FU SERA E FU MATTINA di Ken Follett
781 pagine | 27.00€ cartaceo
Mondadori | Link Affiliato Amazon
17 giugno 997. Non è ancora l'alba quando a Combe, sulla costa sudoccidentale dell'Inghilterra, il giovane costruttore di barche Edgar si prepara con trepidazione a fuggire di nascosto con la donna che ama. Ma i suoi piani vengono spazzati via in un attimo da una feroce incursione dei vichinghi, che mettono a ferro e fuoco la sua cittadina, distruggendo ogni cosa e uccidendo chiunque capiti loro a tiro. Edgar sarà costretto a partire con la sua famiglia per ricominciare tutto da capo nel piccolo e desolato villaggio di Dreng's Ferry. Dall'altra parte della Manica, in terra normanna, la giovane contessa Ragna, indipendente e fiera, si innamora perdutamente del nobile inglese Wilwulf e decide impulsivamente di sposarlo e seguirlo nella sua terra, contro il parere di suo padre, il conte Hubert di Cherbourg. Si accorgerà presto che lo stile di vita al quale era abituata in Normandia è ben diverso da quello degli inglesi, la cui società arretrata vive sotto continue minacce di violenza e dove Ragna si ritroverà al centro di una brutale lotta per il potere. In questo contesto, il sogno di Aldred, un monaco colto e idealista, di trasformare la sua umile abbazia in un centro di erudizione e insegnamento entra in aperto conflitto con le mire di Wynstan, un vescovo abile e spietato pronto a tutto pur di aumentare le sue ricchezze e il suo potere.
I miei scrittori preferiti si potrebbero contare sulle dita di una mano e tra questi - senza dubbio - svetterebbero i nomi di Stephen King e Ken Follett. Due autori giganti, amati e chiacchierati in ogni parte del globo terrestre, capaci di rendere la vita impossibile ad un lettore vagamente parsimonioso. Eccomi, infatti, a stringere la mia copia di Fu sera e fu mattina il giorno stesso della sua uscita in libreria, dopo tre lunghi anni dall'ultimo romanzo di Ken Follett. Non c'è stato spazio per la ragione, nessun pensiero prima del famigerato click, (forse) qualche goccia di rimorso, ma - lo sappiamo - quelli arrivano quando oramai è troppo tardi! E se ve lo state chiedendo: no, quella coppia di nomi non è stata una scelta casuale, affatto.
Sono passati tre anni dalla lettura di La colonna di fuoco (ambientato nel 1500) e con questo prequel Follett decide di portarci alle origini della storia, quando King's Bridge non era ancora come abbiamo sempre amato immaginarla e di quella meravigliosa cattedrale non esisteva nemmeno l'ombra. Non voglio girarci intorno: ho atteso Fu sera e fu mattina (forse) con più ansia di Follett stesso, non sapevo come spiegarmi questa sensazione mai provata prima per i suoi precedenti lavori, ma era lì, martellante, forte ed evidente. A conti fatti - e dopo ventisette euro spesi per un romanzo che non li vale completamente - credo che fosse un chiaro campanello d'allarme, purtroppo lasciato suonare a vuoto.
Fu sera e fu mattina è un romanzo corale che si avvale di una molteplicità di personaggi, pronti ad entrare in scena al momento opportuno. Purtroppo di molti sarà difficile anche solo ricordarne il nome. Sono i suoi protagonisti a fare la differenza, realizzando un quadro di voci - anche fortemente discordanti - in grado di accompagnare il lettore pagina dopo pagina, e vi assicuro che non sono poche.
A conti fatti, tolte un paio di eccezioni, posso candidamente ammettere che gli uomini non ci fanno proprio una bella figura. Sono impavidi, ma privi di scrupoli. Non hanno un minimo di decenza o morale, vivono per arricchirsi e per risultare superiori verso quanti non possono essere ritenuti degni di camminar loro affianco. La violenza - più becera, gratuita ed insensata - è la loro caratteristica comune e anche quella che li condannerà ad un inevitabile destino, uno dopo l'altro. Senza esclusioni, crollano.
Lodevole è la scrittura di Follett che si conferma di rara bellezza, partendo proprio da quella scenica e maggiormente visiva. Le ambientazioni sono descritte nei minimi particolari e chiudendo appena gli occhi è davvero facile ritrovarsi nella cittadella di Shiring o nella povera Dreng's Ferry, osservare da lontano l'Isola dei Lebbrosi o perdersi nei panorama sconfinati della vicina Normandia. In questo, Follett non ha eguali. Allo stesso modo, ci ritroviamo immersi in una complessa vicenda umana, di sentimenti contrastanti e di continue lotte al potere accompagnata da dettagli storici che sanno creare la giusta dose di fascino, stupore e curiosità in chi legge.
Fu sera e fu mattina vale i soldi spesi, quindi?
No, questa volta Follett è caduto dalla sua torre e si è fatto un gran male.
Dopo un'apertura assolutamente d'impatto che mi ha spinto a divorare le prime duecento pagine con un piacere entusiastico che non provavo da tempo, mi sono sentita improvvisamente arenata in quelle parole, come soffocata da una narrazione prolissa e ripetitiva che condannava ad una lettura troppo lenta, quasi pesante. A questo aggiungo che Ken Follett non ha certo bisogno del romance. Non mi nascondo dietro un dito, ci sono rimasta davvero male. È vero, le scene di sesso sono sempre state presenti nei suoi precedenti lavori così come particolari e ben descritte scene di violenza sulle donne che in molti - e a mio vedere in modo incomprensibile - aveva destato così tanto scalpore e stupore, ma qui abbiamo (e di molto) superato ogni livello massimo di umana sopportazione.
Sciorinare di rapporti sessuali in ogni salsa, posizione e personale appagamento senza che questo specifico (quanto descritto) amplesso sia stato in grado di dare nulla alla narrazione - perdonatemi - mi lascia francamente perplessa. E non una, non due, nemmeno tre volte. Siamo dinanzi a pagine su pagine e ancora pagine di acclarati movimenti pelvici ed altrettante ansimanti reazioni che io non mi sarei mai aspettata di trovare, non qui, non dalla meravigliosa penna di Ken Follett. La ragione di tutto questo mi sfugge.
Eccomi qui, quindi, piena di rosee aspettative che sono crollate come un castello di carta dopo una folata di vento. Ken Follett si salva solo perchè è Ken Follett. Essermi immersa in quei cliché che tendo ad evitare da una vita intera proprio in un romanzo di uno scrittore che di romance mai ha scritto prima mi ha destabilizzata. Questo romanzo non riconosce il giusto merito ad una saga che descrivere meravigliosa sarebbe un vero eufemismo. Quindi, non partite da questo. Lasciatelo indietro, afferrate la vostra copia di I Pilastri della Terra e lasciatevi incantare, ammaliare e sedurre dalla scrittura autentica di Follett, quello vero, non questo pallido riflesso.
E io mi aspettavo di leggere la storia di Kingsbridge, che sciocca!, ndr.
Ho letto tutto il libro e devo dire che mi è piaciuto ,ovviamente come gli altri , la storia va bene così non penso che sia caduto da una torre lo scrittore come ha affermato un altro lettore perchè la storia di Kingsbrige la conoscevamo già avendo letto in anticipo gli altri romanzi per cui prestando attenzione alla lettura potevamo già immaginare qualcosa di simile l'unica cosa che non conoscevamo erano i nomi e le origini dei fondatori di quella città ,nessuno poteva immaginare che provenisse dalla costruzione di un ponte , parlo della città.
RispondiEliminaPer me chiaramente è andata un po' diversamente. Sì, nei libri precedenti sicuramente abbiamo conosciuto Kingsbridge anche se già vissuta, già formata. Da questo che ne era l'origine mi aspettavo qualcosa di più. Che il nome derivasse da un ponte credo di poter dire che era già ben suggerito dal suo nome KingsBridge ovvero il ponte del re :)
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