[ RECENSIONE ] La fragilità Degli angeli di Gigi Paoli | Giunti

LA FRAGILITA' DEGLI ANGELI di Gigi Paoli
304 pagine | €16.00 cartaceo

Sono giorni di angoscia per Firenze dopo la misteriosa scomparsa di un bambino di quattro anni che stava giocando nel giardino della sua casa in collina: di lui rimane solo la piccola bicicletta grigia, appoggiata a un albero. Mano a mano che passano i giorni, le speranze di ritrovare Stefano in vita si affievoliscono, e in città si torna a respirare lo stesso terrore dei tempi del "Mostro", il famigerato serial killer che uccideva e mutilava le coppiette appartate in campagna. Per il giornalista di cronaca giudiziaria Carlo Alberto Marchi e il suo collega della "nera", l'Artista, sono ore di ansia e lavoro frenetico fra la redazione, i luoghi del delitto e un Palazzo di Giustizia sempre più cupo, proprio come il suo soprannome: Gotham. Un'inchiesta serrata che non dà tregua agli inquirenti, la tenace pm Simonetta Vignali, grande amica di Marchi, e il capo della Mobile Settesanti, segnato da un passato violento che non gli concede sconti.
Quando un bambino di appena quattro anni scompare senza lasciare la benchè minima traccia di sè o del suo passaggio, fin da subito, le forze dell'ordine e gli addetti ai lavori sanno con assoluta certezza che nessuna strada dovrà essere lasciata intentata. Il passato insegna e non si dimentica e quel passato a Firenze risuona ancora più forte alla parola " mostro " che ora echeggia in egual modo sia nelle silenziose stanze del Palazzo di Giustizia - Gotham per gli amici di Marchi - che tra il vociare inarrestabile nella redazione del Nuovo, ora in particolare fermento.

In questo tanto atteso terzo capitolo, Gigi Paoli ci presenta un inedito Carlo Alberto Marchi - Carlino per gli amici - tormentato dalla sua umana fallibilità che si trova alle prese - nel privato - con una figlia adolescente in piena fase ribelle in lotta con il mondo intero e - nel pubblico - con un caso di cronaca in grado di scuotere le coscienze e aprire a scenari di facile immaginazione.  È una storia intricata quanto verosimile quella che Gigi Paoli racconta in La fragilità degli angeli capace di mettere in evidenza luci ed ombre, ragioni e moventi difficili da comprendere o anche solo da giustificare e, forse, proprio per questo motivo, rese irresistibili a noi fortunati lettori. 
Immerso in un'atmosfera di annunciato e previsto terrore che stranamente sembra essere ancora rimandato, il nostro inarrestabile cronista all'assalto sarà in grado di affrontare un caso particolarmente delicato grazie alla sua solita irrefrenabile passione e ad una esperienza sul campo capace di tingersi di una puntuale ironia tipicamente fiorentina che mi ha fatto sentire a casa. Ecco perchè non potrei mai fare a meno di Gigi Paoli.

La sua verve narrativa ti cattura fin dalle prime pagine e, soprattutto in questo romanzo, è stato il prologo a colpirmi in pieno petto, lasciandomi fin da subito senza fiato. Uno stile linguistico accurato e coinvolgente che, proprio a causa del tema trattato e delle conseguenze che troverete poi descritte, sa essere al contempo sensibile e delicato, capace di abbracciare in egual misura - senza mai patteggiare per il bene o per il male - ogni risvolto narrativo e psicologico facendo, così, la differenza. 

L'asticella, quindi, si alza in questo terzo capitolo che non si adagia nemmeno per un secondo su glorie passate, ma che anzi spinge la posta in gioco ancora più in alto mettendo sul tavolo una storia che scuote ed emoziona, appassiona e diverte senza il minimo sforzo. In modo particolare - ed ora vi parlo da un punto di vista estremamente soggettivo - ho apprezzato la generosità con cui Gigi Paoli si è approcciato non solo alla storia, ma anche ai suoi molteplici personaggi. Un approccio questo che denota una marcata sensibilità el non prendere mai una netta posizione, ma lasciando al lettore ampio margine di scelta e ragione. In modo incisivo e molto determinato, infatti, Paoli ci racconta come dietro ogni apparente evidenza possa nascondersi in realtà un dolore ancora più profondo, divenuto ora insopportabile. 

In conclusione, non posso che citare Firenze. Una città abituata a recitare nei precedenti capitoli l'importante ruolo di attrice non protagonista che in La fragilità degli angeli si trasforma, invece, in un'ombra silenziosa - pur sempre presente - in grado di riflettere una paura mai dimenticata e pronta a riaffiorare, di punto in bianco, nello scenario peggiore. 

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