[ RECENSIONE ] La casa delle voci di Donato Carrisi | Longanesi

LA CASA DELLE VOCI di Donato Carrisi
397 pagine | €22.00 cartaceo

Pietro Gerber non è uno psicologo come gli altri. La sua specializzazione è l'ipnosi e i suoi pazienti hanno una cosa in comune: sono bambini. Spesso traumatizzati, segnati da eventi drammatici o in possesso di informazioni importanti sepolte nella loro fragile memoria, di cui polizia e magistrati si servono per le indagini. Pietro è il migliore di tutta Firenze, dove è conosciuto come l'addormentatore di bambini. Ma quando riceve una telefonata dall'altro capo del mondo da parte di una collega australiana che gli raccomanda una paziente, Pietro reagisce con perplessità e diffidenza. Perché Hanna Hall è un'adulta. Hanna è tormentata da un ricordo vivido, ma che potrebbe non essere reale: un omicidio. E per capire se quel frammento di memoria corrisponde alla verità o è un'illusione, ha disperato bisogno di Pietro Gerber. Hanna è un'adulta oggi, ma quel ricordo risale alla sua infanzia. E Pietro dovrà aiutarla a far riemergere la bambina che è ancora dentro di lei. Una bambina dai molti nomi, tenuta sempre lontana dagli estranei e che, con la sua famiglia, viveva felice in un luogo incantato: la «casa delle voci».
Donato mi hai fregata, di nuovo. È trascorso quasi un anno dalla sua ultima lettura e mi ritrovo nuovamente qui ad osservare una pagina bianca con in testa quell'immancabile frase finale capace di gettare dubbi che lasciare certezze. Ma noi questa cosa piace troppo, ammettiamolo.

Se scorrendo le prime righe di La casa delle voci vi aspettate di trovare una storia di sangue e omicidi freschi da svelare, rimarrete delusi. Nulla di tutto questo è presente nella storia narrata da Carrisi perchè nulla di tutto questo è effettivamente necessario per stuzzicare la mente del suo lettore, per spingere ancora oltre l'asticella di pura follia umana a cui ci ha sempre piacevolmente deliziati.

Pietro Gerber è conosciuto come l'addormentatore di bambini, uno psicologo che utilizza l'ipnosi per addentrarsi nella mente e nei ricordi dei suoi piccoli pazienti. Quando alla sua porta si presenta una donna adulta - Hanna Hall - arrivata da oltre oceano con un passato doloroso da riportare alla luce la sua prima reazione è di sorpresa e diffidenza.

Riuscirà a riportare a galla quella bambina? Quali ombre si celano dietro quegli occhi di ghiaccio?

È la famiglia il motore di questo romanzo che si costruisce attorno a due realtà ben diverse: quella di Pietro e del misterioso Signor B. e quella di Hanna, della piccola Hanna Hall che ci porta quasi in un mondo fantastico e anacronistico, dove gli estranei sono il male e quel limite invalicabile tra distruzione e salvezza. Cinque regole inequivocabili che hanno permeato la mente della bambina, costringendola in una bolla perfetta con mamma, papà e Ado. Ma lo sappiamo fin troppo bene, la perfezione non esiste, nemmeno nei romanzi. La casa delle voci si trasforma da luogo sicuro e familiare in un gioco continuo di specchi ed illusioni, di ricordi così vividi da essere sorprendentemente reali.

Ci sono domande che nascono spontanee durante la lettura e che sembrano quasi trovare risposta, ma che (come fortunatamente accade con il genio di Carrisi) sono destinate ad essere ribaltate senza alcun preavviso, diventando il loro esatto opposto. E fanno rumore, un rumore sordo ed insistente che continua a martellarti in testa ben oltre l'ultima pagina.

Forse potreste rimanere sorpresi nel non riscontrare in questo romanzo lo stesso impianto narrativo complesso ed enigmatico dei suoi precedenti, ma lo sarete ugualmente nel trovarvi immersi in una storia capace di far riflettere e anche emozionare sotto vari punti di vista. Protagonisti indiretti di La casa delle voci sono i bambini ed il loro mondo privo di filtri che troppo spesso viene macchiato dall'egoismo individuale di noi adulti. Convinti, infatti, di fare il loro bene non ci soffermiamo mai a pensare come ogni nostra azione possa, in realtà, scatenare reazioni a lungo termine che non saremo più in grado di controllare o fermare, nel peggiore dei casi.

Con La casa delle voci Donato Carrisi mi ha sorpresa. 
Non mi aspettavo di trovare tra le mani questo genere di thriller senza sangue ed assassini e non ne sono affatto delusa, anzi. E' un romanzo che, davvero, mi sento di consigliare ad ognuno di voi, senza distinzioni. Se con i suoi precedenti (vedi Il Suggeritore) mi sono sentita sempre di fare un distinguo, considerando scene visive incredibilmente d'impatto che potrebbero anche disturbare un lettore non troppo abituato, in questo caso la genialità di Carrisi si mostra nell'ombra del romanzo. Un thriller capace di evocare emozioni e sensazioni lontane, riuscendo ad instillare quell'irrequieta inquietudine partendo proprio dal nostro subconscio che non siamo in grado di controllare, che ci sfugge di mano e che sa affascinare fin dal primo sguardo. 

Ringrazio la casa editrice per la copia cartacea del romanzo

2 commenti

  1. Questo libro è bellissimo...letto in due giorni...ti tiene incollata dalla prima all'ultima pagina...con un finale sorprendente...trovarne un altro da leggere dopo è complicato...bravissimo Carrisi

    RispondiElimina
  2. Sinceramente non mi ha convinto del tutto sebbene apprezzi il fatto di discostarsi dai thriller classici, com'era successo con "La ragazza nella nebbia".
    Diciamo che non mi ha persuaso del tutto il finale, che peraltro non mi è parso così imprevedibile come altri, e nemmeno la costruzione della trama che sparge misteri su misteri per poi risolverne pochini e in modo frettoloso a mio modo di vedere.
    Comunque sicuramente sopra la sufficienza, ma non il migliore di Carrisi.

    RispondiElimina

Powered by Blogger.
Back to Top