[ RECENSIONE ] Il sangue degli elfi di Andrzej Sapkowski | Editrice Nord

 

IL SANGUE DEGLI ELFI di Andrzej Sapkowski
393 pagine | 18.00€ cartaceo
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Il regno di Cintra è caduto. Dopo quattro giorni d’assedio, le truppe di Nilfgaard irrompono nel castello e massacrano l’intera famiglia reale. La principessa Ciri è l’unica che riesce a fuggire ma, all'improvviso, un cavaliere nemico le si para davanti e avanza minaccioso, brandendo un pugnale insanguinato. Ciri non ricorda cosa sia successo. Sa solo che ora è sana e salva, protetta dalla spada di Geralt di Rivia e dalle possenti mura di Kaer Morhen, la fortezza in cui si addestrano i giovani strighi. Anche Ciri vorrebbe diventare una di loro, così, se tornasse il cavaliere di Nilfgaard, lei non avrebbe più paura, anzi sarebbe pronta a combattere. Una sera, però, al termine di un’estenuante giornata di allenamento, la ragazza dimostra di possedere straordinarie capacità psichiche, così dirompenti da non lasciare adito a dubbi: è lei la Fiamma di Cintra di cui parlano le profezie, la forza che salverà i popoli del mondo dalla rovina. Il suo destino è quindi segnato: deve partire subito per Ellander, dove una maga le insegnerà a controllare quell'immenso potere. Tuttavia, durante il viaggio, Ciri e Geralt dovranno stare molto attenti. Perché un sicario è già sulle loro tracce, disposto a tutto pur di eliminare la Fiamma di Cintra e scatenare il caos.


Questa volta il dove ci eravamo lasciati lo lascio alla sinossi che già da sola dice qualcosa in più di quello che sarebbe normalmente consentito. Il sangue degli elfi di Andrzej Sapkowski è il terzo volume e primo vero romanzo della saga di The Witcher. Anticipato da due antologie di racconti, infatti, con questo nuovo capitolo l'autore entra essenzialmente nel vivo mettendo sul tavolo molte carte scoperte che (prima d' ora) potevano essere solo immaginate. La differenza con i suoi due precedenti appare chiara fin da subito: mentre in Il guardiano degli innocenti e La spada del destino ogni racconto aveva un suo inizio ed una sua fine, qui siamo di fronte ad un progredire di eventi, colpi di scena e piccole rivelazioni che condurranno il lettore fino ad un epilogo apparentemente annunciato.

Conosciamo ancora meglio la leonessa di Cintra. Ciri sta vivendo uno scontro interiore che non le permette tregua: divisa tra una paura senza nome che le impedisce sonni tranquilli e la sicurezza di avere accanto l'uomo che le ha salvato la vita e le ha promesso di proteggerla a costo della propria, Geralt di Rivia. Sarà un percorso tortuoso che porterà la giovane Sorpresa direttamente tra le braccia di Kaer Morhen, la dimora degli strighi. È qui che sarà chiamata ad un addestramento senza precedenti per trasformarsi in qualcosa mai tentato prima, ma quando strani poteri psichici - forse magici - sembrano scuotere chi le sta accanto, tutto cambia, impercettibilmente.

Devo ammettere che mi ha sorpreso trovare meno azione di quella che mi sarei aspettata. Non manca, certo, ma in più di un occasione viene sostituita da un approccio puramente fantasy in grado di permettere al lettore di entrare a contatto con alcune razze che popolano il mondo creato da Sapkowski ed entrare nel gioco del potere direttamente dalla porta principale. Effettivamente, anche la geopolitica veste un ruolo importante in questo romanzo e - mentre le antologie ne erano praticamente sprovviste - qui è capace di creare un quadro generale ancora poco nitido, sebbene ben delineato in ogni proposito di conquista e dominio. Lo stesso aspetto che mi aveva così affascinato del Trono di Spade.

Decine e decine di pedine pronte a muoversi per il proprio tornaconto, a sacrificare il prossimo per una sete di supremazia incontrollabile, generando così caos e distruzione, sangue e morte in un contesto narrativo complesso ed affascinante. Anche la magia fa il suo ingresso trionfale. Se da una parte un personaggio emblematico come Ranuncolo viene relegato inspiegabilmente sullo sfondo, dall'altra Yennefer interviene in tutto il suo splendore, al momento perfetto, inafferrabile ed imprevedibile come solo lei sa essere. Ironica e pungente, spinge la giovane Sorpresa a prendere consapevolezza delle sue straordinarie doti magiche, mascherando con la sua ostinata insofferenza inaspettati sentimenti più profondi per una creatura incredibile a cui sembra essersi già affezionata.

Il sangue degli elfi è un romanzo di passaggio, senza dubbio. 
Sapkowski apre il sipario sulla vera storia, lasciando al lettore quel gusto del non detto che potrà essere colmato solo con il capitolo successivo. Un primo romanzo caratterizzato da pochi capitoli decisamente corposi che sanno evidenziare l'evidente pregio della scrittura di Sapkowski: energica e molto diretta, descrittiva al punto giusto senza risultare pesante o complessa da seguire anche per un lettore alle prime armi con il genere fantasy. Lasciatevi conquistare da Geralt!

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