[ RECENSIONE ] Il ladro di anime di Sebastian Fitzek | Einaudi

IL LADRO DI ANIME di Sebastian Fitzek
240 pagine | 12.50€ cartaceo

In una clinica psichiatrica immersa nella campagna innevata alle porte di Berlino si consumano le nove ore che precedono la paura. Pazienti, medici, infermieri scoprono che il Ladro di anime, il folle che da tempo terrorizza la città si trova all'interno della struttura. Di lui si conoscono soltanto i crudeli effetti provocati da un misterioso trattamento che riduce le vittime a meri involucri, e gli ambigui indovinelli che lascia dietro di sé come macabra firma. Inizia cosí una frenetica caccia al serial killer, guidata da Caspar, un ex chirurgo che ha perso la memoria in seguito a una tragedia personale. Mentre il tempo scorre inesorabile nel tentativo di neutralizzare il Ladro di anime, Caspar vede riaffiorare dal subconscio pezzi della sua vita precedente, che fanno luce sulla sua identità e sul suo passato, costringendolo a uno sconvolgente viaggio negli abissi piú oscuri della propria psiche.


Partiamo dalla fine: leggetelo. 
Se non lo avete ancora fatto, abbandonate tutto quello che state facendo (torte, pizze, ancora torte, pane e, sì, anche quel libro che state tenendo in mano) e lasciatevi conquistare dalla scrittura ammaliante e pericolosa di Sebastian Fitzek. Perché pericolosa? Perché crea dipendenza, dannazione. Il nome di Fitzek non mi era affatto sconosciuto e avevo solo sentito parlare bene dei suoi romanzi - come Schegge e La terapia che saranno miei molto presto - ma io tendo a diffidare per natura, oramai dovreste averlo capito. Mi sono sbagliata, chiaramente. Arrivavo da un mese povero di letture, eppure sono bastate meno di quarantotto ore per divorare letteralmente un romanzo su cui non sono riuscita - e non riesco nemmeno ora a mente fredda - a scorgere una lacuna, neppure una piccola macchietta contro luce. Sì, mi sono innamorata di Fitzek, che ci posso fare?
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[ RECENSIONE ] Sei di corvi di Leigh Bardugo | Mondadori

SEI DI CORVI di Leigh Bardugo
440 pagine | 17.00€ cartaceo

A Ketterdam, vivace centro di scambi commerciali internazionali, non c'è niente che non possa essere comprato e nessuno lo sa meglio di Kaz Brekker, cresciuto nei vicoli bui e dannati del Barile, la zona più malfamata della città, un ricettacolo di sporcizia, vizi e violenza. Kaz, Manisporche, è un ladro spietato, bugiardo e senza un grammo di coscienza che si muove con disinvoltura tra bische clandestine, traffici illeciti e bordelli, con indosso gli immancabili guanti di pelle nera e un bastone decorato con una testa di corvo. Uno che, nonostante la giovane età, tutti hanno imparato a temere e rispettare.


Non conoscere Sei di corvi di Leigh Bardugo (anche solo di nome) è francamente impossibile. Ovunque. Potrebbe racchiudere la portata di un fenomeno sociale che ha spopolato nel web (in particolare nella piattaforma Instagram) rendendo questo titolo ben visibile agli occhi di tutti, amanti o meno del genere fantasy. Sei di corvi è stato probabilmente il titolo più chiacchierato (e pubblicizzato) degli ultimi mesi portando alla luce un fandom di lettori entusiasti ed estasiati, quasi al limite dell'umana follia.

Come accade in molti esponenti del genere in questione, non ci troviamo davanti ad una lettura che richiama ad un approccio vorace ed istintivo. Sei di corvi - soprattutto nella prima parte - richiede attenzione e lungimiranza per riuscire ad entrare in contatto e sintonia con un mondo fantastico di cui la scrittrice ci spiega ben poco e che ci lancia addosso senza preavviso. Non una sua mancanza, va detto, ma conseguenza diretta di una trilogia precedente dedicata al Grishaverse che in Italia non ha visto la luce. Perché a noi piacciono le cose complicate, è risaputo. Rimane il fatto - e trovo giusto sottolinearlo - che lo stile diretto, musicale e fresco della Bardugo riesce a fare sua questa iniziale difficoltà, ponendo il lettore al centro esatto della storia ed immergendo occhi, cuore e mente in un puzzle di segreti, passati burrascosi e lontane vendette capaci di lasciare sempre qualcosa di intentato, di sospeso e carico di tensione.
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