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[ RECENSIONE ] La casa senza ricordi di Donato Carrisi | Longanesi

La casa senza ricordi di Donato Carrisi
400 pagine | €22.00 cartaceo

Un bambino senza memoria viene ritrovato in un bosco della Valle dell’Inferno, quando tutti ormai avevano perso le speranze. Nico ha dodici anni e sembra stare bene: qualcuno l’ha nutrito, l’ha vestito, si è preso cura di lui. Ma è impossibile capire chi sia stato, perché Nico non parla. La sua coscienza è una casa buia e in apparenza inviolabile. L’unico in grado di risvegliarlo è l’addormentatore di bambini. Pietro Gerber, il miglior ipnotista di Firenze, viene chiamato a esplorare la mente di Nico, per scoprire quale sia la sua storia. E per quanto sembri impossibile, Gerber ce la fa.


E anche questa prima recensione dell'anno ce la siamo giocata. Bene, ma non benissimo, direbbe qualcuno. Ebbene sì, come accaduto lo scorso anno, anche il nuovo si apre con una delusione e non di quelle facili da digerire. Dovrei essere abituata, in effetti. Negli ultimi 48 mesi è accaduto con Stephen King, prima, poi con Ken Follett e - più di recente - con Ilaria Tuti. Credevo di aver raggiunto oramai il massimo consentito e, invece no, questo 2022 riesce a sorprendermi e siamo solo all'inizio.
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[ RECENSIONE ] Figlia della Cenere di Ilaria Tuti | Longanesi

 

FIGLIA DELLA CENERE di Ilaria Tuti
368 pagine | €18.60 cartaceo


La mia è una storia antica, scritta nelle ossa. Sono antiche le ceneri di cui sono figlia, ceneri da cui, troppe volte, sono rinata. E a tratti è un sollievo sapere che prima o poi la mia mente mi tradirà, che i ricordi sembreranno illusioni, racconti appartenenti a qualcun altro e non a me. È quasi un sollievo sapere che è giunto il momento di darmi una risposta, e darla soprattutto a chi ne ha più bisogno. Perché i miei giorni da commissario stanno per terminare. Eppure, nessun sollievo mi è concesso. Oggi il presente torna a scivolare verso il passato, come un piano inclinato che mi costringe a rotolare dentro un buco nero. Oggi capirò di dovere a me stessa, alla mia squadra, un ultimo atto, un ultimo scontro con la ferocia della verità. Perché oggi ascolterò un assassino, e l’assassino parlerà di me.» Dopo "Fiori sopra l’inferno" e "Ninfa Dormiente", torna il commissario Teresa Battaglia in una storia intrisa di spietatezza e compassione, di crudeltà e lealtà, di menzogna e gentilezza. L’indagine più pericolosa per Teresa, il caso che segna la fine di un’epoca.


Ho dovuto metabolizzare qualche giorno prima di scrivere questa recensione perché - ammettiamolo - mettere nero su bianco una delusione non è mai facile. Eppure io ci speravo. Dopo la lettura tutt'altro che soddisfacente di Luce di notte avevo quasi azzerato quell'incontro convinta - sbagliando mi pare chiaro - di fare con questo terzo effettivo capitolo un netto passo indietro e ritrovare finalmente quella scrittura che mi aveva conquistata nei romanzi precedenti. Un'illusione passeggera che si è scontrata con la realtà evidente dopo i primi capitoli.
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[ RECENSIONE ] L' uomo del bosco di Mirko Zilahy | Longanesi

L'UOMO DEL BOSCO di Mirko Zilahy
379 pagine | €19.90 cartaceo


Il professor John Glynn, scienziato di fama mondiale, è al lavoro su una speciale sonda geofonica, SismoTime, che ascoltando la voce del nostro pianeta - i movimenti nelle profondità della crosta terrestre - sarà in grado di prevedere ogni tipo di terremoto con grande anticipo salvando milioni di vite umane. Nel momento in cui presenta la sua invenzione alla stampa, John Glynn è una stella del firmamento accademico, ma nessuno sa che la causa scatenante di quella ascesa straordinaria ha una precisa data di nascita: il 19/04/1990, quando, poco prima dell'alba, suo padre Liam Glynn - il grande eretico delle scienze geologiche degli anni Ottanta - scompare nell'esplosione di una miniera in Belgio insieme alla sua squadra di estrattori. Da quel tragico giorno sono trascorsi trent'anni e per John la memoria di quel tempo si è polverizzata in un oblio nebuloso. Almeno finché la sua famiglia non si trasferisce nella casa che affaccia sulla fiabesca Civita di Bagnoregio, la città che muore. Da quel momento una serie di eventi straordinari sconvolge la vita perfetta del professore. Come se con un gesto magico avesse spalancato un abisso da cui affiorano pezzi di un mosaico spaventoso, John si ritroverà a fare i conti con un passato sepolto sotto gli strati di un peccato originale antico quanto è antico il mondo. Perché nel bosco dell'infanzia si nasconde il segreto più spaventoso. È lì che ci aspetta. Ed è lì che lo ritroveremo.


La difficoltà nel parlare di un romanzo thriller sta tutta qui: riuscire a non dirvi cose che vorrei assolutamente dirvi, ma farlo in modo che (sempre quelle cose) possano ugualmente arrivare perché sono proprio quei dettagli che ti fanno dire ' questo libro lo devi assolutamente leggere '.
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[ RECENSIONE ] Luce della notte di Ilaria Tuti | Longanesi

LUCE DELLA NOTTE di Ilaria Tuti
254 pagine | 18.60€ cartaceo

Chiara ha fatto un sogno. E ha avuto tantissima paura. Canta e conta, si diceva nel sogno, ma il buio non voleva andarsene. Così, Chiara si è affidata alla luce invisibile della notte per muovere i propri passi nel bosco. Ma quello che ha trovato scavando alle radici dell'albero l'ha sconvolta. Perché forse non era davvero un sogno. Forse era una spaventosa realtà. Manca poco a Natale, il giorno in cui Chiara compirà nove anni. Anzi, la notte: perché la bambina non vede la luce del sole da non sa più quanto tempo. Ci vuole un cuore grande per aiutare il suo piccolo cuore a smettere di tremare. È per questo che, a pochi giorni dalla chiusura di un faticosissimo e pericoloso caso e dalla scoperta di qualcosa che dovrà tenere per sé, Teresa Battaglia non esita a mettersi in gioco. Forse perché, no­nostante tutto, in lei batte ancora un cuore bambino. Lo stesso che palpita, suo malgrado, nel giovane ispettore Marini, dato che pur tra mille dubbi e perplessità decide di unirsi al commissario Battaglia in quella che sembra un'indagine folle e insensata. Già, perché come si può anche solo pensare di indagare su un sogno? Però Teresa sa, anzi, sente dentro di sé che quella fragile, spaurita e coraggiosissima bambina ha affondato le mani in qualcosa di vero, di autentico. E di terribile.


Volevo partire con una giusta introduzione, parlarvi di come sono arrivata alla lettura di questo romanzo e di quello che nel frattempo è successo, volevo raccontarvi dell'attesa e delle mie aspettative attorno al ritorno in libreria di Ilaria Tuti, ma credo che sia giusto andare subito al punto - via il dente e via il dolore - per poi condividere i perché, i ma e gli 'anche se'. Ci sono rimasta male, ecco.
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[ RECENSIONE ] Io sono l'abisso di Donato Carrisi | Longanesi

IO SONO L'ABISSO di Donato Carrisi
384 pagine | 22.00€ cartaceo

Sono le cinque meno dieci esatte. Il lago s'intravede all'orizzonte: è una lunga linea di grafite, nera e argento. L'uomo che pulisce sta per iniziare una giornata scandita dalla raccolta della spazzatura. Non prova ribrezzo per il suo lavoro, anzi: sa che è necessario. E sa che è proprio in ciò che le persone gettano via che si celano i più profondi segreti. E lui sa interpretarli. E sa come usarli. Perché anche lui nasconde un segreto. L'uomo che pulisce vive seguendo abitudini e ritmi ormai consolidati, con l'eccezione di rare ma memorabili serate speciali. Quello che non sa è che entro poche ore la sua vita ordinata sarà stravolta dall'incontro con la ragazzina col ciuffo viola. Lui, che ha scelto di essere invisibile, un'ombra appena percepita ai margini del mondo, si troverà coinvolto nella realtà inconfessabile della ragazzina. Il rischio non è solo quello che qualcuno scopra chi è o cosa fa realmente. Il vero rischio è, ed è sempre stato, sin da quando era bambino, quello di contrariare l'uomo che si nasconde dietro la porta verde. Ma c'è un'altra cosa che l'uomo che pulisce non può sapere: là fuori c'è già qualcuno che lo cerca. La cacciatrice di mosche si è data una missione: fermare la violenza, salvare il maggior numero possibile di donne. Niente può impedirglielo: né la sua pessima forma fisica, né l'oscura fama che la accompagna. E quando il fondo del lago restituisce una traccia, la cacciatrice sa che è un messaggio che solo lei può capire. C'è soltanto una cosa che può, anzi, deve fare: stanare l'ombra invisibile che si trova al centro dell'abisso.


Per me Carrisi è come il canto delle sirene. Puoi anche provare a resistere, legarti all'albero maestro ed indossare un bel paio di cuffie ultimo modello, ma l'esito finale sarà sempre lo stesso. Succede sempre, è inevitabile. Così, una volta terminata la lettura di La casa delle voci ero già pronta a ripartire con il solito conto alla rovescia. Non posso nasconderlo, le mie aspettative erano altissime. Purtroppo (e certo di questo non posso fare alcuna colpa a Carrisi) Io sono l'abisso è arrivato in un momento personale davvero difficile. Non sono riuscita - come spesso accade - a terminare la lettura in poco più di 48 ore, anzi. Ci sono voluti giorni di pausa e una doverosa rilettura. Ad ogni modo, le sensazioni che mi avevano colto all'inizio si sono riproposte: non era esattamente quello che mi sarei aspettata di trovare. 

Sì, mi è piaciuto, anche se questa volta c'è un ma.
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[ RECENSIONE ] Mindhunter - La storia vera del primo cacciatore di serial killer americano di John Douglas e Mark Olshaker

MINDHUNTER di John Douglas con Mark Olshaker
380 pagine | 5.00€ cartaceo

Per dare la caccia ai serial killer in attività bisogna comprendere come pensano e anticiparne così le mosse. Ma c'è un solo modo per entrare nella mente di un serial killer: parlare con i suoi «colleghi» e predecessori. Questa è stata l'intuizione di John Douglas, l'uomo che ha inventato il Criminal Profiling dell'FBI e che, per farlo, ha dovuto confrontarsi con le più atroci menti criminali del suo tempo. Per anni, John Douglas ha interrogato in carcere assassini e stupratori seriali, indagandone le ossessioni e le perversioni, fronteggiando in prima persona l'orrore e l'orgoglio di questi mostri, per poter dare la caccia ad altri mostri. Infinite conversazioni con uomini come Charles Manson, John Wayne Gacy.


Immagino che a primo impatto parlare di
Mindhunter come il libro della vita possa risultare vagamente preoccupante, ma vi assicuro che ho le mie ragioni (e non sono criminali). Ho scoperto la figura professionale di John Douglas divorando l'omonima serie televisiva andata in onda su Netflix e di cui (al momento) non sono ben chiare le sorti. Aggiungiamoci il mio essere una lettrice appassionata di thriller psicologici che si è sempre sentita attirata da quella mente criminale che molti archiviano come semplice devianza, ma che - scavando a fondo - è in grado di rivelare dettagli che mai ci saremmo aspettati.

Il risultato? L'ho amato, fine della storia.
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[ RECENSIONE ] La casa delle voci di Donato Carrisi | Longanesi

LA CASA DELLE VOCI di Donato Carrisi
397 pagine | €22.00 cartaceo

Pietro Gerber non è uno psicologo come gli altri. La sua specializzazione è l'ipnosi e i suoi pazienti hanno una cosa in comune: sono bambini. Spesso traumatizzati, segnati da eventi drammatici o in possesso di informazioni importanti sepolte nella loro fragile memoria, di cui polizia e magistrati si servono per le indagini. Pietro è il migliore di tutta Firenze, dove è conosciuto come l'addormentatore di bambini. Ma quando riceve una telefonata dall'altro capo del mondo da parte di una collega australiana che gli raccomanda una paziente, Pietro reagisce con perplessità e diffidenza. Perché Hanna Hall è un'adulta. Hanna è tormentata da un ricordo vivido, ma che potrebbe non essere reale: un omicidio. E per capire se quel frammento di memoria corrisponde alla verità o è un'illusione, ha disperato bisogno di Pietro Gerber. Hanna è un'adulta oggi, ma quel ricordo risale alla sua infanzia. E Pietro dovrà aiutarla a far riemergere la bambina che è ancora dentro di lei. Una bambina dai molti nomi, tenuta sempre lontana dagli estranei e che, con la sua famiglia, viveva felice in un luogo incantato: la «casa delle voci».
Donato mi hai fregata, di nuovo. È trascorso quasi un anno dalla sua ultima lettura e mi ritrovo nuovamente qui ad osservare una pagina bianca con in testa quell'immancabile frase finale capace di gettare dubbi che lasciare certezze. Ma noi questa cosa piace troppo, ammettiamolo.

Se scorrendo le prime righe di La casa delle voci vi aspettate di trovare una storia di sangue e omicidi freschi da svelare, rimarrete delusi. Nulla di tutto questo è presente nella storia narrata da Carrisi perchè nulla di tutto questo è effettivamente necessario per stuzzicare la mente del suo lettore, per spingere ancora oltre l'asticella di pura follia umana a cui ci ha sempre piacevolmente deliziati.

Pietro Gerber è conosciuto come l'addormentatore di bambini, uno psicologo che utilizza l'ipnosi per addentrarsi nella mente e nei ricordi dei suoi piccoli pazienti. Quando alla sua porta si presenta una donna adulta - Hanna Hall - arrivata da oltre oceano con un passato doloroso da riportare alla luce la sua prima reazione è di sorpresa e diffidenza.

Riuscirà a riportare a galla quella bambina? Quali ombre si celano dietro quegli occhi di ghiaccio?
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[ RECENSIONE ] The chain di Adrian McKinty | Longanesi

THE CHAIN di Adrian McKinty
352 pagine | €19.50 cartaceo

Mi chiamo Rachel Klein e fino a pochi minuti fa ero una madre qualunque, una donna qualunque. Ma adesso sono una vittima. Una criminale. Una rapitrice. È bastato un attimo: una telefonata, un numero occultato, poche parole. Abbiamo rapito tua figlia Kylie. Segui le istruzioni. E non spezzare la Catena, oppure tua figlia morirà. La voce di questa donna che non conosco mi dice che Kylie è sulla sua macchina, legata e imbavagliata, e per riaverla non sarà sufficiente pagare un riscatto. Non è così che funziona la Catena. Devo anche trovare un altro bambino da rapire. Come ha fatto lei, la donna con cui sto parlando: una madre disperata, come me. Ha rapito Kylie per salvare suo figlio. E se io non obbedisco agli ordini, suo figlio morirà. Ho solo ventiquattro ore di tempo per fare l’impensabile. Per fare a qualcun altro ciò che è stato fatto a me: togliermi il bene più prezioso, farmi precipitare in un abisso di angoscia, un labirinto di terrore da cui uscirò soltanto compiendo qualcosa di efferato. Io non sono così, non ho mai fatto niente di male nella mia vita. Ma non ho scelta. Se voglio salvare Kylie, devo perdere me stessa.
Scorrendo le uscite del mese di settembre The Chain di Adrian McKinty non era decisamente nei miei programmi tanto da non essere menzionato nemmeno nella mia wishlist. Cosa mi ha spinto, allora, a leggere questo thriller? La massa. Tutti lo mostravano, altri lo leggevano e alcuni ne parlavano ed io quando c'è di mezzo un thriller chiacchierato non posso proprio stare zitta.

Inizio subito con il dirvi che The Chain non è un romanzo puro. Nasce, infatti, nel 2012 come racconto ispirato da una singolare tipologia di rapimento attuato localmente in alcune zone del Messico (date un'occhiata alla postfazione e tutto vi sarà più chiaro durante la lettura) unito alle ben più conosciute catene di Sant'Antonio per poi diventare romanzo solo qualche anno più tardi.
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[ RECENSIONE ] Ninfa dormiente di Ilaria Tuti | Longanesi

NINFA DORMIENTE di Ilaria Tuti
478 pagine | €18.60 cartaceo

Li chiamano «cold case», e sono gli unici di cui posso occuparmi ormai. Casi freddi, come il vento che spira tra queste valli, come il ghiaccio che lambisce le cime delle montagne. Violenze sepolte dal tempo e che d'improvviso riaffiorano, con la crudele perentorietà di un enigma. Ma ciò che ho di fronte è qualcosa di più cupo e più complicato di quanto mi aspettavo. Il male ha tracciato un disegno e a me non resta che analizzarlo minuziosamente e seguire le tracce, nelle valli più profonde, nel folto del bosco che rinasce a primavera. Dovrò arrivare fin dove gli indizi mi porteranno. E fin dove le forze della mia mente mi sorreggeranno. Perché c'è qualcosa che, poco a poco, mi sta consumando come fuoco. Il mio lavoro, la mia squadra, sono tutto per me. Perderli sarebbe come se mi venisse strappato il cuore dal petto. Eppure, questa potrebbe essere l'ultima indagine che svolgerò. E, per la prima volta nella mia vita, ho paura di non poter salvare nessuno, nemmeno me stessa.
Mi chiamo Teresa Battaglia e sono un commissario di polizia specializzato in profiling. 
Ogni giorno cammino sopra l'inferno, ogni giorno l'inferno mi abita e mi divora.

Poche parole in grado di racchiudere perfettamente la potenza narrativa che è in grado di esplodere dalla penna eclettica (e mai sazia) di Ilaria Tuti in modo vitale e pulsante, pressoché travolgente. Non una sorpresa per me (e nemmeno per voi se avete già avuto il piacere di leggerla) che in questo secondo romanzo non solo si conferma nella sua pura consistenza thriller, ma si arricchisce di elementi, di raffinate peculiarità, di accenti stilistici puntuali e coinvolgenti che non lasciano scampo. 
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[ RECENSIONE ] Il gioco del suggeritore di Donato Carrisi

IL GIOCO DEL SUGGERITORE di Donato Carrisi
398 pagine | €22.00 cartaceo

La chiamata al numero della polizia arriva verso sera da una fattoria isolata, a una quindicina di chilometri dalla città. A chiedere aiuto è la voce di una donna, spaventata. Ma sulla zona imperversa un violento temporale, e la prima pattuglia disponibile riesce a giungere soltanto ore dopo. Troppo tardi. Qualcosa di sconvolgente è successo, qualcosa che lascia gli investigatori senza alcuna risposta possibile - soltanto un enigma. C'è un'unica persona in grado di svelare il messaggio celato dentro al male, ma quella persona non è più una poliziotta. Ha lasciato il suo lavoro di cacciatrice di persone scomparse e si è ritirata a vivere un'esistenza isolata in riva a un lago, con la sola compagnia della figlia Alice. Tuttavia, quando viene chiamata direttamente in causa Mila Vasquez non può sottrarsi. Perché questa indagine la riguarda da vicino. Più di quanto lei stessa creda. Ed è così che comincia a prendere forma un disegno oscuro, fatto di incubi abilmente celati e di sfide continue. Il male cambia nome, cambia aspetto, si nasconde nelle pieghe fra il mondo reale e quello virtuale in cui ormai tutti trascorriamo gran parte della nostra vita, lasciando tracce digitali impossibili da cancellare. È un gioco, ed è soltanto iniziato. 
Ammettiamolo, il mio 2018 non è andato proprio come mi sarei aspettata (almeno da un punto di vista strettamente letterario). Mi ero prefissata un obbiettivo che, purtroppo, non sono riuscita nemmeno a scorgere da lontano, eppure è stato un anno caratterizzato da una piacevole costante (a me molto cara ed imprescindibile ) che risponde al nome di Donato Carrisi.
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[ RECENSIONE ] La tentazione di essere felici di Lorenzo Marone

LA TENTAZIONE DI ESSERE FELICI di Lorenzo Marone
Prezzo: 14.90€ | Pagine: 268

Cesare Annunziata potrebbe essere definito senza troppi giri di parole un vecchio e cinico rompiscatole. Settantasette anni, vedovo da cinque e con due figli, Cesare è un uomo che ha deciso di fregarsene degli altri e dei molti sogni cui ha chiuso la porta in faccia. Con la vita intrattiene pochi bilanci, perlopiù improntati a una feroce ironia, forse per il timore che non tornino. Una vita che potrebbe scorrere così per la sua china, fino al suo prevedibile e universale esito, tra un bicchiere di vino con marino, il vecchietto nevrotico del secondo piano, le poche chiacchiere scambiate malvolentieri con Eleonora, la gattara del condominio, e i guizzi di passione carnale con Rossana, la matura infermiera che arrotonda le entrare con attenzioni a pagamento per i vedovi del quartiere. Ma un giorno, nel condominio, arriva la giovane ed enigmatica Emma, sposata a un losco individuo che così poco le somiglia. Cesare capisce subito che in quella coppia c'è qualcosa che non va, e non vorrebbe certo impicciarsi, se non fosse per la muta richiesta d'aiuto negli occhi tristi di Emma.
Ci sono libri che sai di dover leggere. Vuoi perchè ti sono stati caldamente consigliati sotto mentite spoglie. Vuoi perchè la curiosità è un germe impossibile da debellare. Quello che posso dirvi, ora, dopo aver letto La tentazione di essere felici di Lorenzo Marone è di seguire il vostro istinto o quell'insistente vocina che difficilmente mollerà la presa, pronta a gettarvi - e qui parlo in modo strettamente letterale - una copia di quel romanzo tra le mani!

Ho terminato la lettura di La tentazione di essere felici in meno di quarantotto ore.
Mi sono innamorata di Cesare Annunziata a pagina 2.
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[ RECENSIONE ] Così crudele è la fine di Mirko Zilahy | Longanesi

COSI' CRUDELE È LA FINE di Mirko Zilahy
418 pagine | €18.60 cartaceo

In una Roma attraversata da omicidi silenziosi ed enigmatici, che gettano una luce nera sulla città, il commissario Mancini per la prima volta dopo molto tempo accoglie la sfida con nuova determinazione. Perché ora Enrico Mancini non è più l'ombra di se stesso: supportato dalla psichiatra della polizia che l'ha in cura, e affiancato dalla fedele squadra di sempre, si lancia alla ricerca di indizi che gli permettano di elaborare il profilo del killer. Costretto a rincorrere l'assassino passo dopo passo, vittima dopo vittima, tra i vicoli e le rovine della Roma più antica e segreta, il commissario capisce ben presto che il killer è anomalo, sfuggente come un riflesso. E in un gioco di specchi tra presente e passato, tra realtà e illusione, la posta finale non è solo l'identità del serial killer, ma quella dello stesso Mancini.
L'atto conclusivo che porta la firma di Mirko Zilahy è piena conferma della poliedrica maestria di un autore che non dà solo semplicemente lustro ad uno dei generi letterari più ostici e complessi, ma che sa mettersi in gioco in modo intelligente e mutevole donando ai suoi affezionati lettori un ultimo viaggio intenso, intimo e coinvolgente fin dalle sue prime battute. 

Anche in questo terzo capitolo, risulta evidente come Zilahy riesca a sfruttare in modo totale ed intelligente le meraviglie storiche che la Città Eterna mette a sua completa disposizione. Roma è, ancora una volta, muta protagonista dell'intera vicenda, esplodendo nel punto più alto della narrazione in tutte le sue più celate contraddizione ed in grado di riflettere, in modo naturale e sorprendente, luci ed ombre di chi, in carne ed ossa, calca la sua scena. Luoghi di pubblico interesse si intrecciano a cunicoli sotterranei, a strade sconosciute e ad un passato ancora vivo sotto i nostri occhi creando il palcoscenico perfetto per una trama narrativa dove regna vita e morte, dolore e distruzione. In questo romanzo, in modo particolare, è possibile sottolineare una particolare attenzione alla simbologia che, in questa specifica veste, si poggia su due emblematici elementi: l'acqua e lo specchio. Mentre quest'ultimo viene utilizzato come sensibile metafora della vita e della nostra mutevole identità, l'acqua sembra recitare il ruolo predominante in una storia capace di costruire e distruggere, rafforzare ed indebolire una personale consapevolezza che non troverà facilmente la via d'uscita. Dall'acqua nasce l'intera vicenda e sempre nell'acqua si conclude. Acqua che sgorga potente dalla terra, che disseta e purifica, ma che, allo stesso tempo, è in grado di essere flagello e distruzione.
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[ RECENSIONE ] Fiori sopra l'inferno di Ilaria Tuti | Longanesi

FIORI SOPRA L'INFERNO di Ilaria Tuti
372 pagine | €16.90 cartaceo

Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell'orrido che conduce al torrente, tra le pozze d'acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l'esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l'inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa. Sono un commissario di polizia specializzato in profiling, e ogni giorno cammino sopra l'inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall'età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l'indagine. Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura.
Fiori sopra l'inferno rappresenta l'esordio di una scrittrice di talento di cui certamente sentiremo parlare per molto tempo. Ilaria Tuti in questo romanzo racchiude l'essenza stessa del genere letterario in questione caratterizzato da un ritmo cocente ed implacabile e da una pura intensità sostanzialmente intima e silenziosa capace di scavare in modo coerente ed efficace nei meandri più oscuri, pericolosi ed impenetrabili della mente umana. Una storia in grado di racchiudere elementi di sorpresa e crescente tensione che risulta essere spontaneamente in grado di spingere il suo inquieto lettore ben oltre la naturale, vorace lettura.
10

[ RECENSIONE ] L' uomo del labirinto di Donato Carrisi | Longanesi

L'UOMO DEL LABIRINTO di Donato Carrisi
Prezzo: 19.00€ | Pagine: 400

L’ondata di caldo anomala travolge ogni cosa, costringendo tutti a invertire i ritmi di vita: soltanto durante le ore di buio è possibile lavorare, muoversi, sopravvivere. Ed è proprio nel cuore della notte che Samantha riemerge dalle tenebre che l’avevano inghiottita. Tredicenne rapita e a lungo tenuta prigioniera, Sam ora è improvvisamente libera e, traumatizzata e ferita, è ricoverata in una stanza d’ospedale. Accanto a lei, il dottor Green, un profiler fuori dal comune. Green infatti non va a caccia di mostri nel mondo esterno, bensì nella mente delle vittime. Perché è dentro i ricordi di Sam che si celano gli indizi in grado di condurre alla cattura del suo carceriere: l’Uomo del Labirinto. Ma il dottor Green non è l’unico a inseguire il mostro. Là fuori c’è anche Bruno Genko, un investigatore privato con un insospettabile talento. Quello di Samantha potrebbe essere l’ultimo caso di cui Bruno si occupa, perché non gli resta molto da vivere. Anzi: il suo tempo è già scaduto, e ogni giorno che passa Bruno si domanda quale sia il senso di quella sua vita regalata, o forse soltanto presa a prestito. Ma uno scopo c’è: risolvere un ultimo mistero. La scomparsa di Samantha Andretti è un suo vecchio caso, un incarico che Bruno non ha mai portato a termine… E questa è l’occasione di rimediare. Nonostante sia trascorso tanto tempo. Perché quello che Samantha non sa è che il suo rapimento non è avvenuto pochi mesi prima, come lei crede. L’Uomo del Labirinto l’ha tenuta prigioniera per quindici lunghi anni. E ora è scomparso.
Chi sono i figli del buio? Sono bambini e bambine condannati all'oblio dopo essere stati strappati con la forza o l'inganno alla loro perfetta innocenza, segregati negli antri più oscuri ed inavvicinabili, costretti a subire abusi fisici e psicologico che cambieranno il loro cuore, per sempre. Samantha Andretti è una di loro. Lei -  a differenza di molti che si sono, invece, arresi al male degli adulti - è riuscita a sfuggire al suo persecutore, a riemergere dall'oscurità dopo quindici lunghi anni di un incubo impronunciabile, rinchiusa ancora bambina in un misterioso labirinto fatto di pietra e stanze vuote e costretto a subire un gioco subdolo ed inumano dove era il mostro a dettare tempi e regole. Ma come ha fatto Samantha ad evadere con apparente facilità dalla sua prigione? Cosa è accaduto in quel lungo lasso di tempo? Ma, soprattutto, chi si nasconde dietro l'uomo del labirinto?
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[ RECENSIONE ] La forma del buio di Mirko Zilahy | Longanesi

LA FORMA DEL BUIO di Mirko Zilahy
414 pagine | €18.60 cartaceo

Roma è nelle mani di un killer capace di dare forma al buio. Le sue folli tenebre prendono vita nel rito dell’uccisione, le sue terribili visioni si trasformano in realtà tramite le sue vittime. Perché il mostro non si limita a uccidere: lui plasma, mette in posa, trasfigura ognuna delle sue prede in una creatura mitologica. Lasciando soltanto indizi senza un senso apparente, se non si è in grado di interpretarli. Di analizzare la scena del crimine. E tracciare un profilo. Ma il miglior profiler di Roma, il commissario Enrico Mancini, non è più l’uomo brillante e deciso di un tempo. E la squadra che lo ha sempre affiancato non sa come aiutarlo a riemergere dall’abisso. Mentre nuove opere di quello che la stampa ha già ribattezzato «lo Scultore» compaiono nel­l’oscura, incantata Casina delle Civette a Villa Torlonia, nel vecchio Giardino zoologico e nell’intrico della rete fognaria romana, Mancini viene richiamato in servizio e messo di fronte a quella che si dimostrerà come la sfida più angosciante e letale della sua carriera. O addirittura della sua vita.
Dopo sei mesi dal sanguinario caso dell'ombra che ha lasciato dietro di sé strascichi ingombranti e cicatrici profonde, un nuovo male torna a sconvolgere le vie di Roma, prendendo in ostaggio un'intera città immersa nel caos più spietato e imprevedibile. Un male che trova la sua prima origine e parziale evoluzione nelle isolate colline umbre. Tra le ombre di un antico e austero monastero, infatti, giace silente una bestia violenta e incontrollabile in attesa della sua prossima, inevitabile ed eclatante mossa. L'unico uomo in grado di contrapporsi alla bestia senza nome è il commissario Enrico Mancini che sarà costretto ad affrontare ogni sua complessa fragilità per mettersi al totale servizio della sua squadra investigativa chiamata questa volta ad affrontare enigmi storici, miti ellenici di spregevole fattura umana e vecchi fantasmi di un passato troppo doloroso da dimenticare.

Tre corpi erano sistemati in un'assurda posa plastica. 
Nella legnosità del rigor mortis sembravano aver assunto le algide fattezze del marmo.

La storia si evolve in modo deciso e coinvolgente fin dalle prime pagine trasportata da un ritmo narrativo serrato ed avvolgente, intenso e carico di tensione in grado di catturare attenzione e curiosità del suo lettore senza il minimo sforzo. Lo stile di Zilahy si conferma in tutta la sua magnetica coesione fino ad arricchirsi di elementi nuovi e sorprendenti, perfettamente capaci di tessere una trama intricata ed intrigante sotto ogni punto di vista.
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[ RECENSIONE ] È così che si uccide di Mirko Zilahy | Longanesi

È COSÌ CHE SI UCCIDE di Mirko Zilahy
410 pagine | €16.40 cartaceo

La pioggia di fine estate è implacabile e lava via ogni traccia: ecco perché stavolta la scena del crimine è un enigma indecifrabile. Una sola cosa è chiara: chiunque abbia ucciso la donna, ancora non identificata, l'ha fatto con la cura meticolosa di un chirurgo, usando i propri affilati strumenti per mettere in scena una morte. Perché la morte è uno spettacolo. Lo sa bene, Enrico Mancini. Lui non è un commissario come gli altri. Lui sa nascondere perfettamente i suoi dolori, le sue fragilità. Si è specializzato a Quantico, lui, in crimini seriali. È un duro. Se non fosse per quella inconfessabile debolezza nel posare gli occhi sui poveri corpi vittime della cieca violenza altrui. È uno spettacolo a cui non riesce a riabituarsi. E quell'odore. L'odore dell'inferno, pensa ogni volta. Così, Mancini rifiuta il caso. Rifiuta l'idea stessa che a colpire sia un killer seriale. Anche se il suo istinto, dopo un solo omicidio, ne è certo. E l'istinto di Mancini non sbaglia: è con il secondo omicidio che la città piomba nell'incubo. Messo alle strette, il commissario è costretto ad accettare l'indagine... E accettare anche l'idea che forse non riuscirà a fermare l'omicida prima che il suo disegno si compia. Prima che il killer mostri a tutti - soprattutto a lui - che è così che si uccide.

Ancora adesso, mentre sto tentando di scrivere una recensione che rischia di esplodere come un fiume in piena, mi chiedo semplicemente perchè. Perchè ho atteso così a lungo per immergermi nella lettura di È così che si uccide? Lui dopotutto era lì, in paziente attesa, come solo i libri sanno fare e mi chiamava, eccome se lo faceva! Ed io imperterrita rimandavo, e rimandavo senza capirne la ragione, almeno fino a qualche settimana fa quando, tra notti insonni e pomeridiane pause di lettura, mi sono lasciata letteralmente trasportare in una Roma industriale, spezzata da un'inspiegabile scia di sangue, efferata e dolorosa, cruenta nei modi e incomprensibile nelle sue modalità.


La prima delle morti di dio è compiuta.
Ma la giustizia vincerà solo quando l’aratro traccerà l’ultimo solco.
Lei non mi conosce. Nessuno mi conosce. 

Non importa come mi chiamo.  Sono solo un’ombra.
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[ RECENSIONE ] La ragazza nella nebbia di Donato Carrisi | Longanesi

LA RAGAZZA NELLA NEBBIA di Donato Carrisi
373 pagine | €14.90 cartaceo
La notte in cui tutto cambia per sempre è una notte di ghiaccio e nebbia ad Avechot. Forse è stata proprio colpa della nebbia se l'auto dell'agente speciale Vogel è finita in un fosso. Un banale incidente. Vogel è illeso, ma sotto shock. Non ricorda perché è lì e come ci è arrivato. Eppure una cosa è certa: l'agente speciale Vogel dovrebbe trovarsi da tutt'altra parte, lontano da Avechot. Infatti, sono ormai passati due mesi da quando una ragazzina del paese è scomparsa nella nebbia.
Incontrare un nuovo scrittore è un po' come nella vita reale quando uno sconosciuto ci viene presentato e ci ritroviamo con un misto di sensazioni contrastanti che vanno dalla umana diffidenza alla più femminile curiosità. Quando ho deciso di leggere La Ragazza Nella Nebbia mi sono approcciata al romanzo come si fa dopo aver dato il via ad una sfrontata scommessa, pronta ad uscirne vittoriosa o altrimenti sconfitta e con quella naturale, piccola paranoia da delusione dietro la pagina che inevitabilmente fa parte di noi spregiudicati lettori. Per quanto mi riguarda - scevra da paragoni con i suoi precedenti lavori - posso assolutamente affermare che scoprire Carrisi è stata una vittoria da ogni singolo punto di vista.

Ha catturato la mia attenzione e la mia vivida curiosità fin dal principio, presentando quell'alternarsi tra passato e presente che rappresenta un mio oltremodo dichiarato punto debole, tale da permettermi di entrare immediatamente in sintonia con l'anima del romanzo. Attraverso le sue pagine, Carrisi traduce nero su bianco una non velata critica a quell'insensato quanto crudele circo mediatico che viene a crearsi intorno ad un crimine; abbracciandone ogni sua piccola ed oscura sfaccettatura, creando un vero e proprio show fatto di interviste pressanti e al limite della decenza, di piccoli giochi di potere e di audience andando contro ad ogni sentimento di umana compassione e generale rispetto.
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