[ RECENSIONE ] The chemist - La specialista di Stephenie Meyer

THE CHEMIST - LA SPECIALISTA di Stephenie Meyer
540 pagine | €20.00 cartaceo
Ho deciso di leggere La Specialista di Stephenie Meyer spinta da uno spirito da scommettitrice incallita. Dopo aver decisamente ridimensionato la mia prima valutazione di Twilight ed essendo uscita un po' scettica da The Host, ho voluto tentare questa nuova strada, spinta dal genere di riferimento e volendo dare una seconda occasione ad un'autrice oggettivamente amata in ogni parte del globo terrestre. Com'è finita la scommessa? Questo dovrete giudicarlo voi!

Alex - in origine la Dottoressa Juliana Fortis - è una donna forte e coraggiosa, resa invisibile dalla vitale necessità di sopravvivere ai suoi ex datori di lavoro - un'agenzia americana segreta chiamata semplicemente il Dipartimento - che le danno la caccia da anni con il solo obiettivo di metterla a tacere, una volta per tutte. E' proprio lei la Specialista. Massima conoscitrice di scienza e applicati chimici, veniva utilizzata per tortura prigionieri politici o pericolosi terroristi allo scopo specifico di ottenere una chiara ed immediata confessione. Alex è probabilmente il motivo principale per cui questo romanzo funziona. Grazie ad un'indole indipendente e coraggiosa, costruita attorno ad una maschera difficile da scalfire, conosciamo un personaggio femminile in grado di scuotere il lettore, sfiorando quelle corde più profonde che non rispondono sempre e soltanto alle tormentate storie d'amore, ma che vivono di emozioni palpabili ed estemporanee, vive e reali, pericolose e coinvolte nell'azione. 
Accanto a lei troviamo - come una specie di complessa combinazione - due fratelli Daniel e Kevin Beach che avranno un ruolo cruciale nell'evolversi della storia.

Senza incorrere in quegli odiosi e altrettanto pericolosi spoilers, posso dirvi che rappresentano egregiamente due antipodi perfetti del medesimo personaggio. Daniel è un ordinario professore delle scuole medie, curioso e riflessivo, senza troppi grilli per la testa; Kevin, invece, è un ex agente della CIA, risoluto e bellicoso, ben poco loquace ma altrettanto vendicativo. Un mix perfetto che potrebbe esplodere da un momento all'altro. La storia raccontata dalla Meyer ha un punto di partenza indubbiamente curioso e affascinante, ma che poteva e doveva essere sviluppato diversamente. Partendo proprio dalla prima parte del romanzo, sembra quasi di ritrovarsi al centro di scene di azione che procedono al rallentatore. Almeno per le prime cento pagine il ritmo non riesce a prendere forma, rischiando di annoiare il lettore, incapace di essere realmente coinvolto dalla storia e dai suoi intrecci ben costruiti ed intriganti. Un vero peccato.

La lentezza della narrazione - appesantita dall'eccessiva descrizione riservata ad elementi non essenziali ai fini stessi della trama - è purtroppo un difetto che la Meyer si porta con sé dai suoi precedenti lavori e che, secondo me, rischia seriamente di rendere negativamente un romanzo che avrebbero meritato un'attenzione maggiore. Superato ciò, il romanzo riprende finalmente la sua corsa senza fiato al fianco dei tre controversi protagonisti al centro di bugie e silenzi, intrighi e sotterfugi in grado di far salire in superficie sfaccettature di emozioni così diverse e contrastanti. Si alternano momenti di tenue speranza ed incolmabile euforia, ad altri di rischio concreto e paura difficile da dissimulare.

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