[ RECENSIONE ] Sulla sedia sbagliata di Sara Rattaro | Garzanti

SULLA SEDIA SBAGLIATA di Sara Rattaro
130 pagine | €12.00 cartaceo

Una madre rimane sempre una madre. Non smette mai di esserlo. Qualunque cosa accada. Anche quando non esiste nulla di più difficile al mondo. Lo sa bene Francesca, che ogni settimana va in carcere a trovare suo figlio accusato di un reato gravissimo: omicidio. Lei che continua a domandarsi dove abbia sbagliato. Perchè negli occhi di Andrea fatica a riconoscere il bambino che ha cresciuto. Ma il suo cuore non può fare altro che proteggerlo. E' la missione di ogni madre. Proprio quella missione che Teresa sente di aver fallito nel momento in cui sua figlia le è stata strappata via troppo presto in un incidente d'auto. Francesca è la madre di un carnefice, Teresa la madre di una vittima. Eppure sono solo due donne che devono in qualche modo superare la sconfitta delle loro speranze, dei loro sogni di un futuro felice per i figli.
Ricordo di aver conosciuto Sara Rattaro come lettrice praticamente per caso. Un normale pomeriggio d'autunno e il desiderio di una nuova lettura mi aveva condotto alla mia libreria di fiducia e lì ad un consiglio: prova con Sara Rattaro. L'ho fatto ed è stato davvero qualcosa di meraviglioso e sorprendente. Ecco perchè quando la Garzanti ha riportato in libreria il suo romanzo d'esordio non ho potuto davvero resistere: dovevo leggere Sulla sedia sbagliata.

La storia centrale ruota attorno alla vita di due donne, due madri. Francesca e Teresa sono due persone profondamente diverse,  ma accomunate da quell'indistruttibile valore aggiunto di madre che non ha confini, che non presenta differenze o eccezioni di cultura, di tenore di vita o appartenenze personali. Attraverso le parole di Francesca viviamo l'autentico dramma di una madre che si ritrova sulla sedia sbagliata: madre di un assassino e di un figlio che ora, sotto le luci dei riflettori e del giudizio altrui, stenta quasi a riconoscere. Naturali ed immediati sono i sensi di colpa che riaffiorano, come macigni pesanti, alla memoria. Gli stessi sensi di colpa che bussano prepotentemente al cuore di Teresa, madre di una giovane donna strappata alla vita dal destino della strada. Un incidente mortale che non le ha lasciato via di scampo, se non il vuoto, il dolore e le paure di chi sa di non aver fatto abbastanza, di non aver protetto la sua bambina quando aveva più bisogno. 
Ma attorno a queste due strazianti storie, la Rattaro avvicina persone e vite legate da un invisibile filo conduttore che accompagnerà il lettore durante la narrazione. E così che conosciamo la storia Zoe, malata di diabete di tipo I, costretta a vivere la sua adolescenza tra esami e camere d'ospedali, accompagnata da incertezze ed illusioni di un trapianto che significa speranza di una vita finalmente normale e che lei stessa percepisce come quella luce in fondo ad un tunnel, pieno di ostacoli e decisamente in salita. Una luce che si è spenta fin troppe volte, in passato.

Così come Margherita, madre di una figlia che vive il dramma dell'anoressia e che si sta spegnendo, giorno dopo giorno, senza che lei possa fare nulla per cambiare le cose, sentendosi impotente, sentendosi vuota ed inutile. E, infine, Paolo che si trova dall'altra parte della barricata. Attraverso la sua storia riusciamo a percepire lo strazio di un figlio in trappola, il dolore continuo nel vedere delusione e rancore negli occhi di una madre che avrebbe dovuto infondergli amore e rassicurazione contro una malattia che lo rende schiavo da troppo tempo. Sara Rattaro riesce a dare voce, cuore ed anima ai sentimenti più profondi e comuni dell'essere umano. I suoi personaggi prendono immediatamente vita, come se potessimo toccarli con mano, consolarli nei momenti peggiori o scrollarli in cerca di una reazione.

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