[ RECENSIONE ] Il giro di vite di Henry James | Giunti

IL GIRO DI VITE di Henry James
192 pagine | 6.00€ cartaceo

Due bambini orfani vengono affidati alle cure di una giovane governante. Il clima iniziale è di idilliaca serenità, poi nella vicenda iniziano a insinuarsi le misteriose presenze di due servitori, ormai morti, che nella convinzione della governante hanno corrotto i bambini, e altri segnali inquietanti. I servitori sono davvero fantasmi? I bambini sono corrotti o innocenti? L'istitutrice è una visionaria? Molti critici hanno tentato di rispondere a queste domande. In realtà è proprio questa ambiguità il risultato a cui tendeva lo scrittore: fare del mistero lo strumento per costruire il più inquietante dei racconti.


Non so con esattezza cosa mi spinga a voler leggere proprio quel titolo accostato all'ultima serie televisiva da me particolarmente apprezzata, eppure eccomi qui a parlarvi di Il giro di vite di Henry James. Un romanzo (in realtà poco più di un racconto di fine 1800) diventato un classico della letteratura gotica e (volendo scendere nello specifico) delle storie di fantasmi da cui è stato tratto o comunque ha preso larga ispirazione la serie televisiva horror uscita su Netflix da poche settimane, The Haunting of Bly Manor. Se ancora non la conoscete, datele una possibilità perché lei merita davvero.

A differenza di L'incubo di Hill House (di cui vi avevo parlato in termini non propriamente entusiastici qualche mese fa) sono rimasta piacevolmente colpita dalle prime pagine di Il giro di vite perché sembravano ricalcare in modo molto coerente quanto visto con i miei occhi poche settimane prima. Okay, vediamola da un altro punto di vista: le prime puntate della serie televisiva erano essenzialmente fedeli al romanzo di Henry James. Superate queste, purtroppo, sono sorte le prime difficoltà indubbiamente legate all'epoca di pubblicazione del romanzo. Siamo nel 1898 e il tenore delle opere gotiche dell'epoca viene ribadito chiaro e forte pagina dopo pagina. È un approccio narrativo e linguistico molto altisonante e pomposo, pur essere la voce narrante quella di una giovane governante. Una scelta stilistica che mi ha reso la lettura più complicata di quanto mi sarei aspettata, creando quel calo di attenzione che in un libro di meno di duecento pagine non avrei mai voluto trovare.

Certo non una colpa per Henry James, ma una mia personale difficoltà nel potermi immedesimare appieno con la storia ed i suoi personaggi che - tolta la voce narrante e la signora Grose - un po' si perdono tra la foschia dell'ambientazione tipicamente gotica ed una trama che paga la sua iniziale origine. Il giro di vite, infatti, come accadeva a molti scritti dell'epoca, era destinato ad  una iniziale pubblicazione a puntate e questa scelta si percepisce in modo abbastanza chiaro nella chiusura fredda e non troppo lineare dei singoli capitoli. Al netto di questo, devo ammettere che non mi sono trovata davanti ad una lettura evitabile. Il giro di vite è esponente di un genere gotico del passato che merita di essere conosciuto, in grado di far trasparire la giusta dose di mistero ed irrequietezza, sempre accompagnato da un lessico senza dubbio particolare e tipico per la sua specifica ambientazione.

Le differenze tra libro e serie televisiva sono evidenti sin da subito e molte di queste sono collegate al fattore empatia che risulta essere praticamente assente nel romanzo di James. L'approccio emotivo in questo specifico genere è - a mio personale avviso - quanto mai imprescindibile ed è proprio quello che - a conti fatti - lega il visitatore esterno ai vari personaggi che popolano Bly Manor. Solitamente non amo fare paragoni di questo genere, ma in questo caso mi sento quasi obbligata perchè vari sono gli aspetti in comune (che mi avevano fatto ben sperare) ed altrettanti quelli che mi hanno portato a preferire la serie televisiva al libro da poco concluso. The Haunting of Bly Manor sfrutta tutte le carte in suo possesso. Sa emozionare in modi inaspettati, far rabbrividire nei momenti giusti e spingere l'osservatore esterno a prendere confidenza con la casa e i suoi abitanti, vivi e morti. 

Onestamente non credo che Il giro di vite faccia paura o sia inquietante come riportato dalla sinossi. Ho percepito, invece, il senso di ambiguità che attende il suo momento rimanendo sullo sfondo e toccando ogni personaggio con modi e tempi diversi, precisi e ben designati. La decisione finale se ci sia un effettivo colpevole o una visionaria da condannare resta unicamente nelle mani del lettore e - a ben pensarci - è proprio questa la caratteristica più convincente del romanzo di Henry James e anche quella che, in fin dei conti, speravo di trovare.

2 commenti

  1. A me piace Henry James, ma questo romanzo è una di quelle lacune letterarie che prima o poi dovrò colmare ☺️☺️☺️

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    1. Per me è stato il primissimo che credo non si ripeterà. Non mi sono trovata molto con la scrittura, ahimè.

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