[ RECENSIONE ] Legend di Stephanie Garber | Rizzoli

LEGEND di Stephanie Garber
476 pagine | €18.00 cartaceo

Dopo la travolgente avventura nel mondo magico e misterioso del Caraval, Donatella Dragna è riuscita finalmente a sfuggire al padre e a salvare la sorella Rossella da un disastroso matrimonio combinato. Ma Tella non è ancora libera; per ritrovare la madre Paloma ha stretto un patto disperato con un criminale misterioso, che vuole in cambio qualcosa che solo lei può dargli: il vero nome di Legend, il Mastro di Caraval. L'unica possibilità per scoprire il vero nome di Legend è vincere il nuovo Caraval, che si terrà a Valenda, l'antica capitale dove una volta regnavano i Fati, in occasione del genetliaco di Elantine, la sovrana dell'Impero di Mezzo. Tella dovrà quindi immergersi di nuovo nella competizione magica, tra le attenzioni di un inquietante erede al trono, una storia d'amore impossibile e una ragnatela di segreti, tra cui anche quelli di Rossella. Se fallirà non potrà mantenere il suo patto e rischierà di perdere tutto, compresa forse la vita. Ma se vincerà, Legend e il Caraval saranno distrutti per sempre.
Ho deciso di leggere Legend di Stephanie Garber senza alcuna esitazione, partendo proprio dalle sensazioni molto positive rimaste in sospeso dopo aver voltato l'ultima pagina del precedente capitolo. Lasciamo Caraval e ci spostiamo nell'antica capitale di Valenda, città ricca di leggenda e mistero fin dai tempi nefasti e remoti in cui vi regnavano - nell'espressione massima del loro potere - i temuti Fati. Ed è proprio qui che Legend ha deciso di muovere le sue pedine!

La storia che la Garber ci narra in questo secondo romanzo passa attraverso gli occhi, i ricordi e le parole di Donatella Dragna. Ebbene sì, quella stessa Tella che avevo decisamente mal digerito e che ora si presenta a noi sotto una luce senza dubbio più favorevole. Molti sono, in effetti, gli aspetti che risaltano agli occhi del lettore durante la sua repentina scoperta: forte ed ingenua, testarda ed impertinente, leale ed incontrollabile fino a cacciarsi nei peggiori dei guai ed uscirne con arguzia e sorprendente ironia. Ed i guai certamente non mancheranno perchè Tella ha tutte le intenzioni di mettersi ancora in gioco e questa volta la posta in palio sarà molto, molto più alta. Lo struggente desiderio di ritrovare quella madre scomparsa da oltre sette anni riuscirà ad avere la meglio sulla strada per lei disegnata dal mastro di Caraval? 
Anche in Legend è possibile percepire suoni e colori che sanno di magia e si costruiscono attraverso di essa, ma qui c'è qualcosa che in Caraval era mancato. Quel qualcosa in più si chiama pathos e mistero, leggenda che si confonde con la realtà creando una narrazione cullata da un ritmo che non si ferma mai, capace di avvolgere il lettore in una morsa che non lascerà proprio mai la presa.

A questo punto, credo che il soffermarmi oltre sui dettagli possa in qualche modo togliervi il gusto della sorpresa che, dal mio personale punto di vista, è uno dei maggiori punti di forza di questo romanzo. Altro sono sicuramente i personaggi (Dante, oh, mio amato Dante) che, in quell'eterna lotta tra bene e male, si affacciano sulla scena e, indossando una maschera ben collaudata, sono  pronti a recitare la propria parte in un gioco che sfiora la finzione ed abbraccia la più amara delle realtà. 

In questo secondo capitolo di una dilogia (in origine) divenuta trilogia (in corso d'opera), la Garber è riuscita non solo a confermarsi nelle sensazioni positive che avevo riscontrato in Caraval, ma anche a ribaltare la sua comfort zone, racchiudendo in questo romanzo molto degli elementi cari a noi amanti del fantasy. Ora, credo che la Garber abbia fatto la scelta più giusta nell'abbandonare in parte le regole del gioco per abbracciare la parte più psicologica e intima dei suoi personaggi. Senza per questo abbandonare mistero e pathos che raggiunge il lettore in modo diretto ed impetuoso, quasi letale. 

3 commenti

  1. A me questa saga continua a non dire nulla, sarà il troppo hype?

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    1. Non so dirti, sai? Io non leggo molti young adult e, forse per questo, questo mi ha piacevolmente colpito fin dal primo libro.

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