[ RECENSIONE ] Kill Creek di Scott Thomas | Rizzoli

KILL CREEK di Scott Thomas
501 pagine | €19.00 cartaceo

In fondo ad una strada sterrata sorge la casa delle sorelle Finch. Per molti anni è rimasta vuota, abbandonata, soffocata dalle erbacce. Adesso la porta sta per essere riaperta. Ma qualcosa, o qualcuno, aspetta nel profondo delle sue ombre, e non vede l’ora di incontrare i suoi nuovi ospiti. Quando Sam McGarver, autore di best seller horror, viene invitato a trascorrere la notte di Halloween in una delle case infestate dai fantasmi più famosa del mondo, accetta con riluttanza. Se non altro, non sarà solo: con lui ci saranno altri tre acclamati maestri del macabro, scrittori che come lui hanno contribuito a tracciare la mappa moderna di quel genere letterario. Ma quella che inizia come una trovata pubblicitaria si trasformerà in una vera e propria lotta per la sopravvivenza. L’entità che hanno risvegliato li segue, li tormenta, li minaccia, fino a farli diventare parte della sanguinosa eredità di Kill Creek.
Se vi è capitato di fare un salto sul profilo instagram avrete certamente notato nella biografia (in quella parte dedicata ai generi letterari preferiti) la presenza della parola horror e - facendo due calcoli - le mie letture si possono effettivamente contare sulle dita di mezza mano. Ecco perchè - spinta da recensioni entusiastiche tra un misto di terrore ed espresse incapacità di addormentarsi - mi sono lasciata vincere dalla curiosità di scoprire il nuovo romanzo di Scott Thomas, Kill Creek, appunto.

Ebbene, non ci siamo. Ancora una volta (mio malgrado) mi trovo ad essere una vocina insistente fuori dal coro. Partiamo da un assunto semplice, diretto e lineare: Kill Creek non è un horror, parliamoci chiaro. O meglio, penso che la sua appartenenza o meno al genere menzionato sia direttamente proporzionale al background letterario del suo lettore. Avendo letto alcuni King del calibro di Shining o It ed avendo amato un classico come L'esorcista, credo fermamente che questo romanzo si trovi decisamente ad un gradino inferiore per caratteristiche ed intensità. Così come è accaduto troppo spesso in campo cinematografico, leggendo Kill Creek ho visto crollare le mie iniziali aspettative una dopo l'altra con uno schianto sonoro che non lasciava presagire nulla di buono.

Cos'è per me una lettura horror?
 A mio personalissimo quanto sindacabile parere, se ne possono evidenziare due diverse versioni: la prima, ad esempio, è quel romanzo in grado di stuzzicare a tal punto la mente del lettore da spingerlo all'estremo, verso sensazioni ed emozioni di autentica paura, se non effettivo terrore. Nella seconda, invece, pur mancando queste specifiche sensazioni, l'intera narrazione viaggia su evidenti binari di perenne tensione che non abbandona il lettore nemmeno per un istante e lo conduce, passo dopo passo, sino alla parola fine. Ebbene, purtroppo in Kill Creek non sono riuscita a trovare nulla di tutto questo. Una storia di partenza non particolarmente originale ( una casa infestata, la notte di Halloween, due sorelle inquietanti con un oscuro segreto) condita da personaggi troppo stereotipati e non sfruttati fino in fondo. 
Le sorelle Finch, ad esempio, sarebbero state la ciliegina sulla torta con quel collegamento tra passato e presente che avrei tanto voluto leggere e che, invece, l'autore decide incomprensibilmente di celare preferendo (ad un probabile risvolto tipicamente horror) una parte centrale prolissa di particolari e dettagli ben poco funzionale al genere letterario di riferimento. 

Quello che, invece, mi ha piacevolmente colpito (e che ha risollevato le sorti di questa recensione) è stato proprio il suo epilogo, quella manciata di pagine finali coinvolgenti ed inquietanti, capaci di aprire tante piccole porticine per un suo seguito o - molto più probabilmente - per quella serie TV che vedrà presto la sua realizzazione. Forse troppo poche pagine per ribaltare in modo completo la mia sensazione generale, ma - sommate ad uno stile diretto e lineare, marcatamente cinematografico - sono riuscite a lasciarmi addosso una concreta scia di sufficiente appagamento che strizza l'occhio ad un genere che (forse) meritava qualche attenzione in più. 

In conclusione, credo che Kill Creek possa essere pienamente apprezzato se privi di una particolare dimestichezza con la cinematografia o letteratura horror. Altrimenti vi ritroverete - come d'altronde è accaduto alla sottoscritta - a leggere determinate scene avvolti da una forte sensazione di familiarità, di scene già viste da qualche parte e rimanere lì, inchiodati sopra quelle righe, alla spasmodica ricerca del film giusto da riportare alla mente. Un esercizio sicuramente utile per la vostra memoria, ma quando si fa la conoscenza di un romanzo l'originalità è sempre cosa abbastanza gradita, non trovate?

Ringrazio la casa editrice per la copia cartacea del romanzo

4 commenti

  1. Sembra una lettura carina, nonostante si spacci per genere horror ☺️☺️ magari, dopo aver smaltito qualche lettura, vedrò di leggerlo 😊😊

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