[ RECENSIONE ] Absence - L'altro volto del cielo di Chiara Panzuti

ABSENCE - L'ALTRO VOLTO DEL CIELO di Chiara Panzuti
320 pagine | €15.00 cartaceo
Fazi Editore | Link Affiliato Amazon

È trascorso appena un mese dall'inizio del gioco insidioso di cui l’uomo in nero tiene le fila e coordinate dell’ultimo biglietto conducono Faith e i suoi compagni a Est. L’invisibilità è diventata per Faith, Jared, Scott e Christabel una strana routine, per sopravvivere in un mondo che non ha memoria di loro e il motivo che li spinge a continuare il viaggio intrapreso per tornare a esistere. Ma il siero NH1 comincia a indebolire il fisico dei ragazzi e la conquista dell’antidoto si fa sempre più indispensabile. Soltanto Faith sembra resistere agli effetti collaterali e sviluppa un’inaspettata prontezza fisica e mentale.Sotto l’ombra dell’Illusionista e sulle tracce dei biglietti dell’uomo in nero, i ragazzi della squadra Gamma fronteggiano più volte le squadre degli Alfa e dei Beta: il gioco, però, comincia a svelare il suo lato crudele, che non accetta provocazioni né debolezze. Dopo uno scontro violento con una squadra avversaria nella base navale di Changi Bay, a Singapore, Faith scoprirà alcuni risvolti delle regole spietate dell’Illusionista e si troverà faccia a faccia con l’altro volto della competizione e di se stessa.
A distanza di trecentosessantacinque giorni dall'uscita di Absence - Il gioco dei quattro, Chiara Panzuti torna in libreria con un seguito che chiede a gran voce conferme e un salto in avanti rispetto al suo predecessore. Se nel primo romanzo - originale e innovativo rispetto alla mole di young adult allora in circolazione - mi sono lasciata piacevolmente trasportare dalla corrente di una storia ben scritta ed intrigante senza avere, in partenza, particolari aspettative, in L'altro volto del cielo di aspettative, di curiosità e di attese ce n'erano in buona quantità e ( se non tutte ) molte si sono realizzate.
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[ RECENSIONE ] Così crudele è la fine di Mirko Zilahy | Longanesi

COSI' CRUDELE È LA FINE di Mirko Zilahy
418 pagine | €18.60 cartaceo

In una Roma attraversata da omicidi silenziosi ed enigmatici, che gettano una luce nera sulla città, il commissario Mancini per la prima volta dopo molto tempo accoglie la sfida con nuova determinazione. Perché ora Enrico Mancini non è più l'ombra di se stesso: supportato dalla psichiatra della polizia che l'ha in cura, e affiancato dalla fedele squadra di sempre, si lancia alla ricerca di indizi che gli permettano di elaborare il profilo del killer. Costretto a rincorrere l'assassino passo dopo passo, vittima dopo vittima, tra i vicoli e le rovine della Roma più antica e segreta, il commissario capisce ben presto che il killer è anomalo, sfuggente come un riflesso. E in un gioco di specchi tra presente e passato, tra realtà e illusione, la posta finale non è solo l'identità del serial killer, ma quella dello stesso Mancini.
L'atto conclusivo che porta la firma di Mirko Zilahy è piena conferma della poliedrica maestria di un autore che non dà solo semplicemente lustro ad uno dei generi letterari più ostici e complessi, ma che sa mettersi in gioco in modo intelligente e mutevole donando ai suoi affezionati lettori un ultimo viaggio intenso, intimo e coinvolgente fin dalle sue prime battute. 

Anche in questo terzo capitolo, risulta evidente come Zilahy riesca a sfruttare in modo totale ed intelligente le meraviglie storiche che la Città Eterna mette a sua completa disposizione. Roma è, ancora una volta, muta protagonista dell'intera vicenda, esplodendo nel punto più alto della narrazione in tutte le sue più celate contraddizione ed in grado di riflettere, in modo naturale e sorprendente, luci ed ombre di chi, in carne ed ossa, calca la sua scena. Luoghi di pubblico interesse si intrecciano a cunicoli sotterranei, a strade sconosciute e ad un passato ancora vivo sotto i nostri occhi creando il palcoscenico perfetto per una trama narrativa dove regna vita e morte, dolore e distruzione. In questo romanzo, in modo particolare, è possibile sottolineare una particolare attenzione alla simbologia che, in questa specifica veste, si poggia su due emblematici elementi: l'acqua e lo specchio. Mentre quest'ultimo viene utilizzato come sensibile metafora della vita e della nostra mutevole identità, l'acqua sembra recitare il ruolo predominante in una storia capace di costruire e distruggere, rafforzare ed indebolire una personale consapevolezza che non troverà facilmente la via d'uscita. Dall'acqua nasce l'intera vicenda e sempre nell'acqua si conclude. Acqua che sgorga potente dalla terra, che disseta e purifica, ma che, allo stesso tempo, è in grado di essere flagello e distruzione.
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[ PREMIO BANCARELLA '18 ] La regina del silenzio di Paolo Rumiz

LA REGINA DEL SILENZIO di Paolo Rumiz
214 pagine | €16.00 cartaceo
La Nave di Teseo | Link Affiliato Amazon

Il malvagio re Urdal scende da Nord, invade col suo esercito la pianura dei Burjaki e proibisce loro ogni forma di musica. Con tre mostri – Antrax, Uter e Saraton – terrorizza la popolazione. Eco, il mago dai luè qnghi capelli bianchi che suscita i suoni della terra, viene fatto prigioniero e nella terra dei Burjaki cala il silenzio assolutoMila, la figlia del valoroso cavaliere Vadim, ha il dono innato della musica e cresce ascoltando la melodia della natura. Con il suono della sua voce sfida il divieto di Urdal e decide di cercare il bardo Tahir, l’uomo che le ha insegnato il canto, per guidare insieme la battaglia più importante, nel nome della musica e della libertà.
La regina del silenzio è una fiaba moderna che respira di un incerto passato, accompagnata da uno stile poetico e di altri tempi che Paolo Rumiz adotta con pacatezza e mai ostentata sensibilità. Sembra quasi di scorgere una pungente melodia tra le parole di un romanzo che sono capaci di prendere vita, pagina dopo pagina, accompagnando il lettore in un viaggio fantastico e misterioso in grado di portare con sè non solo una sferzata di pura magia, ma anche un messaggio potente e disarmante.

I capelli neri aderivano come l'ala di un corvo al lato destro del volto. 
In mezzo a tutto questo, occhi scuri e profondi,
ma lucenti e inquieti come quelli di una bambina.

Paolo Rumiz ci propone l'ancestrale lotta tra bene e male in una terra facile preda di uomini selvaggi e assetati di sangue, di morte e distruzione. È la pianura di Burjaki teatro di uno spietato massacro condotto da Re Urdal alla guida di un'orda di mostruosi assassini, spinto da un'inarrestabile gusto di conquista che lo porterà - sotto la malevole influenza della maga Ubidaga - a bandire ogni più semplice melodia, condannando quella terra ad un silenzio irreale, assordante che lascia senza respiro. Ed è qui che entra in gioco la forza del bene attraverso il coraggio di una giovane donna portatrice di un potere più forte di qualsiasi oscura maledizione: quello della musica e dell'arte in grado di sprigionare amore e condivisione, purezza ed armonia in un'orchestra di voci, coraggio e fiducia tali da poter lottare alla pari anche contro il male più oscuro e in apparenza invincibile.
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[ PREMIO BANCARELLA '18 ] Anna che sorride alla pioggia di Guido Marangoni | Sperling

ANNA CHE SORRIDE ALLA PIOGGIA di Guido Marangoni
204 pagine | €16.90 cartaceo
Sperling | Link Affiliato Amazon

Un'ora dopo aver letto l'esito del test di gravidanza, avevo già montato un canestro in giardino. «È un maschio, me lo sento!». Perché dopo due meravigliose figlie femmine era giusto, se non pareggiare i conti, almeno bilanciare un po' le parti. A Daniela l'ultima cosa che interessava era il sesso della creatura che portava in grembo. Bastava che fosse sana, diceva. Che poi è il pensiero di ogni genitore, solo che, quando la vita ti ha già messo alla prova, quel pensiero non lascia spazio a nessun altro. Poi ci fu il succo alla pera. Qualche sorso per svegliare a suon di zuccheri il piccoletto, in modo che si posizionasse a favore di ecografo. Fu quello il giorno in cui capii che mi dovevo preparare, perché qualcosa stava davvero per cambiare. Quando la dottoressa ci convocò e senza tanti preamboli ci disse: «Si tratta della trisomia 21», invece, capii un'altra cosa: che Daniela era già pronta. «È maschio o femmina?», chiese, lasciandomi a bocca aperta ancora una volta. Perché adesso sì, l'unica cosa che contava era sapere chi sarebbe arrivato nella nostra famiglia. Era Anna la buona notizia che stavamo aspettando.
Non sono madre e solo ora che fisso questa pagina bianca davanti a me ho la paura di non essere all'altezza nel trasmettere quelle sensazioni che mi hanno accompagnata durante la lettura di Anna che sorride alla pioggia di Guido Marangoni, vincitore del Premio Selezione Bancarella 2018.

Sapere non vuol dire necessariamente intervenire, 
ma può significare anche prepararsi.

Le parole sono scivolate sotto i miei occhi in poco meno di cinque ore lasciando dietro di sè tante lacrime e molti sorrisi, grazie alla pungente ironia con cui Guido sa raccontare una realtà che non si può giudicare senza fermarsi a pensare, anche solo per qualche breve istante. Un approccio puro e reale che parte dallo stomaco ed afferra il cuore grazie ad un suono leggero che potrebbe essere tradotto in buonismo, ma che, se ci soffermiamo anche solo un secondo sulla sua storia, evidenzia una forza d'animo ed un coraggio capace di superare ogni limite, ogni umana difficoltà. È l'amore il centro nevralgico di questo romanzo che non è finzione, ma vita reale e tangibile con i suoi pregi ed i suoi difetti, con le sue luci e le sue ombre, con quelle paure che ci rendono fragili agli occhi degli altri, ma che, allo stesso tempo, ci permettono di godere di quelle meraviglie altrimenti date per scontate.
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[ RECENSIONE ] Le voci delle betulle di Eloisa Donadelli | Sperling

LE VOCI DELLE BETULLE di Eloisa Donadelli
300 pagine | €16.90 cartaceo

Bernadette Laudis vive da sempre con un peso inspiegabile sul cuore, un senso di vuoto che le fa mancare l'aria all'improvviso nonostante l'abbraccio caldo della famiglia, e che cerca di colmare con il suono del suo violoncello. Finché, un giorno, un oggetto stonato rinvenuto sul pavimento di casa rivela una verità affilata, che squarcia il velo di purezza di cui credeva ammantata la sua vita. E il dolore la getta in un crepaccio senza appigli, di quelli che si insidiano nei ghiacciai delle Alpi che fanno da contorno al paesino di Cimacase, dove lei da Milano si è trasferita per amore. Una notte, in cerca di ossigeno fresco, Bernadette si addentra nei boschi e scopre una radura protetta da un recinto di betulle. Lì, in una casa di sasso, vive Giosuè, un pastore solitario, un uomo anziano che si è fatto eremita per proteggere i ricordi. In paese lo chiamano «il re delle betulle»: dicono che i suoi consigli siano un balsamo per le ferite dell'anima; dicono che sappia leggerti dentro, ma che non tutti riescano a trovarlo. Parla poco, ma conosce la saggezza degli alberi e sa ascoltare. Anche la voce del silenzio. Grazie a quell'incontro, Bernadette inizierà a sciogliere i nodi del cuore. Grazie al bosco di betulle, troverà la chiave per spalancare una porta sul suo passato, sulla storia della sua famiglia e sul mistero delle sue origini. Liberandosi così da quell'antico peso sull'anima e ritrovando la strada di casa. Perché ci sono destini che solo gli alberi sono in grado di preservare.
Le voci delle betulle è una storia di tradimento e rinascita che passa attraverso la consapevolezza di sè e della propria, naturale forza. È la storia di Bernardette. 
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