di bambini. Pietro Gerber, il miglior ipnotista di Firenze, viene chiamato a esplorare la mente di Nico, per scoprire quale sia la sua storia. E per quanto sembri impossibile, Gerber ce la fa.


E anche questa prima recensione dell'anno ce la siamo giocata. Bene, ma non benissimo, direbbe qualcuno. Ebbene sì, come accaduto lo scorso anno, anche il nuovo si apre con una delusione e non di quelle facili da digerire. Dovrei essere abituata, in effetti. Negli ultimi 48 mesi è accaduto con Stephen King, prima, poi con Ken Follett e - più di recente - con Ilaria Tuti. Credevo di aver raggiunto oramai il massimo consentito e, invece no, questo 2022 riesce a sorprendermi e siamo solo all'inizio.
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