[ RECENSIONE ] La strega del re di Tracy Borman | Beat Edizioni

 

LA STREGA DEL RE  di Tracy Borman
416 pagine | €19,00 cartaceo

Inghilterra, 1603. Nel mese di marzo, l'ultima monarca della dinastia Tudor, Elisabetta I, muore ponendo fine all'età che porta il suo nome, un'epoca di grande espansione e fioritura culturale dell'Inghilterra. Nei giorni successivi alla scomparsa di Elisabetta, Lady Helena, moglie del tesoriere di Sua Maestà, e sua figlia Frances si affrettano a raggiungere la loro tenuta di Longford, nel Wiltshire.  Al suo capezzale, la giovane Frances, esperta nell'arte della guarigione, stringeva tra le mani un mortaio da cui si levava l'aroma pungente di un unguento utile ad alleviare il trapasso dell'amata sovrana. Guardate con diffidenza dal resto della corte, le due donne tornano alla vita tranquilla nella tenuta del Wiltshire, finalmente lontane dagli intrighi e dal vento di cambiamento, sospetto e paura portato con sé dal nuovo sovrano arrivato dalla Scozia, Giacomo I. La fragile pace di Longford viene presto turbata dall'arrivo del conte di Northampton, zio di Frances e membro del consiglio reale, intenzionato a ricondurre la nipote a corte per riportare la famiglia della sorella nelle grazie del re. A patto, però, che la giovane donna lasci perdere «l'insana mania per piante e pozioni», una mania per la quale è tutt'altro che impossibile il rischio di ricevere il marchio di strega prima ancora di mettere piede a St James.


Questa volta ho voluto scommettere su un genere che non trovate spesso in queste pagine. Non perché io non ami lo storico, anzi. Probabilmente non avevo mai intercetto il libro giusto. La strega del re mi aveva colpito subito per il suo titolo e, anche se la stregoneria non è il vero centro nevralgico della narrazione, quello che ho avuto tra le mani si è rivelato essere fin dalle prime battute un romanzo intenso e dinamico, pungente e fortemente emotivo, credibile sotto ben più di un punto di vista.

Il diavolo predilige le donne chiare di carnagione,
poichè può nascondere il suo segno tra le tante imperfezioni della pelle.

La storia si apre al capezzale della morente Elisabetta I - figlia di Enrico VII e Anna Bolena - ed è proprio qui che incontriamo per la prima volta Frances Gorges, riconosciuta dalla stessa sovrana per le sue abilità di guaritrice tanto da volerla al suo fianco, fino alla fine. Con la morte della regina e la repentina salita al trono di Giacomo I Stuart l'atmosfera di velata tolleranza prima manifestata viene sostituita da un vento impetuoso di diffidenza, odio e paura. Sentimenti trasformati nei fatti che conducono ben presto ad una spietata lotta contro ogni forma di stregoneria (che colpisce molte donne condannate a morte sulla base di incriminazioni artificiose e giudizi sommari) e dalla cieca volontà di mettere a tacere, una volta per tutte, la professione dell'antica fede, quella cattolica.

Momentaneamente al sicuro nella tenuta di famiglia nel Wiltshire, Frances Gorges verrà ben presto ricondotta a corte da uno zio arrivista, prepotente e senza scrupoli per ristabilire il buon nome di famiglia, oramai diffamato dalla vicinanza con la precedente sovrana. La Borman descrive la giovane come una ragazza libera e determinata, attaccata alla sua famiglia e legata alla sua terra d'origine. Uno spirito forte, tenace e indipendente che si troverà - anche se in modo inconsapevole - coinvolto in quella che sarà, poi, conosciuta come la congiura delle polveri indetta da un gruppo di papisti a danno del sovrano e dei suoi eredi. Il suo ruolo non sarà chiaro fin da subito e la porterà a mettere in dubbio molte delle sue certezze - oltre che la sua stessa vita - eppure Frances non si tira indietro, abbraccia la causa e decide di lottare per un futuro migliore, diverso, tollerante e umano.

Frances è quella protagonista femminile che ogni romanzo dovrebbe avere. Coraggiosa e spontanea, a tratti ingenua e istintiva, affezionarsi a lei è inevitabile. Proprio attraverso il suo punto di vista osserveremo la corte nel suo aspetto più privato e affascinante, ma anche spietato ed animale. Gusteremo gli intrighi di corte, le invidie e le gelosie, le menzogne e le verità più inconfessabili. E, allo stesso modo, conosceremo anche la figura di Giacomo I. Un re privo di morale e di scrupoli, sadico e ostile verso quella diversità che non riesce a comprendere e che - in quanto tale - deve essere annientata senza alcuna esitazione. Un uomo autoproclamatisi voce di Dio, martire e portatore della sola verità. Vedremo in lui la parte più oscura dell'essere umano insieme a quella visione cieca, contraddittoria e bigotta capace di segnare il peggio della storia passata e moderna.

Come primo approccio con la scrittura della Borman non posso che ritenermi soddisfatta. È una scrittura che trascina e sa affascinare in modo naturale, senza particolari forzature. A dispetto di un numero ragguardevole di pagine, la narrazione scorre in modo molto piacevole, spingendo il lettore verso una lettura vorace e curiosa, adatta anche a quanti non sono particolarmente affini a questo genere o vi si avvicinano per la prima volta. Altro punto importante sono le descrizioni. Se all'inizio quella meticolosità e precisione quasi ossessiva non possono che essere apprezzati, riuscendo a catalizzare l'attenzione del lettore e a permettere un impatto anche visivo con la storia, a lungo andare la situazione rischia di farsi pesante. Un approccio di tale portata può facilmente risultare ripetitivo, ostentativo, quasi riempitivo di spazi che potevano essere, altrimenti, lasciati alla libera immaginazione. 

La strega del re è il primo libro di una trilogia. Non troverete eclatanti colpi di scena nelle ultime pagine, eppure la Borman decide di lasciare in sospeso giusto quella manciata di parole e di menzionarne poche altre in grado di stuzzicare la curiosità del lettore che, come nel migliore dei casi, non vedrà l'ora di conoscere cosa riserva il futuro alla coraggiosa eroina inglese.

Ringrazio la casa editrice per la copia cartacea del romanzo

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