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[ RECENSIONE ] Tutte le volte che mi sono innamorato di Marco Marsullo | Feltrinelli

TUTTE LE VOLTE CHE MI SONO INNAMORATO di Marco Marsullo
245 pagine | €18.00 cartaceo
Feltrinelli | Link Affiliato Amazon

Chi l'ha detto che, dopo i trent'anni, gli uomini non hanno paura di restare single? E che l'orologio biologico esiste solo per le donne? Cesare, maestro elementare napoletano, ha le idee confuse sull'amore. Tanto romantico quanto cervellotico, si nasconde dietro teorie improbabili e comici segni del destino, ma in realtà soffre per un passato di storie sbagliate, incontri surreali, colpi di fulmine e bruschi risvegli, mentre i suoi amici sembrano aver capito tutto prima di lui. A trentacinque anni, Cesare è rimasto l'ultimo single del gruppo e non sa più cosa farsene della sua libertà. Vive con il gatto Thiago, gira per la città sulla sua Vespa, ha un discreto successo con le ragazze, eppure sempre più spesso la notte torna a casa da solo, con un peso sul cuore. Quando il suo amico Sandro, prossimo alle nozze, gli consegna l'invito con un + 1 che campeggia beffardo accanto al suo nome, Cesare decide di raccogliere la sfida: ha sei mesi per arrivare al ricevimento con una fidanzata. Ma come trovare finalmente la persona giusta?


Quanti libri sull'amore avete letto in questi anni o anche solo incrociato sullo scaffale di una libreria? Bene, quanti di questi erano scritti da un uomo? Pochi, immagino. Ed ora viene il bello: quanti di questi pochi parlavano di amore al maschile?  Su, non fate quelle facce, sappiate che anche gli uomini si innamorano, prendono batoste, vengono lasciati, incontrano casi umani e hanno la fottuta paura di rimanere soli. Chiedetelo a Marco Marsullo (intendo per il romanzo, non nello specifico!).
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[ RECENSIONE ] Se solo il mio cuore fosse pietra di Titti Marrone

SE SOLO IL MIO CUORE FOSSE PIETRA di Titti Marrone
240 pagine | €17.50 cartaceo
Feltrinelli | Link Affiliato Amazon


Nel 1945 la grande villa di campagna di sir Benjamin Drage diventa una residenza per i piccoli reduci dai campi di sterminio, venticinque bambini tra i quattro e i quindici anni accolti e accuditi grazie all'iniziativa e alla determinazione di Anna Freud, figlia del grande Sigmund, e di Alice Goldberger, sua collaboratrice. Ciascun bambino ha una storia diversa, terribile e speciale, ciascuno viene da un proprio personale inferno. Alice e la sua équipe lottano per restituire loro un'infanzia, dando vita per oltre un decennio a un centro dove le più recenti acquisizioni della psicologia infantile, della pedagogia e dell'arte vengono messe al servizio delle necessità dei bambini provenienti da lager, orfanotrofi e conventi o dai nascondigli dove i genitori li hanno lasciati durante la guerra, nell'estremo tentativo di salvar loro la vita.


Se solo il mio cuore fosse pietra - citazione da La strada di Cormac McCarthy - è anche il pensiero ricomparso più volte durante la lettura, quasi a voler schermare il dolore che si forma ed esce fuori da queste pagine attraverso la genuinità, la purezza, la totale mancanza di filtri dei 25 bambini di Lingfield di cui Titti Marrone vuole raccontare storia, passato, traumi e speranze.  Ma cosa è accaduto dopo la liberazione di Auschwitz e la fine della seconda guerra mondiale? Quale futuro per i bambini sopravvissuti alle camere a gas e agli abominevoli esperimenti di Mengele? 
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[ RECENSIONE ] Lo capisce anche un bambino di Mattia Zecca | Feltrinelli


LO CAPISCE ANCHE UN BAMBINO di Mattia Zecca
228 pagine | €16.00 cartaceo
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“Un figlio è sempre una scoperta che muta la geografia del tuo mondo.” E il mondo che questo libro invita a esplorare è quello raccontato dalla voce di un padre, ma osservato con gli occhi di Lorenzo e Martino, due bimbi che condividono la stessa cameretta, la stessa storia di amore, determinazione e cura e, soprattutto, gli stessi genitori: papà Mattia e papà Nicola. È la storia vera, insomma, di una famiglia come le altre: una famiglia felice che, convinta di essere trasparente, una tra le tante, scopre invece di essere invisibile. Perché se l’amore ignora sempre le leggi della fisica e della biologia, la legge talvolta ignora l’amore. A Lorenzo e Martino, infatti, che di genitori ne hanno due, l’ordinamento italiano ne riconosce solo uno per ciascuno. L’altro, per le istituzioni, non è che un mero convivente. Lorenzo e Martino, per la legge italiana, non sono fratelli. “Per il nostro Paese noi siamo quattro simpatici coinquilini che si vogliono tanto bene e che, se trovassero un buon portiere, potrebbero formare un’ottima squadra di calcetto a cinque. Se solo papà Mattia e papà Nicola sapessero giocare a pallone.” Con una scrittura delicata e profonda, Mattia Zecca racconta una storia personale ma anche collettiva, che ci riguarda come figli prima ancora che come genitori, nel nostro diritto assoluto di essere visti per quello che siamo. E, in fondo, getta luce sull’unico senso intimo e universale del desiderio di costruire una famiglia: “Essere genitori è prima di tutto un’occasione: quella di essere i bambini che non siamo mai stati, o che non siamo stati abbastanza, o che non siamo stati come avremmo realmente potuto o desiderato. Essere genitori vorrebbe dire, insomma, tornare bambini, ma imparando a esserlo meglio”.


Ho voltato l'ultima pagina di questo romanzo con le lacrime agli occhi, le guance bagnate, il respiro trattenuto a fatica e un peso sul cuore che fatico a descrivere anche in questo momento. Lo capisce anche un bambino di Mattia Zecca è la storia di una famiglia, è il racconto di un amore che nasce, cresce e si moltiplica, è la testimonianza di come i bambini riescano a comprendere, vivere e spiegare quello che molti adulti cercano - invano - di distruggere.
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[ RECENSIONE ] Stelle minori di Mattia Signorini | Feltrinelli

STELLE MINORI di Mattia Signorini
220 pagine | €16.50 cartaceo
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Sono passati nove anni dal giorno che ha deviato il corso della vita di Zeno, quando è morto in un tragico incidente il suo professore, Nicola Sceriman. Ora Zeno ha trent’anni, insegna in un liceo e sta per sposarsi: è arrivato il momento di fare i conti con il passato. Perché solo lui e Agata, la sua ragazza di allora, conoscono la verità su quella morte. Ed è proprio Agata a rompere l’antico patto di silenzio fra loro, attraverso una lettera in cui gli chiede di incontrarla: “Ci sono delle cose che ancora non sai, Zeno. È sull’Altopiano di Asiago che è iniziato il nostro silenzio, e credo sia lì che dobbiamo concludere quella storia, adesso con le giuste parole. Ho bisogno di farlo, perché ho paura di quello che succederebbe alla tua vita se ritornasse a galla tutto quanto”. Nel ricostruire quella serata torna l’amore che legava Zeno e Agata e tornano le promesse di futuro che gli anni dell’università e della gioventù portavano con sé e torna il fascino sprigionato da Sceriman – autore di un solo romanzo, acclamato dalla critica e amato dai ragazzi, La natura umana, e professore anticonvenzionale, capace di stringere con gli allievi rapporti di grande vicinanza, di coinvolgerli in progetti ambiziosi, esaltanti.
Leggo assiduamente da qualche anno oramai e dopo delusioni, scelte letterarie rivalutate a posteriori, generi abbandonati e nuove scoperte sono arrivata alla conclusione che la bellezza (quella vera) di un romanzo non si trovi tanto nel suo incipit o nella sua fine, quanto in quello che sta in mezzo. Ed è stato proprio quel mezzo a fare la differenza in Stelle Minori di Mattia Signorini. 
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[ RECENSIONE ] Tutto sarà perfetto di Lorenzo Marone | Feltrinelli

TUTTO SARA' PERFETTO di Lorenzo Marone
305 pagine | €16.50 cartaceo
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La vita di Andrea Scotto è tutto fuorché perfetta, specie quando c’è di mezzo la famiglia. 
Fotografo quarantenne, single e ostinatamente immaturo, Andrea ha sempre preferito tenersi alla larga dai parenti: dal padre Libero, comandante di navi a riposo, procidano, trasferitosi a Napoli con i figli dopo la morte della moglie, e dalla sorella Marina, sposata, con due bambine e un evidente problema di ansia da controllo. Quando però Marina è costretta a partire e a lasciare il padre gravemente malato, tocca ad Andrea prendere il timone. È l’inizio di un fine settimana rocambolesco, in cui il divieto di mangiare dolci e fritti imposto da Marina è solo uno dei molti che vengono infranti. Tallonato da Cane pazzo Tannen, un bassotto terribile che ringhia anche quando dorme, costretto a stare dietro a un padre che si rifiuta di farsi trattare da infermo e che continua a sorprenderlo con richieste imprevedibili, Andrea sbarca a Procida e ritorna dopo anni tra le persone e i luoghi dell’infanzia, sulla spiaggia nera che ha fatto da sfondo alle sue prime gioie e delusioni d’amore e tra le case colorate della Corricella scrostate dalla salsedine. E proprio in mezzo a quei contrasti, in quell’imperfetta perfezione che riporta a galla ferite non rimarginate ma anche ricordi di infinita dolcezza, cullato dalla brezza che profuma di limoni e dal brontolio familiare della vecchia Dyane della madre, Andrea trova finalmente il suo equilibrio.
Dopo aver scoperto Lorenzo Marone con Magari domani resto (ed averne amato anche le virgole e i punti esclamativi), a distanza di pochi mesi mi ero ritrovata tra le mani Un ragazzo normale che, come recita cristallina la mia recensione demoralizzata, mi aveva lasciata con l'amaro in bocca. Poi, spinta da un desiderio di rivalsa e da una vocina insistente capace di rendersi quasi insopportabile (non fare il broncio, ho detto quasi!) mi sono lasciata trascinare nel mondo di Cesare che si è rivelato essere uno squarcio di luce, un fulmine a ciel sereno, un colpo al cuore assestato in pieno petto. Ed ora eccomi qua, a stringere tra le mani l'ultimo romanzo di Lorenzo Marone con ancora le lacrime agli occhi e quella meravigliosa sensazione che sa di scoperta e ritorno, al tempo stesso.
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[ RECENSIONE ] Le Assaggiatrici di Rosella Postorino | Feltrinelli

LE ASSAGGIATRICI di Rosella Postorino
Prezzo: 17.00€ | Pagine: 288

La prima volta che entra nella stanza in cui consumerà i prossimi pasti, Rosa Sauer è affamata. “Da anni avevamo fame e paura,” dice. Con lei ci sono altre nove donne di Gross-Partsch, un villaggio vicino alla Tana del Lupo, il quartier generale di Hitler nascosto nella foresta. È l’autunno del ’43, Rosa è appena arrivata da Berlino per sfuggire ai bombardamenti ed è ospite dei suoceri mentre Gregor, suo marito, combatte sul fronte russo. Quando le SS ordinano: “Mangiate”, davanti al piatto traboccante è la fame ad avere la meglio; subito dopo, però, prevale la paura: le assaggiatrici devono restare un’ora sotto osservazione, affinché le guardie si accertino che il cibo da servire al Führer non sia avvelenato. Nell’ambiente chiuso della mensa forzata, fra le giovani donne s’intrecciano alleanze, amicizie e rivalità sotterranee. Per le altre Rosa è la straniera: le è difficile ottenere benevolenza, eppure si sorprende a cercarla. Specialmente con Elfriede, la ragazza che si mostra più ostile, la più carismatica. Poi, nella primavera del ’44, in caserma arriva il tenente Ziegler e instaura un clima di terrore. Mentre su tutti incombe il Führer, fra Ziegler e Rosa si crea un legame inaudito.
Fino a dove è lecito spingerci per sopravvivere? Questo è il principale quesito che mi ha accompagnato durante la lettura di Le assaggiatrici di Rosella Postorino e, a mente fredda, posso assicurarvi che la sua risposta è tutt'altro che scontata. Un romanzo capace di indagare con precisione e accuratezza storica nelle intransigenti e complesse sfumature di una verità nazista che personalmente non conoscevo e che, in un concerto di azioni e reazioni, riesce a porre sotto gli attenti riflettori quegli aspetti più fragili, inconfessabili e peculiari dell'essere umano. Adolf Hitler, compreso. Sì, avete letto bene. A dispetto della comune concezione attorno al fautore della pagina più buia della nostra storia contemporanea, Rosella Postorino evidenzia attraverso naturali passaggi e fugaci commenti il declino del Fuhrer come esponente politico e come uomo. Fragilità, contraddizioni, fissazioni e irrazionalità trovano diretta espressione nella storia personale qui raccontata: Rosa Sauer, l'assaggiatrice di Hitler.
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[ RECENSIONE ] Un ragazzo normale di Lorenzo Marone | Feltrinelli

UN RAGAZZO NORMALE di Lorenzo Marone
283 pagine | €16.50 cartaceo
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Mimì, dodici anni, occhiali, parlantina da sapientone e la fissa per i fumetti, gli astronauti e Karaté Kid, abita in uno stabile del Vomero, a Napoli, dove suo padre lavora come portiere. Passa le giornate sul marciapiede insieme al suo migliore amico Sasà, un piccolo scugnizzo, o nel bilocale che condivide con i genitori, la sorella adolescente e i nonni. Nel 1985, l'anno in cui tutto cambia, Mimì si sta esercitando nella trasmissione del pensiero, architetta piani per riuscire a comprarsi un costume da Spider-Man e cerca il modo di attaccare bottone con Viola convincendola a portare da mangiare a Moria, la tartaruga che vive sul terrazzo all'ultimo piano. Ma, soprattutto, conosce Giancarlo, il suo supereroe. Che, al posto della Batmobile, ha una Mehari verde. Che non vola né sposta montagne, ma scrive. E che come armi ha un'agenda e una biro, con cui si batte per sconfiggere il male. Giancarlo è Giancarlo Siani, il giornalista de "Il Mattino" che cadrà vittima della camorra proprio quell'anno e davanti a quel palazzo. Nei mesi precedenti al 23 settembre, il giorno in cui il giovane giornalista verrà ucciso, e nel mondo circoscritto dello stabile del Vomero (trenta piastrelle di portineria che proteggono e soffocano al tempo stesso), Mimì diventa grande. E scopre l'importanza dell'amicizia e dei legami veri, i palpiti del primo amore, il valore salvifico delle storie e delle parole. Perché i supereroi forse non esistono, ma le persone speciali e le loro piccole, grandi azioni non muoiono mai e sono come il mare: luccicano in eterno.
Ricordo perfettamente la curiosità pura e irresistibile così cara e ben conosciuta a noi lettori compulsivi quando, qualche settimana fa,  ho appreso la notizia dell'imminente uscita di Un ragazzo normale di Lorenzo Marone. Attesa e aspettative che rispecchiavano chiaramente quelle emozioni suscitate con naturalezza sorprendente dalle lettura di Magari Domani Resto e dall'incontro inaspettato con Luce capace di conquistarmi fin dalle prime, ironiche battute. Aspettative - alte - che si sono purtroppo scontrate con la realtà di un romanzo che su di me è passato inesorabilmente in sordina, senza lasciarmi addosso nulla di quell'ammaliante elettricità che ero così certa di ritrovare tra le sue pagine.

Pur trovando davanti a me un romanzo scorrevole e pressoché lineare, vari punti durante la lettura di Un ragazzo normale mi hanno lasciata interdetta e proprio su questi voglio focalizzare la mia attenzione. Mimì è la voce narrante. Un bambino di appena dodici anni fornito di un linguaggio accuratamente forbito, curioso e intelligente, amante della lettura. Un personaggio, a lungo andare, quasi supponente e spocchioso con cui non sono mai riuscita a trovare la giusta sintonia. Ho trovato la sua caratterizzazione incoerente e forzata sia rispetto all'anno in cui è ambientato il romanzo sia per quanto concerne la sua fanciullesca età perchè Mimì non possiede nulla della spontaneità quasi imbarazzante ed ironica dei bambini. D'altronde, sono i personaggi raccontati da Marone in questo romanzo ad essere sorprendentemente privi di quel calore naturale, di quell'avvolgente empatia e di quello spessore umano a cui ci aveva così piacevolmente abituati. 
In secondo luogo,  ho riscontrato una storia assolutamente priva di emozioni, di curve improvvise, di quella magia tipicamente umana che mi aveva fatto letteralmente innamorare di Magari Domani Resto.

Mi sono trovata davanti alla narrazione pura e semplice di fatti, eventi, parziali ricordi anche mal collegati tra loro che mi hanno lasciato con un perdurante senso di vuoto. Non riuscivo a comprenderne il fine o a trovare quel messaggio importante nascosto tra le pagine di una storia fin troppo lineare ed apatica. Non c'è traccia di quel fulcro dinamico ed incisivo. di quella fiamma che scalda e travolge che ero sicura di riscoprire in un romanzo di Marone e questo, francamente, mi ha lasciato quasi senza parole. 


L'aspetto che forse mi ha lasciato più interdetta, quasi ammaccata è stato introdurre una figura importante, carismatica ed evocativa come Giancarlo Siani per renderla null'altro che fragile contorno, quasi impalpabile. Giancarlo Siani è veramente un eroe per quanti hanno combattuto e combattono contro il peggiore dei mali assiduamente radicato nella nostra società, silenzioso e nocivo come pochi altri. E vederlo rappresentato in una maniera quasi superficiale, come a dover attirare l'attenzione a tutti i costi per quelle tematiche che naturalmente il suo cognome porta con sé mi ha lasciato un profondo amaro in bocca, difficile da digerire. 

Come avrete sicuramente avuto modo di capire, le mie aspettative su Un ragazzo normale sono state in buona parte disattese. Se da una parte ho riscontrato uno stile linguistico indubbiamente capace di far affezionare il lettore, dall'altra non ho ritrovato affatto quell'attrazione narrativa quasi magnetica e una storia dinamica, forte ed incisiva in grado di sorprendermi, conquistarmi e farmi emozionare fin dalle prime battute. Ma ho fatto una promessa e io tendo a trasformarle quasi sempre in realtà, quindi, non mi fermerò qui, desiderosa di conoscere il vecchio Lorenzo Marone e tentare di ritrovare quell'adrenalina di sentimenti che, purtroppo, qui è mancata. 
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[ PREMIO BANCARELLA ] Magari Domani Resto di Lorenzo Marone | Feltrinelli

MAGARI DOMANI RESTO di Lorenzo Marone
Prezzo: 16.50€ | Pagine: 320

Chiamarsi Luce non è affatto semplice, specie se di carattere non sei sempre solare. Peggio ancora se di cognome fai Di Notte, uno dei tanti scherzi di quello scombinato di tuo padre, scappato di casa senza un perché. Se poi abiti a Napoli nei Quartieri Spagnoli e ogni giorno andare al lavoro in Vespa è un terno al lotto, se sei un avvocato con laurea a pieni voti ma in ufficio ti affidano solo scartoffie e se hai un rottame di famiglia, ci sta che ogni tanto ti arrangi un po’. Capelli corti alla maschiaccio, jeans e anfibi, Luce è una giovane onesta e combattiva, rimasta bloccata in una realtà composta da una madre bigotta e infelice, da un fratello fuggito al Nord, da un amore per un bastardo Peter Pan e da un lavoro insoddisfacente. Come conforto, solo le passeggiate con Alleria, il suo Cane Superiore, unico vero confidente, e le chiacchiere con l’anziano vicino don Vittorio, un musicista filosofo in sedia a rotelle. Finché, un giorno, a Luce viene assegnata una causa per l’affidamento di un minore. All'improvviso, nella sua vita entrano un bambino saggio e molto speciale, un artista di strada giramondo e una rondine che non ha nessuna intenzione di migrare. La causa di affidamento nasconde molte ombre, ma è forse l’occasione per sciogliere nodi del passato e mettere ordine nella capa-tosta di Luce. Risolvendo un dubbio: andarsene, come hanno fatto il padre, il fratello e chiunque abbia seguito l’impulso di prendere il volo, o magari restare, trovando la felicità nel suo piccolo pezzettino di mondo?
Ironico ed irriverente. Intenso ed emozionante. Magari Domani Resto di Lorenzo Marone è un romanzo che non descrive, ma che sa raccontare attimi di vita che potremmo sentire facilmente nostri, vivi e palpitanti sotto le dita, attraverso lo sguardo curioso di chi non sa aspettare e parole che scorrono veloci, inarrestabili, vere come un fiume in piena che ti coglie di sorpresa, che ti affascina e che lascia inevitabilmente il segno. Questo è stato il primo appuntamento con Lorenzo Marone fatto di premesse, qualche attesa, molto sentito dire che si è trasformato in un autentico colpo di fulmine che mi ha inguaiata fin dalle prime pagine!
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[ RECENSIONE ] Per dieci minuti di Chiara Gamberale | Feltrinelli

PER DIECI MINUTI di Chiara Gamberale
192 pagine | €16.00 cartaceo
Feltrinelli | Link Affiliato Amazon

Dieci minuti, tutti i giorni, per un mese. Il tempo necessario per fare qualcosa di nuovo, qualcosa che non hai mai fatto prima. Dieci minuti per lasciarsi alle spalle tutto, per cercare di non accorgersi che tutto ciò che avevi non è più tuo, che non sei più ciò che eri, che la vita come la conoscevi non sarà più la stessa. Dieci minuti al giorno per riuscire a guardare avanti.
Libro che non ho scelto nè acquistato, ma che è stato regalato a mia madre da alcune colleghe di lavoro e che è chiaramente passato tra le mani della sottoscritta. Fammi sapere di cosa parla, sono state le parole di mia madre un attimo dopo. Così dopo averlo ricevuto ad inizio anno, poi cominciato, infine abbandonato per qualcosa mese, eccomi qua pronta a rispondere alla richiesta.
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