[ RECENSIONE ] Sono tornato per te di Lorenzo Marone | Einaudi

SONO TORNATO PER TE di Lorenzo Marone
272 pagine | €18.00 cartaceo


Un amore che attraversa la guerra e rimane intatto nonostante gli orrori che lo mettono alla prova. L’epopea di un ragazzo che difende la propria vita facendo a pugni per tornare dalla donna che lo aspetta. Cono Trezza e Serenella Pinto sono due giovani del Sud, cresciuti nella zona del Vallo di Diano, tra Campania e Basilicata. Si sono conosciuti che erano adolescenti, aspettano solo il momento di sposarsi. Ma sono gli anni Trenta del secolo scorso, e a mettersi tra loro ci sono i fascisti. Soprattutto Romano, il figlio del podestà. Stufo di subirne l’arroganza, Cono si ribella, compiendo un gesto che la sua famiglia pagherà a caro prezzo. Poi la partenza per il servizio militare, e dopo l’8 settembre 1943 la deportazione in Germania. A tenerlo in vita, saranno la speranza di rivedere Serenella, l’aiuto di un compagno di prigionia dal cuore grande e la sua abilità nel tirare di boxe. C’era uno sport che veniva praticato nei campi di concentramento, il pugilato. Piaceva al Führer, piaceva alle guardie naziste che scommettevano sugli incontri, piaceva ai kapò che obbligavano i prigionieri a combattere di notte su ring improvvisati. “Sono tornato per te” racconta la storia di chi è sprofondato in quell’inferno e ne è uscito aggrappandosi a un ricordo. 



Non avrei potuto iniziare il nuovo anno e ritornare a scrivere con una lettura migliore di questa. Sono tornato da te non è soltanto una storia d'amore - che comunque occupa in punta di piedi la prima parte del romanzo - ma racchiude nelle sue pagine ogni senso umano. Si passa dall'udire rumori diventati oramai rari, all'assaporare gusti genuini e veraci, dall'annusare profumi più diversi allo sfiorare piccole cose, profondi sentimenti, lacrime trattenute che troveranno presto la strada per uscire fuori. E' la storia di Cono Trezza e la sua Serenella.

E' il racconto di un giovane uomo - come tanti ce ne sono stati in questa parte del mondo - chiamato a sopravvivere all'inferno del genocidio nazista, prigioniero in un campo di concentramento. A dargli la forza di andare avanti, di non mollare mai nemmeno di un solo passo, di superare il dolore più cieco, la fame e l'abbrutimento inevitabile sarà non solo il ricordo costante della sua casa oramai lontana, ma il pugilato e Cono Trezza a pugni non si è mai tirato indietro.


Sono tornato per te è quel genere di romanzo che amo definire corale. Non tanto per il modo in cui viene raccontato, ma per la qualità dei personaggi - piccoli e grandi - che si affacciano lungo la narrazione. Sono personaggi capaci di lasciare una bella impronta dietro di sè che, in misura maggiore o minore, è perfettamente in grado di coinvolgere e colpire ogni singolo lettore. Primo fra tutti, senza dubbio, Cono Trezza. E' un carattere ben definito, reale e lineare reso interessante da un evidente contrasto capace di dare quella spinta in più che suscita spontaneo attaccamento ed empatia. E' gentile e leale, di animo buono, ma allo stesso tempo è impulsivo, testardo, ingovernabile, insofferente ad ogni minimo accenno di ingiustizia. Sua croce e pesante delizia che segnerà in modo concreto ogni attimo della sua vita. E in lui - soprattutto nella seconda parte - si vive quell'inevitabile senso di impotenza che attanaglia nel profondo ognuno di noi di fronte ad immagini, parole, memorie di una pagine di storia contemporanea che mai si dovrebbe dimenticare. E' la stessa rabbia incontrollabile che scaturisce dai suoi muscoli, si nasconde dietro ogni montante, prende vita in quei pugni che, sopra quel ring improvvisato, si trasformano in insano divertimento per alcuni e sopravvivenza per molti altri.

Lorenzo Marone con Sono tornato per te si pone verso i suoi lettori in modo delicato, quasi in punta di piedi, riuscendo anche nelle parti più dolorose, crude e strazianti a non essere mai sopra le righe. Affronta atrocità che mai dovremmo smettere di leggere, comprendere e condividere con un forte senso di pudore e rispetto. Non spettacolarizza il male nella sua forma più umana, ma preferisce dare voce a chi la parola - allora come oggi in molte parti del mondo - venne tolta, messa a tacere, cancellata per sempre.

Si potrebbe parlare di questo romanzo come il cerchio (im)perfetto della vita. Si apre e si chiude raccontando l'amore, lasciando traccia lungo questo impervio cammino di pezzi importanti, di emozioni forti, di immagini che fanno tremare l'anima e piegare il cuore. Ci si commuove, è inevitabile. Per alcuni potrebbe sembrare una reazione quasi scontata, inevitabile, ma in verità Marone non sfrutta quel tasto in modo superficiale, ma si percepisce il suo desiderio di raccontare la vita in ogni sua più piccola sfaccettatura insieme ad un sentimento di personale rivalsa. Cono Trezza non perde mai la voglia di lottare, nel campo come sopra il ring e lo fa con la consapevolezza che qualcosa - e qualcuno - lo stia aspettando in quella terra natia che sembra così lontana. Ancora una volta, Lorenzo Marone ci regala una storia perfetta, capace di unire la testimonianza storica ad un'emozione semplice e rara, provando come sia una delle voci narrative più valide del nostro panorama letterario. E, quindi, esattamente, cosa state aspettando?

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