CATERINA HOWARD. LA REGINA SCANDALOSA di Alison Weir
512 pagine | €16.15 cartaceo
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Nipote del potente Duca di Norfolk, nonché cugina di Anna Bolena, la giovane Caterina Howard, nonostante l’alto lignaggio della sua famiglia, cresce in condizioni di semipovertà. Dopo la morte della madre, e a seguito dei numerosi debiti contratti dal padre, la bambina viene mandata a Lambeth, ospite della duchessa vedova di Norfolk. È consuetudine, per i bambini nobili, essere allevati presso famiglie importanti, e Caterina ha ormai l’età giusta per acquisire le abilità, la grazia e l’eleganza che le saranno utili per contrarre un buon matrimonio, o addirittura per ottenere un posto a corte. Ma a Norfolk House, nonostante la sorveglianza di Madre Emmet, la notte i corridoi si riempiono di sussurri e risate soffocate. Nella residenza sono ospitate e educate altre giovani di origine aristocratica che, al calare delle tenebre, si dilettano in banchetti clandestini e incontri segreti, sotto gli occhi curiosi della piccola Caterina. Anni dopo, divenuta una giovane donna di grande fascino, Caterina verrà introdotta a corte come damigella d’onore di Anna di Kleve, la nuova moglie del re. Ma, sotto la scaltra guida del Duca di Norfolk, diventerà presto una pedina fondamentale per le alleanze politiche dell’Inghilterra. Il suo compito, però, è tutt’altro che semplice: dovrà persuadere sua maestà a trovare un pretesto per divorziare dalla consorte, farsi incoronare regina e donare al re un erede, per garantire la successione.
Anche la lettura di questo nuovo capitolo dedicato alla penultima moglie di Enrico VIII non mi sorprende - o meglio - la scrittura di Alison Weir come nelle occasioni precedenti si è rivelata essere, non che avessi dubbi a proposito, una vittoria annunciata. E' affascinante, enigmatica, intensa al punto giusto. Appassiona e sa spingersi verso una naturale curiosità restituendo al lettore una figura che senza dubbio coinvolge, in parte lascia perplessi, ma che riesce a porre un ulteriore tassello sulla vita amorosa decisamente movimentata di uno dei più imponenti sovrani europei. Ma chi era davvero la regina scandalosa?
Piccolo passo indietro, giusto per rendere più chiara la situazione. Enrico VIII era oramai un uomo dolorante, non particolarmente in forma, ma dotato di un senso estetico e femminile intransigente: la sua regina doveva essere giovane e bellissima, ma, soprattutto, casta e pura. Avete capito il problema, vero? Chiaramente nulla del passato di Caterina fu mai menzionato all'ignaro sovrano che venne, in men che non si dica, totalmente accecato dal fascino irresistibile della Howard ai cui piedi cadde rovinosamente e senza alcun ripensamento. E lei, secondo voi, fu almeno furba nel placare i bollenti spiriti o almeno attendere la dipartita del suo datato consorte? Chiaramente no, e così come lei non brillò di intelligenza, molte degli occhi che avevano assistito tra le mura di Lambeth si fecero avanti e parlarono, oh se parlarono.
Fu regina per pochi mesi, condannata alla giovane età di appena 21 anni allo stesso destino che sorprese (solo pochi anni prima) sua cugina, Anna Bolena. Eppure, ed è questo a lasciare perplessi, Caterina avrebbe potuto evitare la forca almeno in un paio di occasioni. E' proprio vero, chi non conosce la storia tende a ripetere gli stessi errori. Che, in questo caso, era pure recente, eh Caterì? Considerazioni personali non richieste a parte, Alison Weir ribadisce anche in questo nuovo capitolo la sua naturale capacità di raccontare la storia e di renderla irresistibile, dando voce anche ai non protagonisti, descrivendo avvenimenti e ambientazioni nei minimi dettagli rendendoli così più vicini a noi, vividi, quasi tangibili e senza mai risultare pesante o ripetitiva. E, ancora una volta, si riesce a percepire la presenza imponente di Enrico VIII pur non essendo il protagonista di questa parte della storia. Il sovrano di Inghilterra non prenderà mai davvero la parola, eppure è quasi inevitabile percepirne la ritrosia dinanzi ad una condanna che non riesce ad accettare, come a voler allungare i tempi di un giudizio inevitabile, definitivo.
Sì, devo ammetterlo, soprattutto in questo romanzo, avrei proprio voluto sentire quella sua voce maschile che, in altre occasioni, invece, avrei ben volentieri messo a tacere. Ma chissà, magari, Alison Weir riuscirà a soddisfare questa mia curiosità, prima o poi.
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