[ RECENSIONE ] La figlia femmina di Anna Giurickovic Dato | Fazi Editore

LA FIGLIA FEMMINA di Anna Giurickovic Dato
191 pagine | €16.00 cartaceo
Fazi Editore | Link Affiliato Amazon

Ambientato tra Rabat e Roma, il libro racconta una perturbante storia familiare, in cui il rapporto tra Giorgio e sua figlia Maria nasconde un segreto inconfessabile. A narrare tutto in prima persona è però la moglie e madre Silvia, innamorata di Giorgio e incapace di riconoscere la malattia di cui l’uomo soffre. Mentre osserviamo Maria non prendere sonno la notte, rinunciare alla scuola e alle amicizie, rivoltarsi continuamente contro la madre, crescere dentro un’atmosfera di dolore e sospetto, scopriamo man mano la sottile trama psicologica della vicenda e comprendiamo la colpevole incapacità degli adulti di difendere le fragilità e le debolezze dei propri figli. Quando, dopo la morte misteriosa di Giorgio, madre e figlia si trasferiscono a Roma, Silvia si innamora di un altro uomo, Antonio. Il pranzo organizzato dalla donna per far conoscere il nuovo compagno a sua figlia risveglierà antichi drammi.
Esce oggi per Fazi Editore  La figlia femmina  di Anna Giurickovic Dato. Un romanzo crudo, doloroso e intenso capace di indagare nella profondità più intima dell’animo umano, rivelandone senza maschere e senza mai indorare la pillola quelle che sono le ombre più oscure, silenziose ed impronunciabili che giacciono silenti nel luogo più nascosto del nostro essere.

Maria
, figlia di un diplomatico italiano con sede a Rabat, in Marocco, e di una donna solare e perdutamente innamorata della sua famiglia, si trova al centro esatto di una storia assurda per quanto realistica di soprusi e di violenze, taciute – con viltà e codardia - dietro mutevoli e paterne carezze. Un’innocenza così violata proprio dall’uomo chiamato a difenderla, a proteggerla da ogni pericolo, ma quel pericolo si trovava lì, proprio al suo fianco, sorridente e silenzioso, in attesa del momento giusto per poter attaccare, come un serpente che si nasconde vile, in attesa della sua preda preferita. 
La figlia femmina si costruisce su due distanti linee temporali. Ora troviamo un’adolescente, fiera e maliziosa, al posto di quella bambina, innocente e perduta. Crescendo Maria porta con sé un dolore intimo troppo difficile da rivelare, intenso ed impronunciabile. Così tutto in lei muta, a partire dal suo rapporto con l’altro sesso; un cambiamento che salta subito all’occhio del lettore nel momento stesso in cui la giovane incontra il nuovo compagno della madre, Antonio. Inizia un gioco pericoloso, fatto di sguardi e silenzi maliziosi, movimenti ammiccanti e ben studiati, capaci di inserirsi negli spazi incerti che ogni uomo porta con sé; punti deboli che non possono rimanere indifferenti, né rimanere taciuti e dove la sorpresa si trasforma fin troppo velocemente in piacere e soddisfazione.

Lo sguardo languido sembra invitare lo spettatore a godere, gli occhi vogliono apparire ingenui, candidamente inoffensivi, ma è come se un pensiero sporco 
balenasse per pochi istanti sul suo viso.

Lo stile adottato dalla scrittrice vive intensamente di queste emozioni che ci vengono trasmesse nella loro più potente intensità senza mediazioni, senza intermediari, ma arrivando al suo lettore in tutta la sua cieca forza, dolorosa ed inaccettabile. E’ un romanzo che fa male, che ti serra il cuore in una morsa senza respiro, come un pugno dato in pieno stomaco, così, all'improvviso, senza avvertimento, senza che tu possa effettivamente prepararti a parare il colpo. I personaggi che incontriamo durante la narrazione ci vengono descritti con precisione e massima cura, frutto di un talento che risuona chiaro in ogni sfaccettatura del romanzo come potente e disarmante, ponendo sotto i riflettori le mancanze di ognuno, sottolineandone difetti e punti deboli, lasciando in penombra gli aspetti positivi che, almeno in questo caso, rendono la storia ancora più dolorosa, umana, reale. La figlia femmina presenta un perfetto mix di racconto e indagine in grado di conferire alla lettura un potere di dialogo, diretto e sincero, con il suo lettore, senza remore o ripensamenti; il ritrovarsi naturalmente al centro della storia, osservando ogni movimento - come una pellicola in piena evoluzione -  è stata per me un'esperienza totalizzante.

2 commenti

  1. Sincera ed emozionante la tua bellissima recensione :) Ho letto anch'io questo romanzo duro e crudele, ho provato mille emozioni e tanta malinconia.Hai ragione quando scrivi che tutti i protagonisti sono perdenti e tuttavia rappresentano un male presente nella nostra società. Romanzo coraggioso che merita di essere letto.

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    1. Grazie mille *_* Sono d'accordo con te, merita di essere letto! Una lettura doverosa, ma decisamente fin troppo attuale!

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