[ RECENSIONE ] Oliva Denaro di Viola Ardone | Einaudi

OLIVA DENARO di Viola Ardone
312 pagine | €18.00 cartaceo


È il 1960, Oliva Denaro ha quindici anni, abita in un paesino della Sicilia e fin da piccola sa che «la femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia». Le piace studiare e imparare parole difficili, correre «a scattafiato», copiare di nascosto su un quaderno i volti delle stelle del cinema, cercare le lumache con il padre, tirare pietre con la fionda a chi schernisce il suo amico Saro. Non le piace invece l'idea di avere «il marchese», perché da quel momento in poi queste cose non potrà più farle, e dovrà difendersi dai maschi per arrivare intatta al matrimonio. Quando il tacito sistema di oppressione femminile in cui vive la costringe ad accettare un abuso, Oliva si ribella e oppone il proprio diritto di scelta, pagando il prezzo di quel no.


Era il 5 settembre 1981 quando l'Italia diede il suo addio al matrimonio riparatore e al delitto d'onore, retaggio del codice Rocco di stampo fascista. Appena 41 anni fa il grido di molte donne è stato (parzialmente) ascoltato per la prima volta: donne stanche di subire scelte imposte da altri espressione vivente di una società maschilista e patriarcale, donne che hanno segnato con coraggio il loro diritto a dire no. Tra queste - forse ancora più in disparte di molte altre - c'era anche Oliva Denaro.

La donna singolare non esiste. Siamo nella Sicilia degli anni sessanta, lì Oliva Denaro nasce e cresce all'ombra di regole non scritte tramandate per generazioni di madre in figlia, superstizioni che hanno quasi dell'incredibile e parole in grado di scalfire ogni emozione e più piccolo movimento.  Se prima era una bambina come tante altre e ben pochi pensieri, l'arrivo del menarca ha segnato uno spartiacque invalicabile da cui era oramai impossibile tornare indietro. In quella società dove al maschio molto è concesso e alla femmine tutto (o quasi) viene, invece, vietato, Oliva si trova ad essere - suo malgrado - preda delle angherie di un giovane del paese con un passato tutt'altro che limpido alle spalle. Se quelle assidue attenzioni avrebbero fatto arrossire di piacere qualsiasi sua coetanea, Oliva proprio non le accetta. E se qualcosa ad un maschio viene rifiutato, allora quella stessa cosa non può che essere presa con la forza e l'inganno. E una volta rotta, poi, a questa piccinna, chi se la piglia?
Mi sono arrabbiata (tanto) leggendo questo romanzo e ancora di più soffermandomi a pensare quanto, in realtà, ben poco nella mentalità odierna sia veramente cambiato. Qual è il primo pensiero che passa nella testa dell'uomo medio quando una donna viene violentata? Se l'è cercata. Sicuramente ha esagerato. Non può uscire vestita in quel modo. Che ci faceva da sola per strada a quell'ora della notte. Parole incomprensibili che diventano intollerabili se pronunciati da un'altra donna. La verità (triste e pericolosa) è che non si è spinti a condannare il violentatore, preferendo - invece - indagare sulla vittima, sul suo passato, sul suo modo di vestirsi o comportarsi come se un sorriso o una gonna corta possa giustificare un atto di tale brutale violenza. E pensiamo che allora - negli anni sessanta e settanta - le donne come Oliva non avevano alcuna protezione. Subivano senza poter dire una parola. Venivano dilaniate nello spirito e nel corpo, prese con l'inganno e con la forza per poi ritrovarsi davanti ad un prete a giurare fedeltà eterna al loro stesso violentatore per poter pulire non tanto la propria quanto la reputazione (il buon nome) della famiglia. E quell'uomo, poi, ne usciva pure pulito, anzi, in molti casi, quasi applaudito per essersi preso qualcosa di rotto, di irrecuperabile, qualcuna che certo nessun altro poteva volere. 

In Oliva Denaro sono molti i personaggi che colpiscono e sono in grado di lasciare il segno, nel bene e nel male. Oltre la stessa Oliva con cui l'empatia è scaturita fin da subito come un fiume in piena, è stato papà Denaro ad aver irrimediabilmente conquistato il mio cuore. Viola Ardone tesse in modo elegante, così vero ed amorevole il rapporto padre/ figlia. Lui che è un padre così diverso da come potremmo aspettarci: ama la sua bambina e sa rispettarla nei tempi e nei modi, la prende per mano, la comprende, la accompagna passo dopo passo per un sentiero doloroso e sfortunatamente già scritto a priori. Vuol sentire la sua opinione e farla ascoltare agli altri. Laddove la società ordina silenzio, lui chiede solo giustizia. Si percepisce un forte senso di impotenza - che in realtà coglie impreparato lo stesso lettore - che si unisce ad una forza d'animo potente, che non si piega mai dinanzi alle velate minacce o alle loro probabili conseguenze. Per questo motivo - e per molti altri che qui non posso dire - ho amato l'ultima parte del romanzo: quell'alternarsi perfetto tra la voce di Oliva e quella del padre dove l'uno è la fine e l'altro il principio, rendendo ancora più forte un rapporto che lascia dietro di sè una dolcezza difficile da replicare.

Oliva Denaro è un romanzo che porta con sè una forza così potente e struggente che rendere con altre parole sembra ancora più difficile perchè quelle usate da Viola Ardone sono così perfette, limpide, dirette in ogni sua parte. Ti prende il cuore e lo stomaco allo stesso tempo, ti lascia troppe volte senza fiato, ti porta in realtà che sembrano così lontane da noi eppure così maledettamente vicine. Perchè tanto da allora certo è stato fatto, ma troppo ancora deve essere scritto nero su bianco.

Una frase in particolare mi ha colpito tra le decine segnate durante la lettura: « ... qua il torto è anche delle donne. Sono loro a insegnare alle figlie le stesse cose che sono state raccomandate loro. Se le madri spiegassero ai figli maschi il rispetto della donna, la parità, se permettessero alle ragazze di vivere liberamente e senza chiusure... La mentalità di chi è la colpa?  Solo dell'uomo o anche della donna? »  Ed è proprio così, oggi come ieri. Continuiamo a voler imparare alle giovani donne a difendersi da uno stupro o qualsiasi eventuale violenza, ma nulla viene fatto per educare gli uomini a non offendere, violare, ferire. E a sbagliare proprio per prime sono le altre donne, quelle che usano gli stessi epiteti negativi che userebbe un uomo quasi a voler trovare una giustificazione da una parte e a giudicare l'altra a priori, come se non le riguardasse, come se fosse qualcosa che a loro certo mai potrebbe accadere. Il rispetto - dall'una e dall'altra parte - è forse l'unico e vero segno di parità. Purtroppo ancora troppo, ma troppo lontana.

Ecco perchè, in conclusione, credo che Oliva Denaro debba essere letto da tutti, uomini e donne, ragazzi e ragazze. Potrebbe far riflettere ed insegnare, aprire la mente e anche il cuore davanti a questioni che ci appaiono così lontane da noi, ma che - a ben vedere - ci sono più vicine di quanto potremmo mai pensare.

2 commenti

  1. Ho letto questo libro in due sere
    Mi ha colpito la forza di questa donna
    Nn era scontato che riuscisse a fare le scelte migliori per lei
    Mi è piaciuto il padre moltissimo
    Comunque un libro che consiglio davvero alle ragazze ma anche si ragazzi

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    1. Una forza incredibile per una protagonista femminile forte come ne esistono poche. Un romanzo che si ispira ad una storia vera, cosa che forse fa ancora più male leggendo.

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