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[ RECENSIONE ] La pietà dell'acqua di Antonio Fusco | Giunti

LA PIETA' DELL'ACQUA di Antonio Fusco
224 pagine | €12.90 cartaceo

È un ferragosto rovente e sulle colline toscane ai confini di Valdenza viene trovato il corpo di un uomo, ucciso con una revolverata alla nuca, sotto quello che in paese tutti chiamano "il castagno dell'impiccato". Non un omicidio qualunque, ma una vera e propria esecuzione, come risulta subito evidente all'occhio esperto del commissario Casabona, costretto a rientrare in tutta fretta dalle ferie, dopo un'accesa discussione con la moglie. Casabona non fa in tempo a dare inizio alle indagini, però, che il caso gli viene sottratto dalla direzione antimafia. Strano, molto strano. Come l'atmosfera di quei luoghi: dopo lo svuotamento della diga costruita nel dopoguerra, dalle acque del lago è riemerso il vecchio borgo fantasma di Torre Ghibellina, con le sue casupole di pietra, l'antico campanile e il piccolo cimitero. E fra le centinaia di turisti accorsi per l'evento, Casabona si imbatte in Monique, un'affascinante e indomita giornalista francese. O almeno, questo è ciò che dice di essere. Perché in realtà la donna sta indagando su un misterioso dossier che denuncia una strage nazista avvenuta proprio nel paesino sommerso. Un dossier scottante, passato di mano in mano come una sentenza di morte, portandosi dietro un'inspiegabile catena di omicidi. E tra una fuga a Parigi e un precipitoso rientro sui colli, Casabona sarà chiamato a scoprire che cosa nascondono da decenni le acque torbide del lago di Bali. Qual è il prezzo della verità? E può la giustizia aiutare a dimenticare?
Torno a Valdenza dopo qualche mese di assenza e non sembra essere passato un giorno. Ritrovo davanti a me colori, sapori e suoni così familiari da poter essere quasi visti, gustati ed ascoltati grazie a quell'approccio narrativo su cui Fusco non indugia mai, nemmeno per un attimo, spingendo il suo lettore al centro esatto della scena, senza remore o troppi preliminari. 

La memoria è una condanna e la verità spesso non s'incontra con la giustizia, 
nonostante la cerchi disperatamente. Allora bisogna darle una mano, 
affinché i morti trovino la pace!

E la scena che si presenta ai nostri occhi e a quelli di un commissario (quasi) in ferie non è di un comune omicidio, ma di una vera e proprio condanna a morte. Fin dalle prime pagine, si respira un'atmosfera particolare che sembra avvolgere l'intera narrazione che si dipana tra passato e presente, tra silenzi e bugie sullo sfondo di un borgo che sembra prendere letteralmente vita. Torre Ghibellina, il vecchio borgo fantasma, torna ad emergere dalle acque portando con sè molte verità fino ad allora taciute unite da un sottile filo rosso che è parte della nostra storia contemporanea: l'invasione nazista e una strage familiare che grida (ancora) giustizia.
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[ RECENSIONE ] Ogni giorno ha il suo male di Antonio Fusco | Giunti

OGNI GIORNO HA IL SUO MALE di Antonio Fusco
237 pagine | €6.90 cartaceo

La sonnacchiosa provincia toscana di Valdenza è improvvisamente scossa dall’omicidio di una donna che viene ritrovata in casa, in una posizione innaturale e con una fascetta stringi cavo attorno al collo. Si pensa subito al movente passionale, ma all’occhio esperto di Casabona, il commissario incaricato del caso, qualcosa fin da subito non quadra: troppi elementi diversi sulla scena del crimine, troppi particolari contrastanti. Schivo, ma con una forte carica umana, reso cinico da troppi anni di mestiere alle spalle, Casabona capisce ben presto che l’omicidio è solo l’inizio di un vortice di morte: un gioco molto pericoloso in cui le regole sono quelle stringenti e folli di un serial killer. E Casabona non può che accettare la sfida. «Chiediti perché e troverai il movente e se troverai il movente sarai vicino all’assassino»: seguendo questa frase come un mantra e con l’aiuto dell’affascinante collega Cristina Belisario, Casabona cercherà di venirne a capo e per farlo sarà obbligato anche a una profonda riflessione sull’impotenza dell’essere umano rispetto alle conseguenze delle proprie azioni.
Non è facile trovare nel genere in questione una lettura che sia al contempo efficace e coerente, ma anche seducente e comunicativa. Ogni giorno ha il suo male ci accompagna al centro esatto di una scena cruda e dolorosa dove i dettagli non ci sono affatto risparmiati e che, fin dal suo prologo, colpisce il lettore in modo diretto, sfrontato e razionale. In questi ultimi anni, in modo particolare, mi è capitato di incrociare lo sguardo con molti commissari letterari, protagonisti di vicende più o meno verosimili e portatori di un personaggio troppe volte enfatizzato, come fosse una sorta di caricatura chiamata a farsi piacere, ad ogni costo. Nulla di questo troverete in Tommaso Casabona. È essenzialmente la normalità il più autentico punto di forza del protagonista creato da Antonio Fusco che, prendendo spunto da un'esperienza diretta e sul campo, rispecchia di luci ed ombre, di virtù e difetti umani e professionali tali da rendere il personaggio quasi tangibile, reale, sorprendentemente vicino.

La storia si evolve in modo spigliato ed uniforme, portando in scena piccoli dettagli e personaggi molto caratteristici in grado di stuzzicare la curiosità del lettore e spingere verso un'attenzione crescente che non lascia mai la presa. Lo stile adottato da Fusco risulta essere coerente con il genere intrapreso e fedele a certi dettami che non possono - e non devono - essere altrimenti traditi. Il suo è un linguaggio diretto, compulsivo, ammaliante e privo di maschere che, proprio grazie ad accenti ben calibrati e sfumature accattivanti, permette a noi lettori di prendere in mano le redini, trovarsi al centro esatto della vicenda e accompagnare con i nostri stessi occhi l'evolversi di una trama avvincente e mai scontata.
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