LA LOCANDA DELL'ULTIMA SOLITUDINE di Alessandro Barbaglia
Prezzo: 17.00€ | Pagine: 163
Libero e Viola si stanno cercando. Ancora non si conoscono, ma questo è solo un dettaglio. Nel 2007 Libero ha prenotato un tavolo alla Locanda dell'Ultima Solitudine, per dieci anni dopo. Ed è certo che lì e solo lì, in quella locanda arroccata sul mare costruita col legno di una nave mancata, la sua vita cambierà. L'importante è saper aspettare, ed essere certi che se qualcosa nella vita non arriva è perché non l'hai aspettato abbastanza, non perché sia sbagliato aspettarlo. Anche Viola aspetta: la forza di andarsene. Da anni scrive lettere al padre, che lui non legge perché tempo prima, senza che nessuno ne conosca la ragione, è scomparso, lasciandola sola con la madre a Bisogno, il loro paese. Ed è a Bisogno, dove i fiori si scordano e da generazioni le donne della famiglia di Viola, che portano tutte un nome floreale, si tramandano il compito di accordarli, che lei comincia a sentire il peso di quell'assenza e la voglia di un nuovo orizzonte.
Mi sono approcciata a questo romanzo con il gusto dell’autentica sorpresa. Non conoscendo le opere precedenti dell’autore mi sono lasciata letteralmente trasportare dalla sua prosa poetica e comunicativa, quasi cullata da una corrente ritmica e rinfrescante capace di portare con sé messaggi chiari e diretti, nascosti dietro una eco di meraviglia e stupore.
La locanda dell’ultima solitudine si presenta come un racconto onirico, intenso ed appagante, capace di fluttuare attraverso mondi fantasiosi e realtà così vicine a noi permettendo al suo lettore di costruire quasi naturalmente una forte empatia ed inevitabile connessione con i suoi protagonisti e le sue umane emozioni, catturati da un paesaggio incantevole ed artistico, vivo come una tela appena compiuta.